Just a cigarette in the men's bathroom! What do you want to happen?, NathanxMaryLi

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Scheherazade Al Rahman
view post Posted on 22/4/2011, 16:45 by: Scheherazade Al Rahman




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Era ancora sconvolta per il sogno di poco prima. Cazzo! Ci mancava solo quello a peggiorarle la giornata. Quelle ore di sonno l'avevano spossata ancora di più, specialmente a causa della fine brusca e indesiderata quasi quanto trovarsi da sola nella stessa stanza con lui. Tutta quella storia era assurda: a causa del suo scherzetto al ragazzo si era trovata lei stessa in infermeria costretta, malgrado il suo volere, ad ingoiare pastiglie con un elevato effetto soporifero. Soffocò uno sbadiglio mentre si ridava una sistemata. Aveva dovuto persino scusarsi con Thompson. Quello sì che era il colmo! Ancora più strano fu che l'altro non colse l'occasione al balzo per punzecchiarla, ma si limitò a darle informazioni di routine con un tono che poteva quasi sembrare gentile. Recuperò la propria borsa, infilandoci dentro anche il giacchetto leggero che si era portata dietro. Se la caricò sulle spalle intenzionata ad uscire, ma la sua voce la distrasse di nuovo. Scosse la testa e si voltò vedendo che si stava accendendo una sigaretta. Sorrise. Effettivamente ci voleva proprio! "No, io non prendo l'autobus. Non abito molto lontano e preferisco andare a piedi" asserì appoggiando la borsa su una sedia girevole per poi avvicinarsi a lui. "Me ne offri una? Io le ho finite" disse, ma non aspettò che le rispondesse che gli aveva già sfilato la paglia dalle dita e ne stava aspirando lunghe boccate. Ancora una volta si sedette sul cornicione della finestra per fumare. Era un'abitudine che aveva preso quando i suoi erano in casa e lei aveva il disperato bisogno di una sigaretta. Camera sua non aveva un balcone, ma un davanzale decisamente comodo che le permetteva di non appestare tutta la stanza con un odore che le sarebbe stato difficile da nascondere. Era stata scoperta un paio di volte da zio Invidia e da suo fratello, ma entrambi avevano mantenuto il segreto fortunatamente. Prese un'altra boccata di fumo poi si lasciò andare contro lo stipite della finestra. "Ci proverò, ma non ti prometto nulla" disse ridendo riferendosi allo schiaffo. In fondo se lo sarebbe sicuramente meritato più avanti, era sicura che le loro rappresaglie non sarebbero finite con quella breve e tranquilla conversazione. Buttò un occhio sulla strada ai suoi piedi: l'autobus stava perdendo, ma non tutti gli studenti si erano ancora riversati in cortile. Molti erano appoggiati ai propri mezzi di trasporti, altri ancora parlavano fra di loro o con i professori. Vide anche Diane guardarsi intorno probabilmente alla sua ricerca, ma poi scosse il capo e salì a sua volta sulla macchina dei genitori. Era figlia di famosi avvocati e c'era sempre qualcuno che la venisse a prendere in auto al termine della scuola. Più di una volta le aveva dato anche uno strappo nonostante non abitassero esattamente vicine. Ciccò la sigaretta oltre la finestra e spostò il suo sguardo su Thompson. Davvero non riusciva a capire come facesse l'amica ad esserne attratta. Non c'era niente di canonicamente bello nei suoi lineamenti, era più uno di quelli classificati come "tipi", quelli in possesso di un certo qualcosa che però non tutti riuscivano a vedere. Lei, nel caso lui avesse davvero avuto quel non so che, probabilmente era nella categoria dei "ciechi" in quel senso. Si era quasi incantata a guardarlo: lo fissava, ma senza osservarlo realmente troppo persa nelle sue disquisioni mentali su come Diane potesse esserne affascinata. Proprio in quel momento, Thompson la chiamò richiedendo la sua attenzione. Scosse la testa debolmente e tornò a concentrarsi su di lui. Lo sguardo ora era vigile ed attento e non aspettava altro che il ragazzo spiegasse il motivo della sua invocazione. Ciò che udì la fece quasi sorridere, ma si trattenne dal farlo. La cosa si faceva sempre più assurda! Nathan le stava chiedendo un consiglio? Quello sì che superava tutte le barzellette ridicole che aveva sentito fino ad ora. Tuttavia, dal momento che sembrava sinceramente a disagio a rivolgersi a lei decise che poteva ricambiare il favore, dopotutto lui non aveva fatto domande sul sogno e non l'aveva presa in giro. "Dipende" asserì tirando un'altra boccata alla sigaretta. "Dipende dal rapporto che ho con questa persona e soprattutto dalla spilla in sè" si strinse nelle spalle e osservò la cenere volteggiare fino a terra. Ormai era quasi finita. "Non siamo difficili da capire, sai? Basta che non ci consideri solo oggetti per lo sfogo sessuale" disse con tranquillità lasciando cadere la paglia oltre il bordo della finestra. "Ogni ragazza ha bisogno di sentirsi apprezzata e amata, non è difficile. Questa regola la si applica anche ai regali, Thompson." disse scendendo dal cornicione. Prese la propria borsa e se la caricò sulla spalla poi tornò a guardarlo. "Se finalmente c'è qualcuna di veramente importante per te e lei lo sa, la spilla le piacerà in ogni caso. Specialmente se la scegli vedendo in quell'oggetto inanimato qualcosa di lei." gli battè una mano sulla spalla e si allontanò agitandola dietro di sè. "Ci vediamo!" asserì uscendo dalla classe. Sicuramente la prossima volta che si fossero incontrati l'atmosfera non sarebbe stata così colloquiale e serena.
 
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