La magia è una dote di famiglia... basta guardare la madre!, RaymondXAlien

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view post Posted on 5/6/2011, 21:04
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Era una giornata tranquilla, strano ma vero. In quella casa la tranquillità centrava come un gatto ad un raduno di pitbull affamati da mesi.
Era assurdo, ma in quel momento regnava il silenzio, la calma e la tranquillità, forse dovute al fatto che era solo con sua madre, che stava ripulendo il garage o per meglio dire la tana di suo nonno. Lui era di sopra, era occupato ad accatastare in qualche scatolone svariate cianfrusaglie di dubbia utilità, cose di cui sua madre voleva disfarsi, probabilmente roba dello zio Invidia o di suo padre.
"Alien?"
la voce di Dean gli fece rizzare le orecchie come un animaletto facendolo scattare al piano di sotto, trovando l'uomo con una sfilza di libri di dubbia utilità o di natura addirittura dannosa per tre quarti della loro famiglia.
"Porta questi in soffitta, mettili come ti capita, poi torna giu che mangiamo qualcosa."
Dopo una poco delicata scompigliata di capelli lo indirizzò verso le scale. Alien le salì sospirando, a sua sorella però non la obbligavano mai a fare simili lavori, complice il caratteraccio di sua sorella gemella, avrebbe potuto rompersi un unghia poverina!
Alle volte odiava quel posto, davvero! Detestava tutto quello che lo circondava, tranne forse che sua madre, suo nonno paterno e lo zio Kevin. Suo padre non era male, ma era pur sempre un demone ed alle volte pensava che lo avrebbe preferito un pò più simile a MariLi, la cocca della parte demoniaca della famiglia! Lui non aveva ereditato poteri, affatto, solo una vita molto più lunga del normale ed un carattere schifoso.
Ma perchè era nato come Winchester? Sospirò, peccato non si accorse del gradino... rovinò miseramente a terra, urtando un tavolino dall'aria stranamente pregiata facendolo crollare per terra.
"Tutto bene lì sopra?"
"Si!"
Urlò rialzandosi di scatto e mettendo in ordine, trovandosi fra le mani un grosso libro. Inarcò un sopraciglio, ignorando il dolore alle ginocchia dovuto alla caduta. Era un libro di magia nera, forse roba trovata da suo nonno Jhon. lesse le prime pagine a quanto pareva era un libro per evocare una sottospecie di creatura che realizzava i desideri. Ridacchiò leggendo ad alta voce la formula, incespicando nelle parole. Attese almeno dieci minuti, poi vedendo che non succedeva assolutamente nulla rimise il libro al suo posto.
"Bella fregatura, mi saresti servito per rimettere in riga quell'arpia di mia sorella."
Sbuffò divertito scendendo le scale, aveva propria voglia di mangiare qualcosa in sola compagnia di Dean, almeno nessuno gli avrebbe ricordato che era un mezzosangue anomalo.
 
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»Donnie
view post Posted on 5/6/2011, 22:04




Raymond Donovan

Raymond si grattò pensiero la testa. Strano. Non riusciva davvero a capacitarsi di come mai quella volta le cose stessero funzionando diversamente. Come succedeva sempre in quei casi aveva sentito un pizzicore piuttosto intenso lungo tutto il corpo e una forte entità risucchiarlo verso l'alto, ma quand'era stato il momento di lasciare le pagine per ritrovarsi nel mondo reale era caduto rovinosamente a terra di schiena. Non era certo il viaggio comodo e privo di inconvenienti che intraprendeva generalmente. Subito dopo la sua brusca discesa era piovuto dal cielo un bigliettino di pergamena. Sopra, con una grafia minuta e stretta, c'era scritto "Professor Raymond Donovan, fra sette giorni" accompagnato dal nome del liceo in cui avrebbe dovuto insegnare. Non era mai capitato che ricevesse direttive prima di incontrare il proprio padrone, ma se quelli erano i suoi desideri allora li avrebbe assecondati. Rigirò il foglietto fra le mani finchè non si accorse di un'altra scritta sul retro: Alien Winchester. Fece scocchiare le fauci, evocava un sapore delizioso.

Sette giorni dopo

Era convinto che l'entità sconosciuta che lo prelevava di volta in volta sarebbe giunta esattamente una settimana dopo, invece aveva agito con un giorno d'anticipo. Quando si ritrovò impegnato un'intera mattinata a compilare un numero infinito di fogli a causa della burocrazia della scuola capì il perchè. Questa volta c'era bisogno di un'identità fittizia e ciò rendeva le cose più complesse. Si era ritrovato in tasca una carta d'identità e numerosi documenti utili fra gli uomini e un foglio che gli spiegava come avrebbe dovuto comportarsi e presentarsi agli umani: Raymond Donovan... oh beh! Almeno adesso aveva un cognome! Nessuno al liceo sembrò accorgersi che il suo indirizzo di domicilio corrispondeva a quello di uno studente quando dovette compilare la propria anagrafica. L'unico dato che saltù agli occhi alla ragazza dell'ufficio fu la sua data di nascita, inventata ovviamente! "Ah! Allora oggi è il suo compleanno, eh? Auguri Professor Donovan!" Raymond sorrise. C'era un motivo dietro la scelta di quella data: era la prima volta dopo tanto tempo che tornava sulla terra e aveva deciso di renderle omaggio. "Sì, infatti. La ringrazio" si limitò ad assentire con un sorriso. Gli ci volle tutta la mattina per completare il suo inserimento. Avrebbe sostituito il professore di inglese, il Signor Emerold, della terza C: la classe del suo padrone. Il suo contratto era a tempo indeterminato, ma lui sapeva esattamente la sua durata: al massimo sette giorni. Scaduto quel termine nessuno si sarebbe più ricordato del supplente di inglese e la cosa sarebbe caduta nel dimenticatoio, l'unico a conoscere la verità sarebbe stato il giovane Winchester. Avrebbe iniziato a lavorare il giorno dopo perciò aveva circa 24 ore di tempo per trovarsi una sistemazione per la notte. Fortunatamente in mezzo alle sue carte c'era anche una carta di credito. L'avrebbe usata per comprarsi un abito adatto alla mattina seguente e per affittare una camera in un hotel.

Stava bruciando di curiosità ma nessuno l'avrebbe mai detto, dal suo sguardo non traspariva alcuna emozione di questo tipo. Erano le 8.00 in punto, si trovava in sala professori, e le lezioni sarebbero iniziate fra 30 minuti esatti. Non vedeva l'ora di presentarsi alla classe e di incrociare lo sguardo del suo nuovo padrone. Mai prima di quel giorno aveva potuto pregustarsi tanto a lungo il momento dell'incontro con chi avrebbe dovuto servire. Aveva passato la notte sveglio ad immaginarsi la sua figura, era veramente ansioso di conoscerlo e di presentarglisi come il suo demone personale. Era sicuro che l'altro lo stesse aspettando con la sua stessa impazienza e proprio per questo non capiva come mai l'avesse richiesto per una data precisa e non immediatamente come invece avevano fatto tutti i suoi predecessori. Contava maniacalmente i secondi che mancavano all'ora fatidica, fingendo di ascoltare con interesse i commenti dei suoi colleghi. Dopo un tempo che gli parve interminabile finalmente tutti si accomiatarono per raggiungere le rispettive sessioni. "In bocca al lupo!" gli disse il Professor Collins, l'insegnante di inglese della terza A, battendogli una mano sulla spalla. "Tu hai anche il giovane Winchester, vero? È un ragazzo così tranquillo! Nella mia classe ho la sorella... bravissima studentessa, ma trova sempre da ridire con un suo compagno. Due teste calde, insomma!" disse ridendo augurandogli di nuovo la nuona fortuna. Gli piaceva quell'uomo! Sentiva a pelle che era una buonissima persona. Si incamminò a passo spedito lungo i corridoi, verso la propria aula. Poteva percepire le teste di tutti gli alunni voltarsi nella sua direzione e sorrise quando si accorse della bava alla bocca di numerose studentesse. Sentiva i loro gridolini eccitati e gli ormoni in circolo, tutta quella trepidazione gli faceva ribollire il sangue nelle vene e se non avesse rischiato di spaventare tutti si sarebbe passato la lingua sui canini affilati. Qualsiasi scuola sarebbe stato un sogno ed un calvario per un vampiro: tanto giovane sangue in libertà e nessuna possibilità di attingervene. Sorrise mellifluo in direzione delle più coraggiose che gli lanciavano un saluto, rispose loro sia a voce che con un cenno di capo. Non aveva molto tempo per i salamelecchi. Doveva raggiungere la sua classe. Finalmente vi entrò, era semi deserta. Avrebbe atteso che ci fossero tutti prima di presentarsi e cominciare con l'appello. Si mise seduto dietro la cattedra osservando i pochi ragazzi, ancora assonnati, che riempivano il locale. Quando la campanello suonò segnando l'inizio delle lezioni tutti si precipitarono in classe, sedendosi ognuno al proprio posto. Sorrise osservando ogni banco e il rispettivo proprietario: non mancava nessuno quel giorno. Ottimo. Si alzò in piedi e li salutò educatamente ottenendo in cambio la stessa cortesia. "Buongiorno, io sono il Professor Donovan, il vostro nuovo insegnante di inglese almeno fino a che il Signor Emerold non si sentirà meglio. Cominciamo con l'appello che ne dite?" domandò rimettendosi seduto. Accavallò le gambe, prese il registro fra le mani e iniziò a chiamare ad alta voce ogni studente ricevendo in cambio, dalla maggior parte di loro, un "presente" bofonchiato a denti stretti. Scandì con precisione ogni nome scrivendo una P vicino ad ogni presenza. Erano 23 in classe e il suo padrone era l'ultimo dell'elenco. Man mano che la lista si regtringeva poteva avvertire un nodo alla gola ed una trepidazione sempre maggiore. Il suo volto restava serio e calmo, impassibile insomma ma dentro tremava di aspettativa. "Winchester Alien" disse alla fine alzando gli occhi sulla classe in attesa che si potessero finalmente posare sul suo evocatore.
 
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view post Posted on 5/6/2011, 23:42
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Era stata una di quelle settimane in cui una persona vuole solo scomparire, cosa che di solito provava molto spesso almeno da quando era nato. Il vero problema era che Lilith, aveva smesso di provare a chiamarla nonna quando la succubo gli aveva dato una carezza in testa offrendogli un biscottino come ad un cane, era andata a trovarli. Sua madre era immediatamente diventato isterico, anzi... molto peggio. Dean rasentava l'isteria in condizioni normali, ma quando la succubo era nelle vicinanze era ad altri livelli. Scattava per un nulla, era impossibile avvicinarlo... nemmeno suo padre era così masochista da provarci in quelle occasioni. E poi c'erano le battutine quando erano da soli, il fatto che gli ricordasse di essere uno scherzo di natura era umiliante a dire poco. Solo i primi giorni aveva sperato che il demone del libro si manifestasse e che lo aiutasse a cavarsi dall'impiccio in una qualche maniera, poi se ne era totalmente dimenticato, rimosso per meglio dire. Aveva sopportato il tutto come al solito, nei pochi momenti in cui era in casa da solo con sua madre si era fatto coccolare il più possibile e poi aveva cercato di continuare a vivere normalmente.
Come quella mattina, stava aspettando che il suo migliore amico finisse la sigaretta. Brian Reese andava in classe con sua sorella e per la cronaca, era Alien che continuava a considerarlo un semplice amico. Non era difficile perdere la testa per il giovane Winchester. Gia era di una bellezza sconvolgente se poi ci si univa che era anche dolcissimo ed ingenuo questo lo rendeva la preda più ambita di un mucchio di maniaci sessuali presenti nell'arco di 300 km. peccato che uno potesse girare con un cartellone lampeggiante con su scritto "voglio portarmi a letto Alien Winchester" Che quest'ultimo non se ne sarebbe accorto. Era troppo insicuro quel ragazzo. Almeno era quello che pensava il castano che, seduto alle spalle dell'altro sul gradino più alto della scala, gli massaggiava le spalle godendosi dei piccoli mugugni di approvazioni emessi da quelle labbra prefette.
"Sei teso Ali."
Mormorò con voce roca, chinandosi al suo orecchio.
"Avresti bisogno di rilassarti."
Alien annuì tenendo gli occhi socchiusi, un espressione che assumeva quando gradiva le coccole che qualcuno gli concedeva.
"Mia nonna materna è venuta a trovarci."
"E Dean da di matto immagino."
Ridacchiò Brian, rinunciando a provare a baciarlo, tanto non aveva capito un tubo e non era così bastardo da infilargli la lingua in bocca all'improviso, in quel caso dubitava che il biondo riuscisse anche solo a rimanergli amico.
La seconda campanella, quella dei ritardatari li fece sussultare entrambi.
"Merda!"
Sbuffò Alien prendendo lo zaino e salutando velocemente l'amico, precipitandosi in classe. Si era aspettato di vedere il volto rugoso del solito vecchio prof ma questa volta quelli che si posarono su di lui furono un paio di occhi azzurri da urlo, proprio mentre inciampava nel laccio slacciato dell scarpa, crollando miseramente a terra. la risata dei compagni lo fece arrossire.
"Scusate."
mormorò rialzandosi e prendendo lo zaino, non si era fatto nulla per fortuna.
"Io sono Winchester. Mi scusi per il ritardo."
Comunicò avviandosi al posto ed evitando di guardarlo troppo, aveva gia fatto abbastanza la figura del pirla.
"lei è il supplente? Di solito ci mandano la signorina Write, è malata anche lei?"
Sbottò all'improviso, sembrava un interrogatorio e nemmeno sapeva il perchè gli avesse posto quella domanda, si sentiva un idiota.
 
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»Donnie
view post Posted on 6/6/2011, 00:34




Raymond

Si era seduto dietro la scrivania ed aveva atteso il suono di entrambe le campanelle e, con essi, l'arrivo di tutti i suoi studenti. Era così eccitato alla sola idea di vederlo. Era la prima volta dopo almeno otto secoli che veniva evocato da un ragazzo tanto giovane ed era curioso di vederlo anche se esteticamente sarebbe stato sicuramente una delusione. Insomma, se a quell'età aveva avuto bisogno di un demone al suo servizio era sicuramente un ragazzino insicuro, bruttino, magari uno dei classici secchioni brufolosi e con gli occhiali assediati dai bulli. Di certo non si aspettava potesse essere la bellezza che era entrata per ultima e che era subito scivolata per terra. L'aveva guardato, un sopracciglio alzato. Gli sarebbe piaciuto sapere perchè era inciampiato a quel modo soltanto per essersi fissati un secondo negli occhi. Insomma, era sicuro di non aver adoperato alcuna magia su di lui perciò doveva essere stata per forza una caduta accidentale dovuta ad un momento di distrazione. "Su, ragazzi buoni! Aiutatelo ad alzarsi!" disse intimando alla classe il silenzio. Poteva capire l'ilarità generale, ma non era nemmeno giusto lasciarlo familiarizzare troppo a lungo con il pavimento! Aveva una lezione da svolgere e un padrone da conoscere, dopotutto! Il giovane si tirò in piedi prima che altri potessero alzarsi ad aiutarlo. Lo osservò con la coda dell'occhio tornare a sedersi, ma prima che potesse procedere con l'appello e conoscere così l'identità del suo evocatore il biondino si era presentato. Se non avesse avuto un ruolo da mantenere avrebbe strabuzzato gli occhi. Winchester? Aveva sentito bene? Non poteva essere davvero lui! Quello non corrispondeva per niente all'idea di una vittima di bullismo che si era formulata nella sua mente. Diede una rapida scorsa all'elenco: nessuna omonimia. Quindi quello era il suo padrone. Sorrise mellifluo nello stesso momento in cui il ragazzo finì di porgli una domanda sulla sua presenza in quella classe. Arguto e sospettoso, pensò già pregustandosi quel loro rapporto lavorativo. Ora aveva la certezza che l'altro avesse capito la sua reale identità! Dopotutto perchè essere tanto circospetti se non si aveva già una propria supposizione in mente? Prima che potesse rispondere, però, una delle ragazze nei primi banchi, un'appetitosa moretta con un seno procace e un bel fisico, aveva aperto bocca al posto suo. "Ma come Alien? Non ricordi? La signorina Write è in maternità! Ci è arrivato l'avviso proprio settimana scorsa durante geografia" disse sorridendo. La sua arringa venne subito confermata da numerose teste che si scuotevano in un muto sì. Era stata davvero una fortuna, per lui, che quella giovane insegnante fosse rimasta incinta! Si era risparmiato di doverla danneggiare quel tanto che gli bastava per svolgere il suo lavoro. Nemmeno il titolare era a casa a causa sua, però. Aveva avuto un infarto ed era ancora ricoverato in ospedale. Gli veniva da sorridere pensando che a breve sarebbe toccato persino a lui essere rimpiazzato. Almeno in questo caso non sarebbe c'entrata la salute! "Ragazzi basta così! Al posto, adesso! Procediamo con la lezione!" esordì rimettendosi in piedi. Ora doveva solo trovare il modo di poter restare da solo con il suo master dopo quell'ora. "Signor Winchester" esordì dopo qualche minuto soppesando bene le proprie parole. "Vorrei parlarle dopo in privato a proposito del suo ritardo. In quanto insegnante sono tenuto a far rispettare il regolamento e un atteggiamento irrespettoso nei confronti dell'orario di lezione va punito. Penso che parlando della cosa a quattr'occhi potremmo risolvere la questione senza ricorrere a tali drastiche misure, che ne dice?" propose prendendo poi il libro in mano ordinando a tutti gli studenti di andare a pagina sedici del testo. La lezione e la settimana erano ufficialmente iniziate.
 
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view post Posted on 6/6/2011, 01:16
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La Write in maternità? Ma dove cavolo era quando lo avevano detto? Doveva smetterla di vivere su un altro pianeta, probabilmente prestando più attenzione a quello che gli capitava intorno avrebbe avuto molto meno problemi. però lui proprio non ricordava un professore,sebbene supplente, con quel sorriso e quegli occhi. Non gli sembrava per nulla normale, quasi come se percepisse in lui qualcosa che non andasse. In fondo era proprio così, del resto non era un semplice umano, che gli piacesse o meno aveva nelle vene il sangue del principe dei demoni, ciò lo rendeva più percettivo di tutti i suoi compagni.
Quello non era un professore normale, lo sentiva, era come se aspettasse lui... perchè poi? Si chiese per un momento se non fosse per caso uno dei vecchi "amici" di sua madre, quelli che avrebbero pagato oro per la testa di Dean o una a caso di un qualsiasi membro della sua famiglia, se era un demone poteva avvertire la sorella in modo che lo aiutasse, anche se voleva dire fargli da schiavetto fino alla fine del tempo.
Tirò fuori il libro, evitando di incrociare di nuovo quello sguardo penetrante, era un bell'uomo però. Quando si sentì richiamare rialzò lo sguardo fissandolo perplesso, quello era strano... nessun prof era così accomodante con gli studenti.
"Va bene."
Mormorò.
"Dopo la lezione..."
Lezione che fu interessante, il professor Donovan aveva una bella parlantina e sapeva trattare con gli studenti, sembrava nato per incantare le persone, si chiese ancora se non fosse una qualche sottospecie di incantatore, prese appunti per tutto il tempo, ascoltando attentamente, nonostante tutto gli piaceva studiare.
Quando suonò la campanella non si affrettò a correre fuori come i suoi compagni, avrebbero avuto educazione fisica e lui non sopportava quel professore assolutamente assilante e fastidioso, e poi doveva parlare con lui.
Attese che tutti gli altri se ne fossero andati per mettersi in spalla lo zaino.
"mi voleva parlare signor Donovan?"
Domandò, mantenendosi comunque a distanza di sicurezza ovvero molto vicino alla porta in modo da potere andarsene quando meglio credeva. Non riusciva però a sostenere quello sguardo azzurro, lo faceva imbarazzare tremendamente e nemmeno capiva il perchè. Solo per un attimo gli passò per la testa che potesse centrare con la formula recitata solo una settimana prima.
"per il ritardo se non sbaglio... mi dispiace, mi sono fermato a parlare con un amico..."
cercò di spiagarsi alla bene e meglio.
"Non mi sono accorto dell'ora."
E se davvero era un demone? Come avrebbe dovuto comportarsi?
 
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»Donnie
view post Posted on 6/6/2011, 12:45




Raymond

Sentiva l'eccitazione scorrergli senza freni in tutto il corpo. Non vedeva l'ora di poter esaudire il suo desiderio e poi banchettare col suo sangue. Aveva un aspetto così appetitoso... davvero non riusciva a capire per quale motivo l'avesse chiamato! Magari era solo curiosità... sì, a vederlo così sembrava tanto uno di quei ragazzini che non credono alla magia ma che pensano sia un bel gioco tentare di far succedere qualcosa. Forse aveva persino provato a fare una seduta spiritica, ma la cosa non gli era andata bene a causa dell'inesperienza e così aveva ripiegato su un libro di incantesimi. Qualunque cose fosse, comunque, ne avrebbero riparlato al termine della lezione. Si sentì il suo sguardo addosso durante tutta l'ora, avrebbe voluto ricambiare ma non poteva permetterselo. Favoritismi così plateali già dal primo giorno avrebbero potuto destare i sospetti dei compagni di classe e di certo non voleva essere allontanato per infondate accuse di pedofilia! Era anche vero, però, che non gli sarebbe dispiaciuto assaggiare oltre al sangue qualcos'altro di lui... continuava a ritenerlo un gustoso padrone ed era veramente curioso di conoscere il motivo per cui era stato richiamato dal libro. Spiegò per tutto il tempo con passione e trasporto, letteratura inglese era una materia che lo affascinava e chi meglio di un personaggio di carta e inchiostro poteva saperne di più? A parte le mirabolanti penne del suo tempo, ormai morte, non gli veniva in mente alcun nome. Era così preso dal suo lavoro che quasi non sentì il suono della campanella. Si lasciò scappare un sorrisetto di divertito stupore, non pensava che quell'impiego da mortale potesse entusiasmarlo tanto, e chiuse il libro con un colpo secco ma elegante. "Per domani leggete da pagina 16 a 20, esercizi dall'1 al 6 di pagina 21" disse rivolgendosi ai suoi studenti. Li osservò prendere appunti in silenzio, eccezion fatta per qualche consueto borbottio di disappunto, e cominciò a sistemare le proprie cose nella borsa a tracolla scura che si era comprato il giorno prima. Aveva anche acquistato ciò che indossava in quel momento: un paio di jeans blu notte, una camicia nera con ricami celesti, una cravatta azzurra e un paio di eleganti e comode scarpe da uomo. Si era rimirato più volte davanti allo specchio arrivando alla conclusione di essere davvero perfetto e di aver azzeccato l'abbigliamento consono ad un professore. Avrebbe dovuto effettuare altre spese, però. Non poteva certo presentarsi sempre allo stesso modo ogni giorno! Magari poteva farsi accompagnare dal suo padrone nell'eventualità che prestazione e pagamento fossero stati erogati in prossimità del termine della sua permanenza. Era ancora seduto dietro alla scrivania, apparentemente affaccendato a sgombrarla dalla sua roba, ma in realtà non aveva perso di vista un solo istante il giovane. Alien si era alzato e avvicinato alla porta richiamando la sua attenzione sul ritardo per cui l'aveva trattenuto in classe. Sorrise. Non sapeva cosa aspettarsi. Non riusciva davvero a capire se il ragazzo avesse riconosciuto in lui il vampiro al suo servizio o se invece lo avesse realmente scambiato per un supplente. Non che la cosa avesse grande importanza, alla fine! Ora si sarebbe presentato comunque. Appoggiò sulla cattedra gli occhiali che si era infilato all'inizio e, alzandosi, si rivolse al suo evocatore. Si fermò a pochi metri da lui poi si esibì in una riverenza. La porta si chiuse poco dopo, si sarebbe potuta attribuire la colpa ad una folata di vento ma la realtà era ben diversa. "Ero ansioso di conoscerla, Signorino Alien" disse per poi tornare ad una postura eretta. "Io sono il vampiro Raymond, sono qui per esaudire il tuo desiderio e nutrirmi del tuo sangue come pagamento" disse infine con un largo sorriso che mise in evidenza i suoi canini appuntiti. Che i giochi comincino!
 
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view post Posted on 6/6/2011, 13:49
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La senzazione che aveva avuto fin dall'inizio si rivelò reale, quello stava aspettando lui! Quando la porta si chiuse all'improviso percepì chiaramente la forza che l'aveva spinta, sbiancando leggermente, percependo appena le parole.
Si voltò verso di lui con gli occhi spalancati mentre il cervello rielaborava quello che gli era stato detto... per esaudire il suo desiderio? Oh cazzo! Allora era quello del libro! Aveva realmente evocato qualcosa! Oppure era solo uno stratagemma per fargli abbassare le difese e colpirlo con comodo più tardi, molto probabilmente era così.
"tu cosa?"
Domandò perplesso, appiattendosi di più contro al muro. Nonostante tutto il suo pensiero principale era che sua madre lo avrebbe ammazzato! Sempre che non ci pensasse quel vampiro che aveva di fronte, i canini appuntiti avevano tutta la sua attenzione, sembravano così... appuntiti.
"Stai scherzando vero? Sei uno di quei cosi che cacciava mia madre? Che cosa vuoi?"
Decisamente non si fidava, nonostante ritenesse abbastanza impossibile che un vampiro normale si perdesse in presentazioni così osequiose, e poi... Dean gli aveva sempre descritto i vampiri con una doppia fila di zanne, denti lo correggeva spesso suo nonno, e che dormivano di giorno. Però non lo stava attaccando, inclinò leggermente il viso osservandolo e prese un bel respiro staccandosi dal muro.
"Non vuoi farmi del male?"
Era giusta tutta quella diffidenza, soprattutto per via della famiglia da cui proveniva e per quello che era abituato a sopportare di solito e che vedeva con i propri occhi.
"Ok... ascolta. Se è vero temo di averti fatto fare un viaggio a vuoto, non ho nessun desiderio. In fondo sono un mezzodemone e non ho bisogno di qualcuno che realizzi i miei desideri, mi dispiace."
Tentò osservandolo negli occhi.
"A dirla tutta non mi aspettavo nemmeno di averti evocato, non sò... se non sbaglio hai sette giorni da passare qua per poi tornare nel libro."
Ok... sua madre lo avrebbe ammazzato di sicuro! Non avrebbe dovuto provare quella formula, lo aveva fatto più che altro per divertirsi... insomma aveva scomodato un essere vecchissimo solo per un gioco. Se l'altro si fosse arrabbiato lo avrebbe anche capito, in fondo sospettava di essere un peso per il mondo quando faceva cose del genere. Si passò una mano fra i capelli, indeciso sul da farsi.
"Se non esprimessi il desiderio cosa succederebbe?"
Non aveva molto da chiedergli in effetti, o per meglio dire, lui che era una persona tranquilla non aveva nulla da chiedergli, nemmeno nella sua situazione esasperante. Se fosse stato diverso si sarebbe accorto che di cose da chiedere ce ne sarebbero state a milioni: qualche potere per se stesso, fare in modo che sua sorella se la tirasse meno, che sua nonna non si presentasse mai più a casa, fare cadere la lingua ad Invidia... si, ce ne sarebbero state. Ma Alien era un ragazzo buono, troppo ingenuo alle volte, per questo non aveva nessun desiderio al momento. Tornò a fissare il vampiro con nuova curiosità, gli era scappato che avrebbe dovuto ricompensarlo con il proprio sangue, quella parte l'aveva completamente persa, il suo cervello l'aveva censurata. Si chiese se fosse realmente lì, non era da tutti i giorni trovarsi davanti ad un essere che gli diceva di essere disposto a realizzare una sua richiesta. Magari si sarebbe fatto venire in mente qualcosa di stupido, giusto per provare, soprattutto se non esprimere niente voleva dire fare del male al vampiro. La sua filosofia di vita gli impediva anche di nuocere a chiunque, umano o creatura che fosse, compreso quel Raymond che gli stava di fronte.
 
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»Donnie
view post Posted on 6/6/2011, 21:53




Raymond

Era adorabile! Il suo viso era lo specchio esatto delle sue emozioni e la cosa non faceva che affascinarlo. Aveva conosciuto poche persone così sincere ed era una qualità che aveva sempre considerato un vanto per chiunque fosse stato così fortunato da possederla. Si beò delle sue espressioni mentre rendeva nota la propria natura e la sua presenza lì. Sembrava così sorpreso... come poteva essere possibile? L'aveva evocato lui! Richiedendo i suoi servigi addirittura per una data precisa ed ora si dimostrava frastornato e stupito. Lo guardò un momento senza capire poi sorrise delle sue parole, nessuno si era mai dimostrato tanto ottuso e tenace. Era un comportamento che gli piaceva. Era terribilmente razionale nonostante la completa irrazionalità della situazione!

CITAZIONE
"Stai scherzando vero? Sei uno di quei cosi che cacciava mia madre? Che cosa vuoi?"

"Io non so niente di sua madre, Signorino Alien, ma mi piacerebbe sapere di più su di lei. Quì la domanda non è cosa voglio io, ma cosa vuole lei, Signorino. Sono qui solo per soddisfarla, ma si ricordi: ha a disposizione un solo desiderio" disse di nuovo sedendosi sulla scrivania, accavallando poi le gambe. Trovava quella posizione molto comoda e sembrava che la loro presentazione sarebbe andata per le lunghe, di solito era la parte più veloce del suo lavoro! Doveva solo dire il suo nome e ricordare in breve i servizi e la modalità di pagamento degli stessi dopodichè si procedeva con i desideri. Tuttavia, sperava che il suo nuovo padroncino non avesse subito pronta la propria richiesta. Avrebbe voluto passare più tempo con lui, non aveva mentito quando aveva confessato di volerne sapere di più sul suo conto. Da come stava temporeggiando sembrava che per una volta sarebbe stato lui a veder soddisfatta una sua domanda. Scosse la testa quando lo osservò staccarsi dal muro su cui si era spalmato poco prima. "Farò del male a chiunque lei voglia, signorino, ma non a lei. Anche se dubito che sentirà del sollievo quando la morderò per ricevere il mio pagamento, ma non si deve preoccupare: sarà solo qualche goccia, non andrà nemmeno un po' vicino all'essere prosciugato" aveva sorriso di nuovo ed esposto il tutto con calma e cordialità. Era comunque consapevole che, per quanto stesse cercando di rassicurarlo, certi argomenti impaurivano ugualmente gli esseri umani. Appena nominava la parola "sangue" i suoi occhi venivano attraversati da un lampo scarlatto, quelli dei suoi evocatori perdevano di lucidità. Sperava che Alien fosse un'eccezione, se lo augurava con tutto sè stesso. Al momento però sembrava più interessato alla parte tecnica della faccenda. Dopotutto, se si era sbagliato sul suo aspetto stava però ricevendo la conferma che il sospetto che aveva avuto sulla sua chiamata era esatto.

CITAZIONE
"Ok... ascolta. Se è vero temo di averti fatto fare un viaggio a vuoto, non ho nessun desiderio. In fondo sono un mezzodemone e non ho bisogno di qualcuno che realizzi i miei desideri, mi dispiace. A dirla tutta non mi aspettavo nemmeno di averti evocato, non sò... se non sbaglio hai sette giorni da passare qua per poi tornare nel libro. Se non esprimessi il desiderio cosa succederebbe?"

Lo guardo sorpreso: tutti avevano qualcosa da chiedere, anche chi lo evocava solo per gioco. Si alzò dalla sedia avvicinandosi a lui, tenendo lo sguardo fisso nel suo. "Ne è sicuro?" domandò senza distogliere gli occhi dai suoi. "Ha sette giorni di tempo, padroncino Alien, per esprimere il suo desiderio. Al termine della settimana se non avrà richiesto nulla io tornerò nel libro ed esso sparirà, impedendole di usarlo di nuovo. Se invece vorrà vedere una sua speranza esaudita sarò lieto di soddisfarla e mi prenderò qualche stilla del suo scarlatto e caldo nettare come ricompensa. In questo caso il libro tornerà nel luogo in cui lei l'ha trovato e potrà evocarmi nuovamente" esplicò, gli occhi ancora nei suoi. Quello sguardo vagamente spaventato lo incuriosiva al massimo. Era la prima volta che incontrava un mezzodemone tanto gentile ed innocente. Quando si era informato su ciò che gli sarebbe successo nel caso non avesse domandato nulla poteva giurare di aver percepito una nota di preoccupazione nella sua voce. Probabilmente erano solo sue farneticazioni, ma Alien gli sembrava il genere ragazzo in grado di provare tali sentimenti quasi per chiunque. Lo fissò ancora un momento prima di allontanarsi e tornare alle proprie scartoffie. Raccolse la sua borsa e se la mise a tracolla. Passandogli accanto riaprì, utilizzando la maniglia, la porta che aveva chiuso. "Ha sette giorni di tempo per il suo desiderio, signorino, ed io sarò sempre accanto a lei per intervenire quando sarà pronto. Ci vediamo all'uscita davanti alla porta principale, signorino." disse infine prima di uscire e dirigersi con calma verso la sala insegnanti. Aveva un'ora di buca prima della prossima lezione e avrebbe passato il suo tempo esattamente dov'era giusto che fosse.
 
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A quanto pareva era davvero lì per esaudire un suo desiderio, ed era così strano per lui. Avrebbe anche fatto male a chiunque avesse voluto? Davvero? lo osservò mentre gli passava quel lampo rosso negli occhi. Il sangue era una giusta ricompensa per un desiderio sicuramente esaudito.
"bhe... davvero. Non ho nessuna richiesta ma ci penserò. In fondo, meglio a casa mia che da un altra parte."
annuì alle sue parole ancora incredulo... in che senso gli sarebbe stato accanto, anche a casa? E come glielo spiegava ai suoi genitori? Cazzo! Ed ora come faceva? Aveva bisogno di una mano.
Per questo invece che andare in palestra si precipitò verso la classe della sorella, bussando leggermente.
"Avanti."
La voce di Collins, grazie al cielo! Entrò sorridendo intimidito.
"Winchester, hai bisogno?"
"Avrei bisogno un attimo di mia sorella per favore."
Si avvicinò al banco prendendo MaryLi e trascinandola fuori dalla classe, spingendola verso il bagno e chiudendosi la porta alle spalle.
"Ho bisogno di aiuto!"
Supplicò.
"Ho fatto un casino, Lili. Una settimana fa, quando ho aiutato mamma con le pulizie, ho trovato un libro che parlava di questo demone, vampiro anzi, che esaudiva una richiesta di chiunque lo avesse evocato. Ho letto la formula ma qualcosa è andato storto e lui è saltato fuori ora, è il mio supplente!"
Si passò una mano fra i capelli.
"Mamma mi ammazza e non voglio nemmeno sapere cosa mi farà papà! Tra l'altro se non esprimo un desiderio lui torna dentro ed il libro scompare e se il libro scompare sarà Jhon a farmi il culo ma io non so nemmeno cosa potrei chiedergli."
Si fermò, accorgendosi che la velocità di 60 parole in dieci secondi era un pò troppo probabilmente e che doveva calmarsi, altrimenti sua sorella più che aiutarlo lo avrebbe ricoverato in manicomio.
"Devi aiutarmi, Lili. Se mi segue fino a casa sono morto, a meno che non trovi un modo di spiegarlo a mamma e papà più che convincente! E poi... Sai quanto mi prenderanno per il culo Lilith ed Invidia? Nemmeno credevo si riuscire a chiamarlo!"
La fissò negli occhi con l'aria di un cucciolo supplicante, con l'aiuto di sua sorella magari poteva trovare il modo giusto per dirlo in famiglia e non subirne troppo le conseguenze. A dire la verità avrebbe potuto non esprimere nessun desiderio e fare scomparire il libro ed il vampiro, ma non voleva, come aveva gia detto, meglio a lui che altri. Nelle mani sbagliate sarebbero stati casini enormi sospettava e Raymon nonostante tutto gli ispirava fiducia, gli sembrava una persona gentile.
"E poi..."
Masticò tra i denti.
"Non voglio liberarmi del libro, Raymond sembra un vampiro a posto, preferisco essere io ad evocarlo di nuovo se proprio dovrò. O comunque sorvegliare il suo libro, ecco."
E poi... gli piaceva ok? Il vampiro rientrava in tutto e per tutto nei suoi canoni estetici. Aveva un bel fisico e due occhi da infarto.
 
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»Donnie
view post Posted on 7/6/2011, 00:51




Raymond

Si era allontanato sperando che lo rincorresse e la sua idea stava quasi per avverarsi quando lo vide schizzare fuori dalla classe. Si era già girato pronto a parlargli, ma lui stava andando nella direzione opposta... probabilmente in palestra dove lo stavano già aspettando. Sorrise mesto. Si era aspettato un inizio diverso, ma non bastava certo quell'insignificante dettaglio a demoralizzarlo! Era sempre più affascinato da lui e voleva soltanto passare ogni momento libero con il suo giovane padrone. Sarebbe sicuramente stata una settimana interessante! Rincuorato da quel pensiero che lo elettrizzava da quando aveva scoperto di essere stato nuovamente evocato dopo secoli, si avviò più contento verso l'aula insegnanti.

MaryLi

Era rimasta in classe durante quell'ora. Collins stava parlando di Shakespeare e non voleva perdersi quella lezione neanche per tutto l'oro del mondo! Sperava solo che Thompson non la interrompesse con i suoi commenti insulsi e fuori luogo. Diamine! Doveva proprio essere in classe quel giorno? Non poteva starsene a casa come al solito? Se sentiva tanto la mancanza di una sedia da scaldare gliene avrebbe pure regalata una! Meno male che per ora stava in silenzio, questo le avrebbe permesso di godersi appieno le parole del professore senza rodersi il fegato. Stava prendendo diligentemente appunti quando la porta si aprì senza troppi complimenti. Chi disturba adesso? pensò seccata per poi incenerire con lo sguardo la figura sulla porta. Ci mancava solo suo fratello! Ti prego fa che abbia sbagliato sezione! Ti prego, ti prego, ti prego!

CITAZIONE
"Avrei bisogno un attimo di mia sorella per favore."

NO! Non poteva farle quello! Davvero! No! Tutte le sue speranze andarono a Collins. Rifiuta, rifiuta, rifiuta! Non posso perdermi la lezione a causa delle sue paturnie! L'espressione dubbiosa dell'insegnante le fece presagire la risposta negativa che si augurava, ma la realtà fu ben diversa! "Sì, certo... È successo qualcosa, Winchester? In ogni caso MaryLi va pure, così risolverete insieme il problema" disse rimettendosi a spiegare. Merda! Si era dimenticata che era sensibile ai problemi degli studenti. Si alzò di malavoglia incenerendo con lo sguardo il fratello. Ne avrebbero parlato meglio fuori, ma se davvero voleva vivere gli conveniva che fosse davvero in pericolo. Non aveva fatto neanche due passi, però, che Alien la spinse malamente fuori dalla classe fino a che non raggiunsero il bagno. Aveva provato a protestare o a liberarsi, ma l'altro era decisamente irremovibile. Quando furono entrati si appoggiò alla finestra, aperta, e si accese una sigaretta. "Mi hai appena rovinato un'ora di paradiso! Spero per te che sia una questione di vita o di morte!" chiarì subito dopo il suo appello quasi in lacrime. Cosa mai aveva potuto combinare? Non poteva lasciarlo da solo un momento che rischiava di mandare a puttane qualcosa! Tuttavia si aspettava qualcosa di ordinario, niente di troppo disastroso. Tipo aver inavvertitamente rotto la cornice del matrimonio dei genitori o aver perso qualcosa di importante, infatti era già pronta a sopprimerlo per averla disturbata per qualcosa di tanto infimo. MAI si sarebbe aspettata ciò che le confessò.

CITAZIONE
"Ho fatto un casino, Lili. Una settimana fa, quando ho aiutato mamma con le pulizie, ho trovato un libro che parlava di questo demone, vampiro anzi, che esaudiva una richiesta di chiunque lo avesse evocato. Ho letto la formula ma qualcosa è andato storto e lui è saltato fuori ora, è il mio supplente!"

"Tu cosa?" Lo guardò incredula e confusa come se le avesse detto di essersi riscoperto coniglio grazie ad un batuffolo di pelo sul sedere. Ora però aveva la spiegazione a quella sottospecie di modello che aveva visto passare nel corridoio quella mattina. Possibile che anche quando combinava dei casini suo fratello avesse un culo grande quanto il Colosseo?

CITAZIONE
"Mamma mi ammazza e non voglio nemmeno sapere cosa mi farà papà! Tra l'altro se non esprimo un desiderio lui torna dentro ed il libro scompare e se il libro scompare sarà Jhon a farmi il culo ma io non so nemmeno cosa potrei chiedergli. Devi aiutarmi, Lili. Se mi segue fino a casa sono morto, a meno che non trovi un modo di spiegarlo a mamma e papà più che convincente! E poi... Sai quanto mi prenderanno per il culo Lilith ed Invidia? Nemmeno credevo si riuscire a chiamarlo!"

Effettivamente da qualsiasi lato si guardasse la faccenda era spacciato. Espirò il fumo e ciccò la sigaretta fuori dalla finestra. "Alien ora calmati e ragioniamo. Perchè quel tipo dovrebbe seguirti a casa... ODDIO! NO! Non dirmelo! Ti prego dimmi che ha posseduto il primo cristiano che passava per strada e che quindi ha un luogo in cui rintanarsi!" se non fosse stato come sperava allora sì che sarebbe stato nei pasticci! La parte cacciatrice della famiglia avrebbe fatto qualsiasi cosa per togliere di mezzo il vampiro e la parte demoniaca avrebbe affilato i denti per proteggere suo fratello. No. Decisamente non andava bene. Aspirò un'altra volta e per poco non si ustionò le dita: quella faccenda l'aveva scossa a tal punto di non essersi nemmeno accorta di aver fumato senza un attimo di sosta. Buttò il cadavere della paglia in cortile e posò le mani sulle spalle del gemello sperando si tranquillizzasse un momento. "Ok. Ecco quello che faremo: se è costretto a venire a casa con noi lo faremo entrare dalla finestra. Io di solito sono in ritardo quindi tu entrerai per primo fiondandoti in camera tua per farlo entrare, io resterò fuori per assicurarmi che nessuno ci veda. Dopodichè faremo in modo che nessuno lo noti per tutta la durata del tuo soggiorno. Tienitelo sempre al fianco così sarà più facile controllarlo... per quanto tempo deve seguirti come un'ombra?" La voglia di ucciderlo si era completamente dissolta. Voleva bene a suo fratello, anche se non l'avrebbe mai ammesso, e saperlo in difficoltà faceva scattare qualcosa in lei che la portava ad aiutarlo a qualsiasi costo. Tuttavia, era in momenti come questo che si chiedeva come facesse ad essere lui il primogenito! Era lei a possedere l'autorità e la fermezza che credeva dovessero avere i fratelli maggiori, anche se di pochi minuti. Lo abbracciò d'istinto sperando che quella soluzione l'avesse reso più sereno. Comunque sentiva che c'era dell'altro, qualcosa che gli teneva nascosto e che gli risultava difficile ammettere.

CITAZIONE
"Non voglio liberarmi del libro, Raymond sembra un vampiro a posto, preferisco essere io ad evocarlo di nuovo se proprio dovrò. O comunque sorvegliare il suo libro, ecco."

Oh! Quindi era quello! Avrebbe dovuto immaginarlo! Quel vampiro era davvero uno schianto! "Ti piace, eh?" gli chiese sorridendo serafica. "Come darti torto? L'ho visto stamattina è davvero un bell'uomo... è quello con degli incredibili occhi azzurri, vero? Mi chiedevo chi fosse ma appena hai parlato di un nuovo supplente ho subito pensato che potesse essere lui. Sai, hai gusto fratellino!" disse ridendo, ma si fece subito nuovamente seria. "Comunque stai lo stesso attento. Non ci si può fidare ciecamente di nessuno, neanche se ti piace o ti sembra a posto, ok?" concluse dandogli un buffetto sulla guancia. Mentre si avviava verso la porta si girò verso di lui con un sorrisetto mefistofelico. "Sei in debito con me, comunque! Mi hai appena fatto perdere la lezione dei miei sogni, ma puoi scontare la tua pena regalandomi l'opera completa di Shakespeare. Grazie!" cinguettò uscendo dal bagno. Era sempre un piacere aiutare suo fratello!
 
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view post Posted on 7/6/2011, 18:13
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Sapeva che Mary lo avrebbe ucciso volentieri, magari fra atroci sofferenze, ma quando gli spiegò cosa aveva realmente fatto sua sorella si dimostrò di nuovo in grado di ascoltarlo ed aiutarlo.
"Credo che quello sia il suo vero corpo, non si è impossessato di nessuno."
Ammise con disperazione, doveva evitare di fare certe cose, cazzo!
Quando gli propose quell'idea annuì, passandosi una mano fra i capelli, ogni tanto assomigliava fin troppo a Dean, agitato e paranoico.
"Sette giorni, non sono tanti, devo anche inventarmi qualcosa da chiedergli."
Mugugnò lasciandosi abbracciare. Lili era davvero magnifica certe volte, peccato che dopo lo fece arrossire fino al color pomodoro maturo.
"Ma che dici? Sei impazzita?"
Sbottò spalancando gli occhi.
"Si ha due occhi stupendi, ma non lo conosco! Non mi faccio partire la testa dal primo vampiro tremendamente sexy che mi compare davanti!"
Ed in pratica aveva appena ammesso che lei aveva ragione. Insomma... Raymond non era un tipo che passava inosservato, affato e lui alla fine era un ragazzino. Era facile che perdesse la testa, colpo di fulmine si può definire.
"Non mi fido del tutto, tranquilla. è pur sempre un vampiro."
E tra l'altro lo avrebbe morso una volta esaudito il desiderio, particolare che aveva tralasciato di dire alla sorella, altrimenti col cavolo che lo avrebbe aiutato. più probabilmente Lili sarebbe partita in quarta ed avrebbe tentato di eliminare l'uomo, conoscendola. Del resto anche lui lo avrebbe fattoa situazioni inverse, annuì distrattamente quando gli fece presente che voleva qualcosa in cambio per l'aiuto, nemmeno aveva sentito che cose gli aveva chiesto ma era sicuro che glielo avrebbe ripetuto ben presto. Rimasto solo si appoggiò alla parete sconsolato, dubitava di essere in grado di nasconderlo per tutto quel tempo, sarebbe stata una settimana assurda. Tornò in classe e seguì il resto delle lezioni, o per meglio dire ci provò senza troppi risultati, scattando al suono della campanella. Aspettò un pò prima di individuare il vampiro fra la gente, andandogli incontro e trascinandolo via senza attirare l'attenzione.
"Ascolta."
Iniziò, lo aveva portato dietro il primo angolo, aspettando Lili.
"Ora andiamo a casa ma ci sono un paio di regole, altrimenti sono cazzi amari per tutti quanti."
Evitava di guardarlo troppo negli occhi, altrimenti si sarebbe impapinato come uno scemo e voleva evitarlo.
"Stiamo aspettando mia sorella, è l'unica che sà di te e per il momento è meglio che rimanga la sola. Quindi quando arriveremo a casa tu aspetterai con lei fino a che non aprirò la finestra e non farai nessun rumore, rimmarrai lì dentro e basta. In più non dovrai accennare nemmeno per scherzo al fatto che ti dovrò ricompensare con il mio sangue, quello è proprio proibito!"
Se si voleva evitare lo scoppio della terza guerra mondiale avrebbe dovuto dargli retta.
"Mi dispiace, magari la cosa ti crea problemi... ma vedi... Mia madre è un cacciatore e mio padre... Bhè lui.. è il principe dell'inferno, per cui è una situazione un pò particolare. Prometto che quando ti evocherò la prossima volta sistemerò la situazione, ok?"
Aveva anche ammesso che lo avrebbe evocato di nuovo... si poteva essere più deficenti?!? Doveva esorcizzarsi per una stronzata del genere.
"Spero che Lili arrivi presto."
Concluse mandandole un messaggio per sapere dove era.
 
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»Donnie
view post Posted on 9/6/2011, 23:58




MaryLi

Non avrebbe mai pensato che suo fratello potesse lasciarsi andare a certe malinconie in un momento di noia. Di solito era lei quella che si impicciava del materiale esoterico del nonno e testava formule magiche. Aveva persino fatto una seduta spiritica con Diane una volta, ma appena la luce delle candele che avevano acceso aveva tremolato, nonostante l'assenza di finestre, l'altra le aveva urlato di smetterla subito e si era talmente lasciata prendere dal panico che aveva persino dovuto inventarsi una cazzata per rassicurarla. Era lei, insomma, quella da cui ci poteva aspettare certe cose, non Alien. Sospirò sentendo la sua ammissione: il vampiro aveva un corpo proprio. Quello non ci voleva! Se lo sarebbero dovuti necessariamente portare a casa e sorvegliarlo come un neonato per impedire che i loro genitori lo scoprissero. Elaborò velocemente un piano abbastanza efficace con larghe prospettive di riuscita e lo spiegò altrettanto rapidamente al fratello. Sperava che il demone sapesse volare, altrimenti si sarebbe arrampicato sull'albero per raggiungere la camera del gemello e tutto in assoluto silenzio! Fortunatamente il tempo che doveva passare con loro era di breve durata, per una settimana sarebbero, con impegno, senz'altro riusciti a mantenere nascosta una presenza extra in casa. Tuttavia, c'era qualcosa su quel Raymond che Alien non le aveva detto... ma che non mancò di farle capire poco dopo. Si era preso una cotta per lui! Ecco, decisamente adesso erano a posto! Ovviamente il fratello cercò di difendersi da tali accuse, ma più ci provava più confermava i suoi sospetti. "Sexy, eh?" lo riprese ridacchiando. "Certo, certo" che era come dire: tu non me la dai a bere, bello! Tornò subito seria, comunque, intimandogli di andarci lo stesso coi piedi di piombo. In fin dei conti non avevano la certezza che fosse innocuo, poteva essere solo un bravissimo bugiardo... dopotutto era così facile ingannare Alien. Era troppo ingenuo e candido, vedeva del buono in tutto, il fatto che l'avesse coinvolta perlomeno era una sicurezza in più. Lo salutò poco dopo avvisandolo di cosa volesse in cambio del suo aiuto e poi se ne tornò in classe. L'ora di Collins ormai era persa, ma magari sarebbe riuscita a seguirne il termine.

Raymond

L'orario scolastico si era concluso e si sentiva assai combattutto. Era confuso e persino sorpreso. Da una parte aveva trovato stimolante insegnare ai suoi nuovi studenti, dall'altra aveva odiato doversi trattenere, anche se per una sola misera ora, con ragazzi che non fossero il suo padroncino. Da quando si erano separati non l'aveva più visto, nemmeno nel corridoio a ricreazione ma per quell'inconveniente bisognava incolpare i colleghi che l'avevano trascinato di forza a prendere un caffè al bar degli insegnanti interdetto agli alunni. Aveva detestato quel quarto d'ora, ma aveva ricevuto molte informazioni sugli studenti, compreso il giovane Winchester. La professoressa Jenkins, di matematica, l'aveva subito istruito sulla situazione familiare del ragazzo e su quanto dovesse essere brutto vivere senza una figura adulta femminile intorno. Personalmente aveva odiato tutti quei pregiudizi: non vedeva nulla di male in una coppia omosessuale che aveva deciso di adottare due gemelli, anzi! Per quello che ne sapeva lui di esseri umani era un gesto nobile e degno di lode! Comunque non era quello l'oggetto del suo dilemma, bensì decidere se insegnare gli piacesse o no. L'unico ostacolo che non gli permetteva di dire "" era che non poteva sempre stare col suo evocatore, ma doveva condividere il suo sapere con molti altri... l'avrebbe volentieri evitato! Lui non aveva occhi che per Alien ed era disposto a soddisfare soltanto le sue richieste pur di vederlo contento. Già, a dispetto del contratto era quello il motivo che lo spingeva ad esaudire i suoi desideri. Non l'aveva ancora visto sorridere di gioia e non voleva altro che quello prima dello scadere della sua permanenza. Sospirò raccogliendo nuovamente le proprie cose per poi scendere di corsa le scale, timbrare il cartellino in tutta velocità prima di essere fermato ancora e infine volare fuori. Non fece in tempo ad allontanarsi un po' dalla scuola che si sentì tirare da qualcuno. La forza applicata non era molta, poteva essere solo un giovane. Voltò lo sguardo: il suo giovane. "Buongiorno, padroncino! Mi è mancato!" gli disse subito prima che l'altro potesse subissarlo di regole comportamentali e di strani metodi da seguire per entrare a casa sua. Annuì e rispose affermativamente a tutto senza porre domande, non voleva creargli problemi e per lui avrebbe accettato qualsiasi cosa, ma un punto in particolare non gli era passato inosservato. "Evocarmi di nuovo? Perchè mai, signorino Alien? Mi era sembrato di capire che lei non avesse bisogno dei miei servigi" disse poi un po' perplesso. Non che la cosa non gli facesse piacere, tutt'altro! ma non capiva quel cambiamento d'idee così repentino e voleva saperne di più. Non solo su quello, inoltre. Lo vide tirare fuori quello che aveva compreso fosse un mezzo di comunicazione chiamato cellulare e digitare qualcosa per poi rimetterselo in tasca. Quello suonò poco dopo. MaryLi era stata trattenuta da Collins, preoccupato per la visita di Alien, e avrebbe ritardato. La sorella lo invitava a proseguire, lei li avrebbe raggiunti più tardi e si sarebbero visti prima dell'incrocio per casa loro quindi era bene che l'aspettassero. "Tutto bene, signorino?" chiese Raymond dopo l'arrivo del messaggio. Sapeva che stavano attendendo la sorella, ma in realtà avrebbe preferito stare da solo con lui per imparare a conoscerlo meglio. Era curioso di sapere ogni cosa su di lui e sulla sua famiglia, specialmente dopo le chiacchiere della mattinata.
 
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view post Posted on 10/6/2011, 21:31
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Sapeva che certe frasi non avrebbero mai dovuto essere dette e fra quelle comprendeva anche evitare di dire che lo avrebbe evocato di nuovo, meritava il premio di coglione dell'anno! Rialzò lo sguardo perplesso, incrociando gli occhi azzurri del vampiro ed incantandosi... evitare faccia da idiota, grazie! Tossicchiò arrossendo e passandosi una mano fra i capelli.
"Bhe..."
Iniziò titubante.
"intendevo nel caso dovessi richiamarti... non volevo dire che lo farò di sicuro. E poi... non mi sembra giusto che tu resti sempre rinchiuso in quel libro."
pigolò distogliendo lo sguardo da lui leggendo il messaggio di sua sorella. Gemette costernato, rialzando lo sguardo sul vampiro.
"Si... dobbiamo incamminarci da soli. Lili ci raggiungerà dopo."
Spiegò mettendosi di nuovo lo zaino sulle spalle e facendogli segno di muoversi, guardando che non ci fosse nessuno in giro, sarebbe stato un casino se li avessero visti uscire insieme e camminare verso casa di Alien. Probabilmente la copertura di Raymond sarebbe crollata per un accusa di pedofilia.
"Andiamo."
Mormorò avviandosi, certo che lo stesse seguendo.
"Comunque... non chiamarmi signorino, chiamami semplicemente Alien, o Ali."
Ridacchiò imbarazzato arrossendo.
"è un nome stupido, lo sò, ma mia madre era sicuro che gli avrei squarciato la pancia uccidendolo. Non sò se lo sai, ma c'è un film che parla di questi predatori alieni che depositano le uova negli umani ed i cuccioli li mangiano dall'interno, Dean è stato condizionato da quello."
Spiegò, quando parlava di sua madre un sorriso sincero gli appariva sul viso e non riusciva a fermare le parole.
"Sai... mia madre viene da una famiglia di cacciatori, il suo nome è abbastanza conosciuto in quel mondo, era il migliore! Nonno Jhon lo è ancora, non ha mai apprezzato che abbia deciso di sposare mio padre, ma suo figlio era innamorato e non ha potuto interferire più di tanto."
Stava continuando senza nemmeno accorgersene, finalmente qualcuno con cui parlare senza tralasciare nulla, anche se il vampiro lo aveva appena conosciuto, gli sembrava comunque una brava persona.
"Mio padre come ti ho gia detto è il principe dei demoni, figlio diretto di Lucifer e Lilith, adesso lei è a casa nostra. Nella mia famiglia, a parte lo zio Kevin, sono l'unico a non avere poteri, sono quasi umano. Mia sorella Lili ha ereditato i poteri di papà, io no e questo mi rende una mosca bianca, tra l'altro caratterialmente sono un pirla e devo dire che questo di solito è usato da mia nonna materna e da zio Invidia per prendermi in giro, ma ci sono abituato ormai."
Aveva parlato fino ad arrivare all'angolo, fermandosi ed arrossendo di nuovo, stavolta anche di più.
"Scusa... mi sà che ti ho annoiato. E che alle volte parlo troppo, interrompimi pure se vuoi."
Balbettò guardandolo come un cucciolo.
"Qui aspettiamo mia sorella, lei ti aiuterà ad entrare in casa."
Si voltò sperando di vederla arrivare.
 
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»Donnie
view post Posted on 11/9/2011, 16:39




Lo guardava sorridendo, ma quella semplice contrazione della bocca non poteva esprimere tutto quello che stava sentendo nei confronti del suo nuovo padroncino. Lo trovava semplicemente adorabile e percepiva nettamente la voglia di stringerlo, di coccolarlo... era sicuro che gli umani provassero certi istinti verso i cuccioli o i neonati, ma lui non era realmente un uomo... alla fin fine era la creatura di un libro! Certo, aveva pensieri e sentimenti ma solo perchè il suo autore gli aveva installato una coscienza personale creandolo, ma di rado si era sentito tanto coinvolto da qualcuno. Il più delle volte era solo deferenza quella che sentiva verso il suo padrone, capitava anche che fosse attratto da esso ma non era mai emotivamente partecipe. Tutta la timidezza di Alien gli dava alla testa... gli scatenava sensazioni strane, ma talmente piacevoli da non scalfirlo un minimo. Si stupiva, certo, ma era ben lungi dal sentirsi minacciato, spaventato o a rischio. Anzi! Era decisamente contento che a causargli tutto quello fosse proprio quel ragazzo tanto carino e puro! Gli faceva piacere persino che l'altro non avesse timore di lui. Sì, si era accorto che, in sua presenza, il giovane evocatore si dimostrava impacciato ed insicuro, ma tutto ciò non era dettato da una paura di fondo. Poteva dirlo con estrema certezza dal momento che era programmato per fiutarla. No, percepiva qualcosa di totalmente diverso. Per niente ostile. Non avrebbe saputo dire cosa fosse, ma tutte le volte che captava quella sensazione si ritrovava a sorridere contento. Proprio come quando l'altro cominciò a trovare scuse per giustificare le sue parole di poc'anzi.

CITAZIONE
"Bhe... intendevo nel caso dovessi richiamarti... non volevo dire che lo farò di sicuro. E poi... non mi sembra giusto che tu resti sempre rinchiuso in quel libro."

Era troppo carino! Dovette seriamente resistere all'impulso di stringerselo al petto e coccolarlo quando gli confessò che, in fin dei conti, si interessava a lui. "Non avete bisogno di preoccuparvi per me, signorino" disse pacato sorridendogli. "Sono stato creato per servire e fino a che non ci sarà un nuovo padrone bisognoso dei miei servigi la regola mi impone di restare nel libro. Non mi è concesso uscire liberamente, io dipendo dal mio evocatore e a lui sono grato, riconoscente e fedele. Sono io a dovermi preoccupare per voi, non l'incontrario, signorino" concluse sempre tranquillo e gioviale. Non aveva mai considerato un peso la sua esistenza, tanto meno riusciva a farlo adesso che aveva Alien come master! La cosa lo rendeva fin troppo felice per anche solo pensare che ci fosse un qualche motivo per cui rammaricarsene! La loro conversazione venne però interrotta dal trillare di un cellulare. Si trattava soltanto di un messaggio, ma, come ebbe presto modo di scoprire, in realtà era la realizzazione di un suo intimo desiderio: sarebbe stato da solo col signorino fino a casa. Se non avesse saputo con estrema certezza che cedere agli istinti in un luogo pubblico era considerato indice di insanità mentale nel mondo degli uomini si sarebbe messo a fare le capriole in mezzo alla strada! Lo seguì docile continuando a sorridere, salvo scuotere greve la testa quando gli chiese di chiamarlo per nome. "Non posso farlo, signorino. Voi siete il mio evocatore, devo portarvi rispetto" disse serio, ma il suo voltò si rischiarò immediatamente dopo. Non gli ci volle molto per affiancarlo e, proprio mentre il piccolo si metteva a parlare della sua famiglia senza che Raymond gliel'avesse chiesto, gli prese la mano come aveva visto fare di consueto fra i ragazzi della sua età. Ascoltò Alien in silenzio, concentrandosi su ogni sua parola seppure faticasse a comprenderne il senso. A quel che sapeva gli uomini non potevano partorire dei figli, ma quello che il dolce cucciolo continuava ad affermare sembrava proprio dissipare quella sua convinzione. "Signorino, scusate... non capisco" disse poco dopo posandogli delicatamente un dito sulle labbra. Non che volesse tacerlo, gli faceva piacere che si sentisse libero di raccontargli tutto quello, ma stava cominciando a fare un po' di confusione: maschi che restano gravidi e sfornano marmocchi, demoni, poteri sovrannaturali... Nonostante fosse già stato abbastanza chiaro sulla sua natura c'era qualcosa che non gli tornava. Il ragazzo continuava a far riferimento ad una "madre" -seppure vi si rivolgesse con appellativi maschili- e i suoi colleghi gli avevano detto chiaramente che i fratelli Winchester erano stati adottati da una coppia omosessuale. Non era ben sicuro di aver capito se fossero i genitori biologici quelli con parentele esoteriche, oppure quelli adottivi. "Non mi state annoiando, ma sono un po' perplesso. Io so che voi e vostra sorella siete diventati figli di una coppia omosessuale, ma personalmente non riesco a capire se siano loro ad avere parenti potenzialmente pericolosi per l'intero genere umano oppure i vostri genitori biologici. Probabilmente sono questi ultimi dal momento che volete nascondere la mia presenza..." disse posandosi lo stesso dito che aveva tenuto premuto sulle labbra di Alien sulle proprie, socchiudendo gli occhi per concentrarsi meglio nella riflessione. Rimase assorto qualche minuto prima di scuotere la testa e rassegnarsi a quella sconfitta. Chiese nuovamente delucidazioni mentre si appoggiava ad un palo in attesa dell'arrivo della tanto chiacchierata MaryLi Winchester.

Nel prossimo post, se ti è più comodo, puoi scrivere che arriva Lili senza muoverla o farla parlare però ^w^
 
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view post Posted on 31/10/2011, 17:06
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Arrossì quando sentì la mano del vampiro prendere la sua, non era abituato a tanta confidenza se non dai membri della sua stranissima famiglia ma quando l'altro gli posò il dito sulle labbra divennè immediatamente rosso peperone.
"Si..."
mormorò osservandolo ed appoggiandosi al muretto.
"lo immagino, quella è la storia che i miei genitori hanno dato alla scuola. In realtà loro sono effettivamente i miei genitori naturali, sebbene gli uomini non possano rimanere incinti. è stato a causa di una svista della mamma. Vedi... mio padre come ogni altro demone è un predatore, uccideva le persone e mia mamma in quanto cacciatore aveva il compito di eliminarlo."
Ricominciò a spiegare cercando il modo giusto per dirglielo e farglielo capire.
"Ci sono modi per fermare i demoni senza ucciderli, limitando la loro essenza. Marchi che esercitano i loro poteri sulla natura stessa della vittima e del carnefice, stipulando un legame fra loro, ci sono però anche marchi che vanno posti in base al sesso del cosidetto carnefice. Quello usato da mia madre, quello Ucraino, deve essere trasmesso via sessuale, come una malattia, e da una donna"
Sorrise divertito a quel pensiero... se Dean non fosse stato così stupido all'epoca lui e sua sorella non sarebbero mai venuti al mondo.
"E mia madre non è una donna. Il machio ha comunque avuto l'effetto giusto: ha limitato la natura di mio padre e bhe... ha fatto in modo che mia madre rimanesse incinto di me e mia sorella. Raccontare la storia in questa maniera a scuola sarebbe stato assurdo, probabilmente avrebbero rinchiuso i miei genitori in un manicomio e tolto noi dalle loro cure quindi si sono inventati la storia dell'adozione per non fare trapelare la verità."
Concluse sospirando.
Finalmente vide Lili avvicinarsi, tirando un sospiro di sollievo.
"Bene... ti lascio con mia sorella, la mia finestra è quella."
la indicò al vampiro con un dito.
"Entrerai da lì, mi dispiace davvero che tu non possa entrare dalla porta, prometto che per la prossima volta sistemerò le cose."
Promise di nuovo mettendosi lo zaino sulle spalle ed entrando poi in casa.
"Alien?"
La voce di sua madre lo fece sobbalzare, Dean aveva fra le braccia un mucchio di panni stirati.
"Tua sorella è sempre in ritardo... va bhe... prendi questi e mettili in camera tua, per bene mi raccomando!"
Tenne a precisare posando fra i capelli del figlio una breve carezza. Quel ragazzo era troppo tenero!
Alien annuì prendendo i panni e correndo in camera, posandoli sul letto ed aprendo la finestra, affacciandosi in modo di fare un segno alla sorella.
 
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