Just a cigarette in the men's bathroom! What do you want to happen?, NathanxMaryLi

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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 18/4/2011, 23:32 by: Scheherazade Al Rahman




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Stava mescolando con calma il suo the quando Thompson entrò in classe, dirigendosi a colpo sicuro al suo giubbotto. Le veniva quasi da ridere. Si voltò verso Diane dandole le attenzioni che le sue inutili chiacchere stavano richiedendo da un pezzo. Stava parlando del ballo scolastico che ci sarebbe stato alla fine del mese e di quanto le sarebbe piaciuto andarci con Nathan. MaryLi la guardò un momento senza capire. "Scusa, eh... ma chi cazzo è?" le chiese ricevendo in cambio un'occhiata ancora più confusa e stupita. "Come sarebbe a dire chi è? Lili l'aria ti è uscita anche dal cervello? Nathan! Il ragazzo con cui hai litigato stamattina in bagno, quello che adesso è in piedi dagli attaccapanni. Nathan Thompson, ricordi?" Ahhhh! È vero che quell'essere inutile aveva pure un nome! Non che gliene fosse mai fregato qualcosa, alla fine. Avrebbe preferito non doversi rivolgere a lui nemmeno col cognome ma certe volte era quasi necessario. Annuì col capo, ma la risposta più eloquente fu l'espressione schifata sul suo volto. "Dio! Non c'è qualcuno ti più carino? Non te l'aveva chiesto anche Harrison?" chiese abbassando la voce. Michael Harrison era seduto dietro di loro e dubitava che non le avrebbe sentite se parlavano con un tono piuttosto alto. Esteticamente non era male, meglio della scelta di Diane almeno! Era un bel pezzo che aveva una cotta per la sua amica, ma l'altra non sembrava mai degnarlo troppo di considerazione... e quella volta non fece eccezione. "Michael dici? Sì, è carino... ma lo conosco fin da quando eravamo bambini, non ce lo vedo come fidanzato" rispose guardandolo di sottecchi. MaryLi sospirò esasperata. "Mica te lo devi sposare! È solo per il ballo, comunque continuiamo dopo! Fra poco entra la Herbert e sai benissimo quanto poco tolleri le chiacchere... specie su questi argomenti! Minimo ci terrebbe un altro escursus di mezz'ora su quando è stata abbandonata alla festa e all'altare dalla stessa persona in due archi temporali differenti." Le due si misero a ridere e si chinarono entrambe a prendere i rispettivi libri dalle cartelle. MaryLi adorava la lezione di scienze, ma la professoressa era davvero fuori dal mondo. Sbuffò mentre si chinava in avanti a prendere il materiale. Tutti i capelli le scivolarono lungo la spalla destra contro la quale era piegata. Fu un attimo. Sentì uno strano sibilo sfrecciarle contro le orecchie e un momento dopo Michael farneticava qualcosa sui suoi capelli. Non fece in tempo a chiedergli cosa volesse dire che notò qualcosa di scuro a terra. Quando capì cosa fossero realmente e collegò il ritrovamento all'avviso del suo compagno di classe quasi sbiancò, ma fu abbastanza pronta nel trasformare la smorfia di puro odio che le stava per comparire sul viso in un sorriso raggiante. "Oh! Non so come sia potuto succedere, ma è fantastico! Avevo giusto preso l'appuntamento col parrucchiere per questo pomeriggio. Sai, le punte erano un po' rovinate" asserì trillante rivolta verso Michael. Si passò una mano sul taglio: era netto e ad occhio e croce le aveva accorciato la capigliatura di almeno 3 cm. Lei quello lo ammazzava! Era la volta buona che gli faceva rimpiangere di essere nato e di esser capitato in classe con lei! "Wow! È davvero stupendo! Il taglio è perfetto! Sto meglio non trovi?" chiese rivolgendosi a Jamie, un ragazzino timido e impacciato di fronte al suo banco. L'altro arrossì di colpo annuendo vigoroso la testa. MaryLi sapeva della sua cotta da un pezzo, ma non era così stronza da abbattere uno così debole rifiutandolo palesemente, preferiva fare la finta tonta. Sempre con il suo sorriso raggiante si voltò verso Thompson. Adesso li controlliamo gli sguardi, vero stronzo? "Cos'è quella faccia esterrefatta, ripetente?" gli domandò senza smettere un solo secondo di illuminare la classe con la sua bella faccia sorridente. Peccato che quella smorfia fosse tutt'altro che indice di una gioia effettiva o una assicurazione sulla vita di Nate. Il ragazzo si trovava proprio di fianco alla porta. A MaryLi bastò un'occhiata perchè quella si sbattesse con forza contro di lui facendolo indietreggiare. Un altro sguardo e la cattedra slittò in avanti, colpendolo e mandandolo a sbattere nuovamente contro la porta. Il poveretto era stato sballottolatto di qua e di là diverse volte, ma non era ancora finito perchè proprio in quel momento qualcuno entrò. Terza sportellata sul volto che però non si limirò a farlo arretrare, ma lo buttò lungo disteso sul pavimento. Ora era il turno della giovane Winchester di fingere una genuina smorfia di stupore. La professoressa, fautrice della caduta rovinosa di Nathan, appena entrata lo guardò un istante senza capire. "Thompson! Che ci fa per terra?" il tono naturalmente isterico echeggiò per tutta l'aula. "Prof... aprendo la porta l'avete steso!" esclamò una ragazzina con le trecce in prima fila. "Oh Signore! Allora devi andare in infermeria!" trillò fissando la classe indecisa su chi incaricare per accompagnarglielo. Quasi all'unisono, Diane e Michael si offrirono ma vennero entrambi convinti a sedersi nuovamente da un'occhiata gelida dell'insegnante. "Millys, Harrison voi due vi devo interrogare" sentenziò spostando lo sguardo su MaryLi. Oddio no! Ti prego no! Signore, ti prego no! Tutto, ma questo no" "Winchester..." iniziò fissandola occhi negli occhi. "Ho saputo che non sei stata molto bene questa mattina" esordì con un affabile sorriso sul volto. Quel tono pacato e cordiale suonava tanto come una condanna a morte all'interpellata. "È stato solo un calo di pressione, professoressa! Nulla che un the non abbia già sistemato" rispose allegra agitando il bicchiere ormai vuoto. Ti giuro che non salterò mai più una tua lezione, ma ti supplico non farmi accompagnare quel deficiente in infermeria! La donna scosse la testa. "Non sono d'accordo. La salute non va mai presa sottogamba, penso sia meglio per entrambi che sia tu ad accompagnare Thompson al primo piano. Prendetevi pure tutto il tempo che vi occorre, non voglio certo che stiate male durante le mie ore. Su, Winchester! Ora va!" definitiva come la morte. Lili si alzò sorridente avvicinandosi al malcapitato. "Muoviti! Nessuna ti monterà quindi ti conviene alzarti!" disse a denti stretti aspettando che la seguisse. Se si aspettava che gli offrisse una mano per tirarsi su aveva visto davvero un bel mondo! Uscì rapidamente dalla classe inforcando le scale senza controllare che la stesse seguendo.

L'infermieria era una stanza piuttosto grande formata da almeno quattro locali: lo studio con tutto l'occorrente anche per brevi visite, due camere per la degenza e un bagno. Non avevano un vero e proprio medico, ma una tozza infermiera sulla cinquantina. La signora Boleiro. Un'arzilla argentina che ne aveva vissute davvero molte nella sua vita. "Oh Segnor! Ragazzi che ci fate qui?" li accolse non appena MaryLi bussò alla sua porta. "Il signorino ha sbattuto contro una porta ed è finito disteso per terra" asserì senza menzionare il proprio stato di salute. Non aveva bisogno di niente. Avrebbe lasciato lì Nathan e si sarebbe chiusa da qualche parte, magari in bagno. "Oh! Che brutta storia! Quali sono i vostri nomi, segnorita?" "Io sono MaryLi WInchester, lui è Thompson" rispose senza pensare minimamente di arricchire le generalità dell'altro. Tuttavia quell'informazione sembrò sufficiente a scuotere la donna! "Tu sei quella che stamattina è stata male ben due volte! Il professor Collins era muy preoccupato per te! Mi ha chiesto personalmente di venire a vedere come stessi, ma vedo che alla fine sei venuta da sola. Mi ha spiegato bene l'attacco che hai avuto e mi ha anche detto che sei stata piuttosto riluttante a prendere qualcosa o a tornare a casa. Per fortuna ho qui quello che ti ci vuole!" disse contenta girandosi a prendere una pastiglia. "Prendila, ti causerà un po' di sonnolenza, ma niente di che. Ti farà stare meglio, è molto blanda mi querida! Abbi fiducia in me!" il suo tono, come quello della Herbert, non ammetteva repliche e, dopo qualche ringraziamento di rito, MaryLi la mando giù assieme all'acqua che l'infermiera le serviva. "Vatti a stendere mentre io mi occupo di lui, segnorita" Le obbedì anche se non era per niente tranquilla. Sapeva che accompagnare quel buono a nulla lì non era per niente una buona idea. In più il farmaco stava iniziando a fare effetto: si sentiva come dentro una campana di vetro e il sonno le appesantì di botto le palpebre non appena si sdraiò sul letto. Si era sfilata le scarpe e si era stesa con l'intenzione di chiudere gli occhi solo per qualche minuto, ma prima che se ne rendesse conto era piombata in un sonno profondo.
 
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