I must confess that I (do not) feel like a monster!, RobinxAlec

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view post Posted on 23/1/2012, 01:32
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Finalmente sua moglie aveva deciso di dargli retta, anche grazie all'intervento di Sam. Sorrise al padre di Lili, salutandoli e tenendo la mano della moglie, sospirando alle sue parole, baciandola dolcemente.
"Andiamo a casa."
Mormorò montando poi in macchina, dopo avere salutato naturalmente.
Dean sorrise abbracciando il marito e poi il figlio, era felicissimo della notizia, non vedeva l'ora di veder suo o sua nipote, sapeva che quei due sarebbero stati degli ottimi genitori, ne era certo, in fondo erano pur sempre sua figlia ed il marito, Nathan e Lili erano persone con la testa sulle spalle e maturi, sarebbero stati genitori magnifici.
"è una notizia meravigliosa, vero?"
Baciò la testolina del figlio sorridendo di nuovo al marito, prima di trottellerare in cucina a prendersi una birra, ne aveva proprio voglia.
Di sopra Alec si stava stiracchiando, si era svegliato qualche minuto prima, non trovando nessuno in camera, Robin doveva essere sceso. Sbadigliò posando i piedi per terra, alzandosi dal letto, stropicciandosi gli occhi come un bambino. Scese le scale osservandosi intontito in giro, annusando gli odori della casa proprio come un cagnolino appena caduto giu dalla cuccia, arrivando in cucina, la madre del ragazzo era appoggiata al lavabo e sorrideva felice. Si voltò verso il lupachiotto lanciandogli un occhiata divertita, sarebbe proprio stato il tipo per suo figlio, tra l'altro era un bravissimo ragazzo da quanto poteva vedere.
"Buongiorno Alec, hai fame? Non hai magiato nulla prima."
Quello era anche il suo modo per chiedergli scusa per come era andata a finire il pranzo, vide il ragazzino annuire.
"Un pò signor Winchester, credo di essermi svegliato per la fame."
Vide l'uomo sorridere intenerito, facendogli segno di sedersi.
"Chiamami Dean, signor Winchester suono terribilmente di vecchio."
Alec annuì ancora passandosi una mano sul volto, era ancora totalmente insonnolito, aveva bisogno di svegliarsi del tutto, si era riposato un pochino almeno stava meglio di prima ma non sarebbe riuscito a scordarsi facilmente delle parole di quel vampiro, anzi, immaginava se le sarebbe ricordato per molto tempo.
Si vide mettere di fronte un piatto di pasta fredda, ed un bicchiere di aranciata, un altra scompigliata di capelli.
"Non ci pensare, non è stata colpa tua."
Facile a dirsi, sarebbe stato semplice smettere di pensarci, se fosse poi quello il maggiore dei suoi pensieri! Sospirò prima di iniziare a mangiare, mugugnando di piacere.

Sorrise al vampiro accarezzandogli i capelli lentamente. mise i soldi del caffè sul bancone voltandosi a baciare ancora il suo uomo, stringendosi maggiormente a lui.
"Domani andiamo a pranzo da loro, lo prometto, adesso voglio stare un pò con te, voglio tornare a casa con te."
Tornare a casa e non vederlo era stato un colpo troppo duro, l'importante era che non lo lasciasse mai più. Anche se avessero litigato ancora doveva trovare il modo per non farlo più allontanare da lui, mai più. Si alzò prendendogli la mano e portandolo fuori.
"Ora andiamo a casa e tu mi coccoli, me lo devi."
Mise su un broncio adorabile tirandolo giu in modo di baciarlo di nuovo. Erano stati lontani per non molto ma gli era mancato come l'aria che respirava, non voleva più stargli lontano o avere paura di non vederlo a casa quando sapeva che doveva esserci soprattutto non dopo una litigata.
 
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»Donnie
view post Posted on 23/1/2012, 16:27




Salutò la sorella e suo marito, facendosi poi coccolare dai suoi genitori entusiasti quasi quanto MaryLi. Annuì alle parole della madre, esibendo un genuino sorriso. "Assolutamente! Almeno non sarò più il cucciolo della famiglia" scherzò sebbene non si fosse mai sentito tale, nonostante fosse lui il più piccolo, quello che veniva trattato come il bambolotto di casa era ancora Alien. Nessuno lo faceva con cattiveria, ma veniva più facile preoccuparsi per lui che per Robin... dopotutto suo fratello maggiore era uno dei figli che avevano dato meno problemi in fatto di educazione e disciplina, bastava che Dean gli dicesse cosa fare che lui obbediva... Roby e Lili invece avevano creato più problemi dal momento che erano più esuberanti e casinari. Sam annuì a sua volta dopo aver posato un bacio sulla guancia della moglie, sorridendo. "Sarà stupendo rivederti di nuovo con un fantolino in braccio" disse allontanandosi verso il salotto per risistemare le tazze di the abbandonate e rifare i divani. La notizia della gravidanza della figlia l'aveva sconvolto in un primo momento, ma subito dopo si era dimostrato entusiasta ed eccitato come tutti gli altri. Come ogni padre che si rispetti, nonostante i trent'anni suonati della sua secondogenita continuava a vederla come una bambina con le trecce che gli tira la gamba dei jeans per farsi comprare un librone di favole da leggere e farsi leggere la sera prima di andare a dormire. Per un solo istante aveva visto una ragazzina di dieci anni con i codini e gli occhi sgranati dirgli tutto felice "papà, sono incinta!". Era stato uno shock! Fortunatamente grazie a Dean era riuscito a cacciar via l'illusione e a dimostrarsi entusiasta per la notizia. Stava per diventare nonno e Lili madre, era splendido e terrificante al tempo stesso. "Sicuro di star bene, papà?" Robin, suo figlio minore, si era accorto che qualcosa non andava e gli si era avvicinato guardandolo dritto negli occhi. Aveva annuito sorridendogli. "Sì, tutto benissimo. Non preoccuparti! Dammi una mano, per favore. Porta questi nel cassonetto della carta" Gli consegnò una pila di vecchio giornati che il suo terzogenito si caricò sotto braccio e portò fuori, liberandosene. Quando rientrò suo padre si stava rilassando sul divano assieme ad una bottiglia di birra e in cucina restavano sua madre ed Alec, evidentemente affamato. "Ti sei alzato presto" gli disse sorridendo, sedendosi accanto a lui dopo essersi versato a sua volta un bicchiere di aranciata. "Come ti senti?" gli domandò cercando di capire dal suo aspetto come potesse stare. Il pranzo era stato un vero e proprio disastro per lui, aveva fatto del suo meglio per rinfrancarlo e rassicurarlo, ma non era sicuro di esserci riuscito davvero. Alec sembrava farsi carico di troppe colpe... e in fin dei conti se c'era qualcuno in grado di capirlo quello era proprio lui, anche se non poteva ancora spiegargli davvero perchè.


Restituì i soldi ad Alien, posando una cifra maggiore sul bancone. Dopotutto doveva ancora pagare tutto l'alcool che si era scolato. Sorrise al suo uomo, stringendolo forte a sè, mentre si alzava e lo portava piano fuori dove aveva lasciato la macchina. Non aveva problemi ad andare da Lili l'indomani, ma proprio come anche Alien voleva quella sera sarebbe stato loro. Volevano entrambi stare insieme e non sarebbero stati i capricci della sorella del suo cucciolo a farli desistere dal loro intento. Strinse forte la sua mano, sorridendo e ridacchiando appena quando vide quel broncetto delizioso increspare le labbra del suo biondino. Si allungò per baciarlo dolcemente, tenendogli una mano dietro la schiena per mantenerlo accanto a sè. "Non vedo l'ora, amore. Ti farò tutte le coccole che vorrai, te lo meriti davvero" gli disse aprendo la macchina col comando a distanza. Lo ritirò di nuovo contro di sè, baciandolo ancora mentre gli apriva la portiera. "Ti amo, Alien" gli sussurrò scostandogli una ciocca dal viso. Era così felice di stare ancora con lui, sebbene non capisse come l'altro potesse volerlo nonostante il suo comportamento deplorevole. Non avrebbe però sprecato la sua seconda occasione. Aveva già ferito il suo cucciolo una volta, non poteva permettersi che ciò accadesse ancora.
 
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view post Posted on 27/1/2012, 13:23
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Se proprio voleva essere sincero con se stesso quel posto gli piaceva davvero, la famiglia di Robin, vampiri a parte, era composta da brave persone, certamente complicata ma tutte bravissime persone. Osservò il cacciatore sorseggiare la propria birra mentre sistemava la cucina, da lui poveniva un odore di felicità che si accentuava quando rientrava nella stessa stanza il marito, era un odore piacevole quello dell'amore. Gli arrivava alle narici e lo tranquillizzava, era stupendo, così sincero. Una coppia del genere era certo che sarebbe andata avanti per sempre.
Vide Dean uscire quasi trottellerando nell'altra stanza una volta finito, sentendo il rumore del divano, segno che l'altro era in pratica saltato in braccio al marito, prima di vedere Robin.
Gli sorrise ancora leggermente ovattato per il sonno, annuendo.
"Altrimenti non dormo bene stanotte, meglio che non crolli del tutto adesso."
Spiegò mangiando con fame, aveva ignorato lo stomaco fino a quel momento ed ora aveva una fame tremenda, la pasta era squisita anche se insipida, cosa normale in una casa con così tanti demoni, il sale era bandito immaginava.
Peccato la domanda successiva che lo fece sospirare mentre sorseggiava l'aranciata, osservandola poi nel bicchiere. Non stava benissimo ma la tensione era leggermente scomparsa, come in un sogno... forse dormire gli aveva fatto bene, forse si stava accorgendo, ora che riprendeva veramente coscienza, che lui di colpe non ne aveva, almeno in quel frangente. Quello che lo faceva stare quasi sempre male era Evie, la sua piccola... non voleva parlarne con Robin, quel ragazzo se ne faceva carico anche se non capiva ancora il perchè.
"tutto a posto per quanto riguarda il pranzo, tranquillo. Ho la testa da un altra parte."
Lo fissò per un attimo, aveva un bel visino e degli occhi espressivi, era un bel ragazzo anche se un pò idiota visto che lo aveva baciato solo qualche ora prima. Comunque si era prodigato per farlo stare meglio, non era giusto che stesse sempre a preuccuparsi per lui, dato che non ce ne era davvero motivo. Si morse il labbro abbassando lo sguardo sul piatto vuoto, giocherellando con il sugo che aveva sporcato la ceramica disegnandosi strani arabeschi.
"Robin, questa settimana ci sarà la luna piena, quel giorno dovrò allontanarmi e mi scuso gia da adesso per quello che potrò fare, non riesco ancora a controllarmi bene, non sono lupo da molto."
Era per quello che non si era nemmeno controllato quando aveva morso Evie, rendendola come lui, cosa che si era dimostrata terribilmente sbagliata! Adorava la piccola, aveva adorato ogni cosa della sua cucciolotta, sebbene fosse attratto maggiormente dagli uomini le regole del branco erano diverse lo volevano accoppiato con un membro femminile e lui l'aveva riconosciuta in Evie, la piccola... Quando erano umani semplicemente venivano legati da una forte amicizia, la bestia invece era innamorata, più o meno. Il legame dei lupi era diverso, non era amore ma sapeva che doveva occuparsi di lei e vegliarla, non solo perchè l'aveva creata lui.
Si martoriò ancora un attimo il labbro rialzandosi poi per portare il piatto nel lavabo, lavandoselo da solo.
"i tuoi si amano tantissimo... sono una coppia bellissima."
Si voltò sorridendo, passandosi una mano fra i capelli, a lui non sarebbe mai stato concesso di essere così felice con qualcuno, colpa della bestia che si agitava dentro il suo corpo, al momento addormentata ma in procinto di svegliarsi alla prossima luna piena.
 
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»Donnie
view post Posted on 2/4/2012, 22:22




jordanTRS
Una volta in cucina si era subito preoccupato per Alec, cosa che ormai gli veniva naturale. Quel ragazzo in fin dei conti lo incuriosiva parecchio... viveva costantemente con una bestia addormentata nel petto, ma in lui non c'era davvero nulla di terrificante. Probabilmente nemmeno da lupo doveva essere davvero aggressivo... sì, immaginava si sfamasse di vittime umane, ma era abbastanza sicuro che si nutrisse soltanto e non uccidesse per il solo piacere di farlo. Lui non era come lei. La costante presenza della sua gemella dentro di sè gli dava alla testa. Quella ragazza non gli assomigliava per niente, erano completamente diversi... lui non avrebbe mai fatto del male ad Evie o ad Alec, lei invece aveva ucciso la prima e scalmanava al suo interno per portare a termine il lavoro anche col secondo. Non l'avrebbe permesso in alcun modo! Anche a costo di farsi chiudere a chiave nella panic room avrebbe mantenuto in vita quel giovane e la sua bestia. Annuì sovrappensiero alle sue parole, sì... credeva di sapere cosa gli stesse frullando in testa, dopotutto i loro pensieri in quel momento non dovevano essere così diversi. La mente di entrambi era subito corsa a quella vita spezzata ingiustamente a causa del capriccio di un essere crudele che non sarebbe mai dovuto esistere... in fin dei conti forse preferiva che ella fosse racchiusa in lui, come se fosse il suo vaso di Pandora. Se sua madre non si fosse data alla carriera di Morte, la donna che albergava in lui sarebbe nata in un corpo apposta per lei e sarebbe stata semplicemente incontrollabile, ora invece aveva soltanto poche occasioni per liberarsi e cacciare, sfidando persino le regole che suo nonno gli aveva insegnato da bambino. Sospirò non appena Alec fece riferimento alla luna piena. Sì. Avrebbero dovuto stare separati per il bene di entrambi. "Non preoccuparti... come immagino tu abbia ormai capito, la tua vera natura non è passata inosservata quindi nessuno ti farà delle questioni... solo sta attento. La cacciatrice non riposa mai e non conta quanto io e la mia famiglia facciamo per tenerla in gabbia, lei riesce comunque ad evadere. Se senti il suo odore, scappa. Non pensare di vendicarti, di dar giustizia ad una vita spezzata troppo presto. Fuggi soltanto. È più ostinata e crudele di quanto pensi, non smetterà mai di darti la caccia e, come hai detto, tu sei un lupo giovane quindi lo scontro con lei potrebbe risultarti fatale. Vendicati solo una volta che sei certo della tua potenza, fisica o numerica che sia... ti scongiuro, Alec, rifletti. Non soffrirei se tu la uccidessi, ma non voglio accada il contrario." Non aveva idea di come confessargli la verità su quella figura misteriosa che tanto si era intestardita con lui, sperava soltanto che gli desse ascolto e che lasciasse maturare quel sentimento prima di sferrare l'attacco deciso. Non era importante morire a quel punto, non per lui... non voleva però che il dolce licantropo con cui avrebbe diviso la stanza per sette giorni subisse quella sorte! Lo osservò sparecchiare il proprio posto e lavare i piatti, troppo stanco psicologicamente per impedirglielo. Una volta che fosse stato molti metri sotto terra, Alec avrebbe saputo ogni cosa su di lui, ma sarebbe comunque stato al sicuro. Non avrebbe permesso alla propria famiglia di togliere nemmeno un pelo a lui o al suo branco, a costo di costringere Alien a rivelare tutto loro nel caso di quell'eventualità. Morire non lo entusiasmava molto, anche se doveva ammettere di averci pensato da quando aveva reciso quella giovane vita. Il suo viso si stava incupendo di nuovo sotto il peso insopportabile di quella consapevolezza, ma l'altro ragazzo fu lesto a cambiare argomento, dirottando la conversazione sull'amore dei suoi genitori. Sorrise lanciando uno sguardo amorevole verso i due sul divani, stretti l'uno all'altro ed impegnati a baciarsi teneramente. "Sì... lo sono davvero" ammise candidamente cominciando a mettere su l'occorrente per due belle cioccolate calde, gliene era venuta decisamente voglia! "Sai, mio zio acquisito Crowley, il compagno del biondo vestito da ballerina di lap dance, una volta ha cercato di dividerli. Io ero troppo piccolo per ricordarlo, così mi è stato raccontato. È riuscito a mettere zizzania nel loro rapporto e a farli separare... alla fine però hanno messo da parte le rispettive colpe e sono tornati insieme, da allora nel loro rapporto non c'è mai più stata una crisi tanto distruttiva... si amano da sempre, per quanto mi riguarda, e non hanno mai fatto mancare nulla nè a me nè ai miei fratelli. A mia nonna paterna è ovviamente venuto un colpo quando ha capito che tutto questo non era solo un colpo di testa nel figlio e non posso certo assicurarti che si sia arresa all'idea, nonostante sia da molto che non si fa viva. Tu invece? Hai una famiglia che prova timore o incredulità davanti a ciò che sei diventato?" Alla fine aveva aggiunto particolari alla storia della sua famiglia che già gli aveva anticipato, ma pensava fosse un buon modo per attaccare con lui essere tanto schietto. Gli diede le spalle solo un attimo, il tempo necessario a sistemare la cioccolata in due tazze e a porgerne una ad Alec. "Spero ti piaccia" affermò con un sorriso cominciando a sorseggiare la propria. "C'è qualcosa di preciso che vorresti fare o vedere adesso? Abbiamo un campetto da basket nel giardino sul retro, se interessa lo sport..." Alla fin fine dirottare il discorso su temi meno spinosi avrebbe sicuramente aiutato entrambi, no?

Edited by •Khaleesi - 10/2/2013, 22:46
 
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view post Posted on 10/2/2013, 22:30
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Era ammirevole vedere con quanta passione l'altro cercasse di non fargli fare stronzate, ma la verità era ben diversa e si ritrovò a scuotere immediatamente la testa, scacciando le sue parole.
“Tu non puoi capire.”
Commentò solamente, non si sarebbe arreso, non poteva farlo, non aveva abbastanza controllo per opporsi alla volontà della bestia, lo governava completamente nei giorni di luna piena e lei era completamente furiosa. Non sarebbe riuscito a controllarsi, avrebbe semplicemente agito senza pensare.
“anche se riuscissi a controllarmi non potrei mai smettere di cercarla. Evie era la mia compagna, il mio lupo ha avuto l'imprinting con lei, noi lupi possiamo avere un mucchio di compagni occasionali, ma quando si ha l'imprinting non ci si può fare nulla. Ha strappato un pezzo di me, lei era mia.”
Sussurrò, sentendosi gli occhi riempirsi di lacrime che trattenne con tutto se stesso mentre nel suo intimo si alzava un ringhio feroce, no, il lupo non si sarebbe mai fermato e lui non avrebbe mai potuto farci nulla.
“Quando eravamo umani eravamo solo amici, stavamo bene insieme ma tutto qua, a me piacciono gli uomini ed Evie lo capiva e lo accettava, ma nel branco era tutto diverso. Avrei dovuto proteggerla, avrei dovuto salvarla ed invece ho fallito, il lupo non lo accetterà mai.”
e con quello chiudeva il discorso, aveva paura di piangere o di scoppiare ad urlargli addosso per non avere ancora detto altro di lei, di dove si trovasse. Per questo cambiò argomento, spostandolo sui suoi genitori, sorridendo intenerito quando vide lo sguardo del ragazzo. Era bello che fosse così attaccato alla propria famiglia, sembravano tutti così uniti e felici ed i suoi genitori erano una coppia salda, se ne sarebbe accorto chiunque anche senza le spiegazioni di Robin. Si azzardò a lanciare un occhiata ai due sul divano, il biondo aveva posato la testa sulla spalla del demone, rimanendogli comunque a cavalcioni ma in una maniera tenera, non maliziosa. Si, erano davvero una coppia stile fiaba, e si vedeva che ne avevano superato tantissime insieme. Si riscosse solamente quando gli chiese della sua famiglia, inarcando un sopraciglio.
“Io ho solo mia madre e lei non sa nulla, anche se penso sospetti qualcosa, visto che...”
prese le tazze, ringraziandolo con un sorriso.
“Io non dovrei essere qua. Vedi, soffrivo di un aritmia cardiaca che mi avrebbe ucciso se Doc, il mio capobranco, non fosse stato anche il mio dottore. Tre anni fa mi ha morso e mi ha salvato la vita, per mamma è stato un miracolo ma... è strano.”
Si portò la tazza alle labbra, leccandosele immediatamente dopo il primo sorso. Gli piaceva la cioccolata calda, soprattutto se cremosa al punto giusto, proprio come quella.
“Io la vedo invecchiare, non ci facevo caso quando ero umano, ma ora lo sento in tutto. Arriverà il momento in cui dovrò andarmene per forza, non voglio tirarla in mezzo a tutta questa storia, quindi dovrò inventarmi qualcosa. Però mamma è una forza della natura, quando le ho detto che mi piacevano gli uomini per poco non mi portava ad incontri al buio per gay! È fuori come un balcone ed ha sempre dato l'anima per me, anche se non ha fortuna con gli uomini. È una che ti guarda seria mentre ti spara la più grossa cazzata del mondo, tu ci cadi e ti accorgi di avere fatto una stronzata solo quando scoppia a ridere, è una tipa tosta.”
Si, sapeva di essere sembrato un idiota ma adorava sua madre. E doveva ammetterlo di starlo dimostrando.
“Da piccolo passavo un mucchio di tempo all'ospedale, odiavo i medici ma lei arrivava dopo il lavoro e faceva dei pupazzatti di carta. Ora penserai che li ritagliasse e basta, invece no, li faceva proprio tridimensionali, strappava i pezzi e li incollava in maniera che fossero dei pupazzetti veri e proprio, poi si metteva a raccontarmi una storia. Ci voleva un po' perchè fossero pronti ma mi incantavo anche solo a guardarla, quando poi uscivo mi preparava una cheese cake con la nutella e la panna, cose per cui i dottori la cazziavano.”

Non c'era tristezza nella voce, solo trasporto, in effetti aveva sempre trovato sua madre una forza della natura, la donna più forte che avesse mai incontrato, lasciarla sarebbe stato straziante ma non voleva pensarci troppo.
Rizzò le orecchie quando parlò di basket. La verità era che non aveva mai giocato, era sempre stato costretto a fingere di continuare a stare male, a tenersi la rinuncia per educazione fisica, nemmeno Jake gli aveva mai insegnato, giustificandosi con il fatto che qualcuno potesse vederli, peccato che la vera storia fosse che durante la prima lezione che gli aveva dato, giustificandosi con un placcaggio, aveva cercato di farselo, beccandosi un lancio abbastanza forte e la palla sui coglioni! Da allora nessuno aveva mai provato a giocare con lui!
“Basket?”
Domandò con gli occhi vivaci e divertiti.
“Non ho mai giocato, ma se non hai paura di beccarti una pallonata nei gioielli di famiglia possiamo provare.”
In fondo un po' d'aria fresca gli avrebbe fatto certamente bene, no? Finì di bere la cioccolata, posando poi la tazza nel lavello e ripulendosi la bocca, osservandolo. Si, decisamente voleva giocare, poco ma sicuro.
 
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»Donnie
view post Posted on 11/2/2013, 23:53




jordanTRS
Tu non puoi capire.
Quelle parole gli rimbalzarono nel petto e nella mente, adombrando il suo sguardo. Alec non poteva saperlo, ma lui invece capiva. Capiva benissimo cosa volesse dire vivere perennemente con una bestia affamata nel petto che ad ogni plenilunio si sfogava mietando vittime su vittime, rendendo l'essere umano che coesisteva assieme a lui un mostro, un carnefice ed al contempo una vittima a sua volta.
Avrebbe voluto confessargli tutto, piangere a dirotto ed urlare che era colpa sua anche se non voleva farlo soffrire ed invece poteva soltanto tacere e sperare che quel ragazzo innocente si salvasse e che riuscisse a domare il lupo quel tanto necessario a scappare. Se avesse incontrato la cacciatrice, dubitava si sarebbe salvato... non se fosse stato da solo almeno! Lei ormai aveva ben chiaro il suo odore e non si sarebbe data pace finchè non l'avesse ucciso. Gli veniva da vomitare.
Odiava quella parte della sua vita e detestava non poterci fare assolutamente nulla. Avrebbe voluto trovare il modo di scindere quella personalità malata da sè, invece era costretto a conviverci e a mentire alle persone esterne alla sua famiglia che però gli era ugualmente care. Gli dispiaceva inventare ogni volta una scusa per non andare in gita o per evitare di restare a dormire a casa di qualche amico una notte di plenilunio, ma la loro salvezza era più importante.
Sospirò alle parole di Alec, trattenendo l'istinto di urlare.
"Non credo di poterti impedire qualcosa... non ne sono certamente nella posizione, ma secondo me faresti bene a muoverti in gruppo appena la senti... avresti più possibilità di vincere. Sia chiaro a me di lei non me ne importa un fico secco, è di te che mi preoccupo.... che tu ci creda o no..."
Quella conversazione lo stava stancando da morire. Si sentiva spossato e a pezzi come lo era stato soltanto la mattina che aveva scoperto di aver ucciso una povera ragazza innocente, la stessa in nome della quale ora Alec rischiava la vita cercando vendetta.
Si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e cominciò a metter su il preparato per due belle cioccolate calde, la sola bevanda che in quel momento potesse aiutarlo a tirarsi su di morale. Si sentiva terribilmente in colpa per ciò che era successo, anche se sapeva bene di non poterci fare molto... quella notte di plenilunio però si sarebbe fatto rinchiudere e sorvegliare nella panic room! Non poteva permettere che le due bestie si fronteggiassero, aveva troppa paura di aggiungere anche la vita di quel giovane alla lista dei suoi omicidi.
Fortunatamente, il discorso venne presto spostato sui suoi genitori, intenti a scambiarsi dolci coccole in salotto, baciandosi e abbracciandosi come se non si vedessero da mesi. Spiarli in quei piccoli momenti di casta intimità gli piaceva, amava vederli così uniti e felici nonostante la loro fosse una delle famiglie più numerose e disastrate del mondo! Chissà se era lo stesso anche per Alec... Gli consegnò la tazza assieme a quella domanda, sedendosi nuovamente al suo fianco in attesa di un'accalorata risposta che non tardò ad arrivare.
Era bello sentirlo parlare a quel modo di sua madre. Dovevano essere davvero molto legati e un po' gli dispiaceva che fosse costretto a vederla invecchiare ed infine morire, quando lui non sarebbe mai cambiato molto... Robin non avrebbe mai vissuto qualcosa di simile... persino Kevin aveva fatto in modo di votarsi al lato oscuro per restare accanto a quel coglione di Invidia!
Eppure, nonostante quella malinconia di fondo, sentirlo parlare di sua madre lo faceva ridere di gusto! Quella donna doveva essere seriamente fantastica!
"Mi piacerebbe conoscerla, sai! Dev'essere divertente andare assieme a lei a degli appuntamenti al buio per gay!"
Scoppiò a ridere beffardo, prima di leccarsi le labbra per ripulirsi dai baffi di cioccolata che si sentiva addosso. Alec non gli sembrava affatto il tipo di ragazzo che si infila tranquillamente in certe situazioni... gli ricordava un po' suo fratello Alien sotto quell'aspetto! Anche se era sicuro che avesse avuto molte più esperienze di lui! Nonostante MaryLi amasse il suo gemello alla follia, più volte gli aveva confessato che non era sicura l'altro avrebbe mai trovato qualcuno di adatto a lui se per caso non avesse pasticciato un po' con le evocazioni di un libro pressocchè sconosciuto e vecchio di secoli!
Probabilmente aveva ragione, ma non si poteva dire che ad Alien fosse andata male! Almeno fino a che teneva il proprio compagno lontano dai licantropi! Se ci ripensava, sentiva la rabbia montargli nuovamente nel petto. La scacciò facilmente tornando a concentrarsi sul monologo dell'altro ragazzo, sorridendo divertito.
"Dovete essere davvero molto uniti... è bello che sia così, nonostante tutto. Conosco molta gente che non comprende l'importanza di avere una famiglia molto unita, ma io alla mia non rinuncerei per nulla al mondo anche se non è propriamente fra le più normali! Insomma, basta pensare a come i miei hanno scoperto che sono gay! Essere chiamati a casa dal vicepreside perchè il figlio si era fatto beccare a scopare con un compagno di classe in un'aula vuota non dev'essere stato il massimo per loro, ma siamo riusciti a superarla!"
"Anche perchè di 'ste chiamate ne riceviamo una al giorno come minimo! Quindi o ci abituiamo o ci suicidiamo!"
La voce di suo padre si levò tonante dal salotto, ma non suonava affatto rimproveratoria come voleva sembrare e questo fece ancora una volta sorridere Robin. Si era portato anche una mano dietro ai capelli, ravvivandoli appena, mentre esibiva la lingua in una smorfia piuttosto tipica... sembrava quasi volesse scusarsi per esser stato colto in flagrante, ma poi scoppiò a ridere di nuovo, proponendo infine ad Alec di uscire fuori per una partita a basket.
"Credo sia meglio ti spieghi un po' i fondamenti del gioco prima di cominciare, tanto per evitare che tu creda stia cercando di fare altro mentre ti marco stretto!"
Scherzò dando una lavata veloce alle tazze, prima di recuperare il pallone da un ripostiglio in salotto e far segno ad Alec di seguirlo fuori dalla porta, fino al campetto di basket nel giardino sul retro, quello più protetto.
"Allora... cosa sai sul gioco?"
Domandò divertito, facendo qualche palleggio prima di lanciargli la palla fra le mani.
 
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view post Posted on 16/2/2013, 21:04
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Basta, non aveva più voglia di parlare di Evie, voleva cambiare argomento, i ruggiti che aveva risvegliato l'altro ragazzo erano sempre più alti, la bestia si svegliava alle volte, come quella e faticava sempre a tenerla a bada, avrebbe volentieri evitato di saltargli alla gola per fargli del male o peggio. Il suo lupo non ragionava sempre con costanza, alle volte partiva con l'idea di soddisfare le proprie pulsioni sessuali e finiva a sbranare lo sfortunato che ci era caduto, oppure partiva con l'idea di fare del male e finiva invece a farsi sbattere come qualsiasi altra puttana da quattro soldi, senza farsi pagare naturalmente.
Per fortuna non durò molto e presto cambiarono argomento, finendo sulla famiglia. Si, capiva che al ragazzo piacesse davvero quella strana famiglia che si ritrovava a mano, suo padre demone, sua madre cacciatore, vampiri, angeli, demoni, profeti, erano davvero una bella squadra, tutti affiatati e totalmente a loro agio, anche se magari c'era stato qualche problema, come gli era stato anche spiegato prima, erano così carini. Anche con sua madre era così, affiatato, sua madre era tutto quello che aveva, era una persona che avrebbe dato l'anima per lui, aveva fatto così tanto per lui quando doveva praticamente vivere in ospedale. Era sempre stata al suo fianco, anche quando non se lo sarebbe aspettato, quando aveva abbassato il capo e le aveva detto che era gay lei gli aveva rivolto un sorriso dolcissimo e gli aveva accarezzato dolcemente i capelli, dicendogli che lo aveva capito da tempo e che era pur sempre suo figlio. Sua madre era forte, avrebbe trovato la forza per andare avanti quando l'avrebbe abbandonata, era lui che sperava di riuscire a resistere. Nonostante sentisse l'istinto del branco e riconoscesse i suoi membri come una seconda famiglia, sua madre era sempre la persona più importante della sua vita, lasciarla sarebbe stata dificilisimo, avrebbe sofferto, avrebbe pianto probabilmente. Voleva semplicemente starle sempre accanto ma non poteva, non avrebbe mai potuto. Possibile che non riuscisse a trovare un attimo di tranquillità dal pessimismo che lo aveva colto negli ultimi tempi? No, era imposibile, eppure si ritrovò a ridere di gusto sentendo la replica del signor Winchester alla frase del figlio.
”A quanto pare non mi era sbagliato, sei veramente un maniaco.”
E stavolta stava scherzando, lo si notava anche dal sorriso divertito che aveva stampato sulle labbra. Forse non era poi così male stare lì, forse avrebbe potuto staccare la spina da tutti i pensieri che lo avevano accompagnato e rilassarsi, poteva sperarlo? In fondo aveva diccianove anni, era un ragazzo giovane, avrebbe voluto preoccuparsi solamente di uscire con gli amici, di innamorarsi, non di correre dietro alle prede, soccombendo alla fame che lo attanagliava ogni plenilunio, eppure ogni tanto cercava di essere un ragazzino normale. Voleva essere normale ogni tanto, come in quel momento, mentre lo seguiva all'esterno e ridacchiava alla sua battuta.
”Immaginavo che per marcare qualcuno bisogna stargli molto vicino. Ma immagino anche che non sia indispensabile strusciarsi ed infilare le mani sotto la maglia dell'avversario, in quel caso mi riservo dell'opzione di lanciarti la palla nei tuoi gioielli.”
Affermò tranquillo, afferrando il suddetto oggetto che gli veniva lanciato, provando a palleggiare un attimo. No, non era proprio capace, visto che ci riuscì un paio di volte prima di vedere la palla rotolare per terra.
<b>”Diciamo che devi iniziare dall'inizio?”

Tentò, sorridendogli imbarazzato. Era una vera fregatura nello sport, non era nemmeno capace di palleggiare a dovere, eppure poteva imparare, anche perchè gli sarebbe piaciuto giocare ora che poteva, ne aveva fatta una passione quando era realmente costretto a non farlo per via dei suoi problemi cardiaci, ora finalmente qualcuno gli avrebbe potuto insegnare realmente e senza volergli mettere le mani addosso come se fosse una sanguisuga.
”Comunque... conosco lo scopo, infilare la palla nel canestro.”
Ok, aveva appena detto quel genere di frase che con il suo migliore amico gli sarebbe valso un sorriso malizioso ed una battutaccia di poco conto, oppure una vera e propria proposta oscena, sperava anche che Robin non fosse fatto così. Non sapeva da cosa derivava la propria timidezza in quel campo, soprattutto se messa in confronto con la sua bestia, quando era uomo e basta non riusciva proprio a reggere quel genere di discorso, non era mai stato il tipo da prendere l'iniziativa e quando qualcuno gli filava dietro, a meno che non fosse tremendamente sfacciato come Jake, non lo capiva mai, anzi, finiva sempre per fare delle figure di merda proprio perchè non era affatto capace di accorgersene.
 
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51 replies since 19/11/2011, 18:12   391 views
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