JamesXAndy

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view post Posted on 11/4/2011, 18:32
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CITAZIONE
Neanche un anno prima non avrebbe mai immaginato tutto quello. Poco meno di dodici mesi fa gli risultava persino impensabile andare a letto con un ragazzo, figurarsi perdere la verginità con un affascinante alieno che si sarebbe divertito come un pazzo a farlo soffrire solo per non ammettere di essersi innamorato. Assurdo. Quasi quanto lo era tutta quella storia. Tuttavia, era tanto fuori di testa quanto fondamentale per lui. Non si sarebbe più considerato Andrew Dayton se fosse stato privato di Starscream o James Starlight, all'anagrafe. Amava quell'alieno e adorava sentirlo dentro di sè. Aveva imparato perfino a lasciarsi andare, a farsi guidare dall'istinto e della lussurria senza farsi paranoie di sorta. Quasi gli veniva da ridere a ripensare alla sua riluttanza a farsi scopare in una classe vuota. Adesso era lui ad impalarsi, a ricercare quel calore e quella braccia che lo facevano sentire ben più al sicuro e in Paradiso di quanto potesse farne stargli lontano. No. Se si fosse ritrovato nuovamente separato da James probabilmente sarebbe morto. Non gli sarebbe più bastata trascinarsi avanti la propria esistenza aspettando solo che si consumasse come un fiore senz'acqua. No, senza il suo compagno non ci sarebbe stato piuttosto si sarebbe ucciso. Decisamente meglio. Quei pensieri macabri e tristi vennero spazzati via da un gemito di puro desiderio quando il suo collo e il orecchio vennero attaccati con prepotenza. Cazzo! Sembrava che l'altro avesse una mappa delle suo zone erogene. Le aveva scoperte e memorizzate fin da subito e non mancava mai di stimolarlo lì dove lo sapeva più sensibile. Appoggiò una mano su quella stretta alla sua intimità e percorse in una carezza tutto il braccio fino ad arrivare alla spalla e poi ad una guancia, mentre si muoveva sull'altro con un ritmo veloce che minacciava di portarlo sempre più vicino all'orgasmo. Specialmente con quella stessa rapidità sul proprio sesso. Il sussurro ovattato di James rischiava seriamente di farlo venire ancora una volta, proprio come aveva fatto poco prima. Sorrise mentre si portava alle labbra la mano libera del compagno per baciarla e leccarne le dita. "Nnh... vuoi farmi scoppiare di nuovo?" chiese sorridendo ed inarcandosi contro quel petto brunito che lo accoglieva come un comodo giaciglio
Decisamente non sapeva come ritrovare almeno la minima parte di se stesso se desiderava ardentemente rimanere come era diventato, completamente perso per quel magnifico ragazzo che gli gemeva tra le braccia. Si decisamente ora che lo aveva rassicurato di essere suo e soltanto suo non gli fregava più un cazzo di quelle assurde paranoie che prima lo avevano colto, semplicemente si concentrava su di lui, su quel corpo che gli si concedeva senza alcuna remora. Ghignò sulla sua pelle, mordendo il collo e tirando subito dopo la pelle morbida.. Dio se lo sarebbe divorato, sul serio! Se avesse apprezzato il sapore della carne umana prima di innamorarsi ci avrebbe fatto un pensiero, ora si cibava di lui in quel modo, e se ne sarebbe cibato per sempre.
"certo..."
mugugnò girandogli il viso per poterlo baciare con prepotenza e passione.
"voglio sentirti venire sulla mia mano moscerino, per poi riempirti con il mio seme."
Sussurrò infilandogli la lingua nell'orecchio succhiandolo subito dopo.
Aveva bisogno di farlo venire, ormai si sentiva fin troppo vicino all'orgasmo per cui doveva farlo venire.. solo dopo si sarebbe concesso lo stesso piacere, era strano come ora mettesse anche il piacere di Andy prima del suo.
H2O. Due molecole di idrogeno per una di ossigeno unite insieme danno quella che più comunemente viene chiamata acqua. Essa ha numerosi usi nella vita di tutti i giorni di animali e piante, specialmente quello di garantirla. Senza quel liquido incolore ed insapore tutto sarebbe morto, rinsecchito come spighe di grano lasciate troppo al sole senza essere raccolte in tempo. Acqua, risorsa purtroppo esauribile. Nessuno sarebbe sopravissuto senza. Nemmeno privato dell'ossigeno, molecola essenziale per la presenza dell'H2O, l'essere umano avrebbe potuto continuare a vivere. Buffo come Andy invece ponesse fondamentale per la propria esistenza la presenza di James nella sua vita. Davvero, senza quel testardo, avventato, deficiente e bellissimo alieno lui non sarebbe più riuscito ad andare avanti. Quei sei mesi di inferno che li avevano visti separati erano stati semplicemente insopportabili. Si era ridotto ad una futile crisalide, un guscio pieno ma con all'interno un'anima già morta. Una farfalla che non sarebbe mai nata, una gemma congelata dall'inverno prima ancora del suo sbocciare. Invece l'estate l'aveva sopreso e costretto a tirar fuori la testa. James era tornato, era lui la sua stagione di ritorno. Stretto fra le sue braccia si sentiva capace di ogni cosa, persino di annientare i propri demoni interiori. Tutti, dal primo all'ultimo. L'alieno era la parca del suo destino, era lui a possedere il filo della sua vita e le forbici in grado di tagliarlo. Fautore del suo piacere e della sua stessa esistenza. Un sorriso si dipinse sul suo volto, ma si ruppe subito per lasciar spazio ad un gemito più alto degli altri, un anticipo di quegli urli che era sicuro non avrebbero tardato ancora molto ad uscire. Il suo tono di voce, vellutato come una carezza ma sensuale come un bacio, l'aveva fatto fremere come una corda di violino. Cristo! Perfino se lo chiamava moscerino si ritrovava in condizioni pietose! Non sarebbe decisamente mancato molto al proprio orgasmo, ma non voleva essere il primo a scoppiare. No, ma nemmeno voleva essere l'ultimo. "Mmh... James!" urlò dopo quell'attacco al suo orecchio che lo fece urlare, privandolo di tutta l'aria contenuta nei suoi polmoni. Gli buttò le braccia al collo e, nonostante ciò gli costasse fatica per la posizione in cui si trovava, fece leva su di esse per sfilarsi quasi totalmente da lui. "Insieme..." sussurrò lasciandosi ricadere pesantemente sul suo membro eretto con un sonoro urlo, soffocato poi in un alto gemito, e un potente schizzo che, se non fosse stato in parte trattenuto dalla mano del compagno sulla sua intimità, l'avrebbe bagnato fino alla bocca aperta
Si... Andy era la sua vita, tutto quello che lo rendeva completo e felice, decisamente felice come non si era mai sentito prima, ed in quei sei mesi separati si era accorto di non poterne proprio farne a meno, lo amava più di se stesso e non aveva più nessuna remora ad ammetterlo, desiderava stare con lui fino alla fine della propria vita. Quando lo sentì urlare e gemere in quel modo sospirò di piacere prima di lasciarsi andare a sua volta con un gemito alto affogato nel suo collo.
Si prese un pò di tempo restando stretto a lui, accarezzandogli i fianchi prima di portarsi la mano alla bocca, leccandola per pulirla.
"Ora riposamo ancora un pò."
Mormorò.
"Sono stanco Andy..."
Sussurrò uscendo dal suo corpo. Gli accarezzò i capelli prima di baciarlo con passione e dolcezza.
Non si era mai sentito tanto bene, talmente in pace con sè stesso e col mondo. In quel momento l'intera esistenza di quella palla rotante avrebbe potuto interrompersi che lui sarebbe stato assai contento di rimanere per sempre immobile in quella perfezione. Per sempre stretto dalle braccia di James. Se avesse formulato certi pensieri meno di un anno prima avrebbe dato colpa a qualcosa di avariato ingerito la sera prima, si sarebbe successivamente dato dell'idiota e infine avrebbe preso il tomo più voluminoso dalla scrivania e sarebbe andato a studiare fino a che non avesse memorizzato il posto esatto di ogni punto e di ogni virgola. Si lasciò andare nella sua mano con un unico potente schizzo. Non fece nemmeno in tempo a riprendere fiato per quel travolgente orgasmo che, in risposta alle sue parole, James si liberò al suo interno soffocando il proprio volto e i suoi gemiti nel collo teso e scosso dai brividi del più piccolo. Si sistemò meglio contro il petto del maggiore, beandosi fino in fondo di quel contatto caldo e morbido. Davvero non sapeva come aveva potuto andare avanti tanto senza di lui. Quando se l'era ritrovato nello studio dello psicologo aveva subito pensato ad un miraggio, ad un nuovo scherzo della sua testolina provata che tanto aveva bisogno di James. Sì, la verità era proprio quella. Sentiva la necessità fisica e mentale del bell'androide. Stargli troppo lontano equivale a morire o a spegnersi totalmente. Il suo stato durante quei sei mesi separati non era stato molto diverso da quello di una persona in coma vegetativo. No. Decisamente si poteva dire che era quasi la stessa brutta e sgradevole situazione... l'unica differenza era che lui era riuscito a guarire... Prese ad accarezzare sovrappensiero il braccio posato sul suo fianco. Riposare... sì... non era un'idea malvagia, ma prima c'era qualcosa che voleva fare. Si voltò per potergli parlare guardandolo negli occhi che subito James ne approfittò per baciarlo. L'ennessimo splendido contatto di bocche di cui dipendeva come un eroinomane. Starlight era la dose che si sarebbe iniettato giorno e notte senza sosta. Sempre sempre sempre sempre. Voleva scoppiare di lui, desiderava che fosse il suo respiro a graffiargli i polmoni dopo tutta quell'apnea. Non voleva altro che sentirsi un tutt'uno con lui nella mente e nel corpo. Quando si staccarono le sue guance erano di nuovo rosse e la sua bocca era tesa all'insù, in un dolce sorriso innamorato. Annuì soltanto continuando ad accarezzargli il braccio su cui aveva precedentemente appoggiato la mano. "Vorrei fare una doccia prima" disse baciandolo lievemente sulle labbra, quel tanto che bastava per inebriarsi del suo profumo e per realizzare che sul suo mento stava spuntando un accenno di barba. Portò una mano a giocare con quei capelli sorprendentemente lunghi mentre non smetteva di sorridere felice. "Vieni con me? Voglio solo lavarmi, te lo assicuro!" disse ridendo baciandogli quella mascella larga e prominente che lo faceva decisamente impazzire... come tutto in lui, del resto!
il pettp... il petto gli doleva come se stessero scavando dentro di lui. La cicatrice, testimonianza reale di quello che aveva passato, che lo solcava sembrava respirare l'aria, privandogliene. Era come se qualcosa all'interno del suo stesso corpo stesse cercando di farsi strada verso la luce, suqarciando e stracciando le carni di quel corpo troppo debole. Avrebbe dovuto dirglielo prima o poi, ma preferiva tacere, Andy non sarebbe mai venuto a conoscenza di ciò che lo tramortiva in quel modo. Sebbene fossero passati sei mesi ed ora non bramasse altro che stare con lui, dentro di lui, di fondersi completamente e sentirsi invocare dalla sua voce calda e lussuriosa, stava prendendo coscienza che non poteva permetterselo. Non ora almeno, non in quello stato.
Sorrise accarezzandogli il viso e scuotendo la testa, nessuna di quelle emozioni avrebbe mai sfigurato il suo volto con Andy di fronte a sè. Non poteva permetterselo, non voleva e non doveva. L'ultima cosa che voleva era mettere in allarme Andy!
"vai tu."
Mormorò.
"Sul serio Andy, sono troppo stanco. Credo che avrei dovuto trattenermi... non sono più abituato a quanto pare."
Scherzò malizioso.
"Ho bisogno di pratica appena mi sarò ripreso un pò."
Attese che lasciasse la stanza, di essere solo, per poi piegarsi su se stesso. Le mani al petto come se la cicatrice cercasse di tornare una ferita aperta, slabrata, il respiro veloce, troppo veloce. Non poteva resistere così... aveva provato di tutto per alleviare quello strazio ma quando era troppo era come se gli ricordasse che non peteva fermarlo. Si accarezzò la pelle più chiara, ebbe quasi la certezza che stesse pulsando, che stesse rompendosi. Gli occhi erano annebiati da un dolore che non credeva potere mai provare, l'unica cosa che ringraziava era che Andy non fosse lì con lui, il suo compagno non doveva sapere!
Quando si quietò un attimo riuscì a tirare un sospiro di sollievo, posandosi un braccio sugli occhi. Sperava solo che non peggiorasse, che non ricominciasse come quando era appena stata imposta sul suo corpo, in quel caso non sarebbbe nemmeno riuscito a riprendere il proprio corpo originale e se qualcuno fosse riuscito a rintracciarlo sarebbe stata la fine. Non poteva permetterlo.
Ascoltò lo scroscio dell'acqua che arrivava dal bagno regolizzando del tutto il respiro.
Aveva assoluto bisogno di farsi una doccia. Aveva fatto l'amore con James così tante volte da averne perso il conto e si sentiva decisamente sporco, non si sarebbe davvero addormentato tranquillo se prima non si ridava una pulita. Inoltre, da quando l'altro era tornato volevi mostrarsi sempre al meglio, si era lasciato andare fin troppo alla deriva ora era il momento di tornare alla terra ferma. Si allungo verso il compagno a baciargli le labbra con delicatezza. "Riprenderemo il ritmo, non ti preoccupare. Dopotutto non saresti tu se non mi bloccassi almeno un paio di volte al giorno sotto di te" asserì ridendo imprimendo la propria bocca sull'altra ancora una volta. All'inizio si era spaventato della vitalità di James, in fin dei conti non si conoscevano nemmeno che si era ritrovato sdraiato su una scrivania e subito dopo sul proprio letto. Buffo! Non aveva fatto altro che tentare di fuggire da lui e da quella sua perversione fino a ritrovarsi talmente dipendente da lasciarsi quasi morire durante la sua assenza. Si allontanò da lui sorridendo, ma prima di entrare in bagno si volse a guardarlo un momento come per assicurarsi che non se ne andasse non appena avesse oltrepassato la porta.

L'acqua gli scivolava veloce lungo il corpo pulendolo dalla schiuma del sapone usato in precedenza e dalla sporcizia varia. Era giugno, ma faceva decisamente molto più caldo del previsto perciò aveva regolato il getto in modo che fosse il più gelido possibile. Gli piaceva far la doccia tanto fredda, era come uno schiaffo e aveva la stessa capacità di riportarlo alla realtà. Durante quei sei mesi d'inferno infatti lo considerava un atto terribilmente masochistico e non solo a causa delle temperature sotto lo zero che imperversavano all'esterno del suo bagno. Ogni giorno l'acqua ghiacciata gli ricordava l'assenza a cui era condannato, una mancanza che era convinto non sarebbe mai riuscito a riempire. Invece...
Chiuse il rubinetto e, dopo una rapida asciugata, raggiunse James ancora sdraiato sul letto. Non si era messo vestiti e la sensazione di freddo non era ancora svanita dalla sua pella chiara. Sorrise nuovamente nel vedere il compagno ancora lì, esattamente dove l'aveva lasciata. Questa volta ci doveva solo provare a scappare, avrebbe ucciso personalmente chiunque avesse tentato di portarglielo via per l'ennesima volta. Inizialmente pensò dormisse dal momento che si schermiva il volto con un braccio, poi si accorse che in realtà era ancora sveglio. Si avvicinò a lui e si coricò sul suo petto, la testa bionda volta in direzione di quella cicatrice che lo squarciava senza alcun rispetto per la sua carnagione brunita e immacolata. Non che avesse perso il suo fascino, comunque! "Ti fa male?" chiese accarezzando la pelle in prossimità dello sfregio. Continuava a sentirsi in colpa per tutte quelle imperfezioni, se lui gli avesse parlato come lo stesso James aveva fatto e non avesse deciso di punto in bianco di fare la troia per tornare da lui tutto quello non sarebbe mai successo. Appoggiò una guancia ancora fredda sulla cicatrice e poi ne percorse piano e con leggerezza i contorni con le labbra. Posò un ultimo bacio alla fine della ferita, che sentiva così calda rispetto a sè stesso, poi tornò a riaccocolarsi sull'altro pettorale. "Me ne parlerai un giorno?" chiese in un soffio senza smettere di accarezzare, questa volta con un dito, la brutta crepa su quell'invidiabile distesa brunita. "Voglio dire questi sei mesi non sono stati facili per nessuno dei due, ma vorrei davvero sapere quello che ti è successo anche se potrei soffrirne." Se fosse stata una persona diversa in quel momento niente gli avrebbe impedito di piangere, ma per i suoi standard si era lasciato andare alle lacrime già troppe volte e doveva imporsi un minimo di controllo per non provare scrivo per sè stesso. "Mi sei mancato così tanto..." mormorò ancora stringendosi maggiormente a lui. "Non mi lascerai più vero, James?" chiese ancora senza avere però il coraggio di guardarlo negli occhi troppa era la paura di leggervi dentro un'incertezza o una titubanza che non sarebbe stato in grado di sopportare.

 
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view post Posted on 11/4/2011, 18:57
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Lo vide ritornare e sorrise, la crisi finalmente passata per sua fotuna, sembrava che la pelle fosse finalmente tornata del calore normale. Oppure era la presenza di Andy che lo faceva stare così bene? Probabilmente non lo avrebbe mai capito ne ammesso alla fine. Lo accolse sul proprio petto allargando il sorriso.
"non pruccuparti."
Affermò con aria indifferente.
"Non mi fa male, solo un leggero fastidio qualche volta e nulla di più, niente di così grave."
Lo rassicurò, ringraziando di essere sempre stato un bugiardo nato. Nessuno si era mai accorto di quando mentiva e di sicuro il primo non sarebbe stato il suo ragazzo, almeno lo sperava.
Si perchè Andy riusciva sempre a smascherarlo, in qualunque campo. Aveva anche smascherato lo StarScream che cercava qualcuno con cui dividere l'esistenza e non era poco.
Passò una mano tra quei fili dorati e morbidi per poi posarla sul collo massaggiandolo delicatamente, soffermandosi a riflettere sulla sua richiesta.
"Se tu mi parlerai di quello che è capitato a te io ti parlerò di ciò che mi è successo."
Puntò gli occhi nei suoi, serio e deciso.
"Non mi sei sembrato molto in forma."
Gli fece notare, addolcendosi poi alla sua successiva affermazione. Gli sollevò il viso obbligandolo a specchiare gli occhi nei suoi.
"Non sono mai stato un uomo di parola, sono stato tante cose ma non quello. Ma se posso dire la verità con te è diverso, credimi se ti dico che per separarmi di nuovo da te mi dovranno uccidere."
Nessun dubbio passò per le iridi chiare, ora che aveva compreso quanto quel ragazzo fosse importante per la sua esistenza non avrebbe permesso a nessuno di separarli ancora.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 11/4/2011, 21:00




Era tornato sul suo petto e subito dette attenzioni a quella pelle mutilata per sempre. Una cicatrice del genere non se ne sarebbe mai andata, ormai aveva preso posto su quella superficia liscia e profumata e avrebbe ricordato costantemente ad ognuno dei due sei mesi d'inferno. Gli sarebbe piaciuto cancellare tutta quella sofferenza, quei patimenti e dubbi infingardi che lo torturavano nel pieno della notte senza lasciarlo dormire. Ora erano finalmente quetati: James non se ne era andato per non averlo più fra i piedi, non l'aveva lasciato solo di nuovo, ma era stato trattenuto dal tornare da lui. Arricciò il naso sentendolo liquidare così quel bollore che percepiva nettamente. Sapeva dell'orgoglio del suo ragazzo infatti non si aspettava chissà quale ammissione, ma davvero non riusciva a credere che non sentisse quasi nulla da quello sfregio. Non lo reputava davvero possibile. Decise di ignorare la cosa e si strinse maggiormente a lui mentre gli chiedeva informazioni su ciò che aveva passato. Immaginava che l'altro gli avrebbe risposto in un modo simile, avrebbe presto affrontato la questione ma prima voleva certezze. Era importante, vitale! per lui essere assicurato sul fatto che James non gli sarebbe più stato portato via, che sarebbe rimasto con lui. Si sentì alzare il viso e tornò a fissarlo in quegli spettacolari occhi di ghiaccio che ravvivano ogni anfratto buio dei suoi perfetti lineamenti.
CITAZIONE
"Non sono mai stato un uomo di parola, sono stato tante cose ma non quello. Ma se posso dire la verità con te è diverso, credimi se ti dico che per separarmi di nuovo da te mi dovranno uccidere."

Abbassò rapidamente lo sguardo per nascondere le guance, improvvisamente calde manco fossero state in forno a 200°! Si stupiva sempre di come l'altro riuscisse a mettere in subbuglio con tanta facilità il proprio intimo. Aveva totalmente riarredato il suo essere e solo con uno sguardo riusciva a cambiare posto al fegato e a fermare il cuore. Ancora si domandava come fosse possibile, era sicuro di non causare certi effetti in James. Già considerava un miracolo averlo fatto innamorare e poterlo ritenere suo e viceversa. Rialzò la testa solo per baciarlo con urgenza sulle labbra, quel contatto esprimeva un sacco di sensazioni diverse: il suo amore, la sua gioia, ma anche la sua necessità! Era diventato dipendente da lui e quei sei mesi ne erano la prova, perso lui aveva smarrito anche la voglia di vivere, ma ora aveva ritrovato entrambi e questa volta li avrebbe tenuti belli stretti. "No..." sussurrò leggermente. Sembrava più un continuo dei propri pensieri che una risposta ad una domanda ancora senza soluzione che continuava ad aleggiare nell'aria. "Non sono stato per niente in forma." concluse, abbassando ancora una volta gli occhi. Si sentiva tremendamente stupido adesso, sapeva benissimo che l'altro non avrebbe voluto che reagisse come invece aveva fatto, ma era stato incapace di non lasciarsi andare. Non solo non aveva avuto modo di tirarsi su, ma nemmeno voleva farlo. Era in lutto. Si sentiva esattamente così e per una volta voleva che la propria condizione trasparisse anche all'esterno. Era stato un girasole senza la sua stella alta a brillare nel cielo, uno stelo strappato dall'erba ma che ora tornava miracolosamente a vivere. "Io..." provò senza sapere come andare avanti senza sentirsi soppesato dal suo sguardo e dai suoi pensieri. Sicuramente James gli avrebbe dato dell'idiota e si sarebbe arrabbiato ma in fondo era giusto il suo desiderio di sapere... dopotutto lui voleva conoscere i suoi patimenti, le torture a cui era stato sottoposto. Ingoiò a vuoto prendendo a giocare distrattamente con una ciocca dei capelli scuri del compagno. Erano così lunghi, ancora non si capacitava di quanto fossero cresciuti in sei mesi. Sospirò ancora e tornò a fissarlo negli occhi, animato da chissà quale sprazzo momentaneo di coraggio. "Te l'ho detto: mi sei mancato da morire. Stare senza te per me non vale la pena quindi mi sono trascurato un po'... beh un po' troppo ad essere sinceri" ammise cercando di tenere fisso il contatto visivo nonostante l'istinto di romperlo e nascondersi nell'incavo del suo collo. "Ho smesso di mangiare, di studiare, di parlare... di vivere insomma! Prima ti ho detto una mezza bugia..." confessò sorridendo amaro. "Non ho perso solo 5 kg, ma 10... ne ho recuperati la metà grazie all'aiuto dello psicologo. I professori, preoccupati dalle mie assenze e dai miei compiti in bianco, mi hanno costretto ad andare in terapia e pian piano ho accettato il lutto, la tua perdita, e ho ripreso a studiare e a mangiare. Era più facile pensarti morto, James" continuò senza perdere un secondo i suoi occhi di vista. "Considerarmi vedovo e solo al mondo era l'unico modo per concentrare i miei pensieri su qualcos'altro... credevo davvero che tu mi avessi abbandonato di nuovo." concluse, la ciocca era sempre attorcigliata attorno al suo dito e solo ora spostava lo sguardo su di essa, guardandola con finto interesse. In realtà non vedeva assolutamente niente. La sua mente e la sua capacità visive erano perse in quei sei mesi bui e insostenibili. Sospirò nascondendo finalmente il volto nell'incavo del suo collo. Sospettava si sarebbe arrabbiato, la considerava una reazione ovvia e naturale ma sentiva il bisogno di dirgli ancora una cosa, l'ultima. Riportò per l'ennesima volta lo sguardo nel suo. C'era tanta pena nei suoi occhi chiari e grandi, c'era tutto quel dolore che se l'era divorato passo dopo passo, giorno dopo giorno. "Scusami, James" disse trattenendo dentro di sè la sofferenza, non le avrebbe dato modo di mostrarsi ancora era già stata protagonista indiscussa nella sua vita per troppo tempo! Ora voleva felicità e sapeva di trovarla con l'androide che l'aveva cambiato più di quanto credesse.

Edited by Scheherazade Al Rahman - 11/4/2011, 23:09
 
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view post Posted on 11/4/2011, 23:18
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Ascoltò le sue parole provando una stranissima fitta al petto... Andy era stato così male, Andy aveva preferito crederlo morto per continuare a vivere. Non se la sentiva di aggredirlo, probabilmente lui avrebbe fatto di peggio ad una simile lontananza a ruoli invertiti, semplicemente ricambiò lo sguardo addolcendo appena il proprio.
"Non chiedermi scusa."
Sussurrò avvicinando le labbra alle sue.
"Hai semplicemente reagito nella maniera più probabile, probabilmente io sarei impazzito del tutto a ruoli invertiti. Quello che conta ora è che siamo insieme."
Però ora doveva raccontare la sua storia, proprio come aveva fatto Andrew. si stese completamente sul letto, reclinando la testa sul cuscino.
"Quando te ne sei andato pensavo che sarebbe stato semplice tornare da te, sbagliavo."
Confessò.
"Il mio ex comandante mi aveva trascinato in una trappola, non c'era solo Cyclonus, era tutti lì ed io non me ne ero accorto, fortunatamente visto che ero ferito hanno preferito prendersela con me lasciandoti illeso."
Se gli avessero fatto qualcosa probabilmente sarebbe morto anche lui, anzi sicuramente. Andrew era la stessa aria che respirava, come poteva vivere senza? Semplicemente sarebbe appassito come un fiore senza acqua.
"Mi hanno portato di nuovo sulla mia corazzata, stavolta però come prigioniero. Non mi ero mai accorto cosa significasse essere nelle nostre mani, non entrerò nei dettagli ma l'unica cosa che sentivo erano le mie urla. Non riuscivo a smettere di gridare, la smettevo solo quando mi concedevano il lusso di svenire. Poi è arrivato il momento giusto... un attacco di quelli che consideravo nostri nemici ma che in quel momento mi sembravano angeli. Sono fuggito di nuovo, erano troppo impegnati a difendersi per badare anche a me."
Sorrise amaro, riportando lo sguardo su di lui, accarezzandogli il viso.
"Devo dire che però mi hanno lasciato qualche bel ricordino in modo che io non mi scordi mai di loro."
Giudicò passandosi un dito lungo le cicatrici.
"Sono tornato sulla terra, volevo solo tornare da te. Per una settimana ho passato il tempo nascosto, ho dovuto aspettare di riuscire di nuovo a muovermi. Quando sono stato di nuovo in grado mi sono presentato dal preside per convincerlo ad organizzare un incontro con te. Lui sà chi sono è mi accolto una seconda volta... il resto della storia lo conosci mi sembra."
Concluse baciandolo.
"Scusami... avrei voluto starti accanto e non farti stare così male."
Mormorò sulle sue labbra prima di ricongiungerle con le proprie in un bacio dolce che doveva trasmettergli ogni suo sentimento. Voleva fargli capire quanto lo desiderava, quanto fosse diventato importante anche per uno come lui, un essere che teoricamente non avrebbe dovuto provare sentimenti simili, non ci sarebbe mai riuscito a parole per cui sperava che con quei gesti il messaggio gli arrivasse. Non avrebbe saputo in che altro modo provarglielo se non quello di morire per lui.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 12/9/2011, 23:41




Sentiva un groppo alla gola, non riusciva a respirare bene e gli sembrava che l'aria fosse uscita dalla stanza lasciando soltanto una cappa di soffocante agonia. Le parole di James erano come mille lame taglienti sulla pelle. Lo facevano sanguinare. Si costrinse a trattenere le lacrime, se non avesse voluto perdere gli occhi del compagno avrebbe serrato i propri sperando che ciò impedisse a nuove stille di dolore di corrergli lungo le guance. Voleva essere forte. Era convinto che soltanto con quella avrebbe potuto stargli accanto al meglio. Desiderava camminargli al fianco sicuro, certo che niente al mondo li avrebbe più separati perchè era lui l'unica persona al mondo a meritare di stare con l'androide. James gli era entrato dentro. Nella testa, nelle vene, nei polmoni... si era sostituito al sangue, all'ossigeno... non aveva bisogno d'altro per vivere. Nulla che non fosse quel dannato scavezzacollo poteva farlo stare bene, perciò doveva diventare forte, coriaceo, resistente per poterlo aiutare qualora le cose si fossero messe male, nel malaugurato caso esse fossero precipitate di nuovo. Stavolta, però, avrebbe seguito James nel baratro non l'avrebbe lasciato ad affrontare le torture da solo. Niente l'avrebbe fermato. Nemmeno l'alieno stesso. Che lo odiasse pure! Lui non si sarebbe più allontanato da lui! Ogni cosa che egli diceva sembrava dar ragione ai suoi pensieri. Gli prese una mano mentre parlava e la strinse forte. Sarebbero rimasti insieme in qualsiasi situazione, in qualsiasi luogo... si fosse esso trovato a miglia e miglia di distanze solari sarebbero stati in due! Ovviamente, non l'avrebbe detto all'androide! Era sicuro che avrebbe fatto di tutto per tenerlo lontano dal suo inferno personale... persino mollarlo di nuovo se ciò l'avrebbe tenuto al riparo dai suoi ex alleati. C'era solo una cosa che James non capiva: Andrew si sentiva al sicuro anche in una battaglia di epiche proporzioni se accanto a lui c'era James.

CITAZIONE
"Sono tornato sulla terra, volevo solo tornare da te. Per una settimana ho passato il tempo nascosto, ho dovuto aspettare di riuscire di nuovo a muovermi. Quando sono stato di nuovo in grado mi sono presentato dal preside per convincerlo ad organizzare un incontro con te. Lui sà chi sono è mi accolto una seconda volta... il resto della storia lo conosci mi sembra."

Si attaccò alle sue labbra con tutta la forza possibile. Sentiva che sarebbe scoppiato in caso contrario. L'alieno era lì per lui e non riusciva a pensare ad una ricompensa maggiore per quei tremendi sei mesi di lontananza che l'altro non gli aveva recriminato.

CITAZIONE
"Scusami... avrei voluto starti accanto e non farti stare così male."

Scosse la testa mentre James tornava a baciarlo con maggior prepotenza. Nemmeno aveva idea di quanto adorasse quei baci. La loro impetuosità gli impediva di scoppiare a piangere senza freni, lo manteneva ben saldo al suo nuovo grande proposito: basta debolezze. Si staccò da lui dopo diversi minuti e non senza fatica. Lo baciò dolcemente, leccandogli le labbra, tirandole delicatamente prima di separarsene definitivamente. "James..." iniziò cercando le parole adatte per esprimere ciò che aveva da dire. "Io voglio sapere tutto di te. Vorrei conoscere la tua storia, voglio viverti come fino adesso non sono riuscito a fare... però non pretendo tutto subito. Non ti sto chiedendo di raccontarmi ora per filo e per segno ogni cosa... vorrei soltanto che, quando sentirai il bisogno di parlarmene, tu lo faccia serenamente. Senza preoccuparti per me o di ciò che potrei pensare" disse sorridendo rassicurante, stringendogli la mano più forte. "Io ti amo e non c'è niente che tu possa dire o fare che mi farà cambiare idea" concluse baciandolo dolcemente, ma non senza impeto. "Sei il mio ragazzo ed è solo te che voglio, del resto non me ne importa niente" concluse appoggiando la testa sul suo petto, stringendovisi forte. Ne avevano passate tante e si sentiva sempre più vicino a lui, ancora più coinvolto nella sua vita di quanto l'altro avrebbe voluto. Improvvisamente alzò lo sguardo su di lui interdetto. "Perchè sei il mio ragazzo adesso... vero?" domandò sorridendo subito dopo. Tutte le volte che avevano affrontato quell'argomento si erano poi ritrovati separati, per un motivo o per l'altro, perciò adesso voleva la conferma che fosse tutto esattamente come credeva. James non se ne sarebbe più andato. Sarebbe rimasto con lui e avrebbero affrontato insieme ogni cosa. Ora erano importanti loro come coppia e non come singoli. James lo amava. Lo sapeva, sì, ma aveva bisogno di essere rassicurato ancora una volta.

Edited by »Donnie - 13/1/2012, 00:57
 
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view post Posted on 26/10/2011, 11:03
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Voleva sapere tutto di lui... la cosa non lo tranquillizzava per nulla. Nonostante Andy dicesse che non ci sarebbe stato nulla che gli avrebbe fatto cambiare idea sul suo conto ma non ci credeva molto.
Non parlava di James Starligth, quasi umano sulla terra da un centinaio di anni, parlava di Strascream, il decepticon. Aveva fatto cose ignobili, ucciso vite innocenti ed anche in quel momento faceva fatica a provare rimorso di quelle vite tranciate dalla sua mano.
No... Andy non poteva sopportare tutto.
"Andrew l'amore è senza dubbio un sentimento forte ma fidati, certe cose è meglio che tu non le sappia, soprattutto i miei sentimenti al riguardo."
Perchè davvero... non era una brava persona. Starscream gioiva a fare del male ed alle volte faticava a seppelirlo dentro se stesso, premeva per uscire e qualche volta gli permetteva un piccolo scatto di libertà, niente di più.
"Cerca di conoscere meglio solo James, non Starscream perchè quello che scopriresti non ti piacerebbe, fidati. Non posso perderti ancora."
Era sincero, cazzo, anche se la voce aveva preso un tono più duro, più marziale. E poi... dubitava che il vecchio Starscream avrebbe mai accettato di passare la sua esistenza accanto al biondo, lui si! Lui non voleva mai più lasciarlo e l'idea di vederlo sfiorire in pochissimi anni, naturalmente pochi solo per lui, era gia abbastanza doloroso.
Gli passò una mano fra i capelli scoppiando poi a ridere alla sua domanda.
Forse non era la cosa migliore da fare, molto probabilmente, però non si trattene fermandosi quasi immediatamente per una fitta al petto. Merda!
"Direi proprio di si, ora che so esattamente cosa provo per te niente più stronzate Andy."
Lo rassicurò alzandogli il viso e baciandolo con passione, stava rimarchiando ancora il proprio territorio.
Passò una mano sulla sua schiena, tirandoselo meglio contro mentre continuava a divorargli le labbra.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 13/1/2012, 01:20




Due passi avanti. Un passo indietro.
Gli sembrava che fra loro tutto si riducesse a questo: miglioravano un punto del loro rapporto, ne peggioravano un altro. Il che non era il massimo dal momento che era ancora in fase di costruzione! Le città non venivano costruite in un giorno, insomma! Non riusciva a capire perchè James non si fidasse di lui... gli aveva confessato di aver ucciso e tradito, di essere ancora, nel profondo, il crudele generale che lui non aveva mai realmente conosciuto... eppure era sicuro non si sarebbe allontanato da lui neppure incontrando Starscream. Probabilmente si sarebbe innamorato di lui così come amava James Starlight. Erano le due facce di una stessa medaglia e lui non voleva amarne metà, ma l'intero. Sbuffò soltanto a quelle parole, ma non gli espresse ciò che nella sua testolina bionda si stava agitando. "Non puoi essere sicuro che per me cambierebbe qualcosa finchè non ti deciderai a mostrarmelo. Comunque, che tu lo faccia o meno io sarò qui. Questo è il posto in cui voglio essere, non riuscirai più a privarmi di te" gli disse serio incollandosi con foga alle sue labbra, cercando di imprimere a quel bacio la stessa arroganza di James, il medesimo senso di possesso. Era come se baciandosi a quella maniera si assicurassero l'ultima parola. Fino a quel momento l'aveva sempre permesso solo a James, ma adesso le cose sarebbero cambiate! Si staccò da lui che ancora ansimava per la mancanza di fiato, le gote erano rosse e piene come mele mature. Si accoccolò sul suo petto, ponendogli poi un'altra domanda... la cui risposta sarebbe un po' stata come il riassunto di tutte le puntate precedenti. Lo sentì ridere, ma c'era una nota di sofferenza in quel suono... qualcosa che però era talmente impercettibile che avrebbe potuto giurare di averlo soltanto sognato.

CITAZIONE
"Direi proprio di si, ora che so esattamente cosa provo per te niente più stronzate Andy."

Qualsiasi sua nuova presa di posizione venne nuovamente messa a tacere dal suo nettare vitale: la bocca di James. Appoggiò le mani sul suo petto, ricambiando con sentimento quel nuovo sensazionale ed affamato bacio a cui l'aveva costretto. Cazzo! Com'era capace di mandargli scariche di piacere per tutto il corpo con qualcosa di così semplice? Non lo sapeva. Ciò di cui era assolutamente certo di quei baci era fottutamente dipendente. Questa volta sarebbe morto sul serio senza di lui. Nessuno psicologo l'avrebbe più spinto a combattere per riprendersi una parvenza di vita, se James l'avesse lasciato o fosse morto lui avrebbe seguito il sentiero oscuro che porta nel profondo dell'Ade e questa volta nessun semidio o alieno l'avrebbe riportato sulla terra. Rimase incollato alle sue labbra, acquietando un momento quel contatto focoso solo per intimargli di non spingersi oltre. Gli aveva già detto che era stanco, perciò non gli avrebbe permesso di sforzarsi ancora per quella sera. Appoggiò le sue mani al petto, accarezzandolo lievemente, facendo comunque attenzione alla cicatrice che adesso lo fregiava. Nonostante quelle imperfezioni però ai suoi occhi restava l'uomo perfetto di cui si era innamorato prima ancora di potersene davvero rendere conto e non avrebbe fatto a cambio per niente al mondo!
 
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view post Posted on 11/1/2013, 21:44
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Andy in fin dei conti aveva ragione, meritava una dimostrazione della sua fiducia nei confronti di quel piccolo umano che aveva accanto. Non voleva che l'altro pensasse che non si fidasse abbastanza. Staccò le labbra dalle sue, accarezzandogli le braccia lentamente, prendendo fiato e rialzando lo sguardo nel suo, amava quegli occhi, amava la luce che leggeva dentro. Eppure non voleva perderlo, Starscream era un essere odioso, un bastardo, eppure faceva parte di lui, faceva parte della sua stessa essenza. Gli baciò la fronte, passando una mano lungo alla sua schiena fresca, delicatamente, tirandoselo addosso meglio.Doveva mettere in fila i suoi pensieri, prima di lasciarli uscire come era giusto che fosse. Del resto lui sapeva abbastanza del suo ragazzo, Andy non conosceva molto della sua vita precedente e se aveva ben capito un rapporto vero e proprio doveva essere basato sulla reciproca fiducia ed accettazione.
"Prima che la matrice, cioè quello che voi considerereste Dio, mi desse la vita, la mia gente viveva in un mondo chiamato Cybertron. La nostra gente però consumo la scintilla, la ragione di vita della nostra terra."
Era logico che iniziasse con un pò di storia del suo popolo, almeno un poco.
"La mia gente fu costretta ad andarsene e si divise in due categorie. Da una parte i Prime, colo che credevano che l'allspark, una delle fonti di energia più potenti mai esistite, potesse riportare in vita il nostro pianeta, gli altri, ghiamati Decepticon, credevano invece giusto che noi trovassimo l'allsparks per schiavizzare e rendere nostri sudditi la gente di altri mondi. Naturalmente questo portò ad una scissione fra gli schieramenti. Io naqui nei decepticon."
Ecco, da quel momento in avanti le cose si facevano veramente difficile. Non andava fiero di quello che aveva fatto. O meglio, un tempo ne andava fiero, ora non più. In fondo se lo chiamavano traditore un motivo c'era.
"Il mio comandante si chiamava Megatron, si chiama ancora così. Non si è mai fidato di me, non posso dargli torto, ma ammetteva che fossi un bravo soldato, mi usava come prima fila. Il primo mondo che distruggemmo non mi ricordo come si chiamava, non credo nemmeno di averci mai prestato vera attenzione a certi dettagli, ai miei occhi era solamente un piccolo ostacolo. Quello che davvero mi ricordo è una casa, gli abitanti lì somigliavano agli umani, peccato che fossero anfibi, comunque..."

Quel ricordo era sempre lì, pronto ad uscire, come se premesse e facesse male, si faceva quasi schifo ora, a quel tempo invece si era sentito potente e temuto.
"Era la casa del governatore, aveva tre figli, tutti piccoli. Mi ricordo che il comandante mi disse che non volevano arrendersi, di portare lì i bambini, uno alla volta. Lo feci senza nemmeno chiedere che cosa volesse fare. Il primo, doveva essere il più piccolo, cercò di correre dal padre. Lo fermai e li ascoltai parlare, naturalmente la scelta era logica: la resa in cambio della vita sua e dei suoi figli. Ma lui era un uomo onesto, o stupido, dipende dai punti di vista. Il primo fu quasi problematico, avevo qualche riserva a sparare in testa ad un bambino, non per morale, assolutamente, lo consideravo uno spreco di munizioni, ma al secondo lo feci senza quasi protestare ed all'ultimo quasi mi dispiaque che non ne avesse altri."
Starscream era quello, sangue, distruzione e tradimento. Ed ora, che si era riscorperto più umano di quello che avesse mai pensato, provava disgusto per quello che aveva fatto.
"Dopo sparai in testa a lui, schifandomi per uno schizzo che mi raggiunse, ripulendomi sui vestiti del piccolino. Sai, mi sentivo potente a quel tempo, mi sentivo migliore di quelli che uccidevo, perchè li uccidevo. Togliergli la vita significava solamente fare la cosa giusta, dimostrare a tutti che ero migliore di loro, perchè era così. Poi, un giorno, durante un agguato degli uomini di Prime, mi ritrovai intrappolato con uno di loro."
Sorrise al ricordo di quell'idiota. Lo aveva cambiato, lo aveva davvero cambiato.
"Jazz era il vice di Optimus Prime, aveva un carattere odioso, un vero stronzo! Io ero molto più giovane di lui..."
Portò una mano su una cicatrice leggera sul fianco, quasi invisibile.
"Questa me l'ha fatta lui. Comunque, la gente di quel pianeta non era per nulla amichevole, anzi! E quindi mi trovai intrappolato insieme a quel bastardo, ma sai cosa successe? Uno di loro mi colpì, Jazz saltò su, urlando di farsela con chi poteva reagire, non ero messo bene. Gli dissi di chiudere il becco, lui mi guardò, ghignò e mi disse "stai zitto, bimbo, tanto non capirai mai.""

Si fermò nuovamente, ricordando quel sorriso. Jazz era stato il suo mentore, in un certo senso.
"Quella notte gli domandai ancora perchè lo avesse fatto, lo avevano torturato al posto mio. Mi guardò e scosse la testa. Glielo chiesi ancora, in fondo la mia morte non avrebbe dovuto interessargli, lui scoppiò a ridere. "la tua vita, bimbo, come la vita di tutti, è sacra. Non lo puoi capire, Bimbo, sei stato programmato per uccidere, ma io credo che anche tu abbia il diritto di portare avanti la tua vita. Un conto è morire in battaglia, un conto e morire quando si è impossibilitati a difendersi." Gli diedi dell'idiota. Annuì e poi stette zitto. Rimanemmo lì per altre sei giorni, non parlammo molto, ma venimmo liberati dai suoi amici. Naturalmente l'opzione era di uccidermi, cosa normale. Jazz disse di non farlo, di lasciarmi andare. Era un coglione!"
-Lo sai che ti ucciderò, idiota! Non mi serve la tua pietà!-
-Aspetterò quel momento, Bimbo, l'aspetterò con ansia. E quando succederà vedremo chi aveva ragione.-

Non aveva capito le sue parole e non c'era bisogno che Andy le sentisse, erano sue, quelle lo sarebbero rimaste per sempre, alla fine aveva capito.
"Tre mesi più tardi Megatron lo uccise, lo spezzò in due. Non ho mai capito che cosa successe, Andy, te lo giuro. Avevo ucciso, distrutto, tutto con il sorriso sulle labbra ed una risata, ma quando vidi il mio comandante spezzare il suo corpo qualcosa si spezzò in me. Lo avevo catturato io, lo avevo portato io alla basa, lui era scoppiato a ridere, ma non volevo quello. Il giorno dopo mi ribellai, lasciando il mio grande comandante in balia degli altri, voltandogli le spalle. E poi sono arrivato qua sulla terra."
Concluse, lanciandogli un occhiata. Ecco, quella era stata la sua vita, quasi tutta, aveva omesso qualche particolare. Non tutti erano importanti, non poteva dirglieli, sperava sapesse accontentarsi.
 
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