Fredda. Gelida. L'acqua gli scorreva addosso facendo rabbrividire il suo corpo ospite, ma andava bene così. Doveva rinfrescarsi le idee e mettere a posto quel casino che era diventato il suo animo nel tempo di una scopata. "
Merda!" rantolò uscendo dal cabinotto, avvolgendosi attorno il primo panno di stoffa trovato nelle vicinanze. Doveva seriamente trovare il proprio equilibrio mentale o sarebbe impazzito. Si faceva schifo. Provava un tale disgusto per sè stesso che si meravigliava di non essersi già scolato la riserva di acqua santa di Jhon. Si frizionò con forza i lunghi capelli biondi pensando ad una soluzione, ad un qualcosa che lo aiutasse a mantenere la sanità mentale, ma non ci riusciva. Alzò lo sguardo, tenuto basso mentre si asciugava, ed incontrò la propria immagine riflessa nello specchio. Era esattamente come si ricordava, ad eccezione di quel fottuto collare di pelle di serpente stretto intorno al collo. Sospirò toccandolo. Sotto le sue dita percepiva le squame dell'animale, il viscido contatto con la sua epidermide. Ritrasse la mano nauseato. Non c'erano segni di chiusura, nessun maledetto marchingegno che gli permettesse di sfilarselo. Era come se fosse composto di un singolo pezzo e probabilmente lo era. Impossibile da levare per qualcuno che non fosse Crowley che, ovviamente, non gliel'avrebbe certo tolto. Non prima dello scadere dell'anno almeno. Sospirò. Quel dannato bagaglio non era solo la prova tangibile del suo essere spacciato, ma conteneva pure un veleno particolare che lo obbligava a comportarsi come la peggiore fra le sgualdrine solo per raggiungere l'orgasmo.
Fantastico, davvero! Tuttavia, non riusciva a non trattenersi dal fare un paragone che l'avrebbe decisamente distrutto. Cos'era cambiato, in fin dei conti? Era sempre stato il tipo di persona che per ottenere ciò che desiderava era disposto a fare di tutto.
Cazzo! Per liberarsi dei suoi obblighi in quanto principe dell'Inferno aveva finto compiacenza per dodici mesi, per restare sulla terra aveva stretto un patto col re dei crocevia e per sistemare le cose nella famiglia del fratello ne aveva sancito un altro. Certo, l'ultimo era un motivo più che onorevole ma in fin dei conti cosa c'era di diverso? Nulla. Era quella la verità. Eppure provava vergogna e disgusto per sè stesso solo in seguito a quella scopata con Crowley. Non era riuscito a dominarsi, si era fatto soggiogare come un bambino e quello lo infastidiva e nauseava. Sospirò asciugandosi e rivestendosi. Tornò nella camera che in quel mese e mezzo aveva ospitato lui e il fratello e disfece il letto, mettendo le coperte da lavare. Stava solo distruggendo le prove, nessuno avrebbe mai dovuto sapere nulla di ciò che era successo a casa di Invidia quella mattina. Almeno non la sua versione della storia! Fece partire la lavatrice e fece per scendere le scale, bloccandosi però dopo pochi gradini. Sul divano, Sam e Dean stavano facendo la pace proprio come avrebbero dovuto fare da tempo. Sorrise vedendoli. Il loro era un legame troppo forte da spezzare, persino per il re degli incroci. Si amavano e niente sarebbe riusciti a metterli realmente l'uno contro l'altro, a separarli davvero e fu in quel momento che capì. Serviva lo stesso anche a lui. Aveva bisogno di qualcuno che lo amasse con una tale intensità da perdonargli tutto e da fargli passare in secondo piano tutto il resto, comprese le clausole del suo patto. Tornò di sopra con una nuova speranza chiusa a chiave nel cuore. Non avrebbe disturbato oltre la coppietta nuovamente felice e poi doveva pure andare a caccia. Certamente l'uomo della sua vita non sarebbe piovuto dal cielo, ma se non faceva nulla per trovarlo dubitava avrebbe potuto davvero liberarsi dell'inferno. Sia di quello reale che di quello che conservava dentro. Si vestì rapidamente ed aprì la finestra della camera da letto respirando a pieni polmoni l'aria calda di mezzogiorno. Era arrivato il momento di darsi da fare. Salì sul cornicione guardando dabasso. Circa tre metri lo separavano dal suolo, non era sicuro che il suo corpo ospite avrebbe retto. Sospirò richiudendo le imposte. Poi schioccò le dita svanendo.
Stava realmente uscendo con Castiel? Certo, non era il tipo di appuntamento che si aspettava, anche perchè a conti fatti non lo era, ma ne era comunque contento! Avrebbero passato del tempo insieme sebbene ci sarebbe stato anche Gabriel a complicare le cose. Qualcosa gli diceva che in forma umana non sarebbe stato meglio, ma forse sarebbe stato un pelo meno ingestibile che in quella forma specifica. Intrappolato nel corpo di un cucciolo, condizionato dalla sua mentalità... no, non vedeva davvero come avrebbe fatto ad arrivare a sera senza scoppiare. Si incamminò comunque verso il negozio di animali seguito da Castiel... almeno finchè questi non si fermò come assorto nei suoi pensieri. "
Cas? Tutto bene?" lo chiamò arcuando un sopracciglio.
CITAZIONE
"penso dobbiate andare da soli. devo ritornare al mio compito."
"
C-come? Sei appena arrivato!" balbettò cercando una qualsiasi scusa con cui distogliere l'angelo dai suoi doveri. Qualcosa doveva pur esserci per non farlo andare! In trenta secondi vagliò un numero infinito di idee assurde scartandole tutte per la loro natura poco pratica. Soltanto quando decide di essere sincero e di domandargli di rimanere si accorse dell'insolita vicinanza con lui. Quando si era mosso nella sua direzione? E perchè non se ne era accorto? Milioni di domande che si estinsero nello stesso momento in cui le sue labbra si ritrovarono a contatto con quelle dell'uomo su cui stava sbavando da mesi.
CITAZIONE
"grazie per l'impegno che ti sei preso anche se i cani non ti piacciono."
Restò imbambolato a guardarlo senza sapere cosa dire o fare fino a che non scomparve. Castiel lo aveva baciato. Era combattuto fra due istinti: uno, mettersi a fare i salti di gioia in mezzo alla strada, trascinando la prima vecchietta di passaggio in una scatenata danza della felicità; due, farsi venire un infarto e crollare a terra. Non sapeva davvero decidersi. Ciò che aveva sognato per mesi avveniva e lui si trasformava in Adam la statua che respira! Soltanto la vocina concitata del cucciolo che stringeva ancora fra le labbra lo riportò, all'incirca, coi piedi per terra.
CITAZIONE
"Ehiiiiiiii! Adam? Sei vivo? no perchè io devo proprio fare la pipì!"
"
Vai in bagno allora!" gli rispose di getto fissandolo poi interrogativo. Il cane gli stava effettivamente rivolgendo lo stesso sguardo. Sospirò mettendolo giù. "
Falla qui" rispose indicandogli il palo di fronte al quale l'aveva sistemato. Era una strada poco trafficata e comunque dubitava che qualcuno avesse fatto troppe storie. Inoltre il suo problema principale era evitare che Gabriel scappasse. Gli mancava soltanto quella! Adesso aveva qualcosa di più urgente! Tipo trovare qualcuno che lo aiutasse e parlare con suo fratello! Per quanto Dean fosse l'ultima persona a cui volesse rivolgersi, era anche l'unica che conosceva in grado di spiegargli il comportamento dell'angelo e attualmente aveva bisogno soprattutto di quello per evitare di essere internato nel più vicino centro di igiene mentale!
Certe volte lo strano stile di vita di suo padre tornava utile. Specialmente quando doveva spendere parecchio. Lo scherzetto delle carte di credito era decisamente efficace e abbastanza sicuro. Jhon l'aveva rifornito di carta e documento falso in allegato non appena era stato chiaro che Adam non avrebbe fatto le tende alla volta di lidi lontani, ma che preferiva una vita da sedentario. Si era rivelato utile, dopotutto. Ora poteva finalmente tenere Gabriel a bada con l'utilizzo di un pratico collare, la cuccia sarebbe stata scaricata nel giardino la sera assieme ad un trasportino. Le ciotole, gli antaparassitari e qualche giocattolo di gomma invece erano tutti riposti in un sacchetto che stringeva nella mano non impegnata a trattenere gli eventuali tentativi di fuga di
Charlie, anche i cani vanno in paradiso!Era stato un'ora e mezza al parco col suo nuovo cucciolo cercando di evitare che si facesse del male importunando cani tre volte più grossi di lui, ma alla fine aveva deciso di ritornare a casa. Aveva cercato Dean sul cellulare, ma quello non gli aveva mai risposto.
Un classico! Tuttavia, doveva veramente parlargli perciò decise di concedere un po' di svago all'animaletto esagitato e poi di portarlo a conoscere la famiglia. Anche se era sicuro che almeno un membro lo conoscesse già. Stando alle sue scarse informazioni, tutti gli angeli erano fratelli e Lucifer, padre del marito di quello con cui disgraziatamente divideva mezzo DNA, lo era a sua volta... quindi, a conti fatti, Gabriel era lo zio di Sam.
Che famiglia disastrata!Erano circa le 17.00 quando attraversò il vialetto di casa Winchester, diretto da suo fratello. Certamente non sarebbe stato dell'umore giusto per parlare, specie se con lui, ma avrebbe trovato il tasto giusto per convincerlo a vuotare il sacco. Aprì la porta e ciò che si trovò davanti lo stupì quasi quanto l'aver scoperto a chi apparteneva l'anima all'interno del cucciolo che teneva in braccio per evitare che cominciasse subito a far dei danni. "
SAM!" esclamò trattenendo Gabriel dallo scappare dalle sue braccia.
Completo. Da quanto non si sentiva così? Sapeva bene la risposta, ma avrebbe voluto cancellare quel periodo di lontananza con un colpo di spugna. Gli accarezzò la schiena, spingendolo meglio verso il proprio petto. Aveva scelto una posizione in grado di consentirgli di abbracciarlo e vederlo in volto al contempo ed era una delle decisioni migliori che aveva preso nell'ultimo mese e mezzo. Sorrise cominciando a penetrargli l'orecchio con la lingua, sentendolo urlare e chiamare il suo nome a voce più alta. "
Dean..." ansimò sentendo l'apice ormai prossimo. Si sentiva così bene. Realmente completo. Si era sentito in quel modo solo con lui, come potevano seriamente pensare di lasciarsi? Era stato assurdo. Un colpo di testa puramente masochista che non si sarebbe ripetuto. Vennero insieme, soffocando tutto il resto nella bocca dell'uno e dell'altro. Al termine, Sam se lo strinse forte al petto baciandolo ovunque capitasse, accarezzandogli dolcemente il volto. "
Mi sei mancato così tanto, amore..." gli sussurrò prima di baciarlo di nuovo, lentamente ma con ardore. Si sdraiò di nuovo sul divano, portandolo a stendersi sopra di lui. Sarebbero tornati a casa, certo, ma non c'era mica fretta.
Il rientro a casa era stato visto come un'opportunità per fare baldoria. L'unico non troppo felice sembrava essere Jhon. Stavolta non poteva neanche fargliene un torto...
no, non poteva davvero. Sorrise riabbracciando forte i figli rassicurando ognuno di loro che non era tornato soltanto per una tazza di the. Dubitava che qualcuno oltre a suo suocero avrebbe sopportato che se ne andasse ancora, lui per primo!
Aveva deciso di portare Dean a cena quella sera. Ci voleva un po' di tranquillità! Inoltre dubitava che proprio quel giorno nuovi problemi avrebbero varcato la soglia di casa. La porta si aprì rivelando un Adam piuttosto trafelato con in braccio un cagnolino. Si sentì subito chiamare e sorrise salutando il ragazzo. Gli riassunsero rapidamente la mattinata senza entrare nei dettagli e videro il ragazzo rilassarsi notevolmente. Sapeva di non stargli sul cazzo come a suo padre, ma davvero non credeva che avrebbe potuto reagire a quella notizia con tanto entusiasmo! "
È fantastico! Dean, so che vorresti già tornare ai tuoi doveri di mogliettina amorevole, ma ho bisogno di parlarti! Per favore!" Sam tossì riportando l'attenzione dell'altro su di sè. "
Adam, non ti sembra di correre un po' troppo? Insomma non ci..." provò, ma il giovane lo bloccò sul nascere. "
Andiamo, Sam! Dopo te lo coccoli quanto ti pare, ma ora ho bisogno di parlargli!" Il principe delle tenebre sospirò. "
Adam... vorrei solo sapere perchè stringi un labrador fra le braccia..." disse sentendo una strana sensazione che lo metteva in guardia dalla risposta del ragazzo... "
Ehm... me l'ha dato Cass... è suo fratello Gabriel..."
Benissimo! I problemi entravano dalla porta e avevano pure le chiavi! La mascella gli cadde mentre si chinava ad osservare bene l'arcangelo. "
Zio..." provò incerto su come continuare il discorso. "
Per quale cazzo di motivo hai deciso di socializzare con le pulci?" domandò inarcando un sopracciglio.
Maledizione! In quella casa non era concesso godere di un singolo momento di serenità?Edited by »Donnie - 10/10/2011, 10:39