Presto avrebbe sancito l'unico patto in grado di salvarlo da una vita già programmata, da impegni che non voleva in alcun modo assolvere. C'era un buon 50% di possibilità di vittoria, ma l'altra percentuale equivalente minacciava un fallimento. C'era di buono che perlomeno avrebbe garantito a suo fratello e alla sua famiglia una vita relativamente tranquilla... meglio che niente! Di norma non avrebbe mai fatto nulla per qualcuno che non fosse lui, ma per Sam era pronto a tutto e lo era anche per quei matti che lo avevano accettato con garbo e simpatia nonostante tutto... anche se per colpa sua in quel momento si stava svolgendo una lite non indifferente. Detestava Crowley per quello che aveva appena fatto, ma sperava che le cose si sistemassero e lui si sarebbe comunque adoperato per far sì che lo facessero. Al momento, però, si augurava soltanto che quel dannato figlio di puttana lo stesse ascoltando! Non sembrava affatto concentrato sulle sue parole, pareva piuttosto emigrato per un qualche pianeta lontano ed Ast era
sicuro di non voler sapere su quale emittente malata del suo cervello si fosse sintonizzato! Molto meglio ignorare certe cose che conoscerle! Continuò a parlare senza indugi, ma fu solo quando parlò chiaramente del patto che ottenne la sua completa attenzione.
Finalmente! pensò seccato che soltanto quello gli avesse già fatto perdere minuti preziosi. Insomma! Era la parte più semplice di tutta la sua macchinosa pensata ed era anche stata la più difficile da portare a termine! Possibile che solo quando si trattava di Crowley le cose non seguissero il loro corso naturale? Lasciò perdere. Pose le proprie condizioni e poi si fece coraggio, avvicinandosi a lui con fare pericolosamente sensuale baciandolo in modo da rendere effettivo il loro accordo. Intrufolò la lingua nella bocca del demone, cercando la compagna e vezzeggiandola a lungo. Era un bacio pieno di furore, ma di certo non era eccitazione quello che l'aveva spinto a quel gesto. C'era rabbia in quello scambio di saliva, in quel duello di corpi e lingue. Stava esprimendo tutta la sua frustrazione, il suo odio, il suo disprezzo, la sua delusione cocente e stava trasformando quel
gesto simbolico in un incipit degno di un film porno! Si staccò da lui con le gote rosse, il respiro leggermente affannato.
Merda! Certo che anche Crowley quando ci si metteva sapeva essere davvero indecente... se non gli avesse fatto così schifo probabilmente avrebbe provato brividi diversi da quelli di repulsione che l'avevano animato per tutto il bacio. Fece per allontanarsi augurandosi che l'altro mantenesse il loro patto quando si sentì tirare per un braccio.
CITAZIONE
"Sono un demone di parola quando si tratta di lavoro, mocciosetto ma.."
Si voltò per chiedergli di che cazzo stesse parlando, ma non appena lo fece si ritrovò di nuovo lingua in bocca con quell'essere schifoso.
Porca troia! Ma una mentina, no? Riluttante, ricambiò anche questo bacio, ancor più indecente del precedente se possibile! Sentiva il suo intero corpo ribollire per la sensazione di disgusto che lo stava logorando da dentro. Se non si staccava subito gli avrebbe vomitato addosso!
CITAZIONE
"Adesso è realmente sancito. Spera di trovare la tua anima gemella in questi 12 mesi, anche se credo che dovrai aiutare tuo fratello per i primi mesi."
Finalmente quello schifoso se l'era tolto di dosso, dandogli finalmente modo di respirare.
Candeggina, sapone, colluttorio e acido muriatico... chissà se basteranno a 'sto punto! Era sinceramente inorridito da lui e non poteva fare a meno di chiedersi che razza di persona fosse stata in vita se da demone era una tale merda! Dopotutto, uno che si vendeva l'anima a causa dell'insoddisfazione per le misure del proprio pene non doveva essere proprio a posto...
su quello non c'era dubbio alcuno! "
Rispetta il patto. Non chiedo altro" riprese serio rientrando in casa. Peccato che ciò che vide non assomigliava
per niente al suo peggior timore... no. Affatto.
POV SAMNon ne poteva più. Era stanco di dover dare sempre spiegazioni, di dover costantemente difendersi da sua moglie! Da Dean! Da quel dannato cacciatore di cui si era innamorato sedici anni prima e per cui aveva rinnegato anche sè stesso. Si era adeguato ad una vita mortale, lo era perfino diventato e col sorriso sulle labbra e nulla di tutto questo gli veniva riconosciuto.
NO! Gli si imputava il suo unico passo falso, la sua sola dimenticanza in tanti anni di matrimonio! Non era stato lui ad uccidere Mary Winchester, non era nemmeno il mittente di quell'assassinio eppure veniva trattato esattamente come se lo fosse! Era stufo! Stufo!
Si stava alterando. Tanto.
Troppo. Ogni cosa su cui solitamente sarebbe passato sopra adesso era solo un'altra goccia che avrebbe fatto traboccare il famoso e tanto decantato vaso. Persino il piatto che gli sfiorò la guancia andando a schiantarsi oltre le sue spalle lo fece incazzare, anche se mai quanto le parole di Dean.
CITAZIONE
"Non osare alzare la voce ora Sam! Se ti ho chiesto di lasciarmi solo è perchè so che tu non hai tutte le colpe! Perchè si, ora ti sto odiando, ti sto odiando davvero, ma anche io avrei potuto chiederti qualcosa e non l'ho fatto! Ti ho chiesto di lasciarmi solo perchè non volevo dirti che anche se ti amo adesso ti prenderei a pugni perchè quel nomne è il nome del demone che ha ucciso mia madre!"
"
Io alzo la voce quando mi pare! Come cazzo mi pare e con chi mi pare!" gli rispose ormai al colmo della sopportazione. Non ne poteva più. Lo amava, ma era veramente stanco di essere il punching ball su cui il cacciatore dovesse sfogare ogni sua isteria! "
Sai che ti dico? Che sono stanco di essere il tuo capro espiatoio per ogni cosa, Dean! Mi accusi di cose nemmeno mie, mi mandi a dormire sul divano per stronzate di dimensioni apocalittiche e sono sempre IO quello che deve tornare a farsi perdonare da te seppure io non abbia fatto niente! Anche stavolta mi rinfacci qualcosa che non fatto, ma hai ragione tu adesso e te la sto dando anche se tu non sembri ascoltare un bel niente di quello che ti dico! No, tu vuoi tenerti tutto dentro e non dici mai un cazzo a me che sono tuo marito! Tuo marito, porca puttana! Sono esausto di tutto questo! Sfinito e spolpato fino al midollo!" stava lasciando andare la propria rabbia a ruota libera, sputando parole che in condizioni normali non si sarebbe mai sognato di dire! Non ci avrebbe neppure pensato! Eppure, ora, stava letteralmente scoppiando d'odio. Unicamente verso sè stesso, ma incanalato in un condotto sbagliato. Non era Dean che doveva pagare per quella sua dimenticanza, lui era il solo da biasimare ma sperava in almeno un minimo di comprensione da lui!
Certo, come chiedere ad un rubinetto di cantare l'inno nazionale durante la partita! La sua ira era cieca e apparentemente senza fine. Non era davvero in sè ed aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere di lì a poco.
CITAZIONE
"Voglio il divorzio, Sam. Questa volta lo voglio davvero. Ti amo ma questa non dovevi farmela."
Si bloccò come se fosse stato gelato da un raggio sperimentale e lui fosse la cavia. Nella sua testa si stavano accavallando mille pensieri diversi. Nulla aveva senso. Niente avrebbe sistemato quella situazione.
Niente. Non sapeva cosa dire, cosa fare... come uscirne. "
Vado a prenderti le carte" rispose con un tono così apatico da non sembrare nemmeno suo. Così come non lo erano le parole che aveva appena pronunciato. Non sapeva neanche da dove gli fossero uscite. Si era semplicemente sentito dirle ad alta voce, mentre girava sui tacchi e se ne andava di sopra. Evitò la figlia ferma sulla porta ed un'altra figura a lei accanto e se ne andò in camera.
Scese dopo meno di cinque minuti. In mano una borsa con dentro tutti i suoi vestiti e le sue cose, nell'altra i fogli richiesti da Dean. Il suo volto era senza espressione. Vuoto esattamente come si sentiva dentro. Entrò in cucina in silenzio, lasciando le carte sul tavolo voltando il capo in direzione della moglie un'ultima volta. Mille frasi gli si affollavano in testa, altrettanti desideri facevano a gare fra di loro nel suo intimo, ma uno solo era quello predominante: "
Dimmi di non andare. Fermami, Dean!". "
Firmale e inviale al mio studio domani mattina. Le sbrigheranno subito" disse soltanto voltandosi definitivamente mentre si allontanava da lui a grandi falcate dirigendosi verso la porta, da cui era appena rientrato suo fratello Ast. "
Prendi le tue cose. Ce ne stiamo andando." disse lapidario inforcando la porta di casa senza indugi.
POV ASTCiò che vide non assomigliava
per niente al suo peggior timore... no. Affatto.
Era ancora più spaventoso.
POV MARYLIAveva lasciato la tavola assieme a tutti gli altri. Di sua nonna materna non sapeva molto, nè sua madre nè suo nonno erano soliti parlarne ed aveva ormai capito molto tempo prima che non era una buona idea sfiorare l'argomento. Ciò di cui era a conoscenza era che era stata uccisa da un demone molti anni prima e che questo aveva dato l'avvio alla carriera di cacciatori di Jhon e di Dean. Sapeva che non era una storia superata, che non si era ancora del tutto trasformata in una cicatrice ma era ugualmente convinta che tutto si sarebbe aggiustato per i suoi genitori. Loro erano i suoi beniamini, il suo ideale di amore romantico... più bello, perfetto ed indistruttibile di qualsiasi altro avesse mai letto ed inoltre
reale.
Aveva aspettato un po' a scendere dalla propria camera in cucina, sperando che le acque si calmassero. Si era diretta là convinta di dover interrompere i suoi genitori dal fornicare furiosamente sul tavolo. Avrebbe finto sdegno, ma in realtà sarebbe stata solo contenta come una Pasqua. Sì, tutto si sarebbe svolto secondo le sue aspettative e presto ci avrebbero riso su.
CITAZIONE
"Voglio il divorzio, Sam. Questa volta lo voglio davvero. Ti amo ma questa non dovevi farmela."
"Vado a prenderti le carte"
Quelle parole l'avevano gelata sul posto. Non si era nemmeno voltata a guardare suo padre che saliva le scale, era rimasta a fissare l'interno della cucina con sguardo vacuo. Non poteva e non voleva crederci. Tutto quello non poteva essere reale. Doveva essersi trattato di uno scherzo della sua mente giovane e provata dal litigio di poco prima.
Sì. Doveva essere per forza così. La porta si chiuse dietro suo padre e il suo neo zio acquisito con un tonfo sordo.
Reale. Era rimasta ancora un momento sulla soglia della cucina, poi era uscita anche lei in strada, correndo a perdifiato.
Era arrivata davanti all'appartamento di Nathan in tempo record. I capelli in disordine, il vestito sgualcito aveva bussato tre volte alla porta come di consueto, aspettando che il ragazzo le venisse ad aprire la porta. Non si sforzò neanche di riprendere fiato durante l'attesa, il suo corpo si muoveva da solo e la sua mente batteva un unico concetto.
"
I miei genitori divorziano" un pensiero. Una frase. L'unica che disse al giovane quando se lo ritrovò davanti prima di scoppiare a piangere senza freni cercando le sue braccia.
Un mese e mezzo dopo...POV ASTSi erano trasferiti a casa di Invidia e Kevin, ovvero nella villetta accanto a quella dei Winchester. Le pratiche per il divorzio erano già state avviate da un avvocato amico di Sam, in quanto parte lesa del caso non poteva seguirlo lui stesso e si era dovuto affidare ad un altro associato del suo studio. Avevano fatto in fretta. Erano già separati. Per Ast era assurdo... li conosceva da poco più di tre mesi ma stava male quanto ognuno di loro. Aveva ovviamente seguito il fratello, ma si recava tutti i giorni da Dean per informarsi sulla sua salute e fargli compagnia mentre Sam era a lavoro. Anche se non era sicuro che quello fosse effettivamente la stessa persona che aveva rappresentato per lui un punto di riferimento fisso e costante negli anni passati. Non mangiava più. Non si curava più di sè stesso e a malapena lo faceva del suo impiego. Lui ed Invidia ci mettevano del bello e del buono per farlo stare meglio, ma nulla sembrava funzionare. Era dal parrucchiere quando gli arrivò la telefonata del suo ex amante ed ora coinquilino. Era corso a casa e non appena aveva aperto la porta si era trovato davanti suo fratello... o forse la controfigura di Tom Hanks in Cast Away! La barba incolta, un olezzo di gorgonzola stagionata, gli occhi rossi e vitrei. Segno che non dormiva, non mangiava, non si lavava e piangeva da un sacco di giorni. Giusto qualche mattina prima, mentre lui era fuori per delle commissioni, Invidia gli aveva telefonato per dirgli che Sam si era preso un periodo sabbatico dal lavoro ed ora vegetava in casa, sdraiato sul letto con la canzone degli Aerosmith "
I don't wanna miss a thing" a ripetizione nel lettore CD. Era la stessa che avevano suonato al matrimonio del fratello e sulle cui note aveva ballato stretto a sua moglie. Ast aveva adorato quella canzone, ma adesso non ne poteva seriamente più! Stava male a vedere Sam ridotto in quello stato pietoso e Dean non era messo meglio! Lui, Invidia, Kevin e Raymond facevano la spola da una casa all'altra per assicurarsi che tutto andasse bene e si tenevano costantemente aggiornati, ma niente era cambiato. Nulla era mutato fra i due consorti. Non si parlavano nemmeno più da quel fatidico giorno, la sera in cui Crowley era arrivato decretando la fine di tutto quello che suo fratello e il suo cacciatore avevano costruito con fatica. Odiava quel fottutissimo re dei crocevia, ma non poteva fare a meno di parlarci e passarci del tempo da quando avevano stipulato il patto che li legava l'uno all'altro almeno per un anno. Era passato un mese e mezzo e nulla era successo. Proprio come quello stronzo aveva profetizzato non aveva tempo di pensare all'amore: doveva occuparsi di Sam.
Era per quello che era corso lì quella mattina.
Kevin e Raymond erano al lavoro ed Invidia sarebbe passato a casa Winchester a dare una mano, quindi lui doveva essere con l'ex principino ora morto vivente. "
SAM!" Aveva urlato non appena l'aveva visto sull'uscio. Suo fratello non sembrava in grado nemmeno di vedere realmente ciò che aveva attorno a sè, era cieco senza Dean. Cieco e senza vita. L'aveva chiamato e gli si era fatto incontro abbracciandolo stretto. "
Ast..." un mormorio prima che il possente corpo dell'altro, ora notevolmente più spento e secco, venisse scosso dai singhiozzi. Sam lo strinse forte, aggrappandosi a lui come se temesse di cadere e l'altro lo sorresse portandolo pian piano in casa, incurante se l'assalto gli avesse scompigliato i capelli freschi di parrucchiere, improvvisamente lunghi fino alle spalle, ma ora raccolti in una crocchia alta che lasciava liberi solo due ciuffi che gli ricadevano morbidi lungo i lati del viso sottile, o sgualcito la mise comprata giusto qualche settimana prima.
Edited by »Donnie - 6/10/2011, 01:20