Just a cigarette in the men's bathroom! What do you want to happen?, NathanxMaryLi

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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 11/4/2011, 23:54




Emma333
Sgattaiolare fuori dalla classe era stato uno scherzo, come al solito del resto. Non importava quanto assurde o pedanti fossero le sue richieste, lei riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva. Questa volta però non era dovuta ricorrere a chissà quali scuse per ottenere il permesso, per lei e la sua amica Diane, di uscire; era bastato mostrarsi sofferenti e sbattere un po' le ciglia. Non era mai successo che l'apprensivo professore di inglese negasse qualcosa quando c'entrava di mezzo la salute. Generalmente era quello con cui trovava più difficoltà nell'ottenere consensi, ma questa volta le era stato sufficiente affermare di accusare forti dolori allo stomaco e domandare con voce flebile il permesso di andare in bagno scortata dalla sua amica visto che poteva trattarsi di dolori da donna e quindi lei sarebbe stata certamente la più indicata a darle una mano. Il Signor Collins si era subito impietosito e le aveva raccomandato di tornare solo quando si fosse sentita meglio, in fondo perdere una lezione non era poi così grave date le circostanze. MaryLi aveva ringraziato umilmente ed era uscita con Diane sottobraccio, la sua espressione addolorata si era subito tramutata in un ghigno di vittoria non appena chiuse la porta. L'altra ragazza scosse la testa rassegnata. Era ormai abituata al carattere stravagante e fin troppo vivace della sua amica, ma ancora non capiva perchè l'altra dovesse sempre coinvolgerla in ogni folle idea che la sua mente partoriva. Era già la terza lezione che saltava a causa sua soltanto perchè Mary si annoiava. Sospirò. Non che ci potesse fare molto in fondo, la sua era una personalità troppo remissiva perchè si permettesse di alzare la testa con lei. "Cosa vuoi fare stavolta? Andare in cortile a provarci con i fidanzati delle altre in attesa sulle moto, rubare alcolici dal bar dei professori, salire sul tetto... cosa?" domandò senza un vero interesse. Avevano già fatto ognuna di queste cose ed ogni volta cercava, senza risultati, di farle capire quanto la propria condotta scolastica ne avrebbe risentito nel caso fossero state scoperte, ma alla sua amica non importava più di tanto e liquidava sempre la faccenda con un odioso "Sei troppo pessimista! Chi vuoi che ci veda?" Sì, infatti! Che vuoi che succeda?! Tanto mica sarebbe stata lei a pagarne le conseguenze, la sua influenza su docenti e personale scolastico era tale che le avrebbero fatto passare liscia qualsiasi cosa, ma Diane non era una figa di immani proporzioni con gli occhi da cerbiatta, lei era una ragazza anonima di come se ne trovano tante in giro e sarebbe stata lei a scontare la pena di entrambe. Lo sguardo febbrile e concitato di MaryLi non la tranquillizzarono per niente: era sicuro qualcosa che non le sarebbe piaciuto fare e che avrebbe compresso la propria promozione. "Solo una sigaretta" la risposta che ebbe la fece quasi saltare di gioia! Lei che si aspettava qualcosa come rubare una macchina e fare shopping indiscriminato per tutta la città con la carta di credito di suo padre, quella che gli lasciava per le emergenze e che non aveva ancora toccato proprio per tener fede alla parola data. "È solo una sigaretta innocente nel bagno dei ragazzi" Ecco! Lo sapeva lei che non c'era da fidarsi! Si staccò furiosa dal suo braccio fissandola dritto negli occhi. Quello era il momento di ribellarsi, di far valere il proprio pensiero e di tornare dritte in classe ad esercitarsi sui paradigmi dei verbi irregolari. "Ti è dato di volta il cervello per caso? Lo sai bene che da quando si è scoperto che le ragazze ci andavano per scopare quei bagni a noi sono interdetti! Non solo rischiamo la sospensione immediata, ma incorriamo persino in una bocciatura sicura! No, mi dispiace ma se vuoi rovinarti la carriera ci vai da sola, io non ti accompagno!" chiara, risoluta e ferma nelle sue convinzioni nessuno l'avrebbe distolta dalla sua presa di posizione. Peccato che non avesse fatto davvero i conti con la personalità dell'altra! "Diane! Ti prego! È solo una sigaretta! Cosa vuoi che succeda! Non vorrai davvero lasciarmi andare da sola vero?" Il tono della mezza demone era passato da concitato a supplichevole, stava a mani giunte davanti all'amica con il labbruccio in fuori, implorandola di accompagnarla. MaryLi conosceva bene i suoi polli e sapeva di sciogliere l'animo puro e sincero della giovane umana, era un punto debole che aveva scoperto anni prima e di cui si serviva senza mezzi termini. Infatti, anche questa volta Diane acconsentì con un sospiro frustrato e un sì a denti stretti. Raggiante di gioia Lili la prese nuovamente sottobraccio e la trascinò letteralmente nel bagno dei maschi assicurandosi, prima di chiudercisi dentro, di non essere viste da nessuno. Il locale era vuoto. Nessuno era sedutto per terra a fumare, le porte delle latrine erano tutte aperte e libere e anche i lavandini non erano attorniati di ragazzi. "Finalmente sole!" commentò nuovamente piena di gioia la piccola Winchester avvicinandosi alla finestra per aprirla. Una volta spalancate le imposte salì sul davanzale e lì si sedette. Diane sospirò sedendosi su una sedia abbandonata proprio ai piedi della sua migliore amica. "Lo sai che siamo morte se ci beccano, vero?" bofonchiò per niente tranquilla. Quella situazione la inquietava più di qualsiasi altra, avrebbe preferito prosciugare il credito del padre anzichè rischiare la promozione. "Che palle che sei!" le venne risposto di rimando. MaryLi era fatta così: le piaceva vivere ogni momento sulla pelle e prendere come veniva ogni conseguenza tanto il suo bel faccino l'avrebbe salvata sempre. Si frugò nelle tasche dei jeans grigio fumo a sigaretta ed estrasse un pacchetto scalcagnato di Camel Light e l'accendino. Si portò la bionda alle labbra e l'accese, subito dopo la offrì anche all'amica ma quella rifiutò scuotendo il capo. "Lo sai che fanno male" Mary aveva la netta sensazione che la predica non sarebbe mai finita. Per quanto l'altra la seguisse in qualsiasi cosa non riusciva davvero a trattenersi dal puntualizzare su tutto. Soffiò fuori il fumo e alzò gli occhi al cielo. "Cosa sei? Mia madre?" domandò ironica lasciandosi andare anche ad una risata divertita. Era il colmo. Persino sulle sue scelta di vita doveva mettere il becco? Non bastava essere riuscita a dissuaderla dallo sbottonare la camicetta azzurra e attillata che indossava quel tanto che bastava per rendere più visibili le tette, per quanto fossero poche? Tuttavia, a quella domanda Diane non rispose. Tutti credevano che MaryLi e suo fratello Alien fossero stati adottati dai Winchester, una coppia omosessuale, perciò Diane era sempre ben attenta a non tirar fuori l'argomento "mamma" con lei. L'amica sembrava non provar nulla al riguardo, ma lei era sicura che fosse solo finzione. Come poteva rimanere insensibile ad una mancanza così profonda? Certo, i suoi genitori adottivi le erano sempre stati vicini e cercavano di crescerla nel modo migliore, ma già il suo modo di comportarsi era indice di un forte turbamento a detta sua. Decise di non raccogliere la provocazione, ma non era comunque intenzionata a lasciar perdere del tutto l'argomento. "Sai bene che nessuno dei tuoi due padri sarebbe contento di sapere che fumi o che salti le lezioni. Loro ti vogliono molto bene e sono certa che vorrebbero vederti più giudiziosa e assennata" Ogni tentativo di far ragionare l'anima inquieta era inutile, infatti ottenne in cambiò l'ennesimo sbuffo di fumo. "È arrivata l'ora della ramanzina!" il solito commento sarcastico. Quel suo modo di fare impertinente e scanzonato l'aveva ereditato dalla madre, Dean Winchester, il cacciatore più isterico e mestruato di tutta l'America... almeno così l'aveva sempre definito lo zio Invidia e lei non si era mai trovata in disaccordo con tale descrizione, anzi trovava gli calzasse davvero a pennello! "Mph! Tranquilla! Non sprecherò oltre il fiato, so benissimo che non mi stai nemmeno ad ascoltare!" la ripicca arrivò puntuale e sembra colorita da quella nota divertita che sapeva tanto di obbligata rassegnazione. Lili sorrise ancora, un ghigno provocante e per niente rassicurante. "Fa caldo qui, vero?" Naturale che le temperature fossero piuttosto alte: quello era l'aprile più afoso da diversi anni a questa parte! Diane ridacchiò nervosa guardandola di sottecchi. "Cosa vorresti fare? Spogliarti per caso?" la sua era una domanda retorica detta senza pensarci, davvero non pensava che l'altra la potesse considerare un'ipotesi da valutare. Mary si lasciò andare ad un nuovo inquietante sorriso. "Sai che è un'idea?" appoggiò tutta contenta la sigaretta sul cornicione e in un solo secondo aprì la camicetta lasciando che le scivolasse un po' lungo la schiena, in modo da rendere le spalle nude. "Sai che si sta meglio?" chiese con candore riprendendo a fumare come se non fosse successo niente. Alla sua accompagnatrice venne quasi un infarto osservando il reggiseno rosso e nero, imbottito e ricco di pizzo, dar bella mostra di sè. Mai che si contenesse quella ragazza! Il seno, seppure scarso, era valorizzato da quel raffinato completo e non poteva provare un pizzico di invidia a quella vista. Lei non ci sapeva fare con i ragazzi, era fin troppo timida e riservata anche solo per pensare di indossare cose del genere o di mostrarle con tanta leggerezza. "Tu. Sei. Pazza." scandì bene cercando di riprendere il colore che quel gesto aveva spazzato via in un solo secondo. "Spera che non entri nessuno, altrimenti sei davvero fottuta!" sentenziò. Il suo nervosismo era palpabile nonostante cercasse di non darlo a vedere. "Oh, ma invece è proprio quello che spero!" fu la ripicca maliziosa, seguita da uno sguardo altrettanto eccitato, che ricevette in risposta. Avrebbe volentieri instaurato uno dei loro rari battibecchi al vetriolo, ma la porta si aprì mandandole il cuore in gola.

Edited by »Donnie - 16/2/2012, 01:18
 
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view post Posted on 12/4/2011, 00:31
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Sigaretta!
Quella parola gli girava nella testa da quando aveva messo piede nella scuola. Era come un ritornello che gli innondava il cervello. Teoricamente lì non ci doveva nemmeno essere, solo che sua zia lo aveva delicatamente sbattutto giu dal letto come ogni mattina e mandato a scuola, addirittura portandolo in auto davanti al cancello, rimanendo lì per accertarsi che entrasse.
"Hai gia perso un anno! Se vuoi rimanere ignorante come ora quella è la porta! Non c'è posto per gli scansa fatiche qui."
Poco importava che avesse lavorato fino a tarda notte, poco importava che avrebbe ricominciato a lavorare appena finita quella tortura, l'importante era scavarselo di torno. Non sarebbe stato difficile fuggire, peccato fosse il giorno libero di quella troia, per cui tornare a casa e rimettersi a dormire era altamente sconsigliato al momento, almeno se teneva alla vita. Per cui aveva preso coraggio ed aveva accettato di farsi torturare da professori e compagni di classe. Con il suo modo di fare era di solito il bersaglio dei prof più bastardi, come quella di aritmetica, la professoressa Stevenson aveva la perversa abitudine di interrogarlo tutte le volte che lo incrociava, poco ci mancava che lo soprendesse anche nel corridoio all'ora di pranzo. Michael, uno dei pochi li dentro che sopportasse, sosteneva che la vecchia fosse in realtà ossessionata da lui e che l'unico modo per convincerlo a darle una ripassata fosse quello di fare la bastarda, sperando di riuscire ad inchiodarlo in un punto cieco e fotterselo. Un ipotesi che lo faceva rabbrividire disgustato.
Sigaretta! Sigaretta!
Ecco che era partito il coro da stadio! Come dargli torto? Ne aveva davvero bisogno alla fine, se non fumava entro un ora sarebbe impazzito. Cosa del tutto probabile... Per questo aveva saltato tipo tre lezioni, tra cui inglese. Un pò per quello gli dispiaceva, Collins era un brav'uomo alla fine, sempre pronto a preuccuparsi per i suoi studenti. Un paio di volte era anche andato a trovare Annette alla casa di cura, si conoscevano da parecchio quei due, da prima che lei rimanesse incinta... sospirò aprendo la porta dello sgabuzzino in cui aveva trovato rifugio, con quel caldo era l'ideale, fresco e poco frequentato. Cosa chiedere di meglio?
Una sigaretta!!!
Con calma! Se lo beccavano a fumare lì si era guadagnato l'espulsione, meglio andare nei bagni... i bagni, prima che beccassero qualche tizia a scoparci dentro erano posti che amava (ok... lui era uno dei ragazzi beccati con le tizie in questione) ma ora erano un mortorio. Sospirò avviandosi, dopo avere controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi, verso il bagno e l'agognata sigaretta. Quando spalancò la porta non si aspettava di certo una scena simile... e loro che cazzo ci facevano lì? Bhe almeno non erano male.
Ghignò divertito chiudendosi la porta alle spalle.
"Oh bhe... a saperlo prima avrei portato un pò di amici."
Sentenzio studiando la ragazzina in reggiseno. Un pò piatta ma decisamente carina, doveva essere nella sua classe se non sbagliava, quella tipa con cui aveva avuto da ridire più volte... Winchester se non sbagliava. Una petulante signorina sò tutto io che non trovava di meglio da fare se non dare aria a quella bocca larga che si ritrovava.
"Ma lo streap è finito oppure hai appena iniziato?"
Chiese avvicinandosi alla finestra, tirando fuori la sua malboro ed accendendosela.
Finalmente! La pace dei sensi!
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 12/4/2011, 01:16




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Il cuore di Diane aveva appena vinto un viaggio tutto pagato per la sua gola, reazione più che logica dal momento che si trovava nel bagno dei ragazzi, dopo il decreto che vietava alle fanciulle di entrarvici, assieme ad una squilibrata semi nuda con un provocante reggiseno indosso. La spogliarellista invece fissava la porta con sguardo dardeggiante, curiosa di sapere chi sarebbe entrato. Sperava tanto fosse il principe azzurro con l'armatura scintillante che popolava i suoi sogni. La realtà fu per lei più amara delle schifose medicine che era solita prendere da bambina quando si ammalava, per Diane invece fu un sogno ad occhi aperti. Sulla porta, che venne prontamente richiusa, si stagliava la figura di un loro compagno di classe, decisamente più innocuo rispetto a professori o bidelli! Senza contare che aveva una cotta per lui fin dal primo giorno. Non sapeva dire cosa l'affascinasse di lui visto che sembrava la controparte maschile di Lili, forse la pia illusione di poterlo cambiare se fosse stata la sua ragazza. Nonostante il carattere della sua migliore amica, lei continuava a vedere tutto in rosa e ad aspettarsi un lato positivo in soggetti che di buono avevano solo il lato B. "Ah! Sei tu!" esclamò con un sorriso. La sua presenza era riuscita a rilassarla a tal punto che si lasciò andare contro la sedia, smettendo la posizione da "scopa in culo" che aveva mantenuto fino ad un secondo prima. La sua stessa esclamazione venne ripetuta da Mary, ma il suo tono non era affatto indice di gioia ma piuttosto di una cocente delusione e di un'altrettanto forte irritazione. Quello non era certo il principe splendente! Come immagine si avvicinava di più ad un pulisci cessi con la divisa sporca. Tirò l'ultima boccata alla sigaretta poi la lasciò cadere fuori dalla finestra. Non solo lo stronzo la disturbava, ma si permetteva persino di fare commenti ironici sulla sua situazione fisica al momento! "Peccato che non l'hai fatto! Sicuramente sarebbero stati più interessanti di te anche se dubito della loro integrità mentale visto che sono amici tuoi!" Lo osservò stizzita avvicinarsi. Ora che cazzo voleva? Se avesse fatto un altro passo in avanti l'avrebbe morso! Era in quei momenti che rimpiangeva di non poter usare i propri poteri in pubblico! Sarebbe stato senza dubbio un bello spettacolo vederlo contercersi a terra con un braccio in fiamme! Quel deficiente era nella sua classe dall'inizio dell'anno ma, se non fosse stato per le loro continue discussione, la differenza non si sarebbe nemmeno percepita. Stava a casa un giorno sì e l'altro pure e quando si degnava di scaldare la sedia rompeva i coglioni peggio di una mosca che sbatteva contro il vetro senza riuscire ad uscire! "Oh, mister Thomposon ha pensato bene di farsi vedere, oggi! Che c'è? La prospettiva di vedermi nuda ti alletta? Beh chiuditi nel cesso e ammazzati di seghe, cretino!" bofonchiò senza pensare un solo secondo di rivestirsi o di scendere dal cornicione, mica doveva cambiare lo stato delle cose per lui! Fosse matta! "E spostati un po'! Mi vien tutto il fumo in faccia!" asserì cercando di scacciarlo con una mano. La sua presenza non era per niente ben accetta e prima lo imparava meglio sarebbe stato per tutti. Una risatina tuttavia la stupì. Non era di timbro maschile quindi restavano ben pochi dubbi su chi l'avesse prodotta. Lo sguardo saettò rapido su Diane che la guardava con un sorrisino strafottente che non le aveva mai visto indosso. L'amica sembrava estremamente divertita da chissà quale grande manifestazione di ilarità. "Che c'è?" sbottò sempre più irritata. Fino ad un secondo prima tutto era splendido, poi entrava quel decerebrato con una patata al posto del naso e tutto cambiava. "Ti lamenti del fumo quando non hai fatto altro che aspirare dalla sigaretta fin da quando abbiamo messo piede qui!" Che cazzo le prendeva a quella di punto in bianco? "Oh, ma che minchia sei? La paladina degli sfigati!" Pensa questa! Ci mancavano solo le attitudine da avvocato dei poveri di Diane a rovinarle il suo momento di pace! Si frugò rapida nelle tasche e prese una nuova sigaretta. "MaryLi! È già la seconda!" Figurarsi se non se ne tornava alla modalità mammina petulante. Se non avesse apprezzato la sua indole facilmente manipolabile l'avrebbe mandata a fanculo da un pezzo. "Oh, ma taci! Una in più, una in meno a 'sto punto non fa la differenza!" sentenziò accendendola. Si sporgeva sempre un po' in avanti quando lo faceva, peccato che in quel momento ciò non facesse altro che rendere più evidente il suo seno. La bocca carnosa chiusa attorno al corpo esile della sigaretta, gli occhi socchiusi e i capelli mossi liberi lungo le sue spalle non facevano altro che renderla più sexy di quanto già non fosse in quel frangente. Si appoggiò meglio al cornicione alle sue spalle tirando una nuova boccata. Quei due coglioni le facevano ribollire il sangue nelle vene accrescendo il suo desiderio di fumare.
 
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view post Posted on 12/4/2011, 11:26
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Se non avesse avuto bisogno di quella sigaretta probabilmente avrebbe mandato a fare in culo la mocciosetta arrogante, che tuttavia aveva un suo perchè. Ma quella sigaretta era di vitale importanza per lui, il suo cervello sarebbe probabilmente esploso. Non degnò di una risposta la ragazza e la sua prima critica, i suoi amici non erano certamente normali ma decisamente non era lui il problema, semplicemente si appoggiò al cornicione, inspirando il fummo ed alzando gli occhi al cielo con un sospiro frustrato.
"Winchester ma devi sempre dare aria alla bocca? Se mi dovessi ammazzare di seghe per ogni asse da stiro che vedo sarebbe la fine."
Commentò sistemandosi i capelli, cercando di dargli una forma logica. Merda a saperlo in bagno non ci sarebbe andato! Quelle due facevano un casino del cazzo mentre lui avrebbe preferito il silenzio assoluto, anche se ammetteva che la mocciosa arrogante aveva un suo perchè. Scosse la testa ascoltandole, per poi voltarsi verso la ragazzina, studiandola per un momento, bella decisamente, un pò troppo sboccata per i suoi gusti ma bella. Lui preferiva le ragazze dolci anche se non si sarebbe mai detto, comunque la guardò per un secondo prima di voltarsi verso fuori, il cortile era deserto al momento sarebbe stato semplice fuggire, ma poi dove andava? Da sua madre? si poteva anche fare.. peccato che Annette non fosse così fuori da non accorgersi che era orario scolastico.
Lasciò che il fumo uscisse dalle proprie labbra, cercando di ignorarle. Peccato non fosse così facile!
"Ascoltate, se dovete rompere i coglioni potete anche uscire, nessuno vi obbliga a stare qua, anche perchè sarebbe il bagno dei maschi... a meno che tu non sia un trans che si è rifatto il seno accontentandosi di una seconda."
Quello era rivolto alla piccola serpe. Ma chi si credeva di essere? Pensava di avercela solo lei? Si era decisamente figa ma alla fine di ragazzine decenti e che la davano il mondo ne era pieno. Che abbassase la cresta, cazzo! Di certo lui non era lì per farsi insultare gratuitamente.
"Per cui... ho chiudete la bocca oppure ve ne andate. Non voglio rompicoglioni fra i piedi, soprattutto ragazzine viziate e mestruate."
Concluse seccato, lanciando la paglia fuori nel cortile, tirandone fuori un altra... cazzo! Quella lo aveva innervosito di brutto!
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 12/4/2011, 17:32




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Rispetto a ciò che proponeva a quell'insulsa di Diane, quella era stata una fuga innocente nonostante l'alto grado di rischio. In fondo non aveva chiesto molto! Solo una sigaretta nel bagno dei maschi! Invece, quel deficiente di Thompson aveva dovuto rovinarle anche il suo piccolo piacere personale con la sua ingrombrante e detestabile presenza! Mannaggia a lui e a Diane! Maledettissima oca! Non appena l'altro era entrato lei aveva totalmente cambiato atteggiamento. Che cazzo prendeva a tutti quanti? Lo stronzo sembrava intenzionato a restare e soprattutto a non spostarsi dalla finestra. Minchia! Lo capiva o no che c'era lei e che non voleva avercelo intorno un istante di più? Fosse stato almeno coerente, invece nemmeno quello! Faceva tanto parlare della sua scarsità di seno quando si fermava a fissarla senza nemmeno fingere di non farlo. Assurdo! Sfrontato! Cafone idiota! L'avrebbe volentieri ricoperto di insulti e di calci, ma tutta quella confusione avrebbe senza dubbio allarmato i professori che non sarebbero stati per niente contenti di vedere due ragazze lì. Diane si sbagliava di grosso se pensava che il suo visetto d'angelo le avrebbe salvate anche stavolta! Ben pensandoci il decreto era stato emanato dopo che dei deficienti si son fatti beccare mentre scopavano e indovina indovinello chi c'era in mezzo! Quando la circolare, con indicati i nomi dei colpevoli, che proibiva alle giovani l'accesso nei bagni del sesso opposto era passata in classe MaryLi aveva subito attaccato Thompson. Sarebbe stato un miracolo non sentirlo figurare assieme agli incriminati anche perchè le era capitato più volte di scorgerlo correre verso il bagno con qualche oca al fianco. Sospirò. Non ricordava nessuna vincitrice di premi Nobel nelle sue conquiste alla toilette. Tirò un'altra boccata alla sigaretta e si sistemò meglio contro il cornicione, sfilandosi del tutto la camicetta per evitare di sporcarla ulteriormente. "Davvero?" chiese con una nota divertita nella voce. "Sai non sembrava visto le minorate che ti facevano compagnia qui. Ognuna di loro sembrava esattamente la tua anima gemella: cervello inesistente e carne a compensare quel vuoto incolmabile" replicò tirando una nuova boccata di fumo. Non si era realmente offesa per il riferimento al proprio seno. Sarebbe stato un inutile spreco di tempo prenderserla per un'osservazione di un tale cretino! Era più costruttivo litigare con quel pirla di suo fratello. Certe volte dubitava della sua provenienza e si convinceva che il suo nome non poteva esser stato scelto soltanto in base alle errate supposizioni di sua madre circa il parto. Buttò distrattamente un'occhiata a Diane: non che lei fosse messa molto meglio a seno. Portava una terza, ma si vestiva ancora con delle maglie sformate che non valorizzavano per niente il suo corpo quindi le sue forme passavano inosservate. Dopotutto perchè si sarebbe dovuta mettere dei problemi? Thompson dava fiato alla bocca quanto lei, se non di più visto che criticava ma si prendeva il tempo per guardarla bene! Sicuramente a fine giornata avrebbe avuto un mal di testa atroce... tutta colpa di quei due! La prima sigaretta era ormai finita da un po', perciò se ne accese una seconda e venne subito ripresa da Diane. Assurdo! Come si permetteva di alzare la testa con lei? Date le circostanze era possibile che il ragazzo avesse un certo ascendente su di lei? Cazzo! Che gusti di merda! La zittì in un secondo, ma non riuscì a fare lo stesso con l'altro. Il suo tentativo di sistemarsi alla meno peggio i capelli era risultato vano quanto ostinarsi a cercare la scritta "hai vinto" nelle barrette ipocaloriche! Porca troia! Quella era la volta buona che gli dava fuoco! Dannato insolente! Se non fosse riuscita a neutralizzarlo da sola avrebbe chiesto aiuto allo zio Invidia, dubitava si sarebbe tirato indietro da un'occasione così ghiotta! Specialmente dopo che quell'impertinente le aveva dato del trans! "Cosa non ti è chiaro della parola coerenza, Thompson?" chiese velenosa fulminandolo con lo sguardo. "Mi osservi manco fossi il primo premio ad una fiera di paese poi attacchi il mio seno, unica cosa di me che non ti è passata per niente inosservata entrando qui! Cos'è? La storiella della volpe che si allontana dall'uva affermando che è acerba?" il suo tono era stizzito e decisamente nervoso. Si sentiva impotente! Avrebbe tanto voluto dargli fuoco, ma date le circostanze le era impossibile. Non ci fosse stata Diane non ci avrebbe pensato su due volte, ma la sua amica invece era ancora lì seduta sulla sedia a rimirarsi in un silenzio quasi religioso l'imbecille appoggiato alla finestra! Guardò decisamente incazzata la propria sigaretta. Non era nemmeno a metà, ciò significava dover sopportare il vincitore del demente d'oro ancora per qualche minuto. Era la prima volta in assoluto che desiderava porre fine a quelle boccate liberatorie prima del previsto! Più guardava la punta ardente consumare carta e tabacco più desiderava spegnerla addosso a lui! Magari dritto in quegli occhi da triglia che si ritrovava. Buttò fuori il fumo e parte della sua rabbia cocente, poi si passò una mano fra i capelli per ravviarli. Maledizione! Stava quasi considerando l'idea di tornare in classe e di farsi interrogare da Dortner, l'insegnante di storia. Non che avesse problemi dal momento che studiare le veniva facile, ma era assurdo che arrivasse a desiderare di tornare in classe a discapito di una sigaretta in santa pace solo a causa di un deficiente che chiedeva il silenzio, ma continuava a borbottare manco fosse stato una caffettiera! La voglia di fargli del male fisico era sempre più forte, ma continuava a tenerla a freno soltanto per evitare di essere scoperta. Aspirò l'ultima boccata di fumo poi gettò via la sigaretta che rotolò veloce di fianco alla precedente. Scese dal cornicione con un balzo degno del miglior felino e raccattò la propria camicetta infilandosela e allacciandosela di nuovo. "Vuoi già andare?" le chiese Diane quasi con una nota di delusione. Da quando provava gusto nel saltare le lezioni? La guardò come se fosse stata una nuova schifosissima specie di insetto saltellante. "Mi sembrava di esser stata chiara: volevo solo fumare. Ho finito, ce ne possiamo anche andare. Di restare un secondo di più con 'sto cretino non ci penso nemmeno e poi lui stesso ci insegna che l'unico posto in cui possiamo star tranquille di non vederlo è proprio la nostra classe. Se tu vuoi restare fa pure, magari riuscirai a tradurre i grugniti" asserì risoluta incamminandosi a passo spedito verso la porta. Stava quasi per aprirla poi si girò come se fosse stata colpita da un pensiero improvviso che non poteva tardare a rivelarsi. "Ah, Thompson!" lo redarguì voltandosi "Cercati qualcuna che non riesca a tenere le gambe chiuse oppure impiccati, ma non tornare in aula. Dopotutto hai saltato già tre ore, fare lo stesso con le rimanenti non ti farà male" asserì con un sorriso bastardo sul volto prima di girarsi nuovamente e uscire lasciando i suoi due compagni di classe da soli. Diane sorrise imbarazzata a Nathan. Non era proprio contenta che l'altro avesse compreso anche lei negli insulti destinati soltanto a MaryLi! "Devi scusarla" disse cordiale. "Lei è fatta così! Non stare ad ascoltarla! Ci vediamo di là. Ciao!" lo salutò sorridendo prima di correre fuori a sua volta chiamando l'amica. Tuttavia la porta si aprì un'altra volta...

Non ci poteva credere! Non solo si beccava Nathan sonounperfettoimbecille Thompson in bagno, ma uscendo incrociava persino suo fratello! Cazzo! Quella sì che era sfiga! "MaryLi! Cosa ci fai qui?" ecco un altro che si preoccupava di ciò che faceva, ma la privacy aveva ancora un briciolo di validità per gli adolescenti? Sbuffò scocciata. "Ero venuta per fumarmi una sigaretta, ma un idiota ha dovuto rovinare tutto e rompere il cazzo!" "Sempre fine tu, eh?" il frasario da scaricatrice di porto di sua sorella non l'avrebbe mai capito. Che bisogno c'era di colorire ogni espressione con una parolaccia o un epiteto decisamente poco lusinghiero? "Oh, ma non rompere le palle! Va a far comunella con quell'imbecille di Thompson, piuttosto che rompere i coglioni a me!" detto questo si allontanò seccata prima che Alien potesse controbattere. Pochi secondi dopo venne subito raggiunta da Diane che ancora una volta le faceva la predica su quanto poco fosse stata amichevole col ragazzo nuovo. Come al solito, MaryLi le rispose con un chi se ne frega e la questione morì lì.

ALIEN POV
Quello era il colmo! Non solo sua sorella gli rovinava la vita a casa, ma in più se la ritrovava al cesso! In quello dei maschi! Dove, tanto per aggiungere carne alla brace, aveva lasciato un ragazzo con un palmo di naso. Alien sospirò prima di aprire la porta. C'erano due opzioni su questo tizio adesso: 1) Ci aveva provato con MaryLi, ma non corrispondendo ai parametri della giovane circa l'uomo giusto l'altra l'aveva scaricato in malo modo oppure 2) Non si era lasciato incantare dalla sua bellezza di nipote di Succubus e l'aveva trattata a pesci in faccia. La seconda ipotesi era quella che gli ispirava di più nonostante fosse anche la meno probabile. In sedici anni di vita non aveva conosciuto un solo ragazzo che fosse rimasto impassibile a quell'insopportabile primadonna. Sicuramente anche questa volta sarebbe stata esatta la prima possibilità. Giunto a questa conclusione aprì la porta trovandosi di fronte un ragazzo che fumava. Quella stanza puzzava come una ciminiera! Scosse la testa e, avvicinandosi a lui, gli sbattè una mano sulla spalla con fare amichevole. "Hey! Lasciala perdere, non vale la pena dannarsi per una così! Fidati, disgraziatamente per me la conosco bene!" asserì avvilito per poi chiudersi in una delle latrine da cui uscì poco dopo. Non si fermò ulteriormente, salutò con un cenno della mano quella povera anima e se ne tornò nella propria classe.

Edited by Scheherazade Al Rahman - 12/4/2011, 19:33
 
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view post Posted on 12/4/2011, 19:10
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Decisamente fastidiosa, quella ragazzina era quella che lui definiva l'incarnazione della stupidità. Non solo quando gli dava sempre addosso ma continuava a rompere le palle con storie vecchie di mesi! Almeno quelle stavano zitte... lei invece sembrava nata per rompere le palle a chiunque gli girasse troppo attorno!
"Almeno avevano abbastanza intelligenza per tenere a freno la lingua, non punto molto in alto in quanto quoziente intelletivo, infatti ti reputo una ragazza interessante."
Le stava dando della cerebrolesa? si decisamente si. Chissà come l'avrebbe presa se gli avesse strappato l'aria per qualche secondo? Ci stava pensando da quando avevano iniziato a battibeccare, non amava usare i propri poteri, anche se dubitava che qualcuno avesse mai potuto collegarli a lui, ma questa volta avrebbe tanto voluto vere quel bel visino diventare viola per la mancanza di aria.
Si concentrò sulla propria sigaretta scuotendo la testa alle sue parole.
"L'occhio vuole la sua parte e se giri così non lamentarti se ti guardo. Comunque credimi... L'uva a cui miro è ben più interessante di te, di certo più femminile."
La tranquillizzò con un sorriso di circostanza, tornando poi ad ignorarla. Finalmente se ne andò, quel consiglio gli sembrò più che giusto, di tornare in classe nemmeno se ne parlava, aveva bisogno di dormire se voleva riuscire a lavorare quella sera.
"Non c'è pericolo."
Assicurò. Osservò l'altra ragazzina, scuotendo le spalle.
"Non preuccuparti, non ce l'ho con te."
Rimase solo, anche se per poco meno di un minuto, quel ragazzino lo fece scoppiare a ridere.
"Tranquillo, non mi faccio il fegato amaro per una così, è lei che non sopporta chi le risponde a tono."
Uscì dal bagno sperando di riuscire a tornare nel suo sgabuzzino, come gli scarafaggi. Doveva nascondersi per potere dormire un poco. Purtroppo non aveva tenuto conto di Collins, lo stesso Collins che lo fissava con aria grave.
"Nathan, hai saltato quasi tutte le lezioni."
Gli fece notare con aria stanca. Il ragazzo annuì con fare tranquillo facendo sospirare l'uomo.
Si beccò una ramanzina di dieci minuti sull'importanza della scuola, costringendolo a tornare in classe, proprio non se la sentiva di trattare male quell'uomo che sembrava così stanco. Soprattutto se poi tirava in mezzo sua madre... la semplice frase -pensa come starebbe tua madre se sapesse quanto poco ti importa di te stesse- riusciva a fargli fare qualsiasi cosa, compreso rientrare in classe. La mocciosa era in piedi davanti alla cattedra, un interrogazione. Si diresse al suo banco e lo fece... non avrebbe saputo dire il perchè ma voleva godersi la sua faccia in un momento simile. Mosse appena la mano, doveva fare con calma, lentamente, stava strappandogli l'aria. Era un pò come quando corri, lentamente l'aria non entra più nei tuoi polmoni fino a quando ti accorgi che proprio quasi non respiri. Così mentre parlava la privava dell'ossigeno lentamente, fino a toglierglielo del tutto, questione di qualche secondo... ok una trentina di secondi, il tempo per farle prendere una bella paura e basta. Poi riportò tutto alla normalità fissando il professore che si prodigava per aiutare la mocciosa. Quelle erano soddisfazioni cazzo! E come no? era meglio di qualsiasi altra vendetta, tra l'altro non poteva certo credere fosse colpa sua, l'unico che sapeva la verità era lui e del resto non l'avrebbe mai confessato.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 12/4/2011, 22:08




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Non vale la pena incazzarsi per un cretino del genere, MaryLi. Davvero! Calmati! Niente! Non serviva ad un fottuto cazzo! Avrebbe potuto ripeterselo fino a saperlo dire all'incontrario perfettamente senza sbagliare, ma non sarebbe comunque cambiato nulla. Aveva voglia di saltargli al collo e stringere fino a che non avesse più percepito il battito del cuore. Se ci fosse stata sua nonna in due minuti avrebbero fatto sparire due neo cadaveri, ma lei non c'era ed ora capiva perchè i suoi genitori non vedevano di buon occhio il loro rapporto. Il succubus fomentava l'istinto omicidio che 'sto pezzo di imbecille le scatenava dentro. Non bastava che le desse della minorata a livello fisico, no! ora doveva estendere l'handicap anche sul piano mentale. Quello un giorno lo avrebbe fatto secco. Poco ma sicuro. "Passi dalla merda alla cioccolata senza saperle nemmeno distinguere fra loro? Sei patetico! Ricorri sempre a questi sciocchi mezzucci quando ti senti mancare la terra sotto i piedi?" gli chiese con indifferenza riprendendo a fumare e a rispondere a tono anche a Diane. In quel momento si stava perdendo la lezione del professor Collins per parlare con un'ameba e un babbuino... magari avrebbe potuto aprire un circo... L'idea era decisamente da considerare! Quando l'accusò di non essere femminile non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Era chiaro che il poverello non sapeva neanche cosa stesse dicendo. Forse sarebbe presto riuscita a provare pena per lui... se fosse mai stato zitto avrebbe certamente accellerato il processo! Doveva essere dura la vita per lui: ignorante come una capra con un naso schiacciato e di epiche proporzioni e gli occhi fuori dalle orbite come se fosse stato perennemente sotto effetto di droghe pesanti. Peccato che quelli non fossero problemi che le interessassero! Se ne andò quando il botta e risposta divenne insostenibile. Meglio mantenere la voce per l'interrogazione anzichè sprecarla per offendere un insulto vivente. Tanto non c'era assolutamente pericolo di vederlo in classe anche se Diane sperava il contrario, specialmente dopo esser stata rassicurata da Nathan.

Uscendo dalla porta del bagno dei ragazzi, MaryLi si imbattè nel fratello che, dopo il terzo dialogo al vetriolo della giornata per la secondogenita, pensò bene di rassicurare il ragazzo ancora nel locale, ma ciò che udì lo stupì davvero molto. Quindi era per questo che sua sorella era tanto furiosa! Aveva trovato qualcuno capace di tenerla testa... perchè anzichè esserne contento sentiva solo puzza di guai però?

Era rientrata prima della fine della lezione di Collins a cui aveva assicurato di stare benissimo e di non voler andare a casa. Sua madre si sarebbe preoccupata fin troppo per una chiamata della scuola e avrebbe subito telefonato allarmata a papà proprio mentre stava lavorando. Era sicura che le cose avrebbero avuto quel corso per questo preferì ancora una volta farsi interrogare. In fondo la Rivoluzione francese era un bell'argomento, l'aveva studiata quasi con gioia. Parlare di morti per decapitazione inoltre le portava alla mente la testa di Thompson gocciolante e con gli occhi sbarrati rotolare giù dal patibolo. Una donna aveva urlato, un bambino si era messo a piangere e lei sorrideva sotto il suo cappuccio di boia. Magari si sarebbe portata a casa quella scatola vuota come trofeo e l'avrebbe usata come portacenere... sarebbe stata sicuramente piena più di quanto non fosse adesso! Era strabiliante come riuscisse a divagare mentalmente pur mantenendo il discorso nella correttezza storica. Tornò a concentrarvisi totalmente soltanto quando la vittima delle sue fantasie entrò dalla porta. Non gli aveva forse detto di star fuori? Maledetto idiota! Era sicuramente entrato solo per farla incazzare, non c'era altra soluzione. Decisamente no. Mentre continuava a parlare con fervore dei Sans coulottes e del giuramento della palla corda sentiva la voce venirle meno, come se stesse sprecando tutto il fiato. Le sue parole si rincorrevano veloci come in una gara a chi lasciava per prima la cavità orale. Presto smisero di essere chiare e le sue gote si arrossarono fino a diventare quasi porpora. CHE CAZZO STAVA SUCCEDENDO?!?! Fissava l'aula in preda al terrore più assoluto, sbatteva furiosa le braccia nell'aria e in meno di un secondo si ritrovò attorniata da professori e compagni preoccupati e impreparati sul da farsi. Poi, improvviso com'era cominciato, quell'attacco finì e l'ossigeno le tornò tutto di un colpo tanto che si mise a tossire forte e venne nuovamente accompagnata al bagno, questa volta delle ragazze, da Diane.
Non riusciva a comprendere cosa fosse successo. Anche mentre si rinfrescava il viso e si dissetava ascoltando l'altra vaneggiare su quanto si fosse spaventata e le chiedeva spiegazioni, non riusciva a trovare una motivazione a quell'inaspettata assenza d'aria. Non aveva forzato troppo la voce e, a quanto ne sapesse, non era qualcosa di frequente... probabilmente era persino impossibile. No, davvero non era in grado di trovarvi una soluzione. Rassicurò Diane sulla propria salute e si fece riaccompagnare in classe appena un minuto prima che suonasse la lezione. La scena nella sua mente si stava di nuovo svolgendo come alla moviola per la trentesima volta. Riesaminava i fatti nei minimi dettagli convinta che avrebbe trovato l'anello mancante, la causa di quel suo improvviso mutismo dovuto all'assenza d'aria nei polmoni. I volti esterrefatti dei suoi compagni le roteavano nella testa come i numeri su una roulotte. Erano tutti perfette maschere di terrore. Tutti, eccetto uno. Ti pareva che non c'entrasse lui in quella storia! Non aveva idea di come avesse fatto, ma quell'espressione vittoriosa sul volto la diceva lunga! Oh, ma gliel'avrebbe fatta pagare! Eccome se l'avrebbe fatto! Molto prima di quanto l'altro si sarebbe mai potuto aspettare, tra l'altro!

Edited by Scheherazade Al Rahman - 16/4/2011, 23:10
 
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view post Posted on 13/4/2011, 08:43
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lo spettacolo fu dei migliori ma qualcosa che gli suonava nella testa lo metteva in guardia da quella mocciosa, era una senzazione che gli correva lungo la schiena, infastidendolo. Non sapeva che cosa fosse ma c'era. Si rimise spaparanzato sulla seggiola sotto gli occhi attenti del professore e di alcuni compagni, Michael sospirò avvicinandosi.
"Sembravi soddisfatto prima."
"Mh?"
spostò lo sguardo su di lui scuotendo appena la testa.
"Non direi, semplicemente non sapevo cosa fare."
"Vai da Annette dopo scuola?"
Annuì sentendo la campanella, prendendo i libri in mano ed infilandoli nello zaino. Voleva veramente tornare a dormire. passò di fianco alla piccola Winchester senza cagarla di una virgola, seguendo il professore verso l'uscita. L'uomo scosse la testa sospirando quel ragazzo era una causa persa! Non si impegnava anche se la testa l'aveva eccome, in una discussione lo aveva stupito più volte con la spiegazione dettagliata dei fatti avvenuti nel risorgimento, un discorso coerente e senza sbagli, interessante e ben fatto... peccato che a scuola non riusisse a stare attento. Ma lo capiva, eccome se lo capiva. Non aveva mai avuto una vita facile con sua madre ricoverata e la zia che gli ricordava che non aveva atre possibilità nella vita se non quella di diventare un fallito. Non se la sentiva nemmeno di rimproverarlo troppo visto che lavorava tutta la giornata. Sospirò di nuovo sorridendo agli studenti.
"Ragazzi la lezione è finita, ripassate da pagina 30 a pagina 56 mi raccomando."
Nate intanto si era di nuovo rintanato nel suo sgabuzzino stendendosi sul piccolo giaciglio che si era creato, sistemandosi le braccia dietro la testa. Davvero, prima o poi sarebbe esploso contro qualcuno, non ce la faceva più. Probabilmente non era una delle persone più simpatiche e meritevoli del pianeta ma alcune cose se le sarebbe risparmiate davvero. Chiuse gli occhi rimettendosi a dormire o almeno provandoci.
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 16/4/2011, 22:58




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La gola ancora le raspava per l'assenza d'aria di poco prima. Non ricordava di aver sentito di casi simili nella storia e quel sorriso beffardo le faceva ben supporre che la causa del suo malessere fosse da ricercarsi più in una persona specifica che in una qualche sua anomalia. Aveva sempre pensato che Thompson non fosse normale e adesso ne aveva la riconferma. Avrebbe dovuto mostrarlo allo zio Invidia, oltre a suo padre era l'unico che conoscesse in grado di vedere il vero aspetto dei demoni. Quel babbuino deficiente aveva sicuramente la mentalità da creatura delle tenebre, ma sperava vivamente che fosse soltanto un umano con qualche potere sensoriale o una rara specie di insetto paranormale... uno di quelli protagonisti dei peggiori film horror di serie B. Non voleva davvero aver niente a che spartire con lui, men che meno la propria natura di mezza demone! Nathan Thompson le mandava in tilt il sistema nervoso. Avrebbe tanto voluto dargli fuoco! Si sarebbe goduta lo spettacolo così come l'altro aveva fatto poco prima. Era sicura che si fosse divertito da matti, ma era ancor più certa che le proprie risate si sarebbero levate ancora più alte e goduriose. Gliel'avrebbe fatta pagare, in un modo o nell'altro. Era tornata in classe un secondo prima del suono della campanella e aveva osservato il cretino errante allontanarsi di nuovo verso chissà quale esaltante meta priva di fascino. Gli passò di fianco e lo ignorò volutamente, ma qualcosa attirò la sua attenzione. La tasca in basso dello zaino era aperta e spuntava un corposo mazzo di chiavi. L'idea le venne fulminea e lei agì con altrettanta rapidità. L'aula si era svuotata in un batter d'occhio, restavano solo lei e Diane, impegnata a rovistare nella propria cartella alla ricerca di chissà cosa. Fissò con intensità la sua recente scoperta finchè essa non si librò in volo e non le cadde in mano. Il tutto nel silenzio più assoluto. Thompson se ne era uscito, le chiavi erano state velocemente nascoste nella tasca dei suoi jeans e la sua amica era tornata al suo fianco. "Mi accompagni in bagno?" le chiese a bassa voce. MaryLi la guardò un momento e associò subito la sua richiesta alla febbrile ricerca nello zaino. Certe volte quell'insulsa umana nemmeno si rendeva conto di che idee geniali le dava! Le sorrise radiosa e annuì. "Sì, ci devo andare anche io" asserì per poi prendere un assorbente a sua volta. Diane la guardò quasi con gratitudine, ma MaryLi questa volta le sorrise di rimando. Il suo imbarazzo le stava tornando davvero utile.

Andarono in bagno insieme, ma fece entrare prima l'amica affermando che lei ci avrebbe messo un po' di più perchè doveva anche espletare qualche funzione fisiologica. Una volta chiusa dentro estrasse le chiavi e, complici i propri poteri, le fece galleggiare per aria. Allungò le mani sopra di loro e richiamò a sè il fuoco, elemento che controllava a suo piacere. Se l'altro era in grado di manipolare le molecole gassose intorno a loro, lei era abile di gestire qualcosa di ben più pericoloso. Sprigionò un calore tale che in breve sentì il metallo sfregolare e fondersi l'uno con l'altro. Presto nessuno sarebbe stato capace di distinguere una chiave dall'altra. Non doveva nemmeno preoccuparsi del rumore: non appena uscita dalla latrina Diane era stata chiamata da una loro compagna di classe all'esterno del bagno per parlare di chissà cosa. Quando si reputò soddisfatta del proprio lavoro fece cadere il metallico agglomerato ormai informe nell'acqua del water, in modo da raffreddarlo. Sempre con il potere della telecinesi le estrasse e le asciugò, questa volta manualmente, con diversi strati di carta igienica. Se le infilò nuovamente in tasca con un sorriso di vittoria stampato sul viso. Ora restava un solo problema: riconsegnarle al legittimo proprietario. Considerando che non aveva la minima idea di dove fosse, la cosa si sarebbe rivelata più difficile del previsto. Almeno, sarebbe stato così se, recuperata Diane e tornata in classe, non si fosse accorta del giubbotto di Thompson ancora appeso all'attaccapanni. Erano ancora sole in classe, ma questa volta non sarebbe stato un caso a distrarre la sua amica. "Hey" la chiamò avvicinandolesi. "Che c'é?" l'altra la guardava in attesa di direttive. Nonostante fosse appena stata interrotta nel bel mezzo di chissà quale discorso, il suo sguardo non mostrava alcun risentimento. "Mi gira un po' la testa. Mi andresti a prendere un the caldo alle macchinette, per favore? Io ti aspetto qui" disse accasciandosi sulla sedia. Ancora una volta le sue grandi abilità di attrice le vennero in soccorso: il suo volto era la maschera perfetta della sofferenza. Gli occhi di Diane si riempirono subito di preoccupata comprensione. "Certo! Vado subito, tu aspettami qui!" disse correndo fuori senza aspettare che MaryLi le desse i soldi. Restò qualche secondo con la testa sul banco nel caso l'altra rientrasse prima del previsto poi si avvicinò furtiva all'attaccapanni e nascose le chiavi nella tasca interna. Tornò al suo posto in meno di un secondo. Era stato decisamente facile. Specialmente allontanare la ragazza. Le veniva quasi da ridere. Il giochetto di Nathan l'aveva aiutata a rendere la sua balla assolutamente convincente. Ti sei fregato da solo, Thompson! Pensò raggiante, tuttavia la sua espressione addolorata non cambiò nemmeno di una virgola. L'intervallo finì e Diane, assieme a tutti i loro compagni di classe, tornò in aula. La giornata terminava 1 a 0 per lei. La prima vittoria era la sua. Lo scherzetto dell'altro non contava dal momento che la battaglia si sarebbe conclusa con il suo prevaricare. Già sentiva il dolce nettare di quella succosa vincita scorrerle lungo l'esofago e arrivarle dritto nelle vene.

Edited by Scheherazade Al Rahman - 17/4/2011, 22:16
 
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view post Posted on 18/4/2011, 08:04
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aveva dormito si e no mezz'ora ma stava decisamente meglio, anche perchè la scuola sarebbe finita da lì a poco. Una volta uscito si sarebbe precipitato dal fioraio per i fiori da portare a sua madre, era una bella giornata, stava gia meditando di portarla a fare una passeggiata nel parco della villa, magari le avrebbe fatto bene. E poi sarebbe andato al lavoro fino alle sette, dopo di che sarebbe andato al locale a servire un branco di imbecilli. Nonostante tutto poteva dire che il momento migliore della giornata era proprio la visita a sua madre, il resto era una merda. Annette cercava sempre di risollevargli l'umore anche se alle volte si perdeva a parlare di suo padre. No... decisamente Invidia non avrebbe mai potuto vedere nulla in lui, nessun demone aveva messo incinta sua madre per poi andarsene. Mezzo sangue di ma la metà del suo sangue era quella di un angelo o per meglio dire, quello di un arcangelo. Da quanto sua madre gli aveva raccontato suo padre l'aveva salvata, salvata da un mostro che cercava di ucciderla. Lei lo aveva supplicato di poterlo rivedere, per un pò poi era stato come incontrare un uomo normale ma quando erano passati ai fatti, cioè se l'era scopata, lui aveva perso la ragione. Le aveva dato della puttana mortale, della viscida blasfema per poi rivelarle la sua vera natura. Gli angeli non erano migliori dei demoni, gli angeli erano feccia. Spocchiose creature che si credevano migliori di chiunque altro, soprattutto Raphael, un arcangelo, un vero bastardo. L'aveva distrutta ed era scomparso, un mese più tardi Annette aveva scoperto di aspettare un figlio, lui... e da lì le cose erano degenerate. Aveva si portato a termine la gravidanza ma era crollata del tutto. Nate non perdonava questo al padre ed aveva sviluppato quel carattere per pura autodifesa, purtroppo le ali sulla sua schiena gli ricordavano sempre quale fosse la verità.
In quel momento aprì la porta dello sgabuzzino prendendo lo zaino e notando la tasca aperta, le chiavi erano sparite cazzo! Bestemmiò tornando verso la classe, entrando poco prima della professoressa e guardando in tasca al giubotto. La sorpresa fu a dir poco per nulla piacevole. le chiavi erano effettivamente lì, purtroppo lo stato non era quello che ricordava. Un ammasso di ferro fuso. Merda! Sentì il sangue salirgli al cervello... aveva un idea di chi fosse stata. Si al femminile! Lanciò appena uno sguardo nella direzione della piccola Winchester, qualcosa in lei lo aveva sempre messo in allarme ma ora ne aveva la certezza, peccato che non avesse intenzione di fargliela passare in quel modo. Voleva la guerra? E guerra sia! Lui non si sarebbe mai tirato indietro. In molti pensavano che l'aria non potesse creare molti danni, sbagliato. Un errore che in molti dovevano rivalutare quando si trovavano di fronte ai tornadi, anche se lui un simile disastro naturale non sarebbe mai riuscito a crearlo riusciva a dare un atmosfera alle piccoli correnti d'aria che muoveva. L'aria compressa ha una forza sua, tutta particolare, per di più aumentando di qualche migliaio di volte l'atmosfera dell'aria quest'ultima era in grado di tagliare anche l'acciaio, cosa ci voleva per fare quello che voleva lui? di certo non le avrebbe fatto male, doveva solo trovare il momento adatto e soprattutto concentrarsi. Cosa che iniziò immediatamente a fare plasmando una piccola lama e quale occasione migliore se non quella mentre tirava fuori i libri? la piccola lama che aveva creato passò obliquamente in almeno tre centimetri dei suoi capelli tagliandoli di netto. 1 a 1 a quanto pareva. Michael era esattamente dietro al banco della ragazza e vide i capelli scivolare in blocco a terra.
"Ehi, MaryLi, i tuoi capelli!"
Nate osservò la scena con uno sguardo sconvolto, l'espressione più genuina che potesse fare in quel momento, peccato che sapesse perfettamente cosa fosse successo!
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 18/4/2011, 23:32




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Stava mescolando con calma il suo the quando Thompson entrò in classe, dirigendosi a colpo sicuro al suo giubbotto. Le veniva quasi da ridere. Si voltò verso Diane dandole le attenzioni che le sue inutili chiacchere stavano richiedendo da un pezzo. Stava parlando del ballo scolastico che ci sarebbe stato alla fine del mese e di quanto le sarebbe piaciuto andarci con Nathan. MaryLi la guardò un momento senza capire. "Scusa, eh... ma chi cazzo è?" le chiese ricevendo in cambio un'occhiata ancora più confusa e stupita. "Come sarebbe a dire chi è? Lili l'aria ti è uscita anche dal cervello? Nathan! Il ragazzo con cui hai litigato stamattina in bagno, quello che adesso è in piedi dagli attaccapanni. Nathan Thompson, ricordi?" Ahhhh! È vero che quell'essere inutile aveva pure un nome! Non che gliene fosse mai fregato qualcosa, alla fine. Avrebbe preferito non doversi rivolgere a lui nemmeno col cognome ma certe volte era quasi necessario. Annuì col capo, ma la risposta più eloquente fu l'espressione schifata sul suo volto. "Dio! Non c'è qualcuno ti più carino? Non te l'aveva chiesto anche Harrison?" chiese abbassando la voce. Michael Harrison era seduto dietro di loro e dubitava che non le avrebbe sentite se parlavano con un tono piuttosto alto. Esteticamente non era male, meglio della scelta di Diane almeno! Era un bel pezzo che aveva una cotta per la sua amica, ma l'altra non sembrava mai degnarlo troppo di considerazione... e quella volta non fece eccezione. "Michael dici? Sì, è carino... ma lo conosco fin da quando eravamo bambini, non ce lo vedo come fidanzato" rispose guardandolo di sottecchi. MaryLi sospirò esasperata. "Mica te lo devi sposare! È solo per il ballo, comunque continuiamo dopo! Fra poco entra la Herbert e sai benissimo quanto poco tolleri le chiacchere... specie su questi argomenti! Minimo ci terrebbe un altro escursus di mezz'ora su quando è stata abbandonata alla festa e all'altare dalla stessa persona in due archi temporali differenti." Le due si misero a ridere e si chinarono entrambe a prendere i rispettivi libri dalle cartelle. MaryLi adorava la lezione di scienze, ma la professoressa era davvero fuori dal mondo. Sbuffò mentre si chinava in avanti a prendere il materiale. Tutti i capelli le scivolarono lungo la spalla destra contro la quale era piegata. Fu un attimo. Sentì uno strano sibilo sfrecciarle contro le orecchie e un momento dopo Michael farneticava qualcosa sui suoi capelli. Non fece in tempo a chiedergli cosa volesse dire che notò qualcosa di scuro a terra. Quando capì cosa fossero realmente e collegò il ritrovamento all'avviso del suo compagno di classe quasi sbiancò, ma fu abbastanza pronta nel trasformare la smorfia di puro odio che le stava per comparire sul viso in un sorriso raggiante. "Oh! Non so come sia potuto succedere, ma è fantastico! Avevo giusto preso l'appuntamento col parrucchiere per questo pomeriggio. Sai, le punte erano un po' rovinate" asserì trillante rivolta verso Michael. Si passò una mano sul taglio: era netto e ad occhio e croce le aveva accorciato la capigliatura di almeno 3 cm. Lei quello lo ammazzava! Era la volta buona che gli faceva rimpiangere di essere nato e di esser capitato in classe con lei! "Wow! È davvero stupendo! Il taglio è perfetto! Sto meglio non trovi?" chiese rivolgendosi a Jamie, un ragazzino timido e impacciato di fronte al suo banco. L'altro arrossì di colpo annuendo vigoroso la testa. MaryLi sapeva della sua cotta da un pezzo, ma non era così stronza da abbattere uno così debole rifiutandolo palesemente, preferiva fare la finta tonta. Sempre con il suo sorriso raggiante si voltò verso Thompson. Adesso li controlliamo gli sguardi, vero stronzo? "Cos'è quella faccia esterrefatta, ripetente?" gli domandò senza smettere un solo secondo di illuminare la classe con la sua bella faccia sorridente. Peccato che quella smorfia fosse tutt'altro che indice di una gioia effettiva o una assicurazione sulla vita di Nate. Il ragazzo si trovava proprio di fianco alla porta. A MaryLi bastò un'occhiata perchè quella si sbattesse con forza contro di lui facendolo indietreggiare. Un altro sguardo e la cattedra slittò in avanti, colpendolo e mandandolo a sbattere nuovamente contro la porta. Il poveretto era stato sballottolatto di qua e di là diverse volte, ma non era ancora finito perchè proprio in quel momento qualcuno entrò. Terza sportellata sul volto che però non si limirò a farlo arretrare, ma lo buttò lungo disteso sul pavimento. Ora era il turno della giovane Winchester di fingere una genuina smorfia di stupore. La professoressa, fautrice della caduta rovinosa di Nathan, appena entrata lo guardò un istante senza capire. "Thompson! Che ci fa per terra?" il tono naturalmente isterico echeggiò per tutta l'aula. "Prof... aprendo la porta l'avete steso!" esclamò una ragazzina con le trecce in prima fila. "Oh Signore! Allora devi andare in infermeria!" trillò fissando la classe indecisa su chi incaricare per accompagnarglielo. Quasi all'unisono, Diane e Michael si offrirono ma vennero entrambi convinti a sedersi nuovamente da un'occhiata gelida dell'insegnante. "Millys, Harrison voi due vi devo interrogare" sentenziò spostando lo sguardo su MaryLi. Oddio no! Ti prego no! Signore, ti prego no! Tutto, ma questo no" "Winchester..." iniziò fissandola occhi negli occhi. "Ho saputo che non sei stata molto bene questa mattina" esordì con un affabile sorriso sul volto. Quel tono pacato e cordiale suonava tanto come una condanna a morte all'interpellata. "È stato solo un calo di pressione, professoressa! Nulla che un the non abbia già sistemato" rispose allegra agitando il bicchiere ormai vuoto. Ti giuro che non salterò mai più una tua lezione, ma ti supplico non farmi accompagnare quel deficiente in infermeria! La donna scosse la testa. "Non sono d'accordo. La salute non va mai presa sottogamba, penso sia meglio per entrambi che sia tu ad accompagnare Thompson al primo piano. Prendetevi pure tutto il tempo che vi occorre, non voglio certo che stiate male durante le mie ore. Su, Winchester! Ora va!" definitiva come la morte. Lili si alzò sorridente avvicinandosi al malcapitato. "Muoviti! Nessuna ti monterà quindi ti conviene alzarti!" disse a denti stretti aspettando che la seguisse. Se si aspettava che gli offrisse una mano per tirarsi su aveva visto davvero un bel mondo! Uscì rapidamente dalla classe inforcando le scale senza controllare che la stesse seguendo.

L'infermieria era una stanza piuttosto grande formata da almeno quattro locali: lo studio con tutto l'occorrente anche per brevi visite, due camere per la degenza e un bagno. Non avevano un vero e proprio medico, ma una tozza infermiera sulla cinquantina. La signora Boleiro. Un'arzilla argentina che ne aveva vissute davvero molte nella sua vita. "Oh Segnor! Ragazzi che ci fate qui?" li accolse non appena MaryLi bussò alla sua porta. "Il signorino ha sbattuto contro una porta ed è finito disteso per terra" asserì senza menzionare il proprio stato di salute. Non aveva bisogno di niente. Avrebbe lasciato lì Nathan e si sarebbe chiusa da qualche parte, magari in bagno. "Oh! Che brutta storia! Quali sono i vostri nomi, segnorita?" "Io sono MaryLi WInchester, lui è Thompson" rispose senza pensare minimamente di arricchire le generalità dell'altro. Tuttavia quell'informazione sembrò sufficiente a scuotere la donna! "Tu sei quella che stamattina è stata male ben due volte! Il professor Collins era muy preoccupato per te! Mi ha chiesto personalmente di venire a vedere come stessi, ma vedo che alla fine sei venuta da sola. Mi ha spiegato bene l'attacco che hai avuto e mi ha anche detto che sei stata piuttosto riluttante a prendere qualcosa o a tornare a casa. Per fortuna ho qui quello che ti ci vuole!" disse contenta girandosi a prendere una pastiglia. "Prendila, ti causerà un po' di sonnolenza, ma niente di che. Ti farà stare meglio, è molto blanda mi querida! Abbi fiducia in me!" il suo tono, come quello della Herbert, non ammetteva repliche e, dopo qualche ringraziamento di rito, MaryLi la mando giù assieme all'acqua che l'infermiera le serviva. "Vatti a stendere mentre io mi occupo di lui, segnorita" Le obbedì anche se non era per niente tranquilla. Sapeva che accompagnare quel buono a nulla lì non era per niente una buona idea. In più il farmaco stava iniziando a fare effetto: si sentiva come dentro una campana di vetro e il sonno le appesantì di botto le palpebre non appena si sdraiò sul letto. Si era sfilata le scarpe e si era stesa con l'intenzione di chiudere gli occhi solo per qualche minuto, ma prima che se ne rendesse conto era piombata in un sonno profondo.
 
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view post Posted on 19/4/2011, 11:46
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Lo sguardo che la ragazza aveva fatto era imparegiabile, forse poteva incantare chiunque ma lui percepiva la rabbia che nascondeva in quel sorriso. Era una smorfia che anche lui faceva svariate volte, un sorriso così finto che sarebbe stato facile aspettarselo su una rivista di scandali, come quelle che leggeva sua zia. Ma trattenne una risata quando lo riprese.
"Nulla di che... penso che non sia normalissimo che i capelli cadano in blocco."
Le fece notare con un alzata di spalle come se fosse la cosa più logica di questo mondo prima di venire usato come pallina da flipper! Cazzo... gia il primo colpo lo aveva rintronato se poi ci si metteva anche la professoressa a tirargli una nuova pacca sul viso era il colm.
Mugugnò alla domanda della professoressa tenendosi il naso, ci sarebbe voluto un solo secondo perchè gli si rimetesse a posto, cosa che doveva evitare al momento, almeno fino a quando non fosse stato da solo. Si rialzò senza prestare ascolto alle parole di quella ragazzina viziata... non aveva sbagliato quindi. Anche lei era particolare come lui del resto... peccato che ora fosse talmente incazzato con quella puttanella da fregarsene! L'avrebbe pagata cara ma non come si sarebbe aspettata, Oh no! Una ripicca da semplice umano andava benissimo per il momento. In infermeria sorrise alla signora che aveva dato la pillola alla mocciosa alzandogli il viso per guardare che il naso stesse bene.
"non c'è nulla."
Commentò stupita.
"Non mi ha colpito per bene, sono riuscito a spostarmi ma ho perso l'equilibrio e la professoressa si è preucupata."
Spiegò con un invidiabile faccia di bronzo, mettendogli comunque un pò di ghiaccio, facendolo sospirare. Quando un tizio comparve con un braccio piegato in maniera strana l'infermiera si allontanò raccomandandosi di restare un pò fermo. Lui annuì scendendo dal lettino ed andando ad assicurarsi che la piccola bastarda stesse dormendo. La osservò per un istante, quando non parlava e non si comportava da regina del mondo era effettivamente molto bella, aveva un viso dolce sebbene dal carattere non si sarebbe mai detto. Le si avvicinò sfilandole lentamente e con attenzione il cellulare dalla tasca, assicurandosi di non svegliarla, che dormisse pure. fece il proprio numero facendolo squillare e ghignando. Bene... la prima parte del piano era fatta, ora mancava solo una connessione internet ed erano a posto. Cancellò il proprio numero dal telefonino della piccola Winchester e facendolo cadere sul letto di fianco a lei, sembrava le fosse scivolato fuori dalla tasca, proprio come doveva essere. Il computer della donna era quello che gli serviva ora, chiuse la pagina del sito sociale che stava guardando prima per entrare su un sito di sesso on-line, non che lui fosse appassionato di quel genere di cose ma con Michael era capitato passasero il proprio tempo a chattare con vecchi bavosi solo per divertirsi, l'account era quello di una ex dell'amico quindi la colpa se la sarebbe presa lei nel caso MaryLi avesse scoperto troppo presto il giochino... In effetti stava mirando ad una vendetta trasversale... falla prendere per una puttanella da quattro soldi era divertente. Inserì uno dei classici messaggi -A.A.A Cercasi stallone per puledrina da domare. Sono una ragazza aperta ad ogni tipo di esperienza, mi abbasso a tutto. Cerco uomini maturi per una cavalcata soddisfacente... chiamatemi ad ogni ora del giorno e della notte 333-XoXo- Dopo avere inserito il numero della mocciosa inviò il messaggio e ripristinò la pagina di prima, mettendosi sul lettino appena un attimo prima che rientrasse l'infermiera. La donna venne a dare un occhiata trovando entrambi addormentati... almeno così sembrava. Quando la tenda fu tirata di nuovo si affrettò a cancellare la chiamata con il numero della Winchester, rimettendosi poi comodo. Al suono della campanella la signora Boleiro lo scosse facendolo mugugnare.
"Sveglia la tua compagna, dovete andare a casa."
Annuì alzandosi ed andando a scuotere la piccoletta.
"Winchester."
La chiamò sbadigliando.
"Dobbiamo andare."
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 19/4/2011, 23:19




XrdJT
Aveva aperto gli occhi di soprassalto non appena il suo respiro caldo le aveva invaso le narici. Era un odore strano, ma non spiacevole. Sgranò lo sguardo incapace di realizzare bene tutta la situazione. Thompson era sopra di lei e le bastò un secondo per accorgersi che sentiva fresco alle gambe perchè erano nude. "Brutto idiota! Togliti immediatamente!" aveva cercato di tirargli uno schiaffo, ma con un sorriso e un cenno del capo l'altro le indicò le corde attorno ai suoi polsi. Cazzo! Non ci poteva credere! L'aveva legata al letto e spogliata dei pantaloni. Buttò uno sguardo su quanto poteva vedere del suo corpo: no, non le aveva tolto solo i jeans. Era completamente nuda, consapevolezza nata anche dall'aver notato la sua biancheria a terra. Merda! Prima regola della guerra: mai addormentarsi col nemico... specie se è ancora sveglio. Non sapeva se figurava davvero nei manuali tattici sulle battaglie, ma le sembrava davvero un buon consiglio ed era sempre stata decisa a seguirlo. Peccato che quella volta le cose avessero preso una piega imprevista. Leggasi: la sonnolenza l'aveva letteralmente stesa! Se ci fosse stato davvero un disturbo da curare non le sarebbe successo niente, ma essendo lei sana come un pesce si era appisolata di botto non appena fu sul letto ed ora ne pagava le conseguenze. "Maniaco depravato! Ti ho detto di... mmh...!" ancora una volta le voce le venne meno. Sempre a causa di Thompson, ovviamente! Ora però non aveva operato qualche strana magia woodoo, ma le aveva direttamente infilato la lingua in bocca mentre le sue mani si prendevano fin troppa confidenza con parti di lei che non avrebbero dovuto conoscere nemmeno in una situazione di estremo pericolo o qualcosa di simile. Gli morse la lingua con tutta la forza possibile, ma l'altro sembrava come immune a tali sofferenze e non si spostò di un solo millimetro. Sebbene tutti i suoi sforzi si rivelassero inutili, MaryLi non smise un attimo di ribellarsi o di cercare di allontanarlo. I successi era pari al livello di normalità nella sua famiglia: ovvero meno infinito! Quel bacio totalmente non corrisposto andò avanti per un bel pezzo, ma se avesse saputo cosa sarebbe successo dopo avrebbe preferito continuarlo. Non appena si fu staccato da lei, Nathan si liberò prima della camicia e poi dei pantaloni e della relativa biancheria, mostrando la sua prontezza di spirito!

"Nooooooooooooooooooo! Levati, idiota!" era scattata in avanti tirando uno schiaffo di fronte a sè. Poco importava se i precedenti tentativi erano andati a vuoto, era la forza della disperazione a muoverla. Inaspettatamente, questa volta non solo fu libera di agire ma il colpo andò persino a segno colpendo la guancia di Nathan sopra di lei. "Thompson! Ti sei bevuto il cervello?! Che cazzo credevi di fare?!" Lo apostrofò portandosi istintivamente le braccia al petto e chiudendo le gambe per nascondere la sua nudità. "Insomma! Ti sembra un comportamento da persona normale? Già lo sapevo che non lo eri, ma che fossi un simile deviato non me lo aspettavo nemmeno da te!" gli urlò addosso colma di rabbia mentre si sporgeva col capo oltre il letto per recuperare la propria biancheria. Sparita. Ora che ci faceva caso le sue tette non erano così ruvide. Spostò lo sguardo verso il suo corpo e si accorse che era vestito... e lo era pure il suo compagno di classe. Riluttante, tornò a guardarlo negli occhi ed arrossì di riflesso. Che. Grandiosa. Figura. Di. Merda! Poteva essere possibile che si sognasse quel cretino in certi atteggiamenti?! Non le bastava sopportarlo a scuola! No! Ora pure gli incubi! Distolse nuovamente il viso da quello dell'altro al colmo dell'imbarazzo e del nervosismo. Cazzo! Quella giornata stava procedendo sempre peggio. Un pensiero improvviso la colpì: forse gli doveva qualche scusa... beh forse sì, ma ciò non implicava che gliele presentasse sul serio! "Senti, lascia perdere!" disse nuovamente sicura fissandolo di nuovo negli occhi. "Stavolta, incredibile ma vero! tu non c'entri... non nella realtà almeno quindi siamo pari. Tu mi hai rovinato la sigaretta in bagno, io ti ho tirato uno schiaffo seppure involontariamente. Gli ultimi insulti me li rimangio" asserì cercando di imporsi un certo contegno. Si mise seduta sul letto infilandosi in tasca il cellulare, probabilmente le era uscito quando si era agitata a causa dell'incubo, e rimettendosi e allacciandosi le scarpe. "Comunque perchè mi hai svegliata e sei ancora qui? Non dovresti essere in classe da un pezzo?" gli chiese abbandonando gli epiteti con cui era solito apostrofarlo. Dopo quello sbaglio clamoroso poteva anche allentare il tiro. Anche il tono strafottente era caduto, ora era semplice curiosità mista ad un pizzico di irritazione per essersi fatta beccare in un momento di debolezza. Era quasi come quando, da bambina, i suoi la scoprivano ad usare i propri poteri sul fratello. Si mise in piedi recuperando i propri effetti. L'incubo l'aveva sconvolta a tal punto da farle dimenticare qualsiasi altra cosa, compresa la cognizione del tempo. "Senti... che ora è?" domandò ancora portandosi una mano davanti alla bocca per soffocare uno sbadiglio. Il volto era ancora terribilmente assonnato e in un'altra situazione avrebbe sicuramente suscitato tenerezza in chiunque l'avesse guardata... ma dubitava che anche in un'occasione normale Thompson avrebbe mai potuto trovarla quantomeno innocua o dolce. Meglio così! Almeno sapeva cosa aspettarsi! Anche se non era sicura se ciò si potesse considerare un bene...

Edited by »Donnie - 7/1/2012, 14:26
 
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view post Posted on 20/4/2011, 10:14
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Decisamente quello non se lo aspettava! Spalancò gli occhi posandosi una mano sulla guancia, incredulo sentendosi insultare in quel modo.
"Ma hai completamente perso la testa?"
Le sbottò contro, prima di vederla arrossire in quel modo... che cazzo era successo? Ci mise poco a capire che era colpa di un sogno, trattenendosi dal riderle in faccia quando si scusò in quel modo. Alzò le spalle alla sua domanda, non sembrava il solito tono ma lo reputò dovuto al fatto che era appena sveglia.
"mi sono addormentato anche io e non ci sono tornato, l'infermiera ha preferito lasciarci stare."
Spiegò.
"è ora di andare a casa, se no ti avrei lasciata dormire."
Concluse indicandole con un gesto del viso l'orologio sulla parete per poi avvicinarsi alla finestra ed aprirla in modo da potere fumare.
"Penso che la tua amica ti stia aspettando fuori, se prendi il bus dovresti sbrigarti perchè se no parte."
Lui di quello non doveva preuccuparsi, tanto sarebbe andato a piedi. La fissò un momento prima di accendersi la sigaretta.
"Comunque possiamo ritenerci davvero pari ma per favore... evita di schiaffeggiarmi per qualcosa che non ho realmente fatto."
Mugugnò aspirando dalla malboro e lasciando uscire lentamente il fumo dalle labbra. Anche il suo tono era normale, una piccola tregua in pratica, in fondo non era ancora abbastanza sveglio per ricominciare a litigare o battibeccare e poi doveva mantenersi tranquillo per andare a trovare sua madre. La fissò un secondo... in fondo era una donna pure lei e presto sarebbe stato il compleanno di Annette... aveva un idea su cosa regalarle ma non sapeva se poteva andare bene. Prima che uscisse ciccò la cenere fuori dalla finestra.
"Winchester."
La chiamò.
"ho bisogno di un parere anche se non siamo amici. Se per il tuo compleanno una persona ti regalasse una spilla ti piacerebbe?"
Decisamente lui era negato per certe cose, soprattutto quando riguardavano sua madre. Eppure lei era la persona più importante della sua vita, insostituibile, nonostante questo era tremendamente impacciato, non sapeva mai come comportarsi.
"sò che è una domanda strana ma io voi donne non riesco proprio a capirvi."
Era il suo momento di imbarazzarsi per questo riportò lo sguardo fuori dalla finestra... ma che cazzo! proprio lei doveva essere l'unico essere femminile nella stanza? avrebbe preferito chiederlo all'infermiera piuttosto ma visto che i soldi li aveva quel giorno non poteva fare il difficile. Altrimenti sarebbero stati spesi tutti per le bollette e col cazzo che comprava quel maledettissimo regalo!
 
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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 22/4/2011, 16:45




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Era ancora sconvolta per il sogno di poco prima. Cazzo! Ci mancava solo quello a peggiorarle la giornata. Quelle ore di sonno l'avevano spossata ancora di più, specialmente a causa della fine brusca e indesiderata quasi quanto trovarsi da sola nella stessa stanza con lui. Tutta quella storia era assurda: a causa del suo scherzetto al ragazzo si era trovata lei stessa in infermeria costretta, malgrado il suo volere, ad ingoiare pastiglie con un elevato effetto soporifero. Soffocò uno sbadiglio mentre si ridava una sistemata. Aveva dovuto persino scusarsi con Thompson. Quello sì che era il colmo! Ancora più strano fu che l'altro non colse l'occasione al balzo per punzecchiarla, ma si limitò a darle informazioni di routine con un tono che poteva quasi sembrare gentile. Recuperò la propria borsa, infilandoci dentro anche il giacchetto leggero che si era portata dietro. Se la caricò sulle spalle intenzionata ad uscire, ma la sua voce la distrasse di nuovo. Scosse la testa e si voltò vedendo che si stava accendendo una sigaretta. Sorrise. Effettivamente ci voleva proprio! "No, io non prendo l'autobus. Non abito molto lontano e preferisco andare a piedi" asserì appoggiando la borsa su una sedia girevole per poi avvicinarsi a lui. "Me ne offri una? Io le ho finite" disse, ma non aspettò che le rispondesse che gli aveva già sfilato la paglia dalle dita e ne stava aspirando lunghe boccate. Ancora una volta si sedette sul cornicione della finestra per fumare. Era un'abitudine che aveva preso quando i suoi erano in casa e lei aveva il disperato bisogno di una sigaretta. Camera sua non aveva un balcone, ma un davanzale decisamente comodo che le permetteva di non appestare tutta la stanza con un odore che le sarebbe stato difficile da nascondere. Era stata scoperta un paio di volte da zio Invidia e da suo fratello, ma entrambi avevano mantenuto il segreto fortunatamente. Prese un'altra boccata di fumo poi si lasciò andare contro lo stipite della finestra. "Ci proverò, ma non ti prometto nulla" disse ridendo riferendosi allo schiaffo. In fondo se lo sarebbe sicuramente meritato più avanti, era sicura che le loro rappresaglie non sarebbero finite con quella breve e tranquilla conversazione. Buttò un occhio sulla strada ai suoi piedi: l'autobus stava perdendo, ma non tutti gli studenti si erano ancora riversati in cortile. Molti erano appoggiati ai propri mezzi di trasporti, altri ancora parlavano fra di loro o con i professori. Vide anche Diane guardarsi intorno probabilmente alla sua ricerca, ma poi scosse il capo e salì a sua volta sulla macchina dei genitori. Era figlia di famosi avvocati e c'era sempre qualcuno che la venisse a prendere in auto al termine della scuola. Più di una volta le aveva dato anche uno strappo nonostante non abitassero esattamente vicine. Ciccò la sigaretta oltre la finestra e spostò il suo sguardo su Thompson. Davvero non riusciva a capire come facesse l'amica ad esserne attratta. Non c'era niente di canonicamente bello nei suoi lineamenti, era più uno di quelli classificati come "tipi", quelli in possesso di un certo qualcosa che però non tutti riuscivano a vedere. Lei, nel caso lui avesse davvero avuto quel non so che, probabilmente era nella categoria dei "ciechi" in quel senso. Si era quasi incantata a guardarlo: lo fissava, ma senza osservarlo realmente troppo persa nelle sue disquisioni mentali su come Diane potesse esserne affascinata. Proprio in quel momento, Thompson la chiamò richiedendo la sua attenzione. Scosse la testa debolmente e tornò a concentrarsi su di lui. Lo sguardo ora era vigile ed attento e non aspettava altro che il ragazzo spiegasse il motivo della sua invocazione. Ciò che udì la fece quasi sorridere, ma si trattenne dal farlo. La cosa si faceva sempre più assurda! Nathan le stava chiedendo un consiglio? Quello sì che superava tutte le barzellette ridicole che aveva sentito fino ad ora. Tuttavia, dal momento che sembrava sinceramente a disagio a rivolgersi a lei decise che poteva ricambiare il favore, dopotutto lui non aveva fatto domande sul sogno e non l'aveva presa in giro. "Dipende" asserì tirando un'altra boccata alla sigaretta. "Dipende dal rapporto che ho con questa persona e soprattutto dalla spilla in sè" si strinse nelle spalle e osservò la cenere volteggiare fino a terra. Ormai era quasi finita. "Non siamo difficili da capire, sai? Basta che non ci consideri solo oggetti per lo sfogo sessuale" disse con tranquillità lasciando cadere la paglia oltre il bordo della finestra. "Ogni ragazza ha bisogno di sentirsi apprezzata e amata, non è difficile. Questa regola la si applica anche ai regali, Thompson." disse scendendo dal cornicione. Prese la propria borsa e se la caricò sulla spalla poi tornò a guardarlo. "Se finalmente c'è qualcuna di veramente importante per te e lei lo sa, la spilla le piacerà in ogni caso. Specialmente se la scegli vedendo in quell'oggetto inanimato qualcosa di lei." gli battè una mano sulla spalla e si allontanò agitandola dietro di sè. "Ci vediamo!" asserì uscendo dalla classe. Sicuramente la prossima volta che si fossero incontrati l'atmosfera non sarebbe stata così colloquiale e serena.
 
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