La magia è una dote di famiglia... basta guardare la madre!, RaymondXAlien

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view post Posted on 2/11/2011, 00:25
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Dean
Perchè non gli credeva? Non credeva al fatto che non dovesse prepararsi al nulla. Fu quasi tentato di gridare al vizio capitale di non riportarlo a casa... era paura quella che provava? Si, aveva paura di quando suo marito sarebbe tornato, di quando lo avrebbe rivisto.
Aveva paura semplicemente di Sam.
"va bene, ti aspetto."
Mise giu la comunicazione sentendo la bruciatura provocata dalla sigaretta di cui si era dimenticato totalmente. sobbalzò lasciandola cadere di nuovo ma questa volta si limitò a calpestarla senza raccoglierla. Andò da sua figlia, osservandola.
"Vai in camera Lili, ti chiamo giu io dopo."
Le sorrise rassicurante accarezzandole i capelli.
Voleva solo che suo marito stesse bene, che non gli fosse successo nulla. Istintivamente si passò una mano dietro all'orecchio dove c'era... sbiancò sentendo la pelle liscia, non c'era alcuna cicatrice. Non si era informato abbastanza su quel marchio, non l'aveva mai fatto.
Tornò a guardare fuori, aspettando l'arrivo di invidia con suo marito, sperava fosse lui almeno.

Alien
Decisamente il vampiro lo stava aiutando a tranquillizzarsi, era come se la sua presenza gli facesse bene, come se l'altro fosse un ottimo calmante, soprattutto in quel momento.
Alzò gli occhi ad osservare il suo viso e scuotendo la testa, no... lui non voleva certamente eliminarlo.
Per fortuna Ray gli disse che era possibile esaudire quel desiderio.
Sorrise più rassicurato.
"grazie, penso sia la cosa migliore per me."
Un pensiero egoista ogni tanto l'aveva anche lui, quello era l'unico di quella giornata.
La brutta senzazione che aveva non voleva lasciarlo, come se quella calma in casa fosse il preludio ad una tempesta più forte di qualunque altra mai superata dalla sua famiglia.
 
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»Donnie
view post Posted on 2/11/2011, 01:28




B184
Non aveva mentito quando gli aveva suggerito di aspettarsi il nulla da Sam. Lui non ricordava assolutamente niente degli ultimi sedici anni. Aveva anche la memoria un po' confusa riguardo a Dean, a quella famosa scopata che aveva sancito i loro rapporti... seppure strani all'inizio. Il suo volto non lo rimembrava per niente, gli era chiaro soltanto il nome. Basta. Aveva parlato un po' con lui, dopo averci lottato per separlo dalla ragazza di cui stava per cibarsi. Fortunatamente, era intervenuto prima che potesse anche solo assaggiare con la punta della lingua il suo sangue. Se l'avesse fatto non ci sarebbe stato verso per lui di riacquistare ciò che Lilith gli aveva tolto. Le leggi dei demoni erano ferree su quel punto: le torture e l'energia vitale degli uomini ti marchiavano per sempre come tale. Lui aveva ormai perso la sua umanità, anche se proprio grazie al marchio che gli era stato lavato via col fuoco c'era ancora una possibilità di recupero. Quando Dean l'aveva costretto in quella forma, l'anima del ragazzo posseduto aveva fatto i bagagli e se ne era andata lasciando al suo posto quella del principe dell'Erebo, questo l'aveva in pratica trasformato in un demone con un passato umano. Sebbene le cose fossero differenti era più o meno ciò che era diventato, seppure all'insaputa di sua moglie. In tanti anni di matrimonio non gli aveva mai confessato di non stare semplicemente possedendo un ragazzo, ma di averne completamente preso il posto. Invidia dal canto suo si chiedeva come il cacciatore non avesse mai avuto dei dubbi su questo, ma alla fin fine era di quel coglione di Dean Winchester che si parlava quindi tutto era possibile!

CITAZIONE
"va bene, ti aspetto."

Sospirò ancora facendo cadere la comunicazione. Sam era sveglio.

Portarlo a casa sua era stata un'impresa. Non appena l'aveva liberato il suo principale gli era saltato al collo minacciando di ucciderlo come personale ringraziamento per il trattamento ricevuto. C'era voluto del bello e del buono per convincerlo a desistere dal suo intento. Era persino riuscito a farlo ridere! Certo, quello non era stato intenzionale ma appena gli aveva detto di cosa lo legava a Dean, Sam era stato colpito da un attacco di risa che si era intensificato quando Invidia gli aveva confessato di essere lui stesso fidanzato con un essere umano. Si era sentito dare del pazzo e del visionario, si era sentito dire che quella era la più grande puttanata che poteva inventarsi per convincerlo a lasciargli salva la vita ed infine gli era stato persino chiesto se era seriamente convinto che gli avrebbe creduto. Il vizio capitale aveva sospirato. Probabilmente l'unico modo per renderlo sicuro delle proprie parole era portarlo da Dean, sperava soltanto che vedere la sua amata fichetta storta potesse riportargli almeno un frammento di memoria alla mente. Certo se lo augurava, ma non nutriva poi molte aspettative. "Comportati bene" gli ringhiò addosso mentre suonava il campanello di casa Winchester. Quella che ricevette in cambio fu solo un'altra risata divertita che lo fece innervorsire ancora di più.


icon7
Rimase stretto al suo protetto a lungo, cullato dal suo respiro e dai passi della sorella su per le scale. La madre l'aveva spedita in camera e lei, appena un po' dispiaciuta, aveva obbedito lasciando però un bacio sulla guancia dell'uomo. L'aveva capito udendo l'inconfondibile schiocco che quel contatto procurava. Tutto quello però lo rendeva sempre più sicuro che fosse successo qualcosa di terribile da cui non sarebbe riuscito a proteggere Alien, sperava di essere almeno in grado di dargli qualche momento di tranquillità e conforto. In fin dei conti poteva davvero riuscirci visto che il piccolo gli chiese di restare ben oltre la settimana, rispose alle sue domande schioccando poi le dita quando il ragazzino confermò la propria scelta. "Hai utilizzato il tuo unico desiderio, padroncino" gli disse posandogli un nuovo bacio fra i capelli che non si sarebbe mai stancato di accarezzare. Morbidi al tatto e profumati come solo il signorino sapeva essere, sarebbe stata veramente una tentazione dormirgli al fianco senza far nulla.
 
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view post Posted on 2/11/2011, 11:13
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Dean
più il tempo passava più sentiva il cuore scoppiargli nel petto, era una cosa tremenda. Aveva mandato in camera sua figlia, sorridendo appena al bacio sulla guancia. Sua figlia era una brava ragazza, l'aveva sempre saputo e lui non voleva che accadesse nulla ai suoi figli.
adiamo... stai aspettando tuo marito, non il lupo cattivo! Non ne era del tutto sicuro. Non sapeva che cosa aspettarsi. si torse le mani prima di sentire il campanello, corse verso la porta ma la risata che sentì lo bloccò. Era Sam ma quella risata la ricordava, era diversa da quella del suo demone. Era stupido ma con l'andare del tempo si era accorto che tutto si era addolcito nel demone, dal comportamento al tono di voce, perfino la risata era cambiata, prendendo note più... sane, dolci? non avrebbe saputo spiegare come fosse realmente cambiato quel piccolo particolare ma era diversa da quella dell'uomo lì fuori, indubbiamente però era Sam!
Aprì la porta cercando di resistere all'impulso di saltargli al collo e baciarlo, lanciando un occhiata ad un Invidia troppo serio per i suoi gusti.
"Sam..."
Mormorò puntando gli occhi su suo marito. allungò una mano a sfiorargli una guancia, aveva paura a toccarlo, qualcosa nella sua testa gli diceva di non farlo, di non tentare tanto perchè avrebbe sofferto.
"Stai bene Sammy?"
va tutto bene, è lui, non gli ha fatto nulla. la voce nella sua testa continuava a ripetergli questo piccolo particolare come se servisse davvero a renderlo realtà.
Eppure... non si diceva che l'amore riusciva in tutto? Bhe se era così allora anche Sammy stava bene. Come al solito i lineamenti del suo viso si erano addolciti soltanto vedendo il suo demone personale, la sua sola presenza gli bastava per stare bene e tutte quelle che aveva provato altro non erano che senzazioni.

Alien
Farsi coccolare dal vampiro non era male ma forse aveva sbagliato anche se non credeva che in qualunque caso Raymon davesse potuto sistemare qualcosa combinato da sua nonna.
La magia era un ramo particolare, soprattutto quella dei demoni, un incantesimo di un certo livello poteva essere distrutto solo da qualcuno di livello uguale, con molte difficoltà, oppure superiore. Era una legge della magia e supponeva che il vampiro non avesse potuto fare nulla per loro in qualunque caso.
Rialzò lo sguardo quando l'altro schioccò le dita.
"Va bene... chiamami Alien per favore."
cercò di mettergli in testa prima di sentire il campanello suonare. Doveva essere tornato suo padre ma non poteva scendere, il fatto che sua madre avesse mandato su anche sua sorella voleva dire che non voleva nessuno al piano di sotto.
c'era il metodo di emergenza però, quello che usava da piccolino con la sorella, il corridoio girava immediatamente dalle scale, permettendo una buona vista al piano di sotto ma non di sopra, perfetto per osservare la situazione in casa. scese dal vampiro sistemandosi i capelli.
"Vado a vedere cosa è successo."
spiegò bussando una volta alla porta della sorella. un vecchio segnale usato quando cercavano i regali di natale da bambini, stava ad indicare che dovevano solo aspettare che Jhon andasse a letto, spiandolo da sopra in silenzio.
 
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»Donnie
view post Posted on 10/11/2011, 23:59




demonsam4
Non appena si era svegliato aveva sentito i morsi della fame. Forti, brutali... non erano mai stati così violenti! Era come se non si cibasse di carne umana da anni! Tuttavia non era debole... la sua ultima scopata doveva averlo rinvigorito di molto per quanto i contorni di quel ricordo fossero abbastanza confusi. Sapeva di esser finalmente riuscito a portarsi a letto Dean Winchester, ma il suo volto era un ovale sfocato nella sua memoria. Se non fosse stato tanto potente in quel momento si sarebbe convinto che come rapporto sessuale fosse stato piuttosto deludente, ma non poteva esserlo stato dal momento che si sentiva persino in grado di sprizzar scintille solo schioccando le dita. Decise comunque di lasciar perdere certi pensieri e trovare al più presto la vittima perfetta. La sua fame non poteva attendere oltre.

Pranzo saltato. La ragazza era stata portata via da un'ambulanza prima ancora che lui avesse potuto assaggiare il caldo nettare che le usciva dal ventre, rosse stille di vita. Non c'era nulla di strano in quello... no, anormale era che a chiamare gli operatori sanitari fosse stato Invidia! Quel figlio di puttana di un demone capitale era riuscito prima a renderlo inoffensivo, cosa che gli aveva portato via almeno un quarto d'ora, poi a far ricoverare la giovane e infine a legarlo, incatenarlo e intrappolarlo sulla sedia in un bugigattolo triste e privo di qualsiasi cosa potesse attirare a sè che lo aiutasse a fuggire. No. Aveva dovuto aspettare i comodi dell'idiota, sentirlo parlare al telefono -palesemente di lui, ma chissà con chi- e poi sentirsi osservato come una particolare specie di pesce coi polmoni! Eh no, eh! Non era lui quello uscito di testa! A che cazzo servivano tutte quelle misure protettive e quel comportamento assurdo che non si sarebbe mai aspettato neppure dal vizio capitale più cretino esistente. Quando aveva ripreso coscienza aveva subito aggredito Invidia, ordinandogli di liberarlo ma ciò che gli era stato risposto era talmente... grottesco che non riuscì a trattenersi dal ridere forte. "Samael non posso lasciarti andare senza aver prima scambiato due chiacchiere con te. So che non ti ricordi nulla, ma sei sposato adesso... con Dean Winchester... da ben sedici anni" Da dove cazzo gli venivano certe scuse bislacche? "Hai mai pensato di cambiare spacciatore? Questo non ti rifornisce di roba buona, penso dovresti seriamente rivolgerti altrove dopo questa stronzata, mio caro!" Il peccato aveva sospirato scuotendo la testa. "Sam... sei veramente sposato..." ok, gli stava venendo mal di pancia a furia di ridere. "Certo, certo... magari ho pure dei figli, vero?" l'aveva buttata lì tanto per fare del sarcasmo e ovviamente non si aspettava quella scintilla di... speranza (?) negli occhi del demone. "Stai iniziando a ricordare?" gli aveva domandato fissandolo con lo stesso misterioso augurio stampato nelle pupille. "Cosa dovrei riportare alla mente scusa? Una scopata insignificante con un cacciatore bipolare?" domandò con un sopracciglio alzato, la bocca distorta in una smorfia di puro divertimento. Invidia abbassò lo sguardo sconsolato, riducendo la voce ad un sussurro. "I tuoi figli..." mormorò sentendo poi montare una rabbia cieca mista a tristezza alla nuova risata di Sam. Possibile che trovasse esilarante tutta quella situazione? Lui, il demone più ilare dell'universo, non ci vedeva ironia manco a pagarla! "Non c'è nulla di comico..." bofonchiò ancora riservandogli un'occhiataccia assassina. Altro scoppio di risa. "Eccome, invece! Il mare di stronzate che stai dicendo adesso sovrasta tutte quelle passate! Magari ora asserirai convinto persino di essere fidanzato" Sam doveva sforzarsi per parlare mentre il proprio petto continuava ad essere squassato da quegli eccessi. "In realtà sì... da quasi sedici anni" Ok. Quello era troppo. Stava ridendo talmente tanto da far traballare la sedia avanti e indietro. Il vizio capitale aveva le nocche bianche... non avrebbe resistito ancora molto dal tirargli un pugno sul naso!

Calmarsi era stata un'impresa titanica! Ogni volta che ci provava, Invidia gli raccontava qualche altro particolare della sua vita che minacciava di respedirlo all'inferno per un eccesso di risate. Non ce la poteva fare, seriamente! Ormai aveva smesso persino di ascoltarlo per salvarsi! Si limitava ad un divertito accenno del capo e ad un altro "certo certo" davvero poco convincente. A causa di quella sua nuova politica però non aveva capito dove il vizio lo stesse portando, perciò si stupì non poco quando si fermarono davanti ad una villetta a schiera piuttosto curata e suonarono il campanello. Guardò il demone interdetto, ma l'altro fissava la porta senza degnarlo di un'occhiata.

CITAZIONE
"Sam... Stai bene Sammy?"

Fu quel tono incerto a riportarlo alla realtà. Il ragazzo che aveva parlato sembrava sull'orlo di una crisi di pianto e aveva appena allungato una mano nella sua direzione, trattandolo come se lo conoscesse da anni. "E tu chi cazzo sei, puttana?!" esclamò spingendolo con un forza sufficiente a schiantarlo contro la parete affianco all'uscio. Che razza di libertà si prendeva quella fichetta mestruata sconosciuta?!?! E che razza di libertà si prendeva Invidia?!?!?! Lo stampo di cinque lunghe dita gli brillava sul viso, un'impronta di fuoco... un'onta che gli avrebbe fatto pagare cara. Non fece in tempo a minacciarlo che l'altro era già partito ad insultarlo. "SAM! Cazzo! Ma sei impazzito?! Non me ne frega un cazzo se non mi credi, lui è tua moglie! Tu lo ami e hai una famiglia con lui, che tu lo ricorda o meno! Ora ti metti seduto lì e fai il bravo almeno fino a che io non ho finito di parlare con Dean e, sì, tu sarai anche il principe dei demoni e quello che ti pare, ma lo sto facendo anche per te, perciò seduto!" Il vizio capitale era fuori di sè! Non l'aveva mai visto tanto spiritato e fuori controllo. Obiettò ai suoi ordini, ma si ritrovò messo nuovamente a tacere. "Fra un attimo avrai le tue risposte, ora aspetta!" detto questo lo spinse a sedersi sul divano, tornando poi verso Dean, ancora una volta incapace di trovare le parole giuste per spiegargli la delicata situazione in cui si trovavano.
Sempre a lui i compiti ingrati!



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Conosceva Alien da meno di un giorno, ma già con certezza poteva affermare che per lui avrebbe fatto ogni cosa...

CITAZIONE
"...chiamami Alien per favore."

Tranne quella!
Un sorriso desolato gli increspò le labbra, mentre scuoteva lentamente la testa. "Spiacente, signorino. Gliel'ho già spiegato: lei è il mio padrone, le devo portare rispetto" ammise sconfitto abbassando il capo. Avrebbe davvero voluto assecondare quel suo desiderio, ma solo pensarci gli causava strani brividi su per la spina dorsale. Era così innaturale per lui che non era abituato... gli risultava tremendamente inappropriato. Quasi un affronto! "Posso provare a darle del tu se ci tiene tanto, mio master" tentò sperando che quello potesse essere sufficiente. Sarebbe stato ugualmente difficile, ma leggermente più fattibile perlomeno! In quel momento il campanello suonò e lui si ritrovò di nuovo solo, i sensi in allerta.



Emma79
Era sgattaiolata fuori dalla sua stanza come un topo non appena aveva sentito la macchina di Invidia parcheggiare nel vialetto di casa sua. Si era rannicchiata contro la balaustra delle scale, il nascondiglio perfetto per spiare i grandi quando lei e suo fratello erano piccoli. Aveva visto tante volte i suoi genitori litigare da quella posizione, sempre col cuore in gola ma non aveva mai battuto forte come in quel momento. Dietro quella porta non aveva idea di cosa si potesse nascondere, ma la paura la animava dalla testa ai piedi facendola tremare. Stava fissando con tanta intensità la scena da temere di poter appiccare fuoco al legno o al pomello, ma fortunatamente dei deboli colpi di nocca la distrassero facendole concentrare l'attenzione sul fratello, in attesa fuori dalla sua camera. "Alien... sono qui!" chiamò piano, facendo segno al gemello di raggiungerla, mentre gli liberava un po' di spazio schiacciandosi meglio contro al muro. La porta di ingresso si aprì rivelando la figura alta e massiccia di suo padre... ma quello non era lo stesso demone che la faceva saltellare sulle proprie ginocchia quand'era solo una bambina. Aveva appena spinto via Dean, aggredendolo con frasi che neppure durante le loro peggiori litigate gli aveva mai sentito pronunciare. In quel momento il cervello le si disconnesse. Non era più dotata di pensiero, si era ridotta a muta ed impotente spettatrice degli eventi di cui ignora il corso. Solo una cosa le era chiara: quello non era davvero suo padre.

Edited by »Donnie - 14/11/2011, 01:22
 
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view post Posted on 11/11/2011, 12:14
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Quando lo aveva visto sapeva gia che non sarebbe stato facile, ne aveva la piena certezza... poi aveva avuto la sua conferma totale, ritrovandosi sbattutto contro il muro. In quel momento aveva potuto giurare che il suo cuore gli fosse stato strappato dal petto, che il mondo gli crollasse addosso.
Sam... il suo Sam non si ricordava più di lui.
Non doveva piangere, non doveva osare farlo in quel momento anche se era la cosa più difficile, aveva perso suo marito, l'aveva chiamato puttana.
Se avesse seguito l'istinto si sarebbe accasciato sul muro ma aveva invece portato la mano al ventre, non era successo nulla, era ancora lì.
Sentì i passi di Invidia avvicinarsi ed alzò il viso, fece fatica a tirare su il volto, aveva paura perfino di scorgere negli occhi dell'altro quello che gia si immaginava, aveva gia capito. Che tutti gli altri lo reputassero un idiota ed un isterico non era mai stato un mistero per lui, era pur sempre un cacciatore però, un buon cacciatore capace di individuare il più piccolo indizio.
"è stata Lilith... in qualche modo gli ha cancellato il ricordo di me... è stata colpa mia. Ha di nuovo insultato Alien e non sono riuscito a stare zitto, a fermarmi in tempo... Le ho detto che non faceva parte di questa famiglia."
si passò una mano fra i capelli scompigliandoseli mentre percepiva le unghie nel palmo stretto a pugno sul ventre ferirgli la pelle.
spostò lo sguardo su Sam, non voleva sentire la voce del vizio capitale, le sue accuse, non ora.
"Sono incinto... di nuovo."
Lo aveva scoperto due settimane prima, non lo aveva detto a nessuno, non ne era sicuro nemmeno lui ma quei sintomi li riconosceva... ci era gia passato. prese il braccio di Invidia tirandolo verso quello che considerava come suo marito nonostante tutto, ingoiando a vuoto.
Lo fissò per un lungo momento senza parlare, se qualcuno gli doveva dire qualcosa.
Samael... non so quanto tu possa ricordare ma io sono Dean Winchester. prima che mi ammazzi vorrei spiegarti quello che probabilmente Invidia ti ha gia detto. La prima volta che mi hai portato a letto, sedici anni fa, io ti misi un marchio che metteva freno alla tua natura, agiva sul... sul tuo impulso di uccidere, un paio di giorni dopo tornasti a cercarmi per vendicarmi, non lo hai fatto. Ti sei fermato. Non chiedermi come è successo ma poi sono stato io a cercare te... ci siamo innamorati e tu... Bhe il marchio non agiva solo su di te, agiva anche sul mio corpo, mi sono ritrovato incinto, sono un idiota... per quanto strano possa sembrare ci siamo sposati e stiamo insieme da sedici anni, abbiamo due figli.. basta. Questo è tutto, se ora vuoi ammazzarmi fallo pure."
perchè se sei tu va bene, anche se non ti ricordi di me, fa lo stesso. da Sam si era sempre fatto fare qualsiasi cosa, in fondo era suo marito e a lui non avrebbe negato nulla nemmeno la propria vita, se gli sarebbe servito a stare meglio allora avrebbe dato anche l'anima per quel demone arrogante che amava più di se stesso. Per tutto il tempo aveva stretto il braccio di Invidia, non erano mai andati molto d'accordo, non si sopportavano ma il vizio capitale era come un appiglio in mezzo ad un mondo vorticante, senza sarebbe crollato, ne era certo. Percepì ancora le lacrime bruciargli gli occhi mentre lui si ostinava a rimandarle indietro, alzando appena il viso verso Sam.
"Non ti ricordi nulla davvero? Niente di niente Sam? Nemmeno i ragazzi?"
Aveva cercato di mantenere la voce più salda possibbile ma tremava lo stesso, non sarebbe riuscito a non scoppiare ancora per molto.

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Aveva sospirato all'idea di Ray ma aveva acconsentita.
"Se è il massimo va bene, almeno dammi del tu."
mormorò prima di uscire e trovare la sorella gia lì, si chinò vicino a lei. Suo padre era tornato... ma... quando scacciò la madre ebbe l'impulso di scattare verso di loro. Suo padre non era lo stesso, sembrava non riconoscere la madre e quello che zio Invidia disse subito dopo gli fece capire che era proprio così.
Rimase ad osservare la scena senza sentire nulla, prima di scuotersi leggermente. Suo padre era tornato il demone di una volta, sua nonna probabilmente aveva fatto qualcosa per impedirgli di riconoscerli, la sua parte di cacciatore aveva gia trovato quella soluzione, non per nulla Jhon gli aveva sempre detto che era un ragazzo promettente. Quello che però glu fu immediatamente chiaro era che doveva pensare a Dean ora. Sua madre sembrava sull'orlo del crollo nervoso e completo e non era proprio sicuro che Samael non gli ridesse in faccia, non se la sentiva di identificarlo come suo padre in quel preciso momento.
Si voltò verso la sorella tirandola appena per il braccio.
"Lili, per favore, dobbiamo andare dalla mamma!"
Non prima di averla scossa almeno un poco, in quello stato non l'avrebbe portata da nessuna parte, doveva darsi una svegliata altrimenti da solo non sarebbe riuscito a stare accanto a Dean.
Lanciò un occhiata alla propria stanza... che avesse sprecato il suo desiderio? No.. in effetti anche se avesse chiesto di ridare i ricordi a suo padre non era una richiesta concreta, avrebbero solo peggiorato la situazione. Tornò a concentrarsi sulla sorella tirandole appena il braccio.
"Andiamo, MaryLi! Datti una svegliata!"
Sibilò più duro, doveva riprendersi cavolo!
 
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»Donnie
view post Posted on 19/11/2011, 00:57




demonsam4
Lui sposato con il figlio del terrore degli inferi. Invidia fidanzato con un essere umano...
Due domande gli nascevano spontanee a tali premesse: come cazzo faceva a non ridere e che diavolo si fumava il vizio capitale per pensare davvero che potesse credergli? Assurdo. Semplicemente assurdo! Era ciò a cui pensava mentre seguiva obbligato il suo migliore amico fino ad una bella villetta a schiera come ne esistono tante che però gli causò una sorta di formicolio allo stomaco. Quella casa sembrava così familiare... probabilmente era appartenuta ad una delle sue numerose vittime e lui, mai troppo interessato all'ambientazione delle sue carneficine, ne portava qualche dettaglio nella memoria, sepolto sotto ricordi di maggiore rilevanza. Arrivarono davanti alla porta d'ingresso e quando quella si aprì ne uscì fuori un ragazzo che tentò di saltargli addosso, finendo poi sbattuto malamente contro una parete. "E tu chi cazzo sei, puttana?!" lo schiaffo che ricevette da Invidia fu niente in confronto alla morsa che lo strinse alla bocca dello stomaco alle sue stesse parole. Era come se si sentisse in colpa per averlo trattato. Che cazzo gli prendeva adesso? Solo lo stupore che provava versi sè stesso in quel momento non lo fece replicare o protestare quando il vizio capitale lo fece sedere sul divano in salotto per accorrere dal cacciatore.


B184
Erano state poche le volte in cui aveva davvero sentito l'esigenza di picchiare Samael. Quella era una di quelle! Poco importava che il suo superiore non ricordasse nulla, doveva fidarsi di lui e soprattutto piantarla di trattare la propria moglie come un perfetto estraneo! Quando lo mandò a sbattere contro il muro trasecolò e la sua mano si mosse più veloce dei suoi pensieri abbattendosi sulla guancia di Sam. Lo spedì a sedersi senza troppe cerimonie, mentre lui correva a soccorrere il cacciatore. "Dean! Cazzo! Stai bene?" Lo osservò portarsi una mano al ventre e sbiancò. Merda! Non poteva essere! Non ancora!

CITAZIONE
"Sono incinto... di nuovo."

Schiaffo morale. "Porca puttana! Cosa c'è di complicato nell'utilizzo di un distributore di preservativi automatico? Va' in farmacia se non capisci come funziona!" Quella notizia era stata troppo per lui. Era ore che si conteneva, cosa notevole nel suo caso, prima o poi era logico scoppiasse sotto il peso dell'ennesima gocciolina in un vaso già stracolmo. Quello stupido essere umano aveva davvero scelto il momento peggiore per far incazzare la sua somma signora. L'infedele consorte di Lucifer l'aveva ormai informato riguardo a cosa, o meglio a chi, le avesse fatto saltare la mosca al naso, ma sentirselo ripetere da Dean fu come ascoltare la verità per la prima volta. "Sedici anni di matrimonio non ti hanno insegnato niente? Nooo! Tu devi andare a pestare i piedi a Lilith! E cosa ne ricavi? Una gravidanza improvvisa e al momento inopportuno e lo smemorato di Collegno con tendenze omicide che non possono trovare giusto sfogo altrimenti non ci sarebbe alcun modo per invertire il processo di lobotomia demoniaca!" Alzare la voce con la vacca fertile in quella situazione non era certo un colpo di genio, ma non riusciva proprio a calmarsi. Era una faccenda troppo pesante perchè potesse tirare un lungo sospiro e cominciare a ragionare con fredda lucidità. In quanto demone aveva ben chiaro di cosa Lilith fosse capace e bastava saperla coinvolta, anche se indirettamente, in una qualsiasi faccenda per inquietarlo. Inoltre, questa volta era implicato persino Dean, il che non era affatto un bene dal momento che non era un mistero ciò che la regina degli inferi pensasse di lui. Ai suoi occhi rappresentava il più grande fallimento del figlio. Per quella stupida gattina nevrotica Samael aveva rinunciato a tutto ciò che già aveva e anche ad ogni cosa che sarebbe poi diventata sua: il dominio dell'intero inferno. Una decisione impensabile per colei che ha sempre considerato la sua demonizzazione un onore e non certo una gravosa maledizione. Tutto quel riflettere riuscì a placare i tumulti di Invidia almeno in parte. "Scusa..." dopo un profondo respiro, il vizio capitale si rivolse nuovamente al cacciatore cercando di salvare il salvabile, ma non molto sicuro su come fare. Posò le mani sulle sue spalle indirizzandolo verso il divano, non esattamente certo di star facendo la cosa più giusta. "Prova a parlarci tu, chissà che non sblocchi qualche lucchetto dei suoi ricordi" tentò non propriamente convinto che avrebbe così raggiunto il risultato sperato. Ormai nemmeno un miracolo avrebbe potuto aiutarli secondo il suo modesto punto di vista.


demonsam4
CITAZIONE
Samael... non so quanto tu possa ricordare ma io sono Dean Winchester. prima che mi ammazzi vorrei spiegarti quello che probabilmente Invidia ti ha gia detto. La prima volta che mi hai portato a letto, sedici anni fa, io ti misi un marchio che metteva freno alla tua natura, agiva sul... sul tuo impulso di uccidere, un paio di giorni dopo tornasti a cercarmi per vendicarmi, non lo hai fatto. Ti sei fermato. Non chiedermi come è successo ma poi sono stato io a cercare te... ci siamo innamorati e tu... Bhe il marchio non agiva solo su di te, agiva anche sul mio corpo, mi sono ritrovato incinto, sono un idiota... per quanto strano possa sembrare ci siamo sposati e stiamo insieme da sedici anni, abbiamo due figli.. basta. Questo è tutto, se ora vuoi ammazzarmi fallo pure."

Invidia era tornato portandosi dietro la donnicciola petulante. Cazzo! Era insopportabile! Figuriamoci se andava a sposarsi con un calcio nelle palle come quello! Non ascoltò praticamente una parola di tutto il suo lungo discorso, si divertiva di più a fargli il verso e a congiungere le dita della mano destra nella perfetta imitazione di un becco di papera che starnazza a vuoto. Il peccato capitale sembrava sul punto di fulminarlo con lo sguardo. Si era lasciato stringere dal cacciatore per tutto il tempo, ma ora lo guardava con odio facendogli inoltre segno di smettere, anche se Samael gli prestava la stessa attenzione che avrebbe dedicato ad un paio di scarpe col tacco in saldo: zero e sotto zero.

CITAZIONE
"Non ti ricordi nulla davvero? Niente di niente Sam? Nemmeno i ragazzi?"

Finalmente rialzò lo sguardo nel suo, studiandone i dettagli. Un bel volto, occhi penetranti ed espressivi... così tristi e disperati in quel momento, ma non gli dicevano null'altro. Era la prima volta che li vedeva. Almeno così gli sembrava fosse. Annusò l'aria, sorridendo sinistramente. "Per ragazzi intendi i due sulle scale? Hanno un odore delizioso! Chissà il sapore!" disse leccandosi le labbra, assaporandone già il gusto dolce, ma leggermente amaro. Il loro profumo aveva una strana connotazione... c'era qualcosa di demoniaco assieme all'aroma umano. "Hai detto che li hai partoriti tu, no?" chiese trovando quanto meno bizzarro quel nuovo dettaglio olfattivo. "A quel che ho capito, sei inoltre convinto siano miei, giusto?" chiese ancora cominciando a temere che quelle che aveva preso per puttanate non lo fossero realmente. Nell'odore che aveva percepito con tanta chiarezza c'era una sfumatura che trascendeva il demoniaco, c'era il tipico olezzo di Lucifer... quello che sia lui che sua madre che suo fratello condividevano. Assolutamente inconfondibile, specie per il suo naso. Guardò Invidia che scosse greve la testa, confermandogli i suoi timori. Non poteva essere possibile!


icon7
Aveva ottenuto il permesso di chiamare il padroncino per nome! Quella era una giornata storica! L'avrebbe segnata sul calendario se non fosse stato tanto inquieto a causa delle vibrazioni negative che sembravano provenire dal di sotto. C'era uno strano clima di paura e di dolore... non riusciva davvero a capire cosa stesse succedendo, ma non captava nessuna effettiva minaccia per il giovane Alien così rimase seduto al suo posto in contemplazione della stanza. Certo che lì dentro faceva davvero caldo! Si tolse il pullover che indossava e sbottonò la camicia scura, lasciandola aperta sul petto diafano e glabro. Un delizioso gioco di chiaroscuri che nessuno avrebbe ammirato. Riprese a studiare la cameretta cercando di capire qualcosa di più su quell'affascinante padroncino che non vedeva l'ora di conoscere meglio.


Emma79
Era rimasta inebitita a fissare la scena senza riuscire a pensare ad altro che non fosse: quello non è mio padre. Aveva respinto sua madre, gli parlava senza alcun rispetto e neppure lo stava a sentire. Invidia, solitamente abituato a trattare Dean a pesci in faccia, era l'unico che si stesse effettivamente preoccupando del cacciatore cercando di mantenere il controllo, evitando così di saltare alla gola di Samael. Tutto quello era così fantascientifico, ma ormai aveva capito bene cosa fosse successo: a sua nonna non era piaciuto il modo in cui era stata accolta quel giorno, perciò aveva eliminato il problema parenti fastidiosi alla radice, cioè privando il figlio di ogni ricordo inerente l'argomento. Sapeva che avrebbe dovuto reagire e riprendersi in una qualche maniera, ma non le riusciva affatto. I suoi occhi erano calamitati dalla scena dabasso e non accennavano a staccarsi. La voce di suo fratello le arrivava ovattata alle orecchie, ma quella di suo padre la sentì benissimo ed un brivido di gelida paura le percorse tutta la spina dorsale diretto al cervello.

CITAZIONE
"Per ragazzi intendi i due sulle scale? Hanno un odore delizioso! Chissà il sapore!"

Suo padre li vedeva come cibo. Un groppo di dolore e disperazione le strinse la gola, impedendole di parlare. Se l'avesse fatto sarebbe scoppiata a piangere, ma non sarebbe stato nel suo stile perciò doveva evitarlo a tutti i costi.

CITAZIONE
"Andiamo, MaryLi! Datti una svegliata!"

Si voltò come un automa verso Alien, fissandolo come se fosse la prima volta. "Eh? Ah sì... la mamma..." biascicò appena voltando nuovamente lo sguardo in direzione della sua famiglia che stava ormai sgretolandosi proprio di fronte a lei, accanita sostenitrice dell'amore indissolubile dei suoi genitori. Erano sempre state le sue rocce, i suoi punti cardinali, se adesso andavano in pezzi a lei che sarebbe successo? Respirò più volte cercando di riacquistare un po' di sangue freddo. Suo fratello era il figlio maggiore, ma era anche quello col carattere più remissivo quindi a lei spettava il compito di prendere in mano le redini della situazione ed affrontare ciò che le si fosse presentato davanti a testa alta e petto in fuori. "Sì... scendiamo..." disse incamminandosi lentamente giù per le scale, sentendosi lo sguardo del padre puntato addosso per quanto lo rifuggisse. Ora che gli era terribilmente vicino aveva paura a guardarlo negli occhi. Temeva che non vi avrebbe scorto altro che una pacata indifferenza e non era sicura che sarebbe riuscita a sopportarlo.
 
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view post Posted on 19/11/2011, 14:55
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No... non poteva farcela. E più si diceva che sarebbe crollato da un momento all'altro più si sentiva come distaccato da quel momento, da quel mondo. Sentiva la sua stessa essenza rannicchiarsi nei meandri della sua mente lì dove conservava i ricordi a cui era più legato, per questo sorrise appena ad Invidia.
"Hai ragione... dovrei iniziare a prendere in seria considerazione l'idea di tagliarmi la lingua, in questo modo non avrò più problemi ed il mondo girerà meglio."
considerò, la sua voce suonò anche a lui piuttosto vuota, senza alcuna nota di rimprovero, di insolenza... era svuotato, soprattutto quando lo vide prenderlo in giro, lo stava prendendo in giro.
Fissò gli occhi nei suoi sentendo le lacrime scomparire, non valeva nemmeno la pena piangere, non ne aveva il diritto. Per fortuna il demone gli diede modo di riscuoterlo quando parlò dei ragazzi in quella maniera, come fossero cibo!
"Loro sono anche i tuoi figli, Samael! Per quanto tu mi possa trovare ridicolo o patetico quello non cambia e non stai parlando di due panini al prosciutto ma dei tuoi ragazzi!"
Lo bloccò immediatamente come se fosse una reale minaccia per i suoi figli... Sam una minaccia per Alien e MaryLi? Perchè non riusciva mai a stare zitto? perchè doveva sempre complicare le situazioni? Avrebbe dovuto ignorare Lilith, avrebbe dovuto dimostrarsi superiore ma non ci era riuscito, soprattutto non in quel periodo. Sentì i passi dei ragazzi sulle scale e questo gli fece rizzare ancora di più la schiena, voltandosi a guardare i figli. Lili sembrava sconvolta... la capiva, lui era peggio.
Si rivoltò verso suo marito, mordendosi le labbra nervosamente.
"Si... loro sono i tuoi figli, la seconda volta che mi hai scopato sono rimasto incinto. Non conoscevo i difetti del marchio che ti avevo posto e stupidamente non pensavo possibile che succedesse una cosa simile ma un mese dopo ho scoperto di aspettare i ragazzi."
spiegò percependo di nuovo le lacrime invadergli gli occhi ma fortunatamente concentrò le sue attenzioni su Alien. Nonostante fosse il più dolce ed il più timido dei due il ragazzino sembrava accorgersi di quello che succedeva meglio della sorella, probabilmente aveva gia capito da parecchio cosa era successo e sapeva che aveva bisogno di lui, lo vedeva dagli occhi chiari del piccolo che fissavano lui e solo lui. Nonostante le apparenze Alien era un porto sicuro quando aveva dei problemi e sapeva di esserlo a sua volta per il piccolo. Riuscì addirittura a sorridergli mentre il figlio si avvicinava come un animaletto cauto a lui, allungando una mano a scompigliargli i capelli dolcemente, riportando poi lo sguardo su Samael.
"Aspetta..."
Mormorò allontanandosi e prendendo dalla libreria un album di foto, lanciandolo sul divano di fianco a lui.
"Se non mi credi lì ci sono le foto, non sono fotomontaggi o stronzate. Guardale anche se non credo che cambierà molto comunque."
commentò senza dare intonazione alla voce, lanciando un occhiata ad Invidia, un occhiata che sembrava una richiesta di aiuto, un S.O.S perchè la sua vita stava andando a puttane, l'amore della sua vita era lì di fronte a lui e non ricordava nulla, non provava nulla. Nei suoi peggiori incubi si era visto in una situazione simile ma ora non sapeva nemmeno come reagire. Sam era la sua stessa essenza, si poteva dire che lui lo respirasse, che lui si nutrisse del demone che era diventato suo marito ed ora si trovava a dovere fronteggiarlo con freddezza perchè se avesse usato un altro metodo sarebbe crollato. Percepì la porta del garage aprirsi, Jhon entrò in casa, lanciando uno sguardo ai componenti della famiglia, soffermandosi poi sul figlio e sul demone che si era sposato, non poteva ancora accettarlo del tutto ma per Dean si era aquietato, aveva smesso di cercare di ammazzarlo ma ora qualcosa non adava. Dean stringeva un pugno e poteva vedere quanto fossero sbiancate le nocche, quanto lui si stesse trattenendo dallo scoppiare a piangere, era una serie di piccole cose che lo fecero bloccare lontano da quella scena, osservandola con un aria distaccata ma che nascondeva una sorta di incredula curiosità... che si stessero lasciando? Ma cosa poteva essere successo di così grave per ridurre suo figlio in quello stato? No probabilmente il problema era un altro...

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Aveva sempre adorato il modo in cui suo padre guardava sua madre, nonostante il senso di inferiorità che sentiva nei confronti della sorella e la sua assoluta certezza che suo padre lo desiderasse come lei adorava come si occupasse di sua madre.
Si, era il più debole dei loro figli, sia fisicamente che mentalmente, ma non ci aveva messo molto ad adocchiare la situazione fra i suoi genitori ed identificare il più debole in ogni senso. Sua madre viveva solo per loro padre anche se era sicuro che per loro avrebbe dato la vita non era certo avrebbe scelto loro se avesse dovuto scegliere di salvare la vita di lui e sua sorella o quella di loro padre, non ne aveva mai fatto una colpa a Dean, anzi... trovava tanta fedeltà ed adorazione stupendi, per quanto il cacciatore facesse in modo di non mostrarla mai.
Per questo vederlo crollare, sgretolarsi davanti ai suoi occhi faceva anche più male di sentirsi paragonare al cibo da suo padre. Mise una mano sulla spalla della sorella, voltandole il viso verso di lui.
"Se non riesci a stare calma vattene in camera Lili, non gli serve che tu crolli, se pensi che sia troppo resta su."
le sibilò severo.
Non voleva dire che lui stesse male, adorava suo padre sebbene cercasse di non scoprirsi del tutto con lui, sapeva che lui gli voleva bene ed era ampiamente ricambiato ma la sua stessa natura lo aveva reso più simile e vicino a sua madre, per Lili era l'opposto invece.
La superò scendendo le scale ed avvicinandosi a Dean, occhieggiando suo padre e mordendosi un labbro... davvero non si ricordava di loro? No... non doveva mettersi a pensare a quello ora, doveva restare fermo e controllarsi sebbene il dolore fosse così forte da pensare gli stesse squarciando il petto. Ascoltò la voce di sua madre diventare fredda, solo nei loro peggiori litigi lo aveva sentito parlare in quel modo ma di solito il tutto si concludeva con i suoi genitori che facevano l'amore in ogni angolo della casa... non quest volta.
portò lo sguardo sul padre come se lo vedesse per la prima volta.
"io sono Alien, papà, da quanto ricordo sei sempre stato tu il mio papà..."
Mormorò tenendolo sotto controllo, ne aveva paura ora, aveva paura di suo padre del fatto che non lo riconoscesse, di come stava facendo sentire sua madre, di come lo aveva annusato da lontano, come si era leccato le labbra. Il viso gli si storse in un espressione di dolore... era solo un brutto sogno, vero? Ora papà smetteva di fare lo stronzo e baciava la mamma, stringendoselo al petto e coccolandoselo, mamma probabilmente lo avrebbe insultato e poi sarebbe scoppiato a ridere... finivano così tutte le storie vero? Portò una mano a giocherellare con il piccolo ciondolo del braciale che Raymond aveva creato prima per lui.
Ora finiva tutto come al solito... No... Papà non si ricordava di lui, non si ricordava della mamma, non si ricordava di Lili, non si ricordava di nessuno di loro. percepì la porta della camera del nonno aprirsi e la sua presenza nella stanza, istintivamente si mosse verso di lui andandogli a fianco e senza assecondare l'istinto di lanciargli le braccia al collo.
"Papà non si ricorda di noi... Lilith gli ha fatto qualcosa e lui si è dimenticato di noi..."
Sussurrò in modo da spiegargli la situazione, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime. La mano di jhon si mosse automaticamente portandosi prima sulla spalla del nipote e poi sul suo coppino, accarezzandolo con la solita rudezza ma quel piccolo contatto con quelle mani forti e tranquillizzanti lo fecero stare meglio subito.

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Ecco cosa era successo... lilith aveva cancellato il ricordo della sua famiglia al figlio. Passò una mano fra i capelli chiari del nipote, Alien stava per scoppiare a piangere e sua sorella non era messa meglio ma apprezzava che entrambi si stessero trattenendo, in quel caso le lacrime non servivano a nulla, per questo provò anche un moto d'orgoglio verso suo figlio.
Dean avrebbe volentieri ceduto ma non lo faceva, avrebbe urlato ma parlava con voce calma e distaccata eppure era certo che stesse morendo dentro. Non che lui capisse tanto dolore per un demone ma era suo figlio quello che stava male cazzo! E con lui i suoi nipoti, per questo non si mise in mezzo alla discussione, non fece altro che puntare il demone con gli occhi verdi e seri, una mossa storta e probabilmente gli avrebbe sparato... non che lui ne avrebbe sentito la mancanza, proprio per nulla, era solo per Dean che non lo aveva ancora eliminato ed ora suo figlio stava davvero male. Probabilmente poteva iniziare a comportarsi quasi da padre, quasi perchè se quello che ora considerava una minaccia a tutti gli effetti per la propria famiglia faceva una mossa storta lo avrebbe eliminato e con lui anche quel fastidiosissimo peccato capitale!
 
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»Donnie
view post Posted on 3/1/2012, 01:22




B184
Quella situazione era pesante perfino per lui. Per la prima volta nella sua vita sentiva di dover far qualcosa per Dean, di dovergli stare vicino. Sam al momento non c'era. C'era Samael, un demone potente ed affamato che il cacciatore aveva incontrato di sfuggita una volta e poi era riuscito a cambiare. Sperava che il miracolo si ripetesse di nuovo dal momento che Lilith era l'unica in grado di invertire quanto da lei fatto. Non gli aveva dato altri indizi se non la sua parola che non avrebbe mai sciolto l'incantesimo: la fichetta mestruata non la voleva nella famiglia? Benissimo. Ora non ne faceva più parte. Invidia sospirò spingendo poi Dean a parlare con Sam, tuttavia lui stesso si mise sull'attenti sentendo i ragazzi arrivare. Il saluto di quello che erano abituati a considerare loro padre non era stato certo dei migliori! Ci mancava poco che domandasse a quanto li vendeva! "Samael" ringhiò ottenendo la sua attenzione. "Modera i termini, figlio di puttana" Nessuno lo considerava uno zio capace o responsabile, ma se una cosa era innegabile era proprio l'affetto che nutriva per entrambi i suoi nipoti. Certo, MaryLi era la sua preferita visto che aveva ereditato i poteri del padre, ma si sarebbe fatto uccidere pur di salvare Alien se mai se ne fosse presentata l'occasione e, in quel momento, erano i suoi ragazzi quelli che il principe dell'inferno stava soppesando come carne al macello. A quel commento, infatti, Lili si era irrigidita. Era ancora sulle scale assieme a suo fratello che, eccezionalmente, le si stava rivolgendo con tono fermo e duro. Mai nessuno l'aveva visto così leader, così dominante. Persino la gemella si stupì, ma ciò le servì a riprendere una sorta di contatto con la realtà. "Sto bene. Posso farcela, Ali" disse mentre scendeva gli ultimi gradini. Quando si trovò al fianco opposto della madre, di fronte al demone seduto sul divano, ancora una volta quella sensazione forte e sgradevole la colpì: quello non è papà. Samael rise, vedendoli. "Hai partorito due soldatini" commentò fissandoli sorridente. C'era qualcosa di malvagio in quello sguardo, sembrava davvero che stesse valutando quale fra i due fosse lo snack migliore. Improvvisamente, il ghigno si fece più ampio e gli occhi neri, che aveva sempre visto verdi, si spostarono da lei a suo fratello. "Tuo figlio ha delle amicizie interessanti" disse mentre i canini brillavano ed Invidia scattava in avanti, affiancandosi ad Alien. Lo fissò perplesso a sua volta. Samael non era il solo ad aver percepito uno strano odore quando il piccolo era entrato in salotto ed ora che gli era più vicino lo distingueva chiaramente: vampiro. "Sei affascinato dall'oscuro, piccolo?" chiese guardandolo ancora. "Sam, piantala! Il ragazzo è un cacciatore! Avrà avuto uno scontro!" Invidia sembrava ribollire di rabbia ed agitazione e, cosa ancora peggiore, John si era persino unito a quello strano gruppo di persone che improvvisamente erano come estranee le une alle altre. Samael ghignò ancora, ma questa volta non c'era nulla di ironico in esso. Era solo una smorfia di rabbia malcelata. "Non trattarmi come un novellino, vizio! Questo non è l'odore di un combattimento!" in quel momento il sorriso tornò sarcastico e il suo sguardo ritornò su Dean. "Sapevi che tuo figlio se la fa coi vampiri, cacciatore?" domandò osservando di sbieco l'album di foto accanto a sè. "Ne è penetrato uno nella scuola. Si rintana nel sottoscala, quel luogo non riceve la luce del sole. Io sono arrivata che Alien stava subendo la peggio, ma giro sempre con una bottiglietta d'acqua santa in tasca e sono riuscita a respingerlo. Domani lo elimineremo" la voce di MaryLi si era alzata alta, ferma eppure dentro di sè si sentiva come un castello di carte pronta a crollare alla prima folata di vento. Sam sorrise, ma ancora una volta quel sorriso non ricordava nulla dell'uomo che era stato suo padre. "Mi piaci, ragazza. Vieni a sederti qui vicino a me, vuoi?" domandò facendo ancora una volta brillare i denti bianchi. Lili si chiese se fosse giusto seguire l'ordine oppure disobbedire, cercò con lo sguardo quello di Invidia, ma neppure lui sapeva che pesci prendere. Fece un passo avanti, fissandolo dritto negli occhi scuri come la pece. Alien si era già presentato e non aveva ricevuto risposta. Ora era accanto a John, ma neppure lui era stato degnato di alcuna attenzione eppure lei sembrava suscitare il suo interesse. "Io sono MaryLi. Porto il nome di mia nonna materna Mary unito a quello di mia nonna paterna Lilith. Io sono tua figlia Samael" disse avvicinandosi lentamente a lui, prendendo l'album dal divano. Sam le fermò il polso e per un solo istante lei sussultò. Portò il viso fra i suoi capelli, respirando a pieni polmoni quell'odore che già una volta gli aveva ricordato il suo. "Non c'è dubbio. Profumi di inferno, ragazzina" sentenziò liberandola dalla presa. "Siediti" le disse battendo una mano sul posto libero accanto a sè. ll tono con cui aveva espresso quel singolo comando era calmo, pacifico, ma non c'era alcun dubbio che avesse la valenza di un ordine. Lili si sedette lentamente, l'album di fotografie appoggiato in grembo. Lo aprì con cura, come se temesse che l'unica prova che certificasse il demone su quel divano come suo padre potesse sgretolarsi se maneggiata senza la dovuta grazia. "Questi siete tu e mamma il giorno del matrimonio" disse indicandogli la prima foto. Ogni volta che gliene compariva una davanti la indicava e forniva una datazione ed una collocazione geografica precisa. Samael ascoltava in silenzio, fissando attento quanto la figlia aveva da mostrargli. Con circospezione, Invidia si affiancò a Dean prendendolo per un braccio. "Andiamo in cucina, ti faccio un bel caffè forte. Qui ci pensa John" disse indicandogli il padre con un cenno del capo. Aveva bisogno di parlargli in privato e lì c'erano troppe orecchie all'ascolto.


La camera di Alien era abbastanza spoglia e non c'era molto che dicesse davvero qualcosa sulla sua personalità. Non c'erano tanti libri, a parte quelli di scuola e non vedeva CD o DVD. Niente insomma che potesse dargli un'idea chiara su di lui. Sospirò tornando all'ascolto di quanto stava accadendo al piano di sotto. A quanto sembrava la sua esistenza era stata rilevata e rivelata, ma grazia ad una congeniale balla della giovane Lili nessuno ancora sapeva della sua presenza in casa. Sospirò di sollievo. Non solo perchè poteva dirsi salvo, ma soprattutto perchè ancora una volta non aveva registrato alcuna reale minaccia per il padroncino, anzi! Una nuova entità misteriosa si era unita ai cinque già presenti in salotto, ma essa irradiava solo protezione per chiunque non fosse lo sconosciuto potente e maligno che ormai sapeva essere accanto a MaryLi. Si augurava non le accadesse nulla di male. Non la conosceva bene, ma gli stava istintivamente simpatica. Esser costretti a nascondersi quando poco al di sotto di lui sembrava in corso una cena col demonio era snervante!
 
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view post Posted on 3/1/2012, 02:39
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Lili... sempre lei. Era il momento peggiore per quel sentimento ma era lì, come un cancro e lo faceva sentire malato. Avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto gridargli contro che c'era anche lui. Mi vedi papà? sono anche io tuo figlio! ed invece Samael era riuscito solo a peggiorare la situazione, il complesso che aveva per lui, quello di non sentirsi accettato e ben voluto da Samael era vero. Ora che non aveva il marchio capiva tante cose. Osservò la sorella avvicinarsi a loro padre.
"Papà..."
sussurrò sentendosi gli occhi stranamente asciutti. Come sua madre, quando il livello di tensione saliva provava gelo e basta, niente altro, ed odio... lui non doveva provare odio per sua sorella, Lili c'era sempre stata quando lui ne aveva bisogno, non era la preferita di papà.
Oh, andiamo! Lo hai visto! te e la mamma non vi ha nemmeno degnato di uno sguardo mentre lei si! Guardalo, devi solo guardarlo!
Si staccò dalla mano di suo nonno, osservando suo padre pendere dalle labbra di sua sorella prima di avvicinarsi alla porta di ingresso ed uscire.
"Alien! Torna qua!"
Ignorò il richiamo di Jhon, sbattendo la porta di casa ed allontanandosi da quel posto, ora non riusciva a starci, ora si sentiva davvero male, sporco. Per uno come lui sentirsi in quella maniera, pieno di rabbia verso suo padre, verso sua sorella, verso il sangue demoniaco che aveva nelle vene.
Lui era un buono a nulla, era inutile a quanto pareva. Prima di accorgersene si era ritrovato a correre verso il parco, rifugiandosi nel posto più sicuro che conoscesse, appena prima della fontana, un piccolo rifugio fra i cespugli dove si fermò, osservando le foglie prima di tirare un calcio al ramo più vicino, doveva sfogarsi anche lui, non voleva stare così, non voleva sentirsi così inutile, così irrimediabilmente inacettato da tutta la sua famiglia, strappò il bracialetto al suo polco, accovacciandosi e posando il viso fra le proprie gambe.
Non era possibile, non lo era! Non si era mai sentito tanto male, tanto ingiusto nei confronti delle persone a cui voleva bene di solito, ma perchè cazzo era nato? per quale dannatissimo motivo?
Samael lo aveva solo canzonato, la parte demoniaca di suo padre era quello che pensava di lui, ne aveva appena avuta la dimostrazione.
Inutile.
Sbagliato.
Ingenuo.
Tutti appellativi che gli altri gli avevano sempre affibbiato, tranne sua madre e suo nonno Jhon... e Raymond. Ma lui lo faceva perchè era costretto, non contava, non contava proprio, voleva solo starsene solo peccato che qualcosa non sembrasse essere d'accordo con lui.
"Tu sei il piccolo Winchester, vero?"
Alzò lo sguardo trovandosi davanti ad un ragazzo della sua scuola, era in classe con Lili da quanto ricordasse, ora invece lo fissava con sguardo perplesso e leggermente preuccupato, sembrava squadrarlo come se stesse cercando qualcosa che non andasse in lui. portò poi lo sguardo al proprio orologio, riportandolo poi su di lui.
"Questo non è un bel posto a quest'ora di sera, stai bene?"
"voglio stare solo."
"Spiecente amico, opzione non contemplata. senti non mi interessa perchè non sei a casa ma è fuori discussione che ti smolli qua con quei lacrimoni, alzati, vieni a casa mia."
considerò accendendosi una sigaretta. Ali lo fissò per un lungo momento prima di annuire ed alzarsi, spolverandosi i pantaloni, seguendolo in silenzio. Non gli aveva chiesto nulla, lo ringraziava per questo, sembrava solo volerlo aiutare. Quando arrivarono al piccolo appartamento osservò i muri scostrati, le infiltrazioni d'acqua.
"mia zia non è in casa, sarà da qualche parte a battere, vuoi un caffè?"
Annuì sedendosi su un divano logoro, tirando su con il naso e quando l'altro tornò lo osservò a lungo, fino a fargli strogere un sopraciglio perplesso.
Fu allora che iniziò a parlare, gli raccontò di come si sentisse inadeguato, di come suo padre, che soffriva momentaneamente di amnesia, avesse scelto di considerare solo sua sorella, insultandolo semplicemente. Non fu interrotto una volta, l'altro lo fissava con i suoi occhi grigi fumando un altra sigaretta, buttando la cenere per terra.
"Hai mai pensato che tu semplicemente possa essere umano, Alien?"
lo fissò confuso, vedendolo sorridere avvicinandosi leggermente.
"intendo che non ti devi sentire in colpa se qualche volta provi rabbia, odio anche per le persone. Sei umano, hai dei sentimenti e ciò significa che sei anche preda dei sentimenti più bassi ma quello che ti rende veramente onore è che hai cercato di reagire senza lasciarli uscire, non sentirti sporco, non lo sei... semplicemente sei ferito. Succede, nessuno te ne farebbe una colpa. vedrai che tuo padre quando starà bene ti dimostrarà di tenere a te, non sta bene, non devi dartene la colpa, è logico che tu sia incazzato, tutti lo sarebbero. Deluso anche... ma ciò dimostra che tieni a quella persona, vedila così... tuo padre per te è importante ed hai sperato che anche senza memoria ti concedesse qualcosa di più, essere egoisti non sempre è sbagliato!"
Alien sbarrò gli occhi osservandolo. Aveva ragione, aveva davvero ragione, cazzo. Ingoiò a vuoto annuendo.
"Grazie Nathan."
si era ricordato il nome vedendo il cognome sul campanello.
Si addormentò proprio su quel divano poco dopo mentre Nate allungava una mano a prendergli il cellulare, trovando il numero della sorella.
-Winchester sono Thompson. Tuo fratello Alien è a casa mia, non sta molto bene, ve lo rimando domani mattina perchè adesso sta dormendo e non mi sembra la cosa migliore svegliarlo. Non vi preuccupate a parte un pò di depressione sta benissimo, avverti tua madre.-
prese in braccio il piccolo, era leggero come una piuma, portandolo in camera sua, infilandolo sotto le coperte dopo avergli tolto le scarpe, era uscito senza nemmeno mettersi il giubotto... povero piccolo... i padri sapevano essere stronzi quando volevano.

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Aveva ringhiato quando aveva parlato ad Alien in quel modo, scattando davanti al figlio.
"Chiudi quella cazzo di bocca, Samael! Io me la faccio coi demoni, con te per la precisione e se non la pianti di parlare ad Alien in questo modo ti spacco la faccia! Sarai anche il figlio di Lucifer o di chi cazzo sia ma è di nostro figlio che parli!"
scattò anche quando tirò il polso di Lili ma rimase fermo, osservando la figlia sedersi vicino al padre. Non si stupì invece della reazione di Alien ed anche se la tentazione di corrergli dietro fu forte ma scosse la testa.
"Lascialo andare papà."
mormorò.
Alien aveva bisogno di stare un pò da solo per riflettere, aveva la senzazione che comunque non gli sarebbe successo nulla. Lanciò uno sguardo ad Invidia quando gli posò la mano sulla spalla, lanciando un occhiata a suo padre che ribolliva di rabbia, una mano sul calcio della pistola.
Mai ferire Alien in sua presenza ma immaginava che suo marito se ne sarebbe ricordato anche senza memoria.
Annuì al vizio seguendolo in cucina, sedendosi su una seggiola e prendendosi la testa fra le mani.
"Sono un coglione, sono un maledetto coglione! che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?"
Sussurrò.
per un momento, un solo momento poteva crollare.
 
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»Donnie
view post Posted on 3/1/2012, 18:39




Emma79
Si era avvicinata al padre, gli si era seduta accanto e aveva cominciato a sfogliare l'album di fotografie sforzandosi di ignorare le lacrime pungenti che minacciavano di rompere gli argini e riversarsi sul suo viso. Sentiva su di sè gli occhi di Samael e di Alien... chissà se il primo si accorgeva di quanto stesse ferendo il secondo. Suo padre non l'avrebbe mai fatto. Mai avrebbe fatto preferenze, mai l'avrebbe ignorato. Un groppo le occluse la gola mentre mostrava a Samael la foto del parto: lui, un sorriso raggiante da orecchio a orecchio, che stringeva fra le braccia due bambini addormentati belli rossi. "Q-questa l'ha scattata Invidia... il giorno in cui io e mio fratello siamo nati" disse con un po' di fatica, carezzando dolcemente il profilo del padre sorridente, quello che lei ricordava, quello che amava con tutta sè stessa. Senza che se ne fosse accorta grosse lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance. Neppure nei suoi incubi peggiori aveva mai immaginato una situazione simile ed ora era costretta ad affrontarla. Sua madre e lo zio erano andati in cucina, Alien era fuggito da una scena troppo difficile da sopportare e John teneva sotto il tiro della Colt suo padre. "Lili, stai piangendo" riportò lo sguardo su Samael, sorpresa. Per un momento, un solo breve istante, aveva rivisto l'uomo che aveva sempre conosciuto e il groppo alla gola si era fatto più pesante. Papà è lì... da qualche parte... si disse asciugandosi con la manica le stille ribelli. "N-non è n-niente" poche faticose parole che le uscirono pesanti dalla bocca. Persino respirare adesso le faceva male. Girò ancora una volta pagina e mostrò a Samael le facce sorridenti di lei ed Alien da bambini: le prime feste di compleanno, i regali di Natale, i Carnevali in piazza, le piccole gite di un giorno, suo fratello in braccio alla madre e lei sulle spalle del papà, aggrappata ai suoi capelli comandandolo come si suol fare coi pony... un sorriso amaro le increspò le labbra mentre il cellulare vibrava nella sua tasca. "Continua tu... io credo di aver bisogno di una boccata d'aria" e una sigaretta... Se ne andò in cucina, bussando prima di entrare. "Mamma, io esco... credo di averne bisogno... papà... l-lui sta guardando le foto e nonno lo tiene d'occhio" guardò la madre e si sentì morire. Doveva essere forte, lo doveva a tutti, non poteva permettersi di crollare in quella casa... non poteva... sorrise un po' tirata andando ad abbracciare Dean. Lo strinse forte posandogli un bacio su una guancia. "Recupererà la memoria, mamma... andrà tutto bene. Te lo prometto" gli assicurò sorridendo ancora, poi recuperò la propria giacca e uscì. Una volta fuori si accasciò contro la porta d'ingresso appoggiandosi la testa sulle ginocchia chiuse. Non era davvero sicura che le cose potessero andare per il verso giusto e soprattutto non aveva idea di cosa potesse fare lei per obbligarle a seguirlo. Si frugò nelle tasche estraendo il cellulare che poco prima aveva vibrato. C'era un messaggio di Alien. Lo aprì col cuore che le batteva a mille. Ormai se ne era andato da un bel pezzo. Il messaggio però non era suo.

CITAZIONE
-Winchester sono Thompson. Tuo fratello Alien è a casa mia, non sta molto bene, ve lo rimando domani mattina perchè adesso sta dormendo e non mi sembra la cosa migliore svegliarlo. Non vi preuccupate a parte un pò di depressione sta benissimo, avverti tua madre.-

Senza pensarci digitò poche semplici righe ed inviò il messaggio, un secondo dopo ne inviò un secondo.

-L'indirizzo, Thompson-
-Per favore-

Si tirò in piedi bussando delicatamente alla finestra della cucina, attirando l'attenzione di suo zio Invidia, ancora in compagnia di sua madre. "Ho trovato Alien, è da un mio compagno di scuola e si è addormentato. Vado anche io, penso torneremo domattina. Quì ce la fate da soli?" domandò sperando vivamente di ricevere il permesso di andarsene solo per la notte. Il vizio capitale gettò un'occhiata a Dean poi annuì. "Resto io con tuo padre, stanotte. Avvertirò anche Kevin in modo che possa stare con tua madre. Andate pure ragazzi, immagino sia difficile anche per voi" In pochi l'avrebbero giudicato tanto sensibile, ma da quando era entrato -con dispiacere di Dean- a far parte della famiglia Winchester non c'era nulla che contasse di più per lui. La nipote gli baciò una guancia, poi imboccò il vialetto di uscita, riprendendo la strada che aveva visto fare a Thompson qualche giorno prima fuori da scuola. Fece soli pochi passi però dal momento che una voce sconosciuta cominciò a bisbigliare per attirare la sua attenzione.


B184
Non aveva mai visto scattare tanto la fichetta mestruata, ma del resto anche lui aveva i sensi all'erta. Samael in quel momento era un pericolo per i ragazzi e come tale andava trattato. Non oppose resistenza quando Alien se ne andò. Era d'accordo con Dean: distrarsi gli avrebbe fatto bene. Il principe dell'inferno, com'era prevedibile, non se ne accorse nemmeno. La situazione era insopportabile. John sembrava soltanto aspettare il momento in cui la nipote si fosse allontanata per fargli saltare il cervello. Sospirò prendendo Dean per una spalla, conducendolo in cucina dove lo fece sedere. Si chiedeva come facesse a mantenersi tanto impassibile, al posto suo probabilmente avrebbe dato i numeri più del solito. Gli voltò le spalle giusto il tempo per preparare la caffettiera che il cacciatore crollò come si era aspettato facesse diversi minuti fa.

CITAZIONE
"Sono un coglione, sono un maledetto coglione! che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?"

Smollò sul ripiano qualsiasi cosa stesse facendo e gli posò entrambe le mani sulle spalle. "Guardami, Dean. Guardami, ho detto! Non è colpa tua, ok? Ha insultato i tuoi figli, era normale che reagissi. Persino lei lo sapeva e l'ha fatto apposta. Ha giocato sulle tue debolezze per toglierti quanto ami di più al mondo. Dean, lei ti odia! Tu le hai rubato il figlio! Le hai portato via il primogenito perfetto, colui che era destinato a governare l'inferno e tutti si aspettavano lo facesse. L'hai visto! Non ha alcun rispetto neppure per le creature che lui stesso ha contribuito a mettere al mondo! Quello è il figlio di cui Lilith è orgogliosa, non l'irreprensibile costruttore edile che ti ama e ti seguirebbe in capo al mondo!" Avrebbe continuato, ma in quel momento entrò Lili annunciando che sarebbe uscita e lui si spostò dandole modo di salutare la madre. Mise su il caffè, poi riportò lo sguardo su Dean. "Scusa per come ho reagito prima, penso ci sia qualcosa che tu debba sapere comunque" disse sospirando. Non aveva ancora avuto modo di riferirgli del suo incontro con Lilith e quello era se non il momento adatto, quello più propizio. Dubitava potessero esistere "momenti opportuni" in quella situazione. "Ho parlato con tua suocera. Ovviamente è stata lei a privarlo della memoria, ma non è questo il punto. Non è ancora intenzionata ad annulare il suo arteficio e non mi ha dato indizi su come farlo, però so una cosa: dobbiamo impedirgli di nutrirsi di sangue umano. Se ingerirà anche solo una goccia del liquido scarlatto non ci sarà più niente da fare, la sua memoria svanirà per sempre come se non fosse mai esistita, ora è solo sotto chiave, chiusa da un potente lucchetto di Lilith. La mia speranza è che possa recuperare la memoria, se aiutato da te e dai ragazzi. So che può essere difficile, Dean, ma è il solo tentativo che possiamo fare. Io domani tornerò all'inferno per cercare di scoprire qualcosa di più, ma non prometto grandi risultati. Ce la possiamo fare, ok? Dobbiamo solo impedirgli di nutrirsi, è chiaro?" Gli aveva detto tutto, tranne che Samael aveva già cercato di cibarsi, ma che era riuscito a fermarlo. Non c'era bisogno che lo sapesse. Spense il fuoco e versò il caffè nelle tazze, ma Lili li interruppe di nuovo avvertendoli di aver trovato Alien. Le accordò il permesso di restare fuori poi riferì tutto a Dean. Secondo lui era meglio che stessero lontani almeno quella notte, la notizia non era certamente facile da digerire e finchè non avessero avuto le cose abbastanza sotto controllo sarebbe stato più sicuro avere i ragazzi lontani.


Era stato un secondo. Un attimo prima la situazione era tranquilla, un attimo dopo il padroncino schizzava fuori di casa e lui dalla finestra. Aveva avuto giusto il tempo di riabbottonarsi la camicia prima di uscire all'inseguimento del piccolo Winchester. Alien era andato a rifugiarsi in un giardino non distante da casa, ma prima che potesse raggiungerlo e parlargli un altro ragazzo era sbucato fuori dagli alberi e l'aveva fatto al posto suo. Da come parlavano sembravano conoscersi e non percepiva brutte intenzioni nel giovane a lui sconosciuto. Annusò ancora l'aria per assicurarsene e captò un odore strano che aveva sentito solo una volta nella sua vita, molto tempo prima: angelo. Quel ragazzo doveva avere legami con uno di loro dal momento che il profumo era flebile, ma non c'erano comunque dubbi: era lui ad emanarlo non i suoi vestiti. Lo sconosciuto convinse Alien a seguirlo a casa sua e lo stesso fece lui. Vegliò su di loro dall'alto, memorizzando la strada che stavano percorrendo. Se ne andò soltanto quando vide che il padroncino stava bene e non correva pericoli, addormentato com'era sul divano del salotto. Sospirò tornando verso casa dei Winchester, c'era solo una persona che poteva avvertire...


Emma79
Si era voltata in direzione dei bisbiglii e rimase ben sorpresa nel riconoscere Raymond, nascosto fra i cespugli. "Che ci fai tu qui? Dovresti essere in camera di Alien!" sibilò osservandolo nervosa. "Sono uscito quando lui se ne è andato, ma non è questo il punto. È a casa di un ragazzo della scuola, so la strada vieni" Lili annuì seguendolo fino a casa di Thompson. Non aveva mai pensato che sarebbe entrata lì dentro, con Nathan non aveva un buon rapporto e solo pochi giorni prima aveva insultato inconsapevolmente sua madre e c'era voluto l'intervento del professor Collins per permetterle di scusarsi a dovere senza finire uccisa. Sospirò voltandosi verso Raymond. "Tu che farai?" chiese consapevole di ritardare il momento in cui avrebbe suonato il campanello e sarebbe entrata. "Starò sul tetto fino a domattina. Ora entra" la incitò il vampiro con un sorriso. Spiccò un balzo un secondo dopo e sparì dietro al comignolo, proprio come aveva predetto. La ragazza sospirò suonando il citofono.

Edited by »Donnie - 3/1/2012, 21:21
 
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Si era fermato ad osservare il piccolo Winchester dormire, quel ragazzo era dolcissimo, tenero e fragile, terribilmente fragile. aveva percepito il vampiro seguirlo, non era una cosa che lo preuccupasse più di tanto, non aveva cattive intenzioni, voleva solo che il ragazzino stesse tranquillo. Sua sorella era una stronza ma con lui aveva ben poco da spartire.
Quando si era addormentato lo aveva portato a letto, coprendolo ed aveva mandato il messaggio alla sorella, inviandogli successivamente l'indirizzo, tornando a sedersi sul divano, sistemandosi.
Peccato che dopo poco vide sbucare il visetto di Alien dalla stanza, sembrava sconvolto.
"Tutto bene?"
l'altro scosse la testa avvicinandosi a lui, arrossendo appena.
"ti dà fastidio se sto qua?"
La sua voce lo aveva fatto sorridere, invitandolo con un gesto a sedersi vicino a lui, accendendo la televisione su un vecchio film horror, uno tratto dai racconti di Poe, permettendogli anche di avvicinarsi di più, rannicchiato in quel modo vicino a lui sembrava un bambino spaventato. Lo osservò sospirando subito dopo, scompigliandogli i capelli vedendolo tirare su il viso incuriosito.
"Lili dice che sei uno stronzo..."
Nate sorrise alzando le spalle.
"Vero. Sono una testa di cazzo ma dipende da come mi prende la giornata, tua sorella poi è di parte, ultimamente ho cercato di spaccarle la faccia."
Confessò sorridendo divertito quando l'altro lo fissò sconvolto quasi.
"perchè?"
"Ha insultato mia madre. Vedi... mia madre non sta bene di testa, è in casa di cura, mio padre è un figlio di puttana che l'ha usata e poi se ne è andato a fanculo. Quando ha dato alla bocca come è solita fare per un argomento che non doveva nemmeno sfiorare ho cercato di farle veramente male."
Gli occhi di Alien erano sgranati ma poi riflettè... sua sorella avrebbe fatto meglio a stare zitta qualche volta.
"le hai detto dove ero, vero?"
Nate annuì di nuovo, vedendolo rabbuiarsi. Alien stava male e probabilmente sua sorella era l'ultima persona che volesse vedere. Quando suonarono lo vide sobbalzare mentre si alzava, facendogli segno di stare seduto. Ali sospirò, prima di avvertire un movimento fuori. probabilmente sapeva chi era, uscì dalla finestra, usando la scala antincendio non era difficile salire sul tetto, individuando immediatamente Raymond. Fece leva sulle braccia evitando di guardare in basso, il suo unico problema erano le altezze.
"Raymond..."
lo chiamò titubante, non era sicuro fosse proprio lui, poteva sperarlo e comunque era freddo lì, soprattutto visto che era senza scarpe e senza giubotto. Si avvicinò leggermente, si... era lui...
"Cosa ci fai qua?"
Aveva gli occhi gonfi ed era stanco, avrebbe voluto scomparire. Si aggrappò al comignolo facendo un paio di passi per poi aggrapparsi al vampiro.
"Non dovresti essere a casa?"
lo fissò incuriosito, rabbrividendo appena.

Era sceso quando aveva sentito il campanello, trovandosi davanti MaryLi. la salutò con un gesto della testa prima di farle segno di sedersi sui gradini, accompagnandola con un braccio sulle spalle.
"Non ti chiederò che cosa è successo, sono affari vostri ma mi sembra giusto farti sapere che tuo fratello è molto scosso. So solo quello che mi ha detto lui, quindi di tuo padre che ha preferito te al suo posto, Alien mi sembra molto toccato da tutto questo ed immagino che anche tu stia male ma... Winchester io direi di fumarci una sigaretta e si stare qua un attimo, si è svegliato e sa che sei qua, pe cui diamogli il tempo si ripigliarsi."
consigliò porgendole il pacchetto di paglie.
la osservò ancora un momento, studiandole gli occhi gonfi ed il viso contratto. Accidenti! Stavano proprio di merda!
"Non è colpa tua..."
Non sapeva perchè le stesse dicendo una cosa simile dato che in condizioni diverse avrebbe detto proprio il contrario ma ehi! Faceva lo stesso, no?

Aveva annuito alla figlia, anche se si era stupito del modo di fare di Invidia. Quando meno si aspettava quel demone si dimostrava un appiglio sicuro. Si alzò quando ebbe finito di parlare, avvicinandosi a lui e squadrandolo con gli occhi pieni di tristezza, allungandosi ad abbracciarlo forte.
"So che non te lo dirò mai più ma ti prego... non lasciarmi ora perchè da solo non ce la posso fare."
Sussurrò prima di staccarsi, tornando in salotto.
Osservò Jhon che scrutava con odio Samael, suo padre non sopportava vedere ferire Alien, sapeva che un altro sbaglio del genere sarebbe costata la vita a suo marito.
Sospirò sedendosi sul divano ed osservando la foto che stava guardando, sorrise riconoscendo quel carnevale.
"Qui i ragazzi avevano tre anni, sai... in quel periodo Alien sembrava non poterti soffrire, stava sempre appiccicato a me e tu ne soffrivi tanto. Comunque stavamo girando quando ad un certo punto ci siamo accorti che era sparito, dovevi vedere la tua faccia! Lo abbiamo cercato ovunque ma quando lo abbiamo finalmente trovato tu lo hai preso in braccio prima che potesse arrivare da me."
Gli prese l'album lentamente, senza scatti, sfilando la foto dal suo posto, scoprendone un altra in cui suo figlio stringeva suo padre stretto al collo.
"non so perchè non ve l'ho mai fatta vedere a nessuno dei due, so solo che questa è una di quelle che preferisco. Ti chiedo solo un favore, probabilmente non me lo farai, se devi insultare qualcuno insulta me, non Alien. Tu non te lo ricordi ma quel ragazzo ti adora, sei suo padre, io posso sopportare quello che vuoi, lui no."
Rialzò gli occhi nei suoi, studiandolo. nonostante tutto aveva imparato ad amare Samael in ogni versione, ogni momento, ogni sfacettatura del suo carattere spigoloso, si sarebbe adeguato anche a quello.
Doveva solo sopportare, sopportare e basta.
Ingoiò a vuoto, riabbassando lo sguardo sulle foto, voltando pagina dopo avere rimesso a posto la foto. ogni immagine lì conservata faceva male, tanto male, ogni istante passato con lui che non sarebbe mai tornata continuando in quel modo, per colpa sua.
Indicò un altra foto dove Sam dormiva con i ragazzi.
"Avevano sei anni e tu continuavi a prenderli sul letto ogni qual volta che facevano un pò di capricci, hai smesso di portarli a letto con noi verso i dieci. Sei un padre apprensivo e chioccia, uno starnuto e secondo te dovevamo infilarci in macchina e portarli al pronto soccorso, anche adesso a dire la verità... no... ho sbagliato. Fino a ieri, oggi sei di nuovo il principe dell'inferno, non mio marito. Fino a quando ti ricordi? La stanza della bambina o quello dell'albergo?"
domandò sorridendo. Stava male ma non voleva darglielo vedere.
 
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»Donnie
view post Posted on 3/1/2012, 22:42




Si era appena nascosto sul tetto quando un musetto familiare fece capolino dalla scala antincendio. "Signorino!" esclamò vedendolo avanzare incerto verso di lui. Con un solo movimento gli fu davanti e lo aiutò a sedersi sulle tegole, la testa del ragazzo contro il proprio petto. "Fa freddo qui sopra! Dovresti stare al caldo, aspetta lascia che ci pensi io" disse circondandogli il corpicino con le braccia ordinando al calore di avvolgere il giovane. Lui non ne emanava di proprio, ma le sue potenzialità lo rendevano in grado di crearne per riscaldare altri, dopotutto le temperature atmosferiche non erano qualcosa di cui avrebbe mai dovuto preoccuparsi. "Va meglio?" domandò dopo qualche minuto. La sfera di calore che aveva creato avvolgeva interamente il suo padroncino e sperava che l'avesse regolata abbastanza bene, non voleva che soffrisse di un eventuale sbalzo termico. "Mi dispiace aver disobbedito, ma appena sei uscito ti ho seguito" confessò ricordandosi solo in quel momento di un particolare che prima era passato in secondo piano. "Sono stato anche al parco, ma prima che potessi avvicinarti l'ha fatto quest'altro ragazzo" continuò indicando col mento sotto di loro, dove Nathan fumava in compagnia di MaryLi. Si era frugato in tasca, nel frattempo, ed aveva estratto un ciondolino rosso a forma di goccia. "Ti sei tolto questo... e mi sono permesso di raccoglierlo, ma se non vuoi posso distruggerlo" disse posandogli il braccialetto in una mano. Non credeva potesse essere possibile, ma si era come sentito rifiutato quando Alien l'aveva gettato via e stupidamente se l'era ripreso, infilandolo in tasca... tuttavia, nemmeno lui ne capiva il perchè... Il padroncino era stretto fra le sue braccia e avrebbe voluto fargli molte domande su ciò che aveva udito, pur non comprendendolo. La presenza che aveva colto al piano di sotto doveva essere il padre del ragazzo, ma non era come il piccolo l'aveva descritto e tutto ciò lo confondeva. Nonostante, fosse forte il desiderio di saperne di più, percepiva la difficoltà del giovane a parlarne perciò cambiò argomento indicando ancora una volta i due ai loro piedi. "Lui è il ragazzo di tua sorella?" domandò vedendo come lei era scoppiata con la testa contro la sua spalla. La conosceva da poco, ma gli aveva dato subito l'impressione di una ragazza forte seppure con le sue debolezze e, a quanto pareva, il matrimonio dei suoi genitori era una di queste. Era strano, però... aveva sentito nei due sentimenti ed odori contrastanti... era come se non si potessero vedere eppure avessero bisogno della presenza dell'uno e dell'altra... era bizzarro... non capiva davvero che cosa li legasse perciò lo chiese al suo dolce signorino... sempre meglio che fargli domande sulla sua attuale situazione familiare, comunque!


Emma79
Thompson le aveva aperto la porta senza una parola. Un gesto secco del capo le fece capire che voleva si sedesse sui gradini del porticato. Obbedì senza discutere. In un altro momento avrebbe fatto delle battute sulla sua scarsa capacità di parola, ma da quando suo padre era rientrato in casa dimostrando di non essere davvero il suo papà, il sarcasmo le si era congelato nelle vene assieme al sangue. Non disse niente neppure quando Nathan le appoggiò un braccio sulle spalle, semplicemente lo lasciò fare e si limitò ad allungare una mano per prendere una sigaretta che accese dopo diversi tentativi. Il fumo nei polmoni non la rilassava come al solito. Non c'era più niente di benefico nell'aspirare, nel sentirsi invadere dalla merda anche dentro. No. Ora si sentiva soltanto sprofondare nello schifo, nel dolore, nello sterco e provava una sorta di malato piacere nel sentire il fumo bruciarle la gola e i polmoni, rovinare qualsiasi cosa al suo passaggio così come aveva fatto sua nonna quel pomeriggio. Le lacrime tornarono a pungerle gli occhi e soltanto quando il ragazzo parlò di nuovo riuscirono a liberarsi di ogni ostacolo, riversandosi finalmente sulle gote rosse per lo sforzo di controllarsi e il freddo.

CITAZIONE
"Non è colpa tua..."

La testa le cadde di lato, finendo sulla spalla di Nathan. Le mani corsero forti alle proprie ginocchie, si strinsero attorno ai jeans e alla carne delle cosce, facendole male, ferendola... ma era niente paragonato al dolore che provava all'altezza del petto, quel nodo che si stringeva sempre di più e minacciava di lasciarla senza fiato. Singhiozzò a lungo addosso al ragazzo che più odiava al mondo, lo stesso da cui aveva cercato con fatica di farsi perdonare per una frase infelice. Tirò più volte su col naso, ricercando un controllo che sembrava essere fluito via da lei attraverso tutte le lacrime che aveva perso in poco tempo. "M-mi dispiace, Thompson. M-mi d-dispiace per tutto quello che ho detto... non avrei m-mai dovuto, s-sono stata proprio una s-stronza..." per quanto ci provasse non riusciva a smettere di piangere, continuava ad aggrapparsi con rabbia ai propri pantaloni e si sforzava di tirar fuori le parole che voleva dire all'altro. Sapeva di essersi già scusata con lui, di averle tentate tutte per chiedergli perdono nella maniera giusta, ma in quel momento si sentiva doppiamente merda. Aveva insultato qualcosa che per lei valeva quanto il deposito di paperon de paperoni: la famiglia. Senza alcun riguardo per niente e nessuno aveva fatto parlare la ragazzina viziata ed arrogante che le dimorava dentro e aveva ferito Nathan lì dove anche lei era più sensibile. Quella era la giusta punizione per il suo essere stata tanto meschina, in un certo senso se lo meritava, ma lo stesso non si poteva dire di sua madre, di suo fratello e persino di suo padre.... "T-thompson... possiamo restare qui questa notte?" domandò rialzando gli occhi alluvionati su di lui. Non sapeva neppure che cosa la spingesse a tanto, sapeva solo che a casa non avrebbe retto... non subito almeno e suo fratello era stato tanto in gamba da trovare ospitalità nella tana del lupo, tanto valeva approfittarne no? "Se disturbiamo o siamo d'intralcio ce ne andremo, comunque... i-io... f-forse ho sbagliato a chiedertelo..." singhiozzò ancora abbassando lo sguardo. Cosa stava facendo? Lei non era così... eppure in quel momento non aveva la forza di fare altro e il petto di Thompson era comodo e... sicuro... come un fortino segreto da bambini, un luogo al riparo dallo schifoso mondo dei grandi...


B184
CITAZIONE
"So che non te lo dirò mai più ma ti prego... non lasciarmi ora perchè da solo non ce la posso fare."

Nonostante l'abbraccio di Dean lo stupì, si ritrovò a condividerlo e a sorriderne persino. "Ammettilo che nonostante tutto ti sono indispensabile!" scherzò sperando di poterlo tirare un po' su. Nessuno si sarebbe lasciato andare a battute in un momento simile, ma lui era Invidia e se c'era qualcuno in grado di farlo era proprio lui. Gli scompigliò i capelli e gli mise in mano una tazza di caffè. "Bevila, non sarà molto ma è meglio di niente" comandò lasciando poi che se ne andasse in salotto. C'era John di là, ma questo comunque non gli impedì di tenere sotto controllo la situazione da uno spiraglio nella porta chiusa. Prese il cellulare e compose il numero che ormai conosceva a memoria da sedici anni. "Kevin? Sono io... ascolta sono dai Winchester, è successo un casino. Dean e Lilith hanno litigato, ora Samael è tornato il demone che era e l'altro è a pezzi. Puoi venire qui per favore?" chiuse la comunicazione poco dopo, si sedette sul davanzale della finestra e recuperò dalla tasca del giubbotto un pacchetto di sigarette sgualcite. Aveva detto al proprio uomo di aver smesso, in realtà era un vizio che una volta ogni tanto si concedeva ancora e in quel momento non poteva davvero farne a meno.


demonsam4
Da quando la ragazza, MaryLi, se ne era andata aveva continuato a sfogliare l'album in silenzio. Rimaneva concentrato interi minuti su alcune foto, neanche avrebbe saputo dire perchè. Si ritrovava rapito a fissarle, ma nulla di sostanziale cambiava a lui. A volte, alcune foto facevano scintillare i suoi occhi e la sua bocca si contraeva in un sorriso, ma era questione di un attimo. Solo per un momento sentiva battersi in petto qualcosa di strano, era come una luce che si accendeva e lo riempieva di emozioni mai conosciute prima, ma che suonavano familiari: amore, dolcezza, affetto, apprensione,... Sentimenti di cui aveva sempre sentito parlare, ma che non era sicuro avrebbe mai potuto provare... non direttamente almeno... eppure una sola istantanea era capace di causargli tutto quello... come la foto di quel carro colorato che due bambini fissavano meravigliati.

CITAZIONE
"Qui i ragazzi avevano tre anni, sai... in quel periodo Alien sembrava non poterti soffrire, stava sempre appiccicato a me e tu ne soffrivi tanto. Comunque stavamo girando quando ad un certo punto ci siamo accorti che era sparito, dovevi vedere la tua faccia! Lo abbiamo cercato ovunque ma quando lo abbiamo finalmente trovato tu lo hai preso in braccio prima che potesse arrivare da me."

Si voltò verso Dean quando si sedette. Sembrava sapere di quello che parlava e lui non se la sentiva più di dargli torto. L'odore che aveva sentito provenire da entrambi i ragazzi era stata una bella conferma, dopotutto e poi c'erano le foto e quelle strane sensazioni che erano capaci di scatenare in lui. Sorrise stirato, non un ghigno, ma neppure il solito sorriso a cui tutti erano abituati... una sorta di meno inquietante via di mezzo. Il cacciatore però lo ammutolì prima che potesse dire qualsiasi cosa. Gli prese delicatamente l'album dalle mani ed estrasse una foto che era sicuro di non aver mai visto prima, non gli dava lo stesso formicolio delle altre... quella era nuova anche per il cassetto chiuso della sua memoria.

CITAZIONE
"non so perchè non ve l'ho mai fatta vedere a nessuno dei due, so solo che questa è una di quelle che preferisco. Ti chiedo solo un favore, probabilmente non me lo farai, se devi insultare qualcuno insulta me, non Alien. Tu non te lo ricordi ma quel ragazzo ti adora, sei suo padre, io posso sopportare quello che vuoi, lui no."

Una delle preferite di Dean... un'inedita per sè e il figlio... spinto da una forza sconosciuta allungò una mano e ne sfiorò i contorni... la vista di quell'immagine gli aveva riempito il cuore di tenerezza, era come se si sentisse strabordare e si meravigliava di non averne la nausea. "Non lo insulterò più" disse dopo un minuto di silenzio. Non aveva dovuto pensarci, gli era venuto naturale il tempo di mutismo gli era servito per capire da dove nascesse quel pensiero. "Non insulterò più nessuno... nè te nè lui... ma non farti illusioni, però... per me rappresenti ancora nessuno" il tono con cui lo disse risultò più affranto del previsto, avrebbe voluto esser duro ed inflessibile, invece quell'affermazione era risuonata come un messaggio di scuse "perdonami per non esserci, per non ricordarmi niente, per starmi comportando come il peggior figlio di puttana esistente, ma ti prego credi in me, credi in noi ancora una volta" parole che si era formate nella sua mente senza che lui potesse impedirlo. Si era limitato a tenerle bloccate lì, sostituendole con altre che però avevano mantenuto la loro tonalità implorante e amara. Patetico, dopotutto. Dean l'aveva fissato per qualche minuto, come se potesse esser capace di leggergli dentro e a fatica Samael aveva retto il suo sguardo... Poco dopo il cacciatore indicò un'altra foto: era lui che dormiva coi bambini, li stringeva entrambi accanto a sè e il suo volto era sereno... non si era mai visto così...

CITAZIONE
"Avevano sei anni e tu continuavi a prenderli sul letto ogni qual volta che facevano un pò di capricci, hai smesso di portarli a letto con noi verso i dieci. Sei un padre apprensivo e chioccia, uno starnuto e secondo te dovevamo infilarci in macchina e portarli al pronto soccorso, anche adesso a dire la verità... no... ho sbagliato. Fino a ieri, oggi sei di nuovo il principe dell'inferno, non mio marito. Fino a quando ti ricordi? La stanza della bambina o quello dell'albergo?"

Aveva ragione. Lui era il principe dell'inferno e quel giorno lo era più di quanto mai si fosse sentito in quel ruolo. Sospirò cercando di riportare l'ultima sua memoria alla mente. "Ricordo una camera d'albergo... tu sotto di me che mi implori di prenderti con maggiore forza... ricordo parole pesanti, sfottò continui ed un piacere dilagante... una delle scopate migliori della mia vita! Però il tuo volto è sfocato, non definito... è come se fosse un ricordo vecchio di secoli... oppure... è come se tu non sia importante in tutto ciò...." confessò mentre il proprio sguardo si faceva vuoto. Il senso di colpa per quelle parole lo stava infettando come un veleno... ma perchè? Cos'era che non ricordava? Cos'aveva rimosso della sua vita? Quella vera che tutti sembravano conoscere e di cui lui non rimembrava neppure un frammento... eppure sembrava così felice in quelle foto... cos'era andato perduto....? "Dean... cos'è successo? Perchè sei come un estraneo per me?" domandò senza avere però la forza di rialzare lo sguardo su di lui ed affrontarlo come il principe dell'inferno che era sempre stato avrebbe fatto senza remore.
 
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view post Posted on 4/1/2012, 00:11
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Il vampiro era corso subito ad abbracciarlo, porgendogli di nuovo il bracialetto. Arrossì appena prendendolo.
"no... lo voglio io, ero solo... arrabbiato."
Sussurrò sentendo il calore avvolgerlo
Girò il viso in modo che posasse sul suo petto, portandosi una mano sul viso e scoppiando ancora a piangere, non ce la faceva, non riusciva a smettere ora che era di nuovo sveglio.
"No... non è fidanzata lei."
Confessò singhiozzando ed arpionandosi con le mani alla sua camicia, stringendola fra le dita. Che cosa stava succedendo? Il suo mondo era andato a puttane, suo padre non ricordava nulla, sua madre era a pezzi, sua sorella anche e lui... lui era fuggito ed aveva fatto anche male a Raymond buttando quel braccialetto che ora stringeva in una mano insieme alla camicia del vampiro.
"Papà... papà non ricorda più nulla di noi, Lilith gli ha cancellato la memoria. Io... io sono scappato via dopo che ha voluto Lili vicina, non mi ha nemmeno guardato, non ha fatto che insultarmi perchè ha sentito il tuo odore. Io non dovevo nemmeno nascere! Non sono giusto, non ho poteri, non faccio nulla, non sono nemmeno capace di gestire una simile situazione."
Singhiozzò spingendosi maggiormente contro Raymond, si sentiva a pezzi, tanto a pezzi. Voleva solo il suo papà, quello che lo accarezzava con dolcezza, quello che non gli faceva pesare mai nulla ma che si preuccupava sempre per lui, quello che guardava la mamma come se fosse la cosa più bella dell'intero universo anche dopo una litigata.
"è stata colpa mia, hanno litigato per me, sono io che sono sbagliato, sono io."
Si rannicchiò nascondendo il viso, cercando di smettere di piangere, non riusciva proprio a smettere a calmarsi, riusciva solo a singhiozzare e a lasciare uscire un pò di quel dolore assurdo che gli stringeva al petto.

Era rimasto quasi pietrificato quando era scoppiata in lacrime, stringendola forte a se dopo un attimo, accarezzandole i capelli, giocandoci lentamente.
"Va tutto bene Winchester, non è successo nulla, è acqua passata, io sto bene."
Le sussurrò andando a posare la mano libera sulla sua, fermandola dal farsi male, stringendola nella sua ed accarezzandole la pelle lentamente.
Le alzò il viso asciugandole le lacrime, sorridendole appena.
"Potete dormire qua, non ci sono problemi, il posto c'è."
Mormorò alzandosi e prendendola in braccio, non sapeva il perchè ma gli veniva naturale prendersene cura in quel momento, probabilmente il giorno dopo sarebbe tornato tutto come al solito, lei la solita stronzetta e lui il solito bastardo di merda, ma quella sera non c'era il motivo di comportarsi in quella maniera.
"Non iniziare a strepitare adesso, voglio solo portarti in casa in questa maniera, non farti idee strane però."
Scherzò appena portandola su. Alien non c'era ma la finestra era aperta, probabilmente era sul tetto visto che fuori non l'aveva visto, dal vampiro, per cui lo conosceva e non c'era da avere paura, poteva concentrarsi sulla sorella.
La posò sul divano coprendola con una coperta, passandole una tazza di caffè ancora calda grazie al termos.
"Bevilo, è ancora caldo. Cos'è successo Winchester?"
Sperava avesse capito che con lui poteva parlarne, non sopportava vedere la gente in quello stato e lei in maniera speciale.

Kevin non aveva creduto alle sue orecchie ma sembrava che per una volta il suo ragazzo non scherzasse, non ci poteva credere.
Quando arrivò a casa Winchester percepì immediatamente a sentire qualcosa, qualcosa di maligno ma che aveva percepito così tante volte che non ci aveva mai dato credito, era Samael.
Si morse un labbro avvicinandosi alla finestra della cucina, osservando il suo uomo fumare, questa volta non si sentiva in dovere di rimproverarlo, per fortuna la finestra era aperta, si posò sul davanzale, facendo leva sulle braccia per issarsi, voltando il viso di Invidia verso di se, togliendogli la sigaretta dalle labbra per baciarlo.
TUtto in lui irradiava agitazione, baciarlo era il modo migliore per tranquillizzarlo un poco, lo conosceva ormai.
"Mi spiegheresti meglio che è successo?"
Domandò staccandosi e posando la fronte sulle sua, osservandolo negli occhi.

Sorrise a quelle parole, annuendo. Lo sapeva anche lui che non era nessuno per suo marito al momento, lo amava però e la sua voce aveva un che di implorante.
"Grazie Samael, l'importante è che tu non insulti lui, Alien non se lo merita."
Mormorò guardando le foto, annuendo al suo ricordo.
A quella domanda però sentì gli occhi inumidirsi, portandosi una mano a coprirseli, non voleva che lo vedesse piangere, non voleva mostrargli quanto soffrisse, non in quel momento.
"è successo che sono un cretino, che non so tenere a freno la lingua."
Iniziò a spiegare percependo i passi di suo padre allontanarsi dalla sala, ora che c'era lui aveva pensato bene di lasciarli un attimo da soli.
spostò la mano sorridendogli e voltandosi verso di lui.
"Vedi.. Lilith non è mai stata felice che io e te ci fossimo sposati, mi odia ed io odio lei. Questo pomeriggio era qua, come al solito battibeccavamo ma poi... Bhe, vedi Alien è tuo figlio ma a parte la tua immortalità non sembra avere ereditato nulla, al contrario Lili padroneggia il fuoco e questo la fa diventare la cocchina di tua madre che considera suo fratello come mio figlio e non tuo, non perde occasione di lanciargli frecciatine, come ha fatto anche oggi. In questo periodo sono nervoso e non mi sono trattenuto, le ho detto che non faceva parte della famiglia e lei ha reagito in questo modo. Mi ha tolto quello che amo di più al mondo, te."
La voce si era incrinata mentre continuava a parlare, spiegandogli il motivo per cui lo aveva perso. Allungò una mano verso il suo viso fermandola all'improvviso, riportandola sulle proprie gambe, mordendosi il labbro.
"Scusa... ti sto confondendo, immagino che ti sembreranno stronzate però adesso, se ti dico che ti amo davvero e che mi dispiace di essere così stupido, che tu me lo avevi detto che dovevo ignorare tua madre e che mi farei uccidere da te non ti importerebbe per cui lascia perdere. Sta diventando tardi e sono un pò stanco... penso andrò a letto."
Sussurrò rialzandosi e sorridendogli appena.
 
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»Donnie
view post Posted on 4/1/2012, 01:42




Si era stretto Alien al petto, restituendogli quel braccialetto che sembrava apprezzare nonostante tutto. Sorrise legandoglielo nuovamente al polso. "Non devi scusarti..." disse soltanto. Il piccolo si nascose contro il suo petto subito dopo, cominciando a piangere e a ripetere concetti che per lui non avevano senso. Durante la sua lunga esistenza, molte volte era stato evocato per poter riportare alla vita figli morti prematuramente e ricordava ogni volto di padre sofferente che l'aveva maledetto quando aveva confessato la sua incapacità nel riportare nel mondo i defunti. Non poteva davvero credere che Samael non amasse entrambi i figli in maniera equa, gli era semplicemente impossibile. Continuò a coccolare il padroncino con dedizione, tenendolo stretto a sè sempre di più. Gli aveva domandato della sorella per farlo distrare, ma non gliene poteva importare di meno in quel momento. Il suo signorino stava piangendo come una fontana, insultandosi senza tregua.

CITAZIONE
"Papà... papà non ricorda più nulla di noi, Lilith gli ha cancellato la memoria. Io... io sono scappato via dopo che ha voluto Lili vicina, non mi ha nemmeno guardato, non ha fatto che insultarmi perchè ha sentito il tuo odore. Io non dovevo nemmeno nascere! Non sono giusto, non ho poteri, non faccio nulla, non sono nemmeno capace di gestire una simile situazione. è stata colpa mia, hanno litigato per me, sono io che sono sbagliato, sono io."

"Smettila, Alien" era la prima volta che lo chiamava per nome senza utilizzare appellativi. Aveva un bel suono, musicale ed in un certo modo dolce... lo trovava adatto a lui. "Tu mi hai detto che tuo padre prima era il perfetto principe dell'inferno, no? Tua nonna l'ha riportato a quel periodo. Quello non è tuo padre... per lui è come se non foste mai nati, come se fra lui e tua madre non fosse mai successo niente... è tornato a più di sedici anni fa. Non puoi fartene una colpa. Lilith ha reagito così in base alla sua scelta di vita, non certo alla tua presenza..." non li conosceva abbastanza bene per esserne tanto sicuro, ma ciò che aveva percepito dal dabasso, sensazioni e parole, lo rendevano certo di quanto stesse dicendo. "L'ho sentito dentro tua nonna... avrebbe fatto qualcosa di simile anche senza la tua nascita... avrebbe reagito allo stesso modo anche se tu fossi nato con dei poteri simili a quelli ereditati da tua sorella. È tua madre che non può soffrire. Si è accanita su di te perchè sei più umano di Lilith e sei il secondo non demone che le ha rubato il figlio... non capisce come possano due esseri che lei considera inferiori valere così tanto per Samael... tuo padre ti ama, anche se adesso non può dimostrarlo. Non credere che si sia affezionato a MaryLi, comunque... penso che si sia avvicinato a lei solo perchè il tuo solito odore è offuscato dal mio" durante tutto il suo monologo non aveva smesso un solo secondo di accarezzarlo, di fargli sentire la sua presenza e la sua vicinanza... voleva che stesse meglio, ma non aveva idea di come fare. Istintivamente gli posò un bacio fra i capelli, tornando poi a coccolarlo come stava facendo fino a un secondo prima. Dopo si sarebbe scusato per tanta impudenza, ma adesso voleva soltanto che il piccolo si calmasse.


Emma79
Si era lasciata stringere e accarezzare da lui senza opporre alcuna resistenza, perseguitando semplicemente a piangere e a ricercare maggiore contatto con lui. Per quanto fosse assurdo, in quel momento era il suo porto saldo, era l'unico a cui potesse aggrapparsi, con cui potesse sfogarsi lontano dalla famiglia e da suo fratello che non aveva certo bisogno delle sue crisi adesso! Non aveva la forza per sopportare tutto quello, ma l'avrebbe comunque trovata per il benessere di sua madre e di Alien... doveva essere tenace per tutti loro, ma se non fosse scoppiata presto non ce l'avrebbe certo fatta dopo. Solo per questo chiese a Thompson di restare da lui la notte. Quella richiesta andava ben oltre il suo buon senso, i suoi principi e la sua riluttanza a passare del tempo con quello stalliere di infima categoria. Non ribattè neppure quando se la caricò in braccio e l'avvisò di non fare scenate. Non avrebbe detto nulla date le circostanze. Si limitò a cercare un miglior appiglio, gettandogli le braccia al collo per mantenersi sollevata e rendergli più facile portarla in salotto, dove la fece stendere sul divano. L'aveva trasportata lì dentro manco fosse stata un gattino o un cuscino di piume, come se non pesasse nulla. Si vide porgere il caffè e lo guardò riconoscente nonostante le lacrime che le appannavano il viso. Tentò persino di sorridere, ma non era sicura di esserci riuscita al meglio. "Grazie" disse bevendo dalla tazza che l'altro le aveva offerto. La finì rapidamente poi l'appoggiò sul tavolino, fissando per mezzo secondo, ma senza vederlo davvero, il film horror alla televisione.

CITAZIONE
"Cos'è successo Winchester?"

Sospirò riportando l'attenzione su di lui. Non era sicura di poterglielo dire, ma se non l'avesse fatto sarebbe seriamente impazzita e poi aveva già da tempo il sospetto che lui fosse in una situazione simile alla sua. Date le sue capacità, umano non lo era sicuramente! Si mise seduta sul divano facendogli segno di sedersi. "Io non dovrei parlartene, però..." iniziò indecisa su come continuare, poi le venne un'idea. "Thompson... cosa sai di me e della mia famiglia?" gli domandò guardandolo dritto negli occhi. Probabilmente anche lui era a conoscenza della balla circa la sua adozione, perlomeno sarebbe stato un punto d'inizio da cui partire a raccontare...


B184
Samael era tornato indietro nel tempo, ai tempi di gloria del demone sanguinario che una volta era stato. Lilith faceva orecchie da mercante sulla faccenda. MaryLi e Alien erano scappati a cercar rifugio da un estraneo. John aveva ripreso in mano il fucile e l'aveva nuovamente puntato contro il genero. Dean moriva lentamente dentro, riducendosi fin troppo velocemente ad una crisalide svuotata. E lui? Lui fumava. Doveva trovare il modo di rimettere insieme i tasselli di quel grande casino e l'unico modo che gli era venuto in mente per farlo era stato affidarsi ad un vizio che il suo stesso uomo disapprovava. In quel momento, la sigaretta gli volò via dalle mani e due labbra che conosceva fin troppo bene si posarono sulle sue, svuotandogli la mente. Oh sì! Quel metodo era assolutamente più efficace del fumo! Temporeggiò un po' sulla bocca di Kevin prima di staccarsi, ritrovandosi poi a fissare gli occhi dell'uomo che amava.

CITAZIONE
"Mi spiegheresti meglio che è successo?"

Sorrise amaro, ma annuì. "Dean è incinto di nuovo" disse secco e diretto, consapevole di sconvolgere Kevin, ma anche di ottenere la sua più completa attenzione. "Lilith è venuta qui oggi, ha insultato Alien e data la sua condizione il cacciatore non è riuscito a tenere a freno la lingua e le ha detto che avrebbe voluto non facesse parte della famiglia e lei ha agito di conseguenza" asserì sospirando ancora. "Ha tolto la memoria degli ultimi sedici anni a Samael, riportandolo allo stato brado del principe degli inferi. Ha attaccato Dean quando siamo arrivati e ha minacciato di far colazione coi suoi stessi figli. Ora è di là con sua moglie, stanno guardando delle foto e la situazione è tranquilla... per quanto possa esserlo in una situazione del genere. I ragazzi sono da un amico. Samael ha preferito Lili ad Alien e lui è fuggito, poi la sorella l'ha raggiunto. Ah sì! Con loro se ne è andato anche un vampiro, penso stia con Alien ma nessuno nè sa niente. Lili ha detto che hanno avuto uno scontro a scuola, ma non ci credo molto perciò su questo ti chiedo di mantenere il riserbo finchè non ne saprò di più. Penso sia tutto..." Gli aveva detto tutto ciò che sapeva... almeno ne era convinto... ah no! Mancava ancora una cosa. "Oh! Dimenticavo! Sam dovrà stare a dieta per un po': basta carne, solo verdure! Se tocca un solo essere umano non ci sarà modo di riportarlo nella nostra epoca e alla sua figura di padre responsabile e gran lavoratore" aggiunse sorridendo sfinito. Avevano tutti decisamente bisogno d'aiuto.


demonsam4
Non ci capiva più niente. Si sentiva male non appena Dean gli si avvinava troppo e si accorgeva di quanto soffrisse di quella situazione. Avrebbe voluto stringerlo al petto, rassicurarlo, persino ammettere di amarlo, ma non era lui a farlo... era quel qualcuno che era stato e di cui non serbava memoria. Si sentiva così vuoto e pieno allo stesso tempo... non aveva idea di come comportarsi... forse chiedere al cacciatore qualcosa sul perchè si trovasse in quella situazione l'avrebbe aiutato a ricordare.

CITAZIONE
"è successo che sono un cretino, che non so tenere a freno la lingua. Vedi.. Lilith non è mai stata felice che io e te ci fossimo sposati, mi odia ed io odio lei. Questo pomeriggio era qua, come al solito battibeccavamo ma poi... Bhe, vedi Alien è tuo figlio ma a parte la tua immortalità non sembra avere ereditato nulla, al contrario Lili padroneggia il fuoco e questo la fa diventare la cocchina di tua madre che considera suo fratello come mio figlio e non tuo, non perde occasione di lanciargli frecciatine, come ha fatto anche oggi. In questo periodo sono nervoso e non mi sono trattenuto, le ho detto che non faceva parte della famiglia e lei ha reagito in questo modo. Mi ha tolto quello che amo di più al mondo, te."

Macchè! Era servito soltanto a far star peggio l'altro! Quando Dean aveva allungato una mano per toccarlo aveva aspettato di sentirsi sfiorare da lui, ma non c'era stato nulla ed ora si sentiva quasi deluso... avrebbe voluto sentire quella pelle su di sè, percepirne il calore e la ruvidezza, ma probabilmente sarebbe stato come chiedergli informazioni: inutile per lui, doloroso per il biondo. Annuì quando gli disse che sarebbe andato a letto. "Io dove devo andare?" chiese soltanto. Non aveva idea di quello che avrebbe dovuto fare. Invidia era stato chiaro solo su una cosa quando l'aveva portato lì: non poteva nutrirsi di carne d'uomo, non poteva uccidere altrimenti non sarebbe cambiato nulla. Prima non aveva capito, ma ora non gli era difficile comprendere il significato di quell'oscuro monito: se voleva recuperare la memoria doveva stare alla larga dal lato malvagio di sè stesso. E, incredibilmente, lui rivoleva i suoi ricordi... qualcosa gli diceva che solo in quel modo avrebbe visto comparire sul viso di Dean un sorriso e non solo una sua pallida ombra.
 
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view post Posted on 4/1/2012, 21:33
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Non era suo padre, no... non lo era. Era Samael, il principe ereditario dell'inferno e quello gli bastava fin troppo, gli bastava perchè era la sua parte più nascosta a parlare in quel momento, era la sua essenza. Che poi di solito suo padre non la pensasse in quel modo era logico in una qualche maniera ma a lui non importava, ora aveva capito davvero cosa pensasse suo padre, il suo lato demoniaco.
Si staccò appena da Raymond scuotendo la testa.
"Sto bene, sto bene davvero, è passata."
In effetti non piangeva più ma che fosse passata era una bella stronzata. Non era passata per nulla, si sentiva anche peggio. Ignorò la sua paura delle altezze vedendo Nathan portare sua sorella in braccio in casa, anche Lili stava male ma in quel momento non gli importava. Si alzò osservando in basso, attaccandosi al comignolo, tremando appena.
"Vieni dentro con me Ray? Immagino che Nathan sappia gia che sei qua, non è un ragazzo normale."
mormorò avviandosi verso la scala.
Basta parlare, basta pensare, voleva solo diventare più forte.
"grazie per prima ma non serve, mi sento lo stesso così. Nella mia famiglia sono davvero un pesce fuor d'acqua e finalmente so cosa pensa la parte demoniaca della mia famiglia."
mormorò riprendendo le scale, fermandosi ad un certo punto, il mondo girava su se stesso, troppo veloce. Si appoggiò alla balaustra prendendo fiato, troppe emozioni in quella giornata, stava male davvero, sperava di non svenire ma alla fine si appoggiò dando solo di stomaco, vicino alla finestra di qualcuno che per fortuna non era in casa!
Si pulì la bocca osservando quello che era appena successo con insolita indifferenza. Non andava bene! Era un cacciatore per la miseria.
Tornò dentro sentendo la voce di Nathan che spiegava che di loro sapeva poco e nulla, seduto vicino a Lili.
"In realtà i nostri genitori adottivi sono quelli naturali. Mamma è rimasto incinto a causa di un incantesimo fatto male e nostro padre è Samael, principe dell'inferno"
Sapeva di starsi comportando in maniera molto differente dal solito ma non gli importava.
"noi siamo mezzi demoni, Lili ha ereditato un pò di poteri di papà mentre io solo il suo sangue. Tu cosa sei?"
Gli occhi grigi di Nate si erano posati su di lui quando aveva iniziato a parlare.
"Un nephilim, mio padre era un angelo, se ne è andato dopo avere scoperto che mia madre era incinta."
Alien annuì sorridendogli gelido, quel genere di sorriso che stonava sul suo viso.
"Bene, non devo spiegarti chi è Lilith, comunque lei non ha mai sopportato mia madre e dopo che hanno litigato a causa mia, quella brutta stronza ha cancellato gli ultimi sedici anni della vita insieme a noi, insomma siamo degli sconosciuti per Samael."
concluse avviandosi verso camera del ragazzo, non aveva degnato di uno sguardo sua sorella come stesse lei al momento non importava. Nella sua famiglia c'era il brutto vizio di avere una doppia faccia quando erano sotto pressione e nonostante tutto era un Winchester.
Chiuse la porta aprendo la finestra.
"Ray?"
Chiamò.
"Ray... puoi venire?"
Aveva davvero bisogno di lui, il vampiro sembrava capirlo, non sapeva se fosse perchè era costretto a comportarsi in quella maniera o meno però lo faceva sentire bene.

Aveva osservato il fratello di MaryLi tornarsene in camera dopo avergli spiegato la situazione, restando però vicino a lei.
"Sembra che tuo fratello abbia più carattere di quanto dimostri di solito."
Considerò fissandola preuccupato, suo malgrado, il ragazzino non l'aveva nemmeno salutata.
Si domandava a cosa fosse dovuta quell'insofferenza nei confronti di sua sorella.
"Quindi tua nonna, la consorte di Lucifer, ha punito tua madre togliendo la memoria a tuo padre e riportandolo allo stato di demone sanguinario?"
Anche perchè se prima Samael aveva vissuto con loro immaginava che non andasse anche ad uccidere persone innocenti, visto che da quanto poteva presumere la madre era un cacciatore. Anche lui aveva avuto a che fare con quella gentaglia qualche volta, spiegandogli che non faceva parte della schiera demoniaca delle entità.
"E tua mamma è un cacciatore?"
Meglio chiedere comunque, non poteva presumere tutto, anche perchè alla fine di lei non conosceva nulla.

Che merda! Era un gran casino. Annuì alla spiegazione di Invidia, tenendo gli occhi sull'erba ai suoi piedi, era ancora mezzo fuori.
Si voltò a guardare di nuovo quel sorriso tirato, ricambiando con il suo solito sorriso tranquillo, come se non fosse successo proprio nulla.
"Si amano ed anche se non lo ricorda Samael sarebbe disposto a tutto per Dean, vedrai che si sistemerà tutto, dobbiamo solo assicurarci che non divori qualche umano, sottoscritto compreso!"
In fondo era il compagno di Invidia, non era normale fare battute di pessimo gusto in quel momento, come quella appena uscita dalle sue labbra.
Sospirò spostandolo appena ed infilandoselo in mezzo alle gambe dopo avere scavalcato il davanzale, passando una mano sulla sua nuca, baciandolo con passione.
"Tu occupati di Sam ed io evito che Dean si faccia del male."
E questa non era una battuta, sapeva perfettamente che il cacciatore viveva per suo marito anche se non lo dimostrava proprio, non voleva negare la possibilità di qualche stronzata da parte del biondo.
Si staccò quasi subito, andando verso la sala, vedendo Dean sorridere a Samael.
"Ciao Kev. Samael, so che ti verrà da ridere ma lui è il compagno di Invidia da quasi sedici anni, anche il nostro ex baby sitter e stregone alle prime armi, per amore."
Il sorriso di Dean era tirato, stanco, la sofferenza dei suo occhi visibile.
"Comunque lui ti aprirà il divano insieme a mio padre, è un pò ghignoso. Kev?"
"Facciamo io e Jhon, non ti preuccupare. Vai a prendere le coperte Dean, qui è tutto sotto controllo."
Il suo sorriso scomparve esattamente quando il cacciatore salì le scale per diventare un sospiro. La situazione era peggio di quanto pensasse ed anche la faccia del padre del cacciatore. Il Winchester senior sembrava sul punto di sparare in testa al genero.
"Alza il culo, demone!"
Eccolo là infatti.
"Jhon..."
Lo ammonì beccandosi un occhiata di fuoco per tutta risposta.
"Zitto stregone da strapazzo. Gia lo sopporto poco quando sta attaccato a mio figlio come una ventosa, figurati adesso che per colpa di quella baldracca di sua madre Dean soffre come un cane! Tra l'altro ha ferito Alien, se non gli pianto un proiettile in testa è solo per loro!"
Ok... poteva capirlo ma non era il caso di comportarsi in quella maniera, comunque prima che potesse replicare videro Dean tornare giu con coperta e cuscino mentre loro iniziavano ad aprire quell'aggeggio trasformandolo in un letto di una piazza e mezza.
il biondo mise giu la roba sulla poltrona, voltandosi verso il demone.
"Il bagno è di sopra, la terza porta a sinistra. ti ho portato anche un cambio per domani, il tuo spazzolino è quello blu ma se vuoi puoi usare il mio che è quello rosso, vedi tu."
Lanciò un occhiata a suo padre e a Kevin che si stava sistemando i capelli con un gesto nervoso.
"Kev... dormi su con me?"
Era gia successo che il ragazzo di Invidia dormisse con lui, si conoscevano da tanto e sapeva che il ragazzo era perfetto come cane da guardia ed amico, infatti lo vide annuire.
"Come sempre nei casi di emergenza Dean!"
Lo vide annuire prima di riportare lo sguardo su suo marito, il verde si inumidì subito, come era logico che succedesse. Augurò di nuovo la buonanotte girandosi in fretta e correndo letteralmente su, incespicando per le scale... stava per scoppiare e da come la porta di camera si chiuse comprese che una volta salito lo avrebbe trovato in lacrime.
 
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64 replies since 5/6/2011, 21:04   535 views
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