| Andy in fin dei conti aveva ragione, meritava una dimostrazione della sua fiducia nei confronti di quel piccolo umano che aveva accanto. Non voleva che l'altro pensasse che non si fidasse abbastanza. Staccò le labbra dalle sue, accarezzandogli le braccia lentamente, prendendo fiato e rialzando lo sguardo nel suo, amava quegli occhi, amava la luce che leggeva dentro. Eppure non voleva perderlo, Starscream era un essere odioso, un bastardo, eppure faceva parte di lui, faceva parte della sua stessa essenza. Gli baciò la fronte, passando una mano lungo alla sua schiena fresca, delicatamente, tirandoselo addosso meglio.Doveva mettere in fila i suoi pensieri, prima di lasciarli uscire come era giusto che fosse. Del resto lui sapeva abbastanza del suo ragazzo, Andy non conosceva molto della sua vita precedente e se aveva ben capito un rapporto vero e proprio doveva essere basato sulla reciproca fiducia ed accettazione. "Prima che la matrice, cioè quello che voi considerereste Dio, mi desse la vita, la mia gente viveva in un mondo chiamato Cybertron. La nostra gente però consumo la scintilla, la ragione di vita della nostra terra." Era logico che iniziasse con un pò di storia del suo popolo, almeno un poco. "La mia gente fu costretta ad andarsene e si divise in due categorie. Da una parte i Prime, colo che credevano che l'allspark, una delle fonti di energia più potenti mai esistite, potesse riportare in vita il nostro pianeta, gli altri, ghiamati Decepticon, credevano invece giusto che noi trovassimo l'allsparks per schiavizzare e rendere nostri sudditi la gente di altri mondi. Naturalmente questo portò ad una scissione fra gli schieramenti. Io naqui nei decepticon." Ecco, da quel momento in avanti le cose si facevano veramente difficile. Non andava fiero di quello che aveva fatto. O meglio, un tempo ne andava fiero, ora non più. In fondo se lo chiamavano traditore un motivo c'era. "Il mio comandante si chiamava Megatron, si chiama ancora così. Non si è mai fidato di me, non posso dargli torto, ma ammetteva che fossi un bravo soldato, mi usava come prima fila. Il primo mondo che distruggemmo non mi ricordo come si chiamava, non credo nemmeno di averci mai prestato vera attenzione a certi dettagli, ai miei occhi era solamente un piccolo ostacolo. Quello che davvero mi ricordo è una casa, gli abitanti lì somigliavano agli umani, peccato che fossero anfibi, comunque..." Quel ricordo era sempre lì, pronto ad uscire, come se premesse e facesse male, si faceva quasi schifo ora, a quel tempo invece si era sentito potente e temuto. "Era la casa del governatore, aveva tre figli, tutti piccoli. Mi ricordo che il comandante mi disse che non volevano arrendersi, di portare lì i bambini, uno alla volta. Lo feci senza nemmeno chiedere che cosa volesse fare. Il primo, doveva essere il più piccolo, cercò di correre dal padre. Lo fermai e li ascoltai parlare, naturalmente la scelta era logica: la resa in cambio della vita sua e dei suoi figli. Ma lui era un uomo onesto, o stupido, dipende dai punti di vista. Il primo fu quasi problematico, avevo qualche riserva a sparare in testa ad un bambino, non per morale, assolutamente, lo consideravo uno spreco di munizioni, ma al secondo lo feci senza quasi protestare ed all'ultimo quasi mi dispiaque che non ne avesse altri." Starscream era quello, sangue, distruzione e tradimento. Ed ora, che si era riscorperto più umano di quello che avesse mai pensato, provava disgusto per quello che aveva fatto. "Dopo sparai in testa a lui, schifandomi per uno schizzo che mi raggiunse, ripulendomi sui vestiti del piccolino. Sai, mi sentivo potente a quel tempo, mi sentivo migliore di quelli che uccidevo, perchè li uccidevo. Togliergli la vita significava solamente fare la cosa giusta, dimostrare a tutti che ero migliore di loro, perchè era così. Poi, un giorno, durante un agguato degli uomini di Prime, mi ritrovai intrappolato con uno di loro." Sorrise al ricordo di quell'idiota. Lo aveva cambiato, lo aveva davvero cambiato. "Jazz era il vice di Optimus Prime, aveva un carattere odioso, un vero stronzo! Io ero molto più giovane di lui..." Portò una mano su una cicatrice leggera sul fianco, quasi invisibile. "Questa me l'ha fatta lui. Comunque, la gente di quel pianeta non era per nulla amichevole, anzi! E quindi mi trovai intrappolato insieme a quel bastardo, ma sai cosa successe? Uno di loro mi colpì, Jazz saltò su, urlando di farsela con chi poteva reagire, non ero messo bene. Gli dissi di chiudere il becco, lui mi guardò, ghignò e mi disse "stai zitto, bimbo, tanto non capirai mai."" Si fermò nuovamente, ricordando quel sorriso. Jazz era stato il suo mentore, in un certo senso. "Quella notte gli domandai ancora perchè lo avesse fatto, lo avevano torturato al posto mio. Mi guardò e scosse la testa. Glielo chiesi ancora, in fondo la mia morte non avrebbe dovuto interessargli, lui scoppiò a ridere. "la tua vita, bimbo, come la vita di tutti, è sacra. Non lo puoi capire, Bimbo, sei stato programmato per uccidere, ma io credo che anche tu abbia il diritto di portare avanti la tua vita. Un conto è morire in battaglia, un conto e morire quando si è impossibilitati a difendersi." Gli diedi dell'idiota. Annuì e poi stette zitto. Rimanemmo lì per altre sei giorni, non parlammo molto, ma venimmo liberati dai suoi amici. Naturalmente l'opzione era di uccidermi, cosa normale. Jazz disse di non farlo, di lasciarmi andare. Era un coglione!" -Lo sai che ti ucciderò, idiota! Non mi serve la tua pietà!- -Aspetterò quel momento, Bimbo, l'aspetterò con ansia. E quando succederà vedremo chi aveva ragione.- Non aveva capito le sue parole e non c'era bisogno che Andy le sentisse, erano sue, quelle lo sarebbero rimaste per sempre, alla fine aveva capito. "Tre mesi più tardi Megatron lo uccise, lo spezzò in due. Non ho mai capito che cosa successe, Andy, te lo giuro. Avevo ucciso, distrutto, tutto con il sorriso sulle labbra ed una risata, ma quando vidi il mio comandante spezzare il suo corpo qualcosa si spezzò in me. Lo avevo catturato io, lo avevo portato io alla basa, lui era scoppiato a ridere, ma non volevo quello. Il giorno dopo mi ribellai, lasciando il mio grande comandante in balia degli altri, voltandogli le spalle. E poi sono arrivato qua sulla terra." Concluse, lanciandogli un occhiata. Ecco, quella era stata la sua vita, quasi tutta, aveva omesso qualche particolare. Non tutti erano importanti, non poteva dirglieli, sperava sapesse accontentarsi.
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