SamLa rabbia ormai era la sua alcova preferita nella quale si rintanava nei momenti di intimità. Il piacere della morte e del sesso sembra quasi sparito da quando l'altro non era più sulle sue tracce. Non sentiva l'adrenalina scorrere e non c'era nessuna passione ad animarlo quando si beava dell'energia vitale e del sangue che fluiva nei corpi durante l'atto sessuale. Niente. Tabula rasa. Probabilmente avrebbe provato emozioni più forti se avesse infilato un dito bagnato nella corrente. Sbuffò. Ci avrebbe anche potuto provare se ciò non avesse danneggiato il suo corpo ospite. Uscì dalla stanza ormai satura dell'odore del sangue e della morte e camminò per le strade deserte, in quella calma notturna così innaturale e breve che precedeva l'alba. Sospirò. Se non trovava subito un valido svago sarebbe morto di noia e frustrazione. Si era ampiamente divertito con le giovani, ma era come se fosse in astinenza da giorni. Si sentiva spento. Al confronto le fiacche insegne al neon dei peggiori motel degli Stati Uniti brillavano come le luci della ribalta. Gli scappò un altro borbottio dalle labbra di pesca della
donna che aveva impossessato quella sera. Era bella. Forse addirittura bellissima, ma non aveva alcuna voglia di infilarsi in uno squallido pub e rimorchiare qualcuno. Non era il sesso con una persona a caso che lo attirava quella sera.
No. Come un'ossessione, non riusciva a togliersi dalla mente il cacciatore e il suo corpo sinuoso appena intravisto dai brandelli di vestiti. Lo voleva. Lo voleva con la stessa forza dell'inferno. Se non l'avesse preso presto si sarebbe dissolto nel nulla come polvere, ne era certo. Bramava le sue forme con la stessa intensità con cui un cieco agogna alla vista. Si appoggiò a un palo respirando forte. Doveva trovarlo. Ne andava della sua stessa vita e sanità mentale. Sarebbe impazzito e deceduto se non si spingeva il prima possibile in quello strafottente Winchester. Voleva piegarlo contro il proprio membro duro e sentirlo gemere di piacere e dolore. Insieme come un delizioso frullato. Questa volta non gli avrebbe permesso di scegliere, la sua chance se l'era giocata quando l'aveva esorcizzato senza accontentarlo e riducendolo in quello stato pietoso. No. Il tempo dei giochi era finito e quel brutto bastardo aveva perso la partita. Sarebbe stato suo volente o nolente. E non solo una volta, no... l'avrebbe sbattuto come un uovo e probabilmente non si sarebbe fermato neppure se quello gli fosse svenuto fra le braccia. Non gli importava.
Per niente. Si staccò dal metallo freddo che aveva accolto la sua momentanea schiena di sifilide. L'avrebbe trovato. Non doveva essere troppo difficile. Una capatina nel covo dei demoni e avrebbe avuto le ultime notizie sui suoi spostamenti. Un cacciatore era facilmente rintracciabile: non restava mai con le mani in mano e la pistola nella fodera. Peccato che a lui però non interessasse quella fatta di metallo e con la capacità di ucciderlo. Mosse qualche elegante passo verso una taverna non troppo lontana e quando ne uscì era in possesso delle informazioni che cercava. Red moon hotel vicino alla statale 14. Ci sarebbe arrivato in pochi minuti, ma prima doveva
cambiarsi. Quello non era certo il corpo giusto con cui far visita a quel maledetto Dean Winchester. Un ubriaco poco distante e dal volto conosciuto attirò la sua attenzione. Doveva essere la
sua notte fortunata.
Aveva rimorchiato il ragazzo con facilità quasi estrema e aveva preso una camera al Red moon hotel. Prima ancora che lui potesse fare qualsiasi cosa aveva abbandonato la figura femminile per appropriarsi di quell'involucro che già l'aveva accolto in passato. Sistemò gli abiti sfatti del
ragazzo e uscì dalla porta della sua camera e si diresse sul retro della struttura. Quando individuò la finestra della 114, quella del cacciatore, sorrise soddisfatto. Era aperta. Nei panni dell'avvenente fanciulla era stato facile lisciare il padrone ed ottenere il numero della camera. Un gioco quasi da bambini e adesso lo stesso Winchester gli semplificava le cose scegliendo una stanza al primo piano e lasciando l'unica altra via di accesso incustodita. Entrò nelbagno con un tonfo sordo e si diresse nella stanza avvolta dalla penombra. Una luce sul comodino era accesa, forse una dimenticanza o forse una rimembranza dei tempi dell'infanzia. Sorrise.
Abbiamo ancora diffidenza verso il buio, eh figlio di puttana? Si avvicinò al corpo sdraiato sopra il letto solo quando si accorse che stava dormendo della grossa. Questo era l'ennesimo colpo di fortuna che lo fece gongolare di vittoria. A costo di cucirgli la bocca se lo sarebbe scopato questa volta. Non c'erano nè dubbi nè speranze, per l'altro, di scamparla. Si spogliò velocemente dei propri vestiti rendendo fin da subito visibile la propria eccitazione. L'astinenza e quel corpo nudo tanto bramato sotto gli occhi avevano risvegliato completamente ogni suo senso. Anche il più sopito. Ora sì che sentiva l'adrenalina scorrere veloce e imbizzarrita. Si leccò le labbra studiando quella pelle così esposta alla sua furia. Sorrise allungando il capo per baciarlo, infilandogli anche la lingua in bocca. Possibile che quell'acro sapore gli fosse mancato? Non si diede risposta anche perchè i pensieri si scollegarono e il corpo reagì d'istinto sovrastando quello del cacciatore. Intimità che si sfregavano, mani che artigliavano il suo volto per evitare che si ritraesse, bocche e lingue intrecciate. Gemiti, i propri, soffocati contro quelle labbra di cacciatore. Sentiva tutto quello contemporaneamente e ne voleva di più sempre di più. Desiderava si svegliasse e lo assecondasse e appagasse altrimenti l'avrebbe ucciso e dopo violentato. Questa volta non si sarebbe fatto nessuno scrupolo ed era bene che Dean lo capisse subito. Fu per quello che gli morse le labbra a sangue e liberò una mano dal suo volto per artigliargli forte il sesso graffiandolo un po'. Avrebbe potuto gridare, gemere o imprecare. Non era importante, ciò che era necessario era che usasse la voce nei suoi toni più alti. Voleva che l'intero motel sapesse come lo stava facendo godere e, se fosse stato possibile, avrebbe voluto che ogni camionista in transito sulla statale 14 tornasse a casa con l'eco di quella voce lussuriosa nelle orecchie.