Aveva appena colpito due esemplari quando il resto del branco si dette alla fuga.
Cazzo! Sparò qualche altro colpo ai lupi che si allontanavano con rapide falcate, ferendone un altro solo superficialmente ad un fianco. Lo sentì guaire appena, ma la sua offensiva non fu tale da fermarlo e neppure lo convinse ad affrontarla. I sopravvissuti si erano diretti nella direzione opposta a quella in cui si trovava lei, probabilmente erano stati troppo occupati a salvarsi la pelle per fiutare il suo odore abbastanza a lungo da individuarla. Aveva l'abitudine di spalmarsi il corpo di una sostanza in grado di coprire totalmente il profumo della propria carne, ma il sesso di quella sera l'aveva reso percepibile almeno in parte, non era certo una gran consolazione visto che su cinque licantropi ne aveva abbattuti due. Sospirò mettendo via l'arma di precisione ed estraendo dalla borsa una beretta nera dotata di silenziatore. La caricò ad argento e tolse la sicura, poi tornò alla scala antincendio che scese con agilità. Non aveva più motivo di mantenere nascosta la sua presenza, aveva creato già abbastanza trambusto per prendersi persino la fatica di dosare la velocità dei suoi passi. Adesso doveva essere svelta, mancavano appena cinque minuti allo scadere dell'ora x, poi la sua freddezza di cacciatrice avrebbe iniziato a vacillare mostrando più umanità. Detestava quei sessanta minuti prima dell'alba: il suo intero carattere si modificava, rilevando quello della controparte maschile che dominava per la maggiore quella matrioska che, disgraziatamente per lei, era il suo corpo. Si avvicinò con aggraziata leggerezza ai due a terra: una ragazza ed un lupo dal pelo chiaro steso al suo fianco. Sbuffò. "
Che schifo. Un lavoro svolto per un quinto" si lamentò osservando i tratti della giovane che aveva appena ucciso. Non c'era dispiacere nel suo sguardo, solo un'espressione seccata e infastidita. Su cinque bersagli ne aveva colpiti due, uccidendone solo uno. Era una scoffitta personale, un'onta che non avrebbe potuto lavare fino al prossimo plenilunio. Sospirò posando per la prima volta le iridi azzurre sul lupo, sbuffando. "
Detesto riparare ai miei errori, significa solo che ne ho commessi" sentenziò calciandolo nello stomaco, non troppo distante dalla ferita aperta, col preciso intento di allontanarlo dal corpo. Scattò all'indietro rapidamente, sperando di evitare qualsiasi segno di rivolta dell'animale. Lo osservò con un interesse vivido, condito da appena una nota di disprezzo tuttavia verso sè stessa. Se c'era una cosa che odiava era proprio dover
finire un lavoro, non le piaceva lasciare qualcosa incompleto preferiva liquidare ogni faccenda al primo colpo, non in più tempi. Il lupo, inoltre, sembrava troppo debole per poterla trasformare quindi le era assolutamente inutile. Sollevò la pistola nella sua direzione, puntandogliela dritta al cuore.
Nulla di personale, solo non posso lasciarti vivo, pensò portando rapidamente l'indice al grilletto pronta a premerlo. Improvvisamente però le dita le tremarono visibilmente e i suoi occhi si fissarono rapidamente in quelli altrettanto chiari del lupo. "
Merda!" mancava un'ora all'alba: erano iniziati gli squilibri psicologici ed emotivi. Respirò a fondo portando anche l'altra mano a stringersi attorno al calcio della pistola, sperando di poterla finalmente reggere meglio e quindi riuscire a sparare. L'arma traballava, colpire adesso non le avrebbe di certo garantito la mira perfetta a cui aspirava di solito e che normalmente raggiungeva, inoltre visto come ondeggiava c'era ben più di una possibilità che la pallottola si piantasse nel terreno o nel palazzo alle spalle del licantropo. Inoltre, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello del lupo ai suoi piedi e più lo fissava, più sentiva il desiderio di salvare la luce di quegli occhi chiari e permettergli di vivere. Quelli non erano pensieri da cacciatore! La mammoletta che era in lei doveva sempre mettersi in mezzo al momento sbagliato?
Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo e ancora cazzo! Abbassò la pistola controvoglia, rimettendo la sicura ed infilandola poi nella borsa. Tutte le volte che usciva col chiaro intento di uccidere si portava sempre dietro il minimo indispensabile: una bottiglietta d'acqua santa, il libro degli esorcismi, un'agenda dove appuntare qualche anomalia o novità interessante, almeno un paio di pistole, un numero improponibile di munizioni, un coltello d'argento, un paletto di legno e un piccolo ma fornito kit di pronto soccorso. Aveva già dato le spalle al licantropo e mosso qualche passo verso casa, quando la consapevolezza di ciò che si portava appresso e il presentimento che l'altro sarebbe morto se non avesse fatto qualcosa la costrinsero a fare retromarcia. Tornò dai due corpi stesi a terra guardandoli a turno. Avrebbe anche dovuto dar fuoco al cadavere della ragazza, ma in quel momento non se la sentiva affatto. Sbuffò chinandosi di fronte al lupo, aprendo la borsa in modo tale da consentirgli di vedere il riflesso della luna sulla lama del coltello, un chiaro e tacito monito:
fa delle sciocchezze e sei morto. Provare compassione per la creatura che lei stessa aveva cercato di uccidere era assurdo! Non si sarebbe mai abituata a quell'ora di confusione che precede le trasformazioni,
MAI! "
Stai fermo, voglio solo aiutarti" brontolò tirando fuori il kit di pronto soccorso infilando persino un paio di guanti per evitare di infettare il taglio che stava perdendo piuttosto sangue. Si stava odiando in quel momento, ma cercava di limitare il furore verso sè stessa ripetendosi che in fin dei conti quello era un cane, quindi dotato di un sentimento che lei ripugnava chiamato
lealtà. Se adesso lei l'avesse salvato, magari la prossima volta che si fossero rivisti sarebbe riuscita a convincerlo a trasformarla, il che era davvero un bel vantaggio! Sospirò prendendo un paio di pinzette d'acciaio che infilò nello squarcio dopo averlo tastato delicatamente con una mano alla ricerca del proiettile. Con molta delicatezza lo estrasse dal fianco dell'animale, lasciandolo cadere a terra, poi si premurò di bloccare l'emorraggia e fasciarlo di modo che non si infettasse. Si tirò in piedi sfilandosi i guanti a cui diede fuoco con l'accendino e poi fece cadere lasciando che si consumassero sull'asfalto. "
È la prima volta che salvo una delle mie prede, ritieniti fortunato per aver ricevuto questo trattamento di favore da me. Solitamente non sono tanto magnanima" asserì raccattando le proprie cose, muovendo infine qualche passo verso la ragazza stesa a terra. Sospirò chinandosi per accarezzarne il volto, chiudendole le palpebre. Per lei non c'era nessuna speranza fin dall'inizio, il colpo l'aveva raggiunta al cuore stroncando la sua vita in un battito d'ali. Si allontanò da lei mettendo via l'accendino. Normalmente non avrebbe esitato a carbonizzare il corpo, ma l'alba era ormai prossima e lei si sentiva sempre più incline ad opere di umana carità.
Patetico! "
Dalle la sepoltura che reputi più adeguata. Io qui ho finito. Ci vediamo, lupacchiotto" asserì allontanandosi mentre lo salutava con una mano e non lo degnava più di uno sguardo. Mancava circa un quarto d'ora alle sette del mattino quando si trasformò anche fisicamente in uomo, proprio sul portone di casa. Sospirò girando la chiave nella toppa.
Adesso sua madre chi la sentiva?!?!Edited by »Donnie - 3/4/2012, 22:58