Un sorriso. C'era da stupirsi per quanto un semplice gesto, un movimento spesso involontario dei muscoli facciali, un qualcosa che avrebbe dovuto trasmettere tranquillità e serenità in quel momento lo stesse letteralmente facendo ribollire dentro. Perchè in effetti, visto dal suo punto di vista, quel sorriso, anzi ghigno, era una mera presa per il culo.
Un sottile quanto eloquente spiraglio nei pensieri del fratello, aggiuntosi alle sue parole, irritanti, potè confutare. Gli occhi, solitamente enormi e dolci, si assottigliarono mutando in due piccoli sorrisini, anche se rivolti nel verso sbagliato Chiunque conoscesse il piccolo Takeshi abbastanza bene, poteva ben comrpendere quanto gli desse fastidio quel genere di discorso.
Si perchè odiava, da morire, le persone che percependo che qualcosa di loro infastidiva gli altri, perseveravano nel farlo, nonoastante la scelta contraria non fosse di per se un grosso peso per loro. Ovvero, quanto costava a Zen evitarsi effusioni simili davanti a lui? Ok, avrebbe "potuto vedere di peggio" <<
Ma avresti anche potuto risparmiarmelo.>> disse secco, scuotendo la testolina chiara.
Aveva ragione no? Dopotutto Zen doveva prendersi cura di lui, cercare di "censurare" possibili pensieri e fantasie dalla testolina del più piccolo, continuare nel protare avanti l'educazione ferrea e pura che gli avevano inculcato i suoi genitori, con sani valori e principi, primo di tutti quello del "il mio corpo è un tempoi e come tale deve rimanere immacolato e sempre pulito"; non scioccarlo nel giro di pochi istanti con realtà che mai lo avevano sfiorato.
Era cresciuto nella bambagia il piccolo Takeshi, che per quanto potesse suonare male alle orecchie di qualsivoglia ascoltatore, era pur sempre vero.
Non sapeva nulla dello schifo che in realtà lo avvolgeva, ogni cosa per lui era perfetta nella sua "disarmonia", idilliaca probabilmente, e riscoprire invece cose tanto.. >w<
strane e anche brutte all'apparenza, lo confondevano.
Si perchè, se da un lato il bacio che gli aveva dato suo fratello era stato "piacevole", dall'altro, non sapeva perchè, ma tutto ciò gli era sembrato sconveniente, sporco, ma soprattutto, tremendamente scandaloso, tanto che non poteva pensare lucidamente ad una cosa simile! Un bacio!! Insomma.. un bacio!! Cazzo!!
Probabilmente con questi pensieri gli uscirono quelle parole, plasmate dalla bocca di una donna ormai defunta, inchiodate nel suo cervello quando nemmeno ben sapeva che cosa volessero dire.
La risposta con la quale Zen concluse il discorso iniziato da lui lo stupì.. o forse lo lasciò interdetto.. comunque non la comrpese a fondo.
CITAZIONE
"Come un puttaniere?"
Inarcò un sopracciglio, perfetto e biondo, sottile, delicato, che perfettamente si sposava con la figura esile di Takeshi che alzò il musetto verso Zen, spalancando appena la bocca.
<<
Puttaniere?>> e qui la domanda sorse spontanea nel piccolo laghetto cheto della sua mente.. che cazzo era un puttaniere? O-o Eh si, perchè come dicevo, ciò che gli era appena uscito dalla bocca era la replica perfetta delle parole della madre, quindi un concetto non elaborato da lui, ma da un'altra persona che poi ci si era impegnata con tutta se stessa nell'inculcarglielo a forza.
Storse la bocca, mostrando i denti mentre l'indice saliva a grattargli la guancia <<
Aah..>> mugugnò vago, come a ricercare un significato di quella parola nel suo cervello <<
forse.. si?>> e tornò a fissarlo, facendo finta di esser certo di ciò che significasse quella parola e quindi etichettando il povero Zen con essa. Insomma se l'era dato da solo del puttaniere, qualsiasi cosa fosse. u,u
Ma lo sguardo del fratello lo fece vacillare per qualche secondo, soprattutto le sue parole gli diedero da pensare.
Si presupponeva che, in effetti, avendo Zen 12 anni più di lui, dovesse essere più "maturo", più esperto di vita e quindi esser conscio di ciò che stava facendo, no?
Era plausibile come ipotesi.. ma non lo soddisfaceva, perchè a sua detta ciò non avveniva affatto..
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A quanto pare l'età fisica non concerne anche quella celebrale! Se tu avessi realmente 12 anni più di me, anche mentalmente, di sicuro mi eviteresti cose come.. come.. aargh, che schifo nemmeno oso dirlo!>> due che si baciavano <,,< orroreee °A° <<
Quindi mi sembra giusto e ovvio che ti rischiari un po' le idee! Anche se sono più piccolo di te ho già ben chiaro ciò che si deve e non si deve fare! Ho ricevuto una disciplina ferrea. Corpo e spirito temprati dal karate e dagli insegnamenti di mamma e papà>> e si soffermò un secondo su quel pensiero, mordendosi il labbro inferiore al ricordo dei due defunti <<
indi per cui.. sono il più qualificato per farti la paternale e>> lo rpese per la maglietta, tirandolo giù con forza, ticchettando l'indice sulla sua fronte come si fa con un bambino che non vuole capire <<
dovrei inculcarti un po' di sana disciplina in questa testa calda che ti ritrovi! Sei manesco>> ok, lo era anche lui ma <,,< dettagli <<
parli in maniera troppo colorita e fai cose assolutamente indecenti per strada! Con tuo fratello davanti!! Capisci?? Ok, da oggi si cambia registro! Seguirai i miei insegnamenti!>> disse secco, voltandosi dall'altra parte, con le braccia incrociate al petto.
Che fosse stato troppo duro? Naah, non si finiva mai di essere rigidi con uomini come Zen, un po' di sana disciplina e sarebbe diventato un ragazzo a modo, con la testa sulle spalle e un alvoro, forse, decente! A.. ma poi che lavoro faceva quello? Non era sicuro di averglielo chiesto..
Quando tornò a guardarlo, sussurrando che forse aveva malriposto le sue "speranze" e abbassò lo sguardo e lo stesso fece con la voce, si rese conto probabilmente di aver ferito in qualche modo suo fratello..
O magari si sbagliava.. non gli tornò in effetti quel suo modo di fare stranamente comprensivo, nonostante avesse esordito con parole decisamente intelligenti, ma anche taglienti, almeno gli sembrò di cogliere una certa volontà difendersi ma anche attaccare in quel discorso.
Osservò la mano che Zen gli tendeva per qualche istante, indeciso sul se prenderla o meno, quando alla fine sbuffò, passò oltre senza prendergli la mano, mettendosi entrambe le braccia dietro la testa.
<<
E sia.. ma non voglio regali. Mi basterebbe che tu ti comportassi in maniera decente..>> o che gli facesse capire che cosa gli piaceva in quella vita che sembrava, nonostante ancora ne avesse assaggiato solo la punta dell'Iceberg, così sregolata.
Gli era bastato poco per capire che erano agli antipodi.. ad iniziare dalle sue "attenzioni" poco gentili quando era arrivato a casa, fino a quell'incontro.. anche se, per quei pochi istanti in cui erano rimasti "tranquilli" assieme, seduti uno sulle ginocchia dell'altro, si era sentito bene, come in pace con il mondo, convinto di poter in qualche modo riprendere un rapporto altrimenti insaldabile.
Si fermò assaporando quell'idea, un'idea basata su una frivolezza infantile. Ovvero si cheise come sarebbe stata la sua vita con Zen a crescerlo, come avrebbe dovuto fare un qualsiasi fratello.. sarebbe stata diversa? Mento imbottita di bambagia ma forse più..
adatta a lui?
Fermandosi a pochi passi dal rosso gli passò davanti l'immagine di lui in una versione bislacca di Zen, vestito con i medesimi accessori, il medesimo sorriso sulle labbra, quell'aria da incurabile "cattivo ragazzo", misterioro e.. con un pizzico di qualcosa che non riusciva a comrpendere.. chissà come sarebbe stato?!
Si voltò vero il fratello, osservandolo a fondo.. il contrario, cioè una contaminazione di Zen da parte di Takeshi non ci sarebbe mai stata, era geneticamente impossibile. Si chiedeva anche come fosse venuto fuori uno come lui dopo un ragazzo come Zen.
Si avvicinò, alla fine gli prese la mano, lo tirò con forza e lo costrinse ad entrare nel supermercato, scapicollandosi per raggiungere subito la zona desiderata.. ovvero quella dei dolci.