fosse l'ultima cosa che faccio ti prenderò, SamX Dean

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view post Posted on 16/2/2011, 23:22
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Non sapeva bene da quando ma in lui stava crescendo la voglia prepotente di darsi dell'idiota. Tanto valeva che la prossima volta che lo incontrava poteva aprire direttamente le gambe oppure mettersi a novanta davanti a lui belando come una pecora e strusciandosi. Insomma si sentiva vacca da monta, molto vacca da monta... una di quelle per cui il toro si deve spompare. Ed era solo con quel demone che succedeva, nessun altro, solo lui aveva la capacità di fargli perdere il controllo in quel modo... e non era una bella cosa, proprio per nulla!
Sebbene dopo quella sera la partita avrebbe potuto definirsi conclusa ed il vincitore sarebbe stato lui (Cazzo lo avrebbe reso un invalido della sua specie, un demone incapace di uccidere era come un pesce senza branchie!), non era altrettanto sicuro che sarebbe stato in grado di muoversi dopo quella notte.
Gia dal ghigno avrebbe dovuto capire che c'era qualcosa che non andava, ma fu quando gli piantò tre dita nel corpo muovendole subito velocemente che un urlo gli salì su per la gola. Fu solo grazie al suo dannato orgoglio che non urlò, solo per quello altrimenti sarebbero stati tirati giu tutti i santi del paradiso ed anche qualcuno inventato sul momento.
Si sentiva violato come mai prima, non sapeva come descrivere il tutto eppure sentiva una sorte di piacere aumentare, crescere e bruciare. Nemmeno si rese conto che lo aveva ribaltato di nuovo ma quando lo sentì così dentro gemette forte inarcandosi mentre le mani si arpionavono a lui.
"Oh Dio..."
Riuscì ad articolare.
"Ancora...."
Implorò spingendosi leggermente più contro il suo corpo e reclamando le labbra di quel bastardo per sè.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:24




Sam

Oh. Porca. Puttana. Era serio? Cioè era veramente in sè? Non percepiva tracce d'alcool nel suo alito e il sangue non ribolliva per via della droga, il battito cardiaco era accellerato soltanto a causa del sesso. Questo significava solo una cosa: era sano. Almeno a livello fisico. Sul piano mentale non ne era troppo sicuro. Anzi no, era certo non fosse normale! Nessuno, specie un cacciatore, si lasciava andare così fra le braccia di un demone piuttosto potente e che ti aveva fatto girare i coglioni fin dall'inizio. Forse era proprio per quello che era così attratto da lui: era fuori dal comune e più matto di un cavallo. Tuttavia finiva sempre col stupirlo, il che era a dir poco stupefacente! Specialmente ora, si era aspettato che, dopo quella violenta incursione nel suo corpo, urlasse e lo insultasse invece si era lasciato andare, non subito è vero, al piacere. Sembrava completamente abbandonato ad esso e lo leggeva dal volto stravolto e acceso dal sangue. Sapeva di ripetersi, ma quello spettacolo era a dir poco stupendo. Le sue acute preghiere suonavano alle sue orecchie come musica celestiale. Non aveva mai udito nulla di più bello e questo solo perchè l'altro ancora lo teneva a parte dai propri gemiti, ma li avrebbe avuto presto o tardi. Come tante cose fra di loro, era solo questione di tempo. Effimera condizione che, in quel momento, stava perdendo di importanza e consistenza. Non avrebbe saputo dire se fosse ancora buio oppure se già le prime luci dell'alba avessero fatto capolino dal mantello notturno che si diradava, ma la cosa non gli interessava di più dell'ultima puntata dei Teletubbies. Quello che ora veramente gli premeva era soddisfarlo al punto di farlo gridare e imprecare a voce così alta da far lamentare i loro vicini di stanza. Sì, amava quando i suoi compagni usavano le corde vocali fino allo stremo e così pretendeva che lo facesse lui. Iniziò a muovere a velocità inaudita il braccio dentro e fuori quel caldo abitacolo accompagnando quei rapidi affondi con una ritmica riapertura e chiusura della mano. Un pugno stava per uscire, ma subito sprofondava ancora nel punto più alto del suo intestino e tutte le cinque e dita erano di nuovo libere di toccare dove volessero. Dispensò fugaci carezze al rigonfiamento della prostata, mentre con le proprie labbra lusingava la tenera pelle dall'orecchio al collo. Su, Winchester implora, grida, fammi sentire che godi come una troia ad avermi così sopra di te. Pensò con rinnovato impeto mentre passava a mordergli la bocca rossa e la mano che lo masturbava diminuiva l'intensità delle spinte e il ritmo. Sapeva di non essere molto lontano dal conseguimento del suo obbiettivo. Sorrise vittorioso staccandosi da quelle labbra gonfie e piene di sangue che si era divertito a ricoprire di non troppo teneri morsicotti. "Ammettilo" gli sussurrò all'orecchio, tirando il lobo coi denti. "Le tue aspettative erano fin troppo basse, eh?" Lo sfottè ancora una volta, mentre la lingua si insinuava veloce in quella stretta cavità auricolare e si dava da fare per strappare all'altro quelle tanto agognate urla. La mano che ancora era sul suo sesso, di colpo cambiò ritmo e prese a pompare con foga e vigore intensi. Quelle nuove attenzioni erano solo un diversivo dal suo pugno chiuso che si sfilava con un unico fulmineo movimento dai suoi glutei, per lasciare immediatamente spazio al suo membro rovente che non aspettava altro che essere stretto da quelle natiche sode e perfette. L'idea di far uscire l'arto con le dita aperte l'aveva sfiorato più e più volte, ma alla fine aveva ceduto alla parte meno animalesca del suo essere demone. Aveva rilasciato un soffuso gemito all'orecchio del cacciatore e si era nuovamente spostato con fame sulla sua bocca. Nonostante l'assidua preparazione poteva sentire bene come quel fragile buchino fosse stato violato poche volte e questo aumentava il suo desiderio di fotterlo fino a farlo gridare di un'ottava superiore rispetto al normale.
 
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view post Posted on 16/2/2011, 23:26
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Si sentiva sfumare, sul serio... c'era stato un tempo in cui qualcuno gli aveva raccontato che il piacere doveva fare sfumare i contorni, non renderli reali, doveva cancellare ogni cosa e farsi sentire.. non importava se contorniato da dolore o da sentimenti era il piacere su cui bisognava concentrarsi e lui in quel momento non sentiva altro che quello. Non gliene fotteva un cazzo di essere un cacciatore, in quel momento si sentiva di più una troia. Nessun orgoglio gli avrebbe impedito di gemere e di spingersi contro di lui, il solo pensare a quello che gli stava facendo gli faceva ribollire il sangue e mandare il corto circuito il cervello. Sentiva le dita accarezzarlo all'interno, lo sentiva spingersi in lui e percepiva la sua mano sul suo sesso muoversi prima lentamente e poi tornare a segarlo con velocità. E fu quando lo sentì togliere il braccio per sostituirlo con il proprio membro che perse completamente coscenza di quello che stava succedendo. Cioè sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto fare dopo, quella semplice parolina la ricordava ma non sapeva più perchè doveva dirgliela. Insomma... In quel momento voleva solo scopare, poi avrebbe rimesso insieme i pezzi, con calma quando riprendeva fiato.
Allacciò le gambe alla vita del demone spingendoselo più dentro mentre le mani si artigliavano fra i suoi capelli osservando quel viso quasi sempre aperto in un sorriso bastardo che ricordava la natura della cosa che aveva preso possesso del ragazzo che ora spingeva dentro al suo corpo.
Lo sondò lentamente mentre ad ogni sua spinta la voce reclamava sempre di più la libertà.... lo guardava negli occhi e non riuscì a trattenersi dal sorridere malizioso. Il sorriso che un gatto fa al topolino indifeso... aveva fatto la figura dello stupido, dell'ingenuo ed ora lo aveva dove voleva nel suo corpo, c'era ogni cosa: il demone, il sangue di colui che avrebbe fatto l'incantesimo, la runa incisa sulla pelle del demone e quella gemella sul corpo del "mago". Non aveva graffiato a caso la pelle della sua schiena, per nulla, lo aveva graffiato con un preciso disegno in testa, proprio come il piccolo segno sul suo orecchio che poteva sembrare una esse, e quel demone lo aveva sfottuto senza accorgersene ed ancora ora non se ne rendeva conto. E sapeva che lui non avrebbe capito le parole che gli stava per sussurrare all'orecchio, troppo sicuro di sè.
"Én átok meg, elítélése a természet, akkor nem árt, a húst is elszakad egymástól, hogy megpróbálja, hogy ítéljék meg, és akkor el fog tűnni."
Glielo sussurrò all'orecchio per poi baciarlo. Ci aveva impiegato tutte le due settimane ad imparare a memoria quella maledizione in ungherese, ma ne sarebbe valsa la pena.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:26




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Si divertiva un mondo a sentire la sua voce, sempre più alta man mano che lo fotteva prima col braccio poi col proprio membro ansioso. Non voleva altro che spingersi fino in fondo a quel corpo caldo che lo chiamava forte e a lungo. Adorava sentirlo così lascivo e disponibile, gli faceva quasi venir voglia di diminuire l'intensità con cui lo scopava solo per far durare più a lungo quel rapporto. Appunto... quasi! Era troppo bello entrare e uscire da lui con quella forza inaudita per voler rallentare solo per allontanare l'orgasmo. Se lo sarebbero fatti andare bene! Le gambe dell'altro attorno alla sua vita lo spingevano sempre più dentro e i loro gemiti si mischiavano, sebbene quelli del cacciatore fossero molto più alti dei suoi. Sorrise maligno. La cosa ingrossava il suo orgoglio e il suo amor proprio. Gli piaceva un sacco far sesso con lui, gli piaceva a tal punto da non farsi domande sul suo repentino cambio d'umore o su quello sguardo vittorioso e saccente. Semplicemente, non gli importava. Gli leccò con forza il collo, mentre la sua mano diminuiva nuovamente il ritmo delle carezze sulla sua intimità. Voleva sentirlo implorare ancora un po', non gli bastava tutta quell'accondiscendenza. Rialzò il volto dalla morbida pelle della gola per baciarlo e, quando si staccò, si ritrovò a fissare l'altro con un enorme punto interrogativo disegnato sul viso. Che cazzo gli stava sussurrando all'orecchio? In risposta, la spalla, nello stesso punto dove prima l'altro l'aveva graffiato, prese a bruciargli come se gli stessero incidendo a fuoco un marchio nella pelle e un brivido gli percorse l'intera schiena. Si ritrovò ad inarcarsi per il dolore, ma non lo diede a vedere in nessun'altro modo anche perchè, improvviso come era venuto, quell male sparì del tutto. Il bacio che il cacciatore poi gli donò ebbe lo strano potere di distrarlo da quanto era appena successo, come se se ne fosse dimenticato di botto e tornò a fissarlo con malizia, ghignando. "Non serve che impari chissà quale lingua per esprimere i tuoi amorosi sentimenti nei miei confronti" gli disse ridendo mentre la mano sul suo cazzo tracciava cerchi concentrici alla base che si prolungavano per tutta l'asta sino alla punta. Tornò al suo lobo che prese a tirare con non troppa forza, mentre usciva del tutto da lui per poi rientrarci con un sonoro gemito.
 
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view post Posted on 16/2/2011, 23:27
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Povero coglione! In fin dei conti doveva ammettere che quella sua assurda sicurezza era ciò che lo stava portando a sciogliersi fra le sue braccia, permettendogli di fotterselo. Se lui non fosse stato così sicuro della sua vittoria Dean probabilmente non lo avrebbe fregato in quel modo. Ed ancora ora sembrava che il demone non si stesse rendendo conto di quanto assurde fossero le sue parole. Amorosi? Si in un altra vita ed in un altro mondo magari!
Scosse la testa gemendo mentre lo sentiva rallentare con la mano, tendendosi come una corda sotto le sue mani esperte.
"Sei tu..."
mugugnò.
"che continui a ripetere che questo non è solo sesso... non io... forse sei tu quello che vuole che io ti desideri quanto tu desideri me..."
Ghignò addentandogli a sangue la spalla dove ora c'era il marchio artigliandogli la schiena.
"Non ti sarai micca innamorato di me?"
Lo sfottè leccando il sangue dalla ferita che gli aveva appena inflitto.
"Sarebbe un amore a senso unico mi spiace!"
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:44




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Vedere come, nonostante il piacere, cercasse di sfotterlo e farlo innervosire lo faceva ridere di cuore, ma riusciva sempre a trattenersi e a farsi scappare soltanto un sorrisino divertito. Se avesse saputo amare probabilmente nulla gli avrebbe impedito di perdere la testa per quella tenera testa di cazzo! Gli infilò la lingua nell'orecchio muovendola al ritmo delle sue spinte, veloci e precise. Ricordava bene il punto che l'aveva fatto urlare in precedenza e aveva la cura di colpirlo ad ogni affondo con maggiore intensità del precedente. Le sue grida di piacere gli arrivavano come un nettare prezioso alle orecchie e lo incitavano a muoversi sempre più rapido, uscendo quasi completamente per poi rientrare con una sola spinta. Le sue parole non lo scalfivano minimamente, anzi forse riuscivano solo a renderlo ancora più tronfio e a mandargli l'eccitazione ben oltre le stelle dove sostava adesso. Diminuì la pressione della mano sul suo membro e si limitò ad accarezzarlo con lentezza estenuante. Non si potevano nemmeno definire tocchi seri, erano quasi più dei lievi sfioramenti attuati però nei punti giusti. Vederlo tendere così per lui lo faceva impazzire. Si sentiva un artista che manda in visibilio il pubblico alla sua prima apparizione dal vivo. Si premurò di lasciare un'eco di una sua risata cristallina nel suo orecchio prima di abbandonarlo e dedicarsi alla pelle vellutata e lievemente sudata del collo. "Sei più romantica di quello che credi, principessa" riprese ridendo, tirandogli appena la cute coi denti. "Questo è solo sesso, ma capisco bene come tu vorresti portarlo su un altro piano. Non devi vergognartene" aggiunge ridendo passando a stimolargli un capezzolo con la lingua, mentre la mano sul suo cazzo si fermava e le sue spinte rallentavano di botto, fin quasi a spegnersi del tutto. Osservava il suo capo muoversi su e giù sulla propria spalla ferita e gli prese il volto con le mani per guardarlo fisso negli occhi con uno sguardo stranamente complice, come se fossero due amanti realmente legati da qualcosa più del sesso. "Dean Winchester... il brillante cacciatore a cui scivola la terra sotto i piedi quando è confrontato coi sentimenti. Sei divertente..." gli rise in faccia riprendendo senza alcun preavviso a muoversi con una rapidità allucinante, premurandosi di colpire sempre il solito punto. Strinse la base della sua erezione con forza, mentre un dito, umido per alcune gocce preorgasmiche, si divertiva a sporcare tutta l'asta. "Io, a differenza di te, so che verso di te mi spinge il mero desiderio sessuale, ma tu? Mia bella principessa?" gli sussurrò all'orecchio con voce talmente roca e lussuriosa che dubitava si sarebbe davvero accorto dell'appellativo. Percorse con la lingua il contorno del suo padiglione auricolare, poi scese a viziare il sensibile lembo di pelle immediatamente sotto al lobo e proseguì sempre più in basso fino a ricoprire di baci e leccate il collo e la spalla. Ripercorse la strada appena fatta a ritroso, ma quando arrivò alla mandibola deviò verso le labbra e gli donò un bacio carico di passione, ma non indecente. "Non trovi che sia divertente provocarti sul piano su cui sei più incerto?" domandò sorridendo lieve, stringendo ancora più forte l'asta fra le sue mani e aumentando ancora di più le spinte. Voleva sentirsi pregare prima di lasciarlo andare e seguirlo a sua volta.
 
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view post Posted on 16/2/2011, 23:46
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Sinceramente non avrebbe potuto fare meglio per provocarlo eppure non riusciva nemmeno a sclafirlo, sorrise lasciandolo parlare e scuotendo la testa. Così sicuro di sè, così assolutamente ed incredibilmente ottuso, non si accorgeva che ormai era fregato.. una parte del suo cervello gli fece notare che forse gli sarebbe dispiaciuto perderlo come nemico, in fondo era stato stimolante, ma era ora di finirlo. Gemeva con forza sotto ogni affondo e lo osservò negli occhi tranquillo.
"Lo sai..."
Mormorò riccambiando il bacio con lenta passione allacciandogli le braccia intorno al collo.
"Sei così maledettamente sicuro di te che in fondo saresti il mio tipo, ma piuttosto che innamorarmi di te mi fare prete con voto di castità."
Sorrise spingendosi contro di lui, avvicinando il viso al suo orecchio mordendogli il lobo, succhiandolo lentamente.
"Sei mio,."
Sussurrò ben consiò che l'altro non avrebbe capito per nulla ed era meglio così, non era importante che pensasse che lui stesse perdendo la testa nei suoi confronti, non gli importava, sapeva bene che il demone era suo ormai!
Quando gli serrò la presa sul sesso gemette inarcandosi e graffiandogli la schiena.
"Ti prego..."
aritcolò fra i gemiti baciandolo ancora.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:46




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Nonostante la sua totale sicurezza, una minima parte di lui quasi temeva. Quel ragazzo lo sconvolgeva ben più di quanto desse a vedere. Non aveva mai desiderato qualcuno al punto di inseguirlo con una tale solerzia e assiduità, mai nessuno gli aveva fatto un effetto del genere. Decise di non pensarci e di concentrare tutto sè stesso su ciò che stava facendo. Il bel cacciatore gemeva ormai senza ritegno ed era la più grande ricompensa che avrebbe mai potuto ricevere. Se glielo avessero chiesto, avrebbe risposto che non si sarebbe mai aspettato una tale resa da lui. Pensava che sarebbe stato di più difficile prenderselo e incastrarlo sotto il proprio corpo e farlo urlare di quel piacere intenso che godeva così tanto a dargli e a darsi. Fare sesso era come ricaricare le energie, gli umani le perdevano lui invece faceva il pieno. Era un beneficio quasi più forte di quello del sangue, ma come tale aveva durata minore. Tempo due giorni e avrebbe dovuto trovare un nuovo agnello sacrificale, il sangue che aveva ingerito quella sera stessa invece l'avrebbe mantenuto in forze per una settimana buona. Si spinse più forte in lui, dopo essersi fermato solo per sfotterlo come tanto amava fare. L'altro sembrava quasi essersi addolcito e ciò sembrava confermargli le sue recenti parole. Rise della sua battuta e gli artigliò il sesso con appena un po' di pressione, più tardi avrebbe stretto di più. Una buona parte di lui sapeva che tutto ciò che gli aveva detto al solo scopo di irritarlo erano vili menzogne, ma c'era qualcosa in lui, come un campanello d'allarme, che gli suggeriva di stare attento e di mantenere gli occhi aperti. Mai come quando udì il sussurro dell'altro si ritrovò a darsi del sensitivo "Sei mio,." Strabuzzò gli occhi, ma scosse la testa. Sicuramente lo stava prendendo in giro, insomma... si erano sfottuti amabilmente fino adesso e sicuramente il cacciatore voleva illuderlo delle sue parole. Sorrise malizioso e gli leccò il collo, scendendo di nuovo verso il petto. "L'avevo capito, non c'era bisogno me lo confermassi" scherzò mordendogli la pelle subito sopra il capezzolo destro lasciandogli un segno che, dopo un bel lavoretto di bocca, si trasformò in un bel succhiotto scuro delle dimensioni di un bottone. Strinse più forte la presa sul suo sesso e passò a leccarsi un dito con fare sensuale, poi ripetè lo stesso percorso di quella lingua ruvida sulle labbra dell'altro, evitando però ogni contatto più profondo con la sua e con quell'invitante bocca di rosa dai bei petali scarlatti dischiusi. "Ti prego..." Lo sentì sussurrare. Sorrise e infilò senza mezzi termini una delle falangi che aveva appena lubrificato dentro di lui, aggiungendola al suo membro rovente e muovendola appena più lentamente, per fargli ben percepire le due presenze all'interno. "Mmh... no... non mi pari convinto e io non sono ancora soddisfatto..." ghignò sadico spostando la mano dal suo orifizio alla sua bocca, per bagnarla ancora meglio. Leccò a lungo anche il palmo, tanto da riempirlo completamente di saliva, poi lo appoggiò sullo stesso sesso congestionato che agognava alla libertà sfregandolo con forza sulla punta arrossata. "Mmh..." mugulò al suo orecchio leccandolo appena, giusto per accrescere la sua eccitazione "Non hai detto per favore..." sussurrò tirandogli il lobo per poi regolarizzare le spinte della sua lingua a quelle del suo membro pronto ad impazzire per il piacere sempre più prossimo.
 
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view post Posted on 16/2/2011, 23:47
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Se solo avesse potuto gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia, divertito da tutto quello. Con quale sicurezza gli si stava rivolgendo? Insomma non se ne era veramente accorto? non lo sentiva? eppure sapeva che era meglio così... più tardi avrebbe capito cosa gli era successo più tempo lui avrebbe avuto modo di scamparla, insomma alla pelle ci teneva ancora!
Suo padre non era molto distante e per quanto da codardi fosse dopo quella notte lo avrebbe raggiunto. Tornò a concentrarsi su di lui, su quello che gli stava facendo, gemendo sempre più forte, soprattutto percependo quel dito dentro di se.
"Ti prego..."
Reiterò artigliandogli i capelli.
"Per favore..."
La sua era un implorazione vera, non aveva bisogno di calpestarsi l'orgoglio perchè in quel momento non se lo sentiva nemmeno di averlo, lo aveva calpestato all'inizio di quella serata, Tanto valeva fare la parte della sgualdrina accondiscendente.
Sentiva l'orgasmo avvicinarsi sempre di più e ne aveva bisogno, sul serio, aveva resistito per troppo tempo.
"per favore."
Lo fissò con occhi carichi di lacrime di impotenza, il piacere cresceva e non riusciva a venire soddisfatto, ne aveva sul serio bisogno.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:51




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Se soltanto non avesse avuto così bisogno di lasciarsi andare a sua volta, avrebbe continuato quella tortura ancora per un po'. Un bel po'. Il suo viso arrossato era uno spettacolo imperdibile, specialmente a causa di quegli occhi verdi lucidi per l'impossibilità di raggiungere l'apice. Gradualmente, gli liberò la presa dal sesso, ma non smise di sfregargli la punta con la mano umida. Alla fine non era così stronzo da farlo venire di botto dopo averlo così a lungo soffocato. Aumentò il ritmo delle spinte e passò a leccargli il collo con lentezza, ma anche con maniacale dedizione. Voleva che ogni centimetro di quella pelle gli facesse sentire il suo sapore. Nessuna parte esclusa, venne in lui con un roco gemito che racchiuse in un profondo contatto fra le loro labbra affamate. Uscì in velocità e gli si chinò in mezzo alle gambe, sostituendo la propria mano con la bocca, ben più curiosa di assaggiare a pregiata ambrosia custodita dal cacciatore. Ruolo che, tuttavia, credeva in quel momento gli appartenesse Stolto! e sorprendentemente ingenuo. Il repentino cambio di umore dell'altro l'aveva catalogato solo come un piacevole cambio di programma, nulla di più. Il desiderio bruciante di violare quelle carni aveva ottenebrato tutto il resto, pure il suo sensore di pericolo. Si era esposto a lui come l'agnello ignorante fa col lupo e, stupidamente, rimaneva convinto di essere proprio lui il carnefice e non la futile vittima. La sua bocca si muoveva veloce ed ingorda, non si sarebbe staccato fino a quando non l'avesse sentito svuotarsi dentro di sè e quel momento non pareva essere molto lontano.
 
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view post Posted on 16/2/2011, 23:52
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Perchè la ragione lo abbandonava sempre nel momento peggiore possibile? non lo aveva mai capito ed in fin dei conti non ci teneva, ma questa volta almeno aveva retto abbastanza per permettergli di ingabbiare il bastardo. ormai era suo e non lo si poteva negare! Quel testa di cazzo la stava per pagare una volta per tutte.
Quando lo sentì svuotarsi dentro al suo corpo si fece scappare un gemito alto, poi le sue labbra sul proprio sesso desideroso solo di potersi liberare. Dallla prima volta che lo aveva visto sul serio aveva agogniato quella bocca in ogni momento, era perfetta. anche ora che lo succhiava ingordo non poteva non stupirsi di quanto fosse calda e perfetta. Dio... rivoleva il suo cervello al più presto! Veramente!
si liberò nella sua bocca dopo poco, artigliandogli una mano fra i capelli, inarcandosi contro di lui per poi cercare di respirare normalmente.
"Ok..."
Iniziò dopo poco.
"Ora puoi prendere la tua roba ed andartene giusto?"
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:54




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Percorreva tutto il suo sesso con sapienza, imparando a conoscere ogni millimetro di quella pelle pulsante consapevole, nel profondo, che quella non sarebbe stata l'ultima volta fra loro. Non avrebbe saputo dire cosa gli desse quella sicurezza, ma c'era come un sesto senso in lui che gli diceva che davvero non l'avrebbero finita lì. Aveva paura però. Per quanto il sesso quella sera fosse stato stellare si chiedeva come fosse sufficiente a scatenare in lui tutta quella convinzione e quel desiderio quasi bruciante dell'altro. Fosse stato per il demone, si sarebbe spinto nuovamente in quell'antro caldo e stretto. Le sue urla di piacere avevano agito al pari di un nettare miracoloso e ora si sentiva come rinato, molto più in forze di quanto fosse mai stato. Anche adesso che la sua bocca pompava con dannata furia non percepiva la stanchezza data dall'atto sessuale, ma solo una grande energia scorrergli nel corpo. Paradossalmente, si sentiva molto più legato a quell'involucro umano di quando era arrivato in quella stanza d'albergo. Il suo primo pensiero denotò la bizzarria dell'avvenimento, ma subito dopo si disse che probabilmente doveva essere a causa di quel sesso selvaggio e totale. Il cacciatore si liberò nella sua bocca in maniera quasi divina. Il volto contratto dal piacere, le labbra dischiuse che, oltre a gemere, cercavano di recuperare ossigeno mentre le sue mani si artigliavano ai suoi capelli e il corpo si inarcava contro la fonte di quell'inebriante calore. Ingoiò tutto senza pensarci due volte e poi passò a leccare lo sperma rimasto sull'asta, alternando la lingua a tenui morsi, specie intorno al taglio della cappella. Non avrebbe saputo ben dir perchè, ma adorava farlo impazzire! Percepire quel bel cacciatore tendersi contro di lui e perdere la ragione passo passo era un dono superbo e prezioso che mai avrebbe voluto sprecare, ma come al solito Dean non connetteva il cervello alla bocca prima di parlare. "Ok... Ora puoi prendere la tua roba ed andartene giusto?" Rise sommessamente, risalendo dall'inguine alle impertinenti labbra dell'altro in una scia di baci roventi. "Potrei, ma sei sicuro che vuoi che me vada subito? Potrei guardarti dormire oppure non lasciare affatto che Morfeo ti prenda. I tempi di durata di noi demoni sono assai più lunghi se paragonati a quelli di voi miseri umani e tu..." disse assaporandosi le labbra con la lingua prima di tuffarle su quelle del cacciatore "staresti benissimo legato al letto a implorarmi di smettere di farti gemere come la puttana che sei" concluse mordendogli piano la bocca mentre con le mani accarezzava le cosce che l'avevano stretto dentro di sè durante il rapporto. Passò con le labbra sul suo collo, leccando e succhiandolo piano "Non negare che ti sia piaciuto, Winchester. Già solo ammettendo che hai goduto, mentiresti." asserì ridendo piano. "Non ti è sembrata solo una bella scopata, ma una piccola parte di te godeva così tanto che mi avrebbe pregato affinchè continuassi. Sicuro che non sia ancora lì ad urlarmi di prenderti di nuovo e di accogliere così il giorno? Con te a gambe aperte, seduto contro la spalliera di un letto che si piega sotto il peso del tuo corpo che viene riempito e soddisfatto dal mio membro duro e bollente?" finì retorico per poi tornare a baciarlo con foga, mentre le sue mani si stringevano attorno a quel volto sottile e lo costringevano a partecipare a quello scambio di lingue e salive. Quando si staccò ancora un filo di bava li univa. La raccolse con un dito e la leccò via guardandolo dritto negli occhi. "Spiacente Winchester" disse tranquillo, alzandosi. "Non ho intenzione di soddisfare la tua vocazione di tacchino di Capodanno ancora una volta questa sera. Ciò non significa che mi rifiuterò anche in futuro" continuò ridacchiando mentre si rivestiva con calma. "Vienimi a cercare quando la mancanza di un ferro caldo nel culo si farà insostenibile" concluse con una risata aperta e cristallina. Scavalcò la finestra e si buttò giù, mescolandosi alle tenebre di quella notte satura del loro odore.
 
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view post Posted on 16/2/2011, 23:56
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Quel bastardo lo faceva impazzire del tutto, lo travolgeva in un certo senso ma ora, ora era tutto finito, la prossima volta sarebbe stata diversa, molto diversa! Lui aveva vinto, e fare la figura della puttana era solo un piccolo prezzo da pagare per raggiungere i suoi scopi.
Ma sentirselo dire in quel modo, quello fu veramente umiliante, era come se il suo orgoglio si stesse risvegliando di colpo dopo un lunghissimo letargo e gli faceva male, cazzo, veramente male. Tanto da farsi quasi schifo.
"vattene immediatamente."
Sibilò assotigliando lo sguardo.
Non avrebbe nascosto che gli era piaciuto, ma di certo non avrebbe voluto il bis, ora pretendeva che se ne andasse immediatamente e per una volta ne era assolutamente sicuro. Avevano scopato? Bene! Chiusa lì! Fine! Era stato uno sbaglio enorme, ora basta! No quel bastardo doveva insultarlo, naturale!.
Non partecipò quasi per nulla al bacio che gli diede per poi staccarsi, si limitò a spingerlo più velocemente lontano da lui possibile, lo guardò rivestirsi e poi andarsene lasciandosi solo allora scappare una risata divertita.
Si alzò andando a chiudere la finestra.
"A presto testa di cazzo."
Mormorò.

Era passata una settimana, dopo quella notte aveva cercato suo padre... Non gli aveva detto proprio nulla ma doveva per forza stare con lui! Si era immaginato più volte di rivelargli il perchè ora non volesse allontanarsi da lui... ma dire a Jhon Winchester una cosa come 'Papà sai che mi sono fatto scopare da un demone?' Era in pratica una condanna a morte. Gia si immaginava la faccia del padre, lo sguardo che gli avrebbe rivolto, la delusione che ci avrebbe visto dentro.
Per questo suo padre non lo avrebbe mai dovuto sapere, proprio per nulla, doveva mantenere il segreto. Sapeva bene che Bobby non avrebbe parlato. In quella settimana era riuscito a portare a termini i casi con il padre, ma era in una allerta completa, si guardava alle spalle come un cervo in tenuta di caccia... la mamma di Bamby in pratica.
Quella mattina suo padre era andato a fare delle ricerche, lasciandolo da solo in camera ed in quell'istante esatto si stava rotolando come un verme nelle coperte.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/2/2011, 23:58




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Se ne era andato con la consapevolezza che fra loro non sarebbe finita lì, ma con nessuna sensata motivazione per quel suo sesto senso così forte. Non che in lui fosse presente chissà quale grande sentimento, era semplicemente stata una delle scopate più belle della sua vita e non era ancora disposto ad abbandonare quel giochino che tanto lo divertiva. L'adrenalina che lo prendeva durante le loro sfide gli dava alla testa e quell'epilogo così desiderato, ma al contempo ritenuto quasi impossibile, lo faceva ardere di sensazioni che non credeva di provare così forti. Fare sesso con lui era stato come accendere una miccia più esplosiva delle altre e non voleva altro che far saltare ancora in aria quel candelotto di dinamite. Tuttavia, c'era da considerare anche il fattore Winchester. Dubitava che si sarebbe fatto chiavare una seconda volta e soprattutto era sicuro che non si sarebbe più comportato come la più disinibita fra le squillo. Anche se il pensiero del bel cacciatore vestito solo di un cartello recante la scritta "Chiama e porta a casa" gli sembrava calzargli più di un paio di scarpe della sua misura. Peccato che, alla fin fine, di ciò che l'altro dicesse di volere gliene importava veramente poco. Le sue volontà erano da ascoltare solo nel campo sessuale, nello specifico quando chiedeva maggiori attenzioni e spinte più veloci e profonde. Ripensandoci si leccò le labbra e se ne andò alla ricerca di un posto dove passare la notte. Non pensò di cambiare corpo, non ne vedeva il motivo e sentiva ancora quello strano legame fra lui e quell'involucro di carne. Se avesse fatto maggiore attenzione si sarebbe accorto che lo spirito del reale possessore si era spento, lasciando però nella sua mente tutto il suo passato e le sue conoscenze.

Gli ci erano volute meno di 24 ore per capire che c'era necessariamente qualcosa che non andava. E no, non era stato affatto il fermento della popolazione demoniaca a farglielo capire. Si era risvegliato in un appartamento dal basso profilo, ad uno degli ultimi piani di un palazzo decisamente alto, senza avere la minima idea su come ci fosse arrivato. Le numerose foto sui mobili e alle pareti, incorniciate in bei quadretti che gli fecero storcere il naso, gli fecero capire che ne era pure il proprietario. O, meglio, lo era il ragazzo di cui aveva momentaneamente preso in affitto il corpo. Si frugò nella tasca dei jeans e estrasse il portafoglio, curioso di sapere il nome del fortunato vincitore del culetto d'oro del cacciatore. Guardò la carta d'identità e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva: Sam Winchester. Era uno scherzo!?!? Uno stupido scherzo di cattivo gusto sull'omonimia?!?! Osservò il documento in contro luce ed ispezionò varie carte e scartoffie: il nome continuava a ricomparire chiaro e perfetto su ogni foglio che si passava fra le mani. Quando realizzò il lato paradossale e grottesco della situazione iniziò a ridere a crepapelle, tanto da non riuscire a fermarsi. Il Winchester si era fottuto da solo! Più ci pensava e più gli salivano le lacrime agli occhi e aumentavano i crampi al ventre. Doveva calmarsi, assolutamente! Per ovviare al problema del riso incontrollato, decise di abbandonare quel corpo dal nome omonimo che aveva causato tutta la sua ilarità.

...

...

Ok, CHE CAZZO STA SUCCEDENDO? Per quale fottuto motivo non funziona? si ripeteva mentre continuava, senza successo, a cercare di abbandonare quelle spoglie che, ormai, gli stavano diventando un po' strette. Fu in quel momento che se ne accorse. I pensieri, deboli ma costanti che avevano sempre accompagnato i suoi, erano cessati. Se tendeva bene i sensi poteva sentire il BIP continuo che attestava la morte definitiva di qualsiasi forma umana nella scatola cranica. Inutile dire che il suo colorito divenne cenereo in meno di dieci secondi. Ok, decisamente c'era qualcosa che non andava. Stava per uscire di corsa alla ricerca di qualcuno che potesse spiegargli che cazzo gli stesse succedendo che il cellulare nella tasca dei pantaloni (era ancora vestito dalla sera prima) iniziò a squillare incessantemente. Contrariamente al suo buon senso, rispose alla chiamata proveniente da un numero privato. "Sì?" la voce ferma e autoritaria nonostante lo shock. "Winchester? Si può sapere dove cazzo sei?!?! Il tuo turno è cominciato ben un'ora fa! Sono le 10 brutto testa di minchia e se non ti sbrighi ad arrivare qui ti licenzio!" la comunicazione cadde. Seriamente, cosa diamine stava succedendo quella mattina? Fu solo per bontà d'animo nei confronti del ragazzo che aveva staccato la spina dalla propria mente che si armò di pazienza e scoprì il suo luogo di lavoro: le poste cittadine. NON. ERA. POSSIBILE. Fra tutti gli impieghi del mondo gli era capitato il più ingrato! E te lo credo che quel povero disgraziato andava tutte le sere ad ubriacarsi! Ora sì che lo capiva! Avrebbe volentieri staccato la testa a morsi ad ogni singola persona che gli si parava davanti, compresa quel fallocefalo del suo capo. L'orco delle favole che senza mezzi termini l'aveva obbligato a portare il proprio culo in quell'ufficio deprimente anche di sabato mattina e che gli rinfacciava, senza remore, la sua totale inefficienza quella mattina. "Che c'è, Winchester? Abbiamo scopato troppo ieri sera? Ti sei spinto con troppa forza nel culo di qualche biondino tutto moine e miele?" nonostante lo stupore per il modo con cui era venuto a conoscenza dei gusti sessuali di Sam, gli scappò una smorfia facilmente riconducibile ad un sorriso. Dean non era proprio lo zuccherino a cui il capo si stava riferendo, ma per il resto ci azzeccava in pieno. Fu proprio quel ghigno, troppo riconducibile ad un'ammissione, che spinse il Signor Franklyn ad inveire maggiormente contro di lui. Davanti a clienti scandalizzati e visibilmente irritati, tra l'altro. Cazzo... se 'sto poveretto non rischiasse di perdere il posto, l'avrei già ammazzato! Tuttavia, non è che gli andasse poi molto di essere insultato così a gratis senza possibilità di revoca. Non era nel suo carattere. Proprio per niente. Il ghigno, in pochi secondi, si trasformò da ammissione di colpa a pura manifestazione di vendetta. "Sai, l'omofobia come l'impotenza, è ben radicata negli uomini. La prima è una caratteristica perpetua nella vita dell'individuo, la seconda arriva con l'età. Ad un primo acchitto i darei 50 anni ciò significa che con l'ultimo problema hai a che fare da poco, ma col primo ci convivi da quasi mezzo secolo! E tua moglie? Da quant'è che divide il suo letto con una tale testa di cazzo?" il colorito purpureo del capo e la sua bocca spalancata, come quelle di tutti i presenti che avevano sempre visto il giovane Winchester chinare la testa sotto ai sorprusi del datore di lavoro, lo facevano gongolare, fin troppo consapevole di stare per sferrare il colpo finale. "Oh! Dimenticavo" sogghignò "Che ti ha mollato come uno stoccafisso dopo 30 anni di matrimonio e 29 di corna!" asserì soddisfatto prima che un curioso pensiero si facesse strada in lui. Come diavolo faceva a sapere certe cose? Come poteva conoscere con disarmante perfezione ogni nome di quelle che, da poco tempo per quanto lo riguardava, erano diventate le sue colleghe? Tutto quello lo inquietava terribilmente, non era normale. Così come insolita fu la reazione del suo capo che si limitò a sillabargli di lavorare per poi girare sui tacchi e andarsene. Ricevette i complimenti e i consensi degli altri impiegati e dei clienti, ma tutte quelle lusinghe non bastarono a calmare il suo timore. Probabilmente, l'unica cosa che gli avrebbe fatto bene sarebbe stata un po' di sangue umano, fresco e puro come quello di un agnello sacrificale.

Si era avventato con fame su quel collo candido e scoperto che si offriva alla sua bocca in un tacito invito a farsi profanare. I suoi baci erano diventati più intensi man mano che percepiva la vena del collo pulsare e l'eccitazione di entrambi farsi più viva. Guardo la propria vittima negli occhi, appannati dal desiderio. Era una bella e voluttuosa ragazza dagli occhi penetranti e chiari e i capelli morbidi e scuri come ebano. Emanava un odore delicato e inebriante che lo stuzzicava davvero molto, tanto che era ansioso di comparare il suo sapore a quel profumo celestiale. "Sei pronta?" le sussurrò sensuale a fior di labbra. Quella chiuse gli occhi e annuì piano, ma con decisione. Sentiva la sua attesa crescere, amplificata dalle mani di lui che le accarezzavano le cosce, sotto la gonna. Prese a leccarle l'orecchio e la sentì gemere più forte. Per un solo lungo istante gli tornò alla mente il sesso con il cacciatore, anche lui aveva l'organo uditivo come punto debole. Tornò a fissarla come se temesse che, mentre era distratto, a lei si fosse sostituito quell'indicibile testa di cazzo, ma ciò che vide era semplicemente una ragazza all'apice di un desiderio inesaudito che aspettava soltanto di essere assecondato. "Tutto bene?" domandò lei in un sussurro mentre gli prendeva la mano e gliela portava sopra il perizoma in pizzo, a contatto con la propria intimità. Sam ghignò leccandosi le labbra. "Eccome" le rispose facendo scivolare la biancheria a terra, iniziando a stimolarla piano. Voleva che si svagasse, che non pensasse ad altro che non fosse il sesso che già aveva in mente. Piccola ingenua! Più la guardava e più gli saliva il desiderio di lei. Delle sue carni squarciate che copiosamente lasciavano andare sangue e calore come vapore da una pentola a pressione. La sentiva già gemere e inarcarsi per quelle dita insolenti che la spingevano a tendersi come una corda di violino. Passò l'altra mano sul collo esile, accarezzandolo piano, cercando la vena per inebriarsi ancora una volta di quel suono debole e perfetto che presto avrebbe cessato di librarsi melodioso. Iniziò a morderle una spalla sempre più forte, finchè non la sentì urlare per la sorpresa e la paura. Decisamente non era l'epilogo che si aspettava da quell'incontro. Lo fissò con gli occhi spalancati per il terrore, mentre lui continuava a infierire su quella carne morbida, spostandosi al collo e a quella vena che tanto l'aveva conquistato. Fu un attimo. Non appena i suoi denti toccarono quel rigonfiamento pulsante la ragazza si mise ad urlare, lui avvertì un dolore lancinante al proprio collo ed indietreggiò confuso, permettendo così alla giovane di liberarsi. Non appena si fu ripreso dallo shock le fu di nuovo addosso e, senza mezzi termini, tentò di strozzarla, ma ancora una volta fu come se il colpo gli si fosse ritorto contro e fu costretto a smettere. La sua vittima, conscia della sua inaspettata ed improvvisa superiorità sul ragazzo, si alzò e, dopo due calci ben mirati, riuscì a fuggire lasciandolo con un palmo di naso ed una confusione indicibile in testa. SERIAMENTE, CHE CAZZO GLI STAVA SUCCEDENDO?!?! Era la seconda volta quel giorno che la sua stessa natura di demone si ribellava e faceva cilecca. Aveva assolutamente bisogno di un aiuto, per quanto gli scocciasse ammetterlo.

L'ennesimo bicchiere di vetro divenne polvere fra le sue mani. Gli occhi chiari brillavano dell'inconfondibile luce scarlatta del pericolo. Stava dando in escandescenza e a subire la sua furia era la mobilia dello stanzino nel quale si era rintanato. Era così fuori di sè che neppure si prendeva l'accortezza di abbassare il tono di voce. Non c'era molto senso nel nascondersi dalle orecchie lunghe dei demoni se poi ci si lasciava andare ad urla che avrebbero sovrastato quelle di un acrofobico sulle montagne russe più alte del mondo "IO LO UCCIDO! CAZZO! LO RENDERò PIù INVALIDO DI QUANTO LUI NON ABBIA FATTO CON ME! LO SA DI ESSERE UN MORTO CHE ANCORA PER POCO CAMMINA?!?! MERDA! QUESTA È LA VOLTA BUONA CHE LO AMMAZZO!" "Tecnicamente non puoi" gli venne risposto con un risolino divertito. Un altro bicchiere venne schiantato contro la parete, mandando schegge ovunque.

Credeva di aver visto l'inferno coi propri occhi, ma nulla, nemmeno quelle fiamme brucianti del secolare peccato dell'umanità, poteva reggere il confronto con quell'orrenda settimana. Se avesse dovuto riassumerla probabilmente sarebbero volati altri oggetti come quella sera al pub, frequentato da soli demoni, quando aveva realmente compreso cosa gli fosse successo e, soprattutto, chi ne fosse la causa. Il suo desiderio principale adesso non era fotterlo fino a sentirlo implorare di smettere, ma spaccargli la testa contro il muro e banchettare col suo corpo privo di viscere che avrebbe dato in pasto ai cani! Peccato che, come puntualmente gli ricordava Invidia, non era più in grado di farlo. Avrebbe volentieri conciato per le feste anche quel petulante demone di basso livello, se solo non dovesse a lui più di quanto fosse disposto ad ammettere. Senza la sua presenza chissà quando avrebbe saputo cosa c'era dietro la resa nelle lenzuole di quel pezzo di merda di un Winchester! La cosa che gli faceva ancora più rabbia era esserci cascato come un novellino, come un demone appena nato che si crede tanto figo solo perchè fa disperare i cacciatori. Più ci pensava più l'ira montava in lui, senza contare che il caro Invidia si divertiva come un matto a ricordargli, con la frequenza con cui i secondi trascorrono, che lui, a differenza di Sam, era ancora in grado di uccidere e comportarsi da demone e non doveva sottostare agli insindacabili orari di lavoro e alle direttive di un capo odioso che incarnava perfettamente l'idea comune di "frustrato fallimento umano". "Allora? Cosa intendi fare? Entrare come un ninja dalla finestra e lasciare la sua impronta sul muro, mentre il corpo senza vita giacerà sparpagliato per la stanza. Oh sì! Dimenticavo che tu sei impotente, da quel lato lì!" e giù risate fastidiose e acuminate come spilli. Appena avrebbe riacquistato i propri poteri sarebbe stato un bagno di sangue, decisamente! Adesso sarebbero andati insieme da quel cadavere ambulante di un Winchester e ci avrebbe pensato lui a cavargli di bocca la formulina inversa. Come aveva imparato quel dannato incantesimo per installare il "parental control" alla sua capacità di uccidere, sarebbe venuto a conoscenza anche del suo rimedio o veramente avrebbe trovato il modo di farlo fuori senza morire a sua volta. Sì, doveva ammetterlo, gli aveva giocato davvero un bello scherzetto con quella dannata formula ungherese, ma dove cazzo andava a pescarle certe cose?!?! Non solo gli impediva di assecondare la propria natura di demone, ma persino gli vietava di ricaricarsi di energie dal momento che uccidere esseri umani lo manteneva in vita. Certo, c'era anche il sesso, ma era decisamente meno potente e appagante. Anche perchè, da che aveva memoria, l'uccisione gli scatenava l'appetito sessuale e, adesso, si sentiva totalmente svuotato sia dell'uno che dell'altro. Per resistere quel tanto che bastava per trovare il nascondiglio di quella canaglia era dovuto diventare un avvoltoio, costretto a divorare le carogne degli altri per recuperare nemmeno un decimo delle forze che una sana e normale caccia gli avrebbe procurato. Si sentiva uno schifo. La sua nuova vita umana gli andava decisamente stretta come un cappio intorno al collo. Solo per quello aveva passato gli ultimi tre giorni alle costole di quel codardo di Dean Winchester che, consapevole di non potersi considerare al sicuro, si era andato a rifugiare fra le braccia dell'amorevole paparino Jhon. Nemmeno una volta, in quel periodo, si era staccato dalla confortevole ombra dell'uomo che gli garantiva l'assoluta protezione da ogni demone, forza nemica o terrificante topolino che decidesse di attaccarlo. Adesso più che mai, gli veniva naturale il paragone fra il giovane calciatore e un'irritante principessa. Oh, ma gli avrebbe fatto abbassare il regale capino molto in fretta, dopotutto in quei sette infernali giorni anche lui si era dato da fare per studiare la stessa medicina con cui si era ritrovato agli arresti domiciliari. Non gliel'avrebbe fatta pagare liscia neanche per sogno! Dopotutto, le basi per agire le aveva già gettate la neo streghetta mestruata. Ancora una volta grazie all'aiuto di Invidia, che gli aveva raccontato di quella formula che stava facendo impazzire la popolazione demoniaca ungherese rendendolo così conscio del danno che gli era stato inflitto, aveva trovato sul proprio corpo la runa che l'altro aveva inciso con le sue belle unghiette da gattina in calore. Ancora rabbia quando si era accorto che ormai non era più una semplice cicatrice, ma un tatuaggio vero e proprio impossibile da cancellare... almeno a detta dei più illustri dottori e tatuatori che dovevano urlare per sovrastare gli ululati divertiti del demone al suo fianco. Non vedeva l'ora di farlo fuori, ma per realizzare i suoi desideri di morte doveva recuperare quel dannato Winchester e fargli annullare l'incantesimo con le buone o con le cattive. L'importante non erano i mezzi, ma il risultato! Erano alle calcagna dei cacciatori da diversi giorni ormai, ma fu al termine di quella settimana di inferno che finalmente Jhon lasciò da solo in albergo il suo prezioso figliolo. Peccato che, una volta di ritorno, non l'avrebbe trovato nelle stesse condizioni in cui l'aveva lasciato. La vendetta era il sapore più dolce e soddisfacente che avesse mai assaggiato e non vedeva l'ora di addentarla di nuovo e con infinito gusto. Il piano era semplice: lui sarebbe andato dalla sua bella principessa e, sperando di tenere sotto controllo la rabbia bruciante che non lo abbandonava da sette giorni, l'avrebbe convinta a fare ancora l'amore così da poterla punire per bene. Nel frattempo, Invidia avrebbe fatto il palo e, nel caso dell'arrivo di Jhon o di Bobby -o, malauguratamente, di entrambi- avrebbe trovato il modo per distrarli. Tutto era concesso, anche far saltare per aria un centro commerciale o sgozzare innocenti sotto gli occhi di tutti... "visto che io posso!" ci tenne a ricordargli il vizio capitale con una linguaccia prima che Sam entrasse dalla finestra della camera dei Winchester, al primo piano.

Tutto era come quella fatidica sera. Sì, l'hotel era diverso e così la mobilia, ma la situazione era apparentemente la stessa. Lui bisognoso di sesso e l'altro nascosto sotto al letto consapevole che sarebbe arrivato il momento di assumere l'identità di un portapenne... ovviamente prive del cappuccio. Tuttavia, questa volta era palpabile la tensione nell'aria, caratteristica che la prima volta non c'era. Serio, per niente divertito dalle condizioni in cui aveva sorpreso il cacciatore, scese dal davanzale e atterrò morbido sulla moquette della stanza. Mmh... poteva considerarla una buona alternativa al sesso da letto, dopotutto ce lo vedeva bene l'altro a strisciare sul pavimento stile soldato in trincea per cercare di sfuggire ad un destino già segnato. Il suo culetto all'aria alla fine era un invito fin troppo esplicito per essere ignorato. Prese un respiro e si preparò a parlare, assolutamente deciso a non lasciar trapelare nemmeno una nota di quell'ira che lo animava da ben una settimana. "Ehy principessa!" lo apostrofò col solito sorrisetto che gli riservava quando desiderava sfotterlo "Ci siamo dati alle arti magiche, eh? Il tuo caro simbolino non vuole lasciarmi, bastava dirlo che volevi apporre un marchio di appartenenza su di me, magari ci saremmo potuti accordare sulla tua esclusiva senza arrivare a tali conseguenze" brutto stronzo! avrebbe volentieri aggiunto, ma si trattenne. Si avvicinò a lui con lentezza, scrutandolo dall'alto della sua imponenza senza fare altro che scrutarlo. "Sai, potrei anche pensare che tu ti sia letto tutto il foglietto illustrativo e che abbia deliberatamente deciso di condannarmi dopo aver letto le parole <<se il sintomo persiste il demone sentirà il bisogno sessuale ancora più vivo e forte a causa della fame>> Come devo dirtelo che se vuoi scopare basta dirlo?" gli domandò retorico iniziando a slacciarsi piano, ma sensualmente, la camicia azzurra che si era infilato quel giorno. Una volta a petto nudo, si chinò col capo verso di lui guardandolo sorridendo, ma in realtà fremendo dalla voglia di spaccargli quella testa di cazzo che si ritrovava. "Devi ritenerti fortunato: questo è il mio giorno libero! Sai, grazie a te ho un esaltante posto fisso alle poste cittadine. Un vero spasso!" asserì sedendosi sul letto, vicino a lui quel tanto che bastava per iniziare a lambirgli il collo con le labbra e ad accarezzargli una guancia con una mano. Aveva una missione da compiere adesso, prima ancora di scoparlo, ovvero trovare l'altra runa! Invidia era stato chiaro: se non trovava l'esatta posizione della gemella sul corpo del cacciatore non poteva procedere con il suo incantensimo. Fortunatamente, non gli ci volle molto. Bastò andare a stuzzicare l'orecchio con denti e lingua per scovarla. Davvero un bel nascondiglio, doveva dargliene atto. Gli passò le mani lungo il petto accarezzandolo, sentendo rinascere pian piano anche il desiderio sessuale che, in quei giorni, era stato sostituito dalla rabbia. "Mmh... sei stato davvero bravo. Su, streghetta, ammettilo che nei tuoi piani era tutto calcolato" gli sussurrò ridendo mentre una mano si serrava sulla sua intimità da sopra il cavallo dei pantaloni e iniziava a stuzzicarla con vigore. Ora era il momento anche di una piccola vendetta personale, prima di quella clamorosa che gli avrebbe inflitto alla fine. Per attuarla, doveva soltanto portarlo a desiderarlo come mai in vita sua e, da quelle belle premesse, non doveva essere un compito tanto difficile.
 
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view post Posted on 17/2/2011, 00:03
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La calma prima della tempesta... ecco. Quella era l'unica cosa che gli veniva in mente. Sarebbe stato stupido dire di non avere paura, l'aveva. Aveva paura del momento in cui lui gli sarebbe apparso davnti, aveva la netta senzazione di essere osservato, più e più volte si era guardato intorno intimorito quando aspettava suo padre mentre pagava, quando era a farsi la doccia, era come se sapesse che lo guardava. E questo non gli piaceva, sapeva perfettamente di averlo condannato, non potere uccidere che scempio per un demone. Ed era quello che gli diceva la sua testa. per una settimana era riuscito a non separarsi mai da Jhon, mai! Aveva sempre trovato la scusa ideale, aveva sempre seguito le sue orme ed era restato con lui in ogni momento. Ma sapeva che prima o poi sarebbe finita.
Sperava non così presto, sperava in un pò di tempo, voleva solo fuggire in quegli istanti da solo. Ora lui non aveva più il coltella dalla parte del manico, anzi, gli era stato strappato con forza ed era diventato l'agnellino che aspetta di essere sgozzato il giorno di pasqua... ma almeno l'altro non poteva ucciderlo e nessuno a prte lui poteva togliergli il marchio... forse allora non era ancora detta l'ultima parola. Forse c'era ancora speranza di soppravivere.
Eppure ancora non era tranquillo, si chiese come avrebbe potuto esserlo, l'attesa era snervante. In fondo il rapporto con quel demone era sempre stato un gioco ad attendere, aspettare che l'altro si mostrasse, aspettare che ritornasse, aspettare che si sentisse abbastanza sicuro di averlo fregato, fino a quel momento: Aspettare che si vendicasse!
E quello che avrebbe potuto fargli lo spaventava. Quella sera stava guardando il soffito ingiallito della stanza, i minuti passavano lenti ed inesorabili, scanditi dalle lancette dell'orologio sul comodino.
Poi li sentì! Li udì bene anche se erano come i passi dei gatti. Il rumore di qualcuno che entrava, come quella sera. L'aria però era diversa, non era tranquilla, era piena di tensione e sicuramente, almeno da parte sua, non sarebbe stata riempita dal desiderio. Lui non voleva ancora.
A quel richiamo aprì pigramente gli occhi, rilzandosi sui gomiti.
"Ti devi mettere in testa di non chiamarmi principessa!"
gli fece notare ironico, un ghigno stampato sulle labbra per nascondere il battito fin troppo veloce del suo cuore. Scoppiò a ridere alle sue parole scuotendo il capo.
"Ma sentitelo!"
Lo sfottè.
"Se la vogliamo mettere in questi termini saprai che le puttane si pagano."
Negli occhi gli passò un lampo di rabbia.
"Ed io sono stata un ottima puttana, ma tu te ne stavi andando senza darmi il mio compenso, quindi siamo pari, non trovi? Non hai altro che mi interessi!"
Osservò i suoi movimenti lenti nel slacciarsi la camicia, sogghignando malizioso.
"Non dirmi che vuoi farmi tu da puttana ora?"
Lo lasciò sedersi con i nervi a fior di pelle, troppo, troppo vicino per i suoi gusti! Soprattutto quando iniziò a lusingargli il collo e successivamente l'orecchio. Ma fu quando gli stuzzicò l'intimità con le mani che si alzò di scatto, o meglio si fece rotolare via dal suo tocco, questa volta non finiva in quel modo.
"Sempre cos'ì maledettamente sicuro di te, vero?"
Domandò con voce irriverente.
"Pensi sul serio che il mio più grande desiderio fosse legarmi a te? Sei il solito coglione!"
E si stava ridendo di lui, ma era meglio che pregarlo un altra volta di infilarsi nel suo corpo (era stato magnifico ma di sicuro il demone questo non lo avrebbe saputo!).
"Lo sai che sento la tua rabbia, tesoro?"
Lo provocò con voce roca e sensuale.
"Sento cosa vorresti farmi, che piuttosto che fottermi come la volta scorsa preferiresti di gran lunga uccidermi, sfamarti del mio bel corpicino. Ma Ahimè non puoi!"
Continuava a sfotterlo come se non sapesse che gli sarebbe potuto saltare addosso da un momento all'altro. fece un visetto stupito.
"Un demone che non può uccidere... ti sfottono molto per questo?"
Ghignò di più.
"bene... saprai anche che l'unico che può togliertelo sono io e nessuno altro e se mi succedesse qualcosa tu saresti cos' fino alla fine. Sai cos'altro sarebbe divertente? se io provassi ad esorcizarti, vuoi vedere cosa succederebbe?"
Stava parlando troppo anche per i suoi stessi gusti ma era dato dal fatto che l'adrenalina scorreva libera nel suo corpo, l'eco del proprio cuore che batteva troppo in fretta lo aveva nelle orecchie... Dio... dove era suo padre? Perchè non era rimasto con lui? Sperava che in qualche modo tornasse in tempo, che arrivasse prima che l'altro decidesse che si era stancato. Strano ma vero quella sera stava desiderando di non averlo mai incontrato quel demone, voleva solo che se ne andasse dove voleva, anche all'inferno. E nel mentre lo fissava con sguardo di sfida, nascondendo tutto ciò che stava provando in quel preciso istante.
 
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