Passeggiando

Rimase in silenzio finchè non la smise di parlare, iniziava a dargli addirittura più fastidio dell'altra che aveva visto prima, almeno quella parlava poco, questa invece sembrava buonissima a dare aria ai denti, però le parole gli sembravano tutte uguali, e comportati bene di qui e non lo dico alla preside di la, non aveva di certo chiesto il suo aiuto santo cielo! Venne tentato a non risponderle ed andarsene così, ma forse non era il caso di farsi riprendere in presidenza anche se di chiedere perdono non se ne parlava affatto.« Già, avessi ascoltato, purtroppo sono abituato ad ascoltare una parola ogni tre di quelle che dice il mio interlocutore, così risparmio tempo, sempre ammettendo che il discorso m'interessi. »Già, non aveva potuto fare a meno che ricambiare i suoi attacchi gentili con qualcosa di più grezzo e diretto, duemila anni ed ancora odiava profondamente i giri di parole.« Detto questo, sì, mi credo superiore, chi con un'età paragonabile alla mia non si sentirebbe superiore agli altri? E normale, come un adulto si sente superiore a dei bambini, e come un vecchio diventa scorbutico così lo sono anchio. »Paragoni calzanti tratti dal mondo umano, tanto per dar ad intendere a quella persona, di cui sapeva meno di chi aveva prima di fronte, che il suo atteggiamento era del tutto naturale e che di cambiare la sua natura non era previsto nei suoi piani.« Sono infatti coerente con me stesso per quanto riguarda il mio rapportarmi con gli altri, non faccio preferenze di sorta, sono tutti trattati con la stesso senso di superiorità, nobile o straccione, purosangue od ultimo degli incroci. »La guardò, non era spaventata come l'altra ragazzina umana, almeno c'era da divertirsi un poco in quella discussione in cui entrambi sentivano d'avere ragione, peccato lei avesse poteri burocraticamente superiori ai suoi, non poteva esporsi troppo.« Già, qui si convive con gli altri, si impara a farlo e ad accettare gli altri indipendentemente da come siano, perciò mi sembrerebbe ipocrita chiedermi d'essere come non sono, imparerò a sopportare gli altri se loro impareranno a sopportare me. »

Una battuta? Un'offesa? Sperava una battuta, per lei, dopo tutti quei discorsi sull'uguaglianza e sul trattare gli altri rispettosamente sarebbe stato quanto meno ipocrita uscirsene con un'offesa del genere alla sua intelligenza, diede per buono momentaneamente che si trattasse quindi d'una battuta.
Fece giusto in tempo a concludere quel ragionamento che una cascata di parole nuove ma scontate le uscivano dalle labbra, quasi fosse il Niagara. Una divertente saga mentale su come bisognerebbe comportarsi con gli altri, lo divertì per altro come risucì semplicemente a trovare una risposta così breve ad un discorso articolato in tal maniera.« Già, sbagliato, ma non dice forse anche il saggio che "Sbagliare é umano, perdonare divino e perseverare diabolico"? Non sono d'essenza ne divina ne umana, quindi mi pare ovvio che io continui a sbagliare sapendo di farlo, perchè nel momento smettessi di sbagliare terminerebbe la mia esistenza, in un mondo dove giusto e sbagliato contano qualcosa. »Solo dopo ricostruì il discorso per intero, "voi ragazzi" aveva detto, quanto tempo che non si sentiva chiamare a quel modo, un qualcosa di insolito gli si dipinse sul volto, un sorriso divertito mentre scuoteva la testa, nulla di correlato con la sua affermazione, ma non era riuscito a resistere, ma durò a mala pena qualche secondo, tornò ad avere un'espressione seria.