I must confess that I (do not) feel like a monster!, RobinxAlec

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»Donnie
view post Posted on 19/11/2011, 18:12




Jordan3
Libertà. L'assaporava per la prima volta quella sera, inspirando a lungo l'aria fredda nei polmoni beandosi del suo essere così pungente e fredda. Le ricordava di essere viva, sebbene solo per poche ore, poi il corpo sarebbe stato nuovamente dominato dalla sua noiosissima controparte maschile. Sbuffò osservando la condensa di vapore dissolversi davanti ai suoi occhi. Era una notte piuttosto tranquilla e dire che mancava appena un quarto d'ora a mezzanotte. Era sicura che avrebbe trovato più gente a quell'ora per le strade, ma soprattutto più attività paranormali. Invece niente. Si era imbattuta soltanto in un gruppo di ragazzi dall'aria losca fuori da un locale mezz'ora prima. Li aveva seguiti per un po' senza farsi notare, convinta che fossero vampiri invece erano solo degli spacciatori in erba. Nulla di interessante insomma. Si frugò nelle tasche pescando un pacchetto sgualcito di sigarette. Ne prese una portandosela alle labbra e l'accese respirandone subito il fumo che sentiva scorrerle in corpo come una droga. Era fuori da almeno un'ora e non aveva ancora incontrato nessuno che valesse la pena eliminare o torturare. Era snervante. Probabilmente i suoi genitori non si erano nemmeno accorti della sua assenza, altrimenti avrebbe visto delle volanti della polizia a sirene spiegate perlustrare la città alla sua disperata ricerca. Tirò fuori il cellulare: nessuna chiamata. Lo spense con un ghigno soddisfatto. Era sempre divertente far uscire di testa la strana coppia. La cosa inoltre lo riusciva con una facilità disarmante, era la sola cosa che sapesse fare veramente bene dopo la caccia e il sesso. Era davvero un peccato che persino i vicoli malfamati fossero deserti, aveva una gran voglia di adrenalina! Tirò un'altra boccata alla sigaretta lasciandola poi cadere a terra, ormai consumata. Era la prima volta che usciva di casa a tarda notte senza avvertire e si stava decisamente chiedendo perchè non l'avesse mai fatto prima. Non si sarebbe mai aspettata una noia del genere, ma era sicuro che presto le cose sarebbero cambiate doveva solo spingersi ancora più a fondo nella città e presto avrebbe trovato qualcosa o qualcuno in grado di attirare la sua attenzione. Ci volle ancora un'ora di giri a vuoto prima che trovasse un fumoso disco-pub ancora aperto e una delle prime distrazioni della nottata: un ragazzo di ventisei anni e dallo spiccato accento texano che fu davvero molto contento di mostrarle la propria collezione di serpenti a casa sua. Quando uscì dall'anonimo palazzo all'angolo con la Beverly e la 72esima era abbastanza diversa da quando era sgattaiolata fuori dalla sua camera, scivolando giù per la grondaia. Il suo sangue era ora contaminato dall'alcool, anche se in dosi tali da permetterle un'ottima coordinazione di movimenti ed una lucidità quasi totale, e si era anche accorta di essersi dimenticata le calze a casa del palestrato ben dotato visto che ora le sue gambe, nude sotto gli shorts, tremavano a contatto con le sferzate dell'aria gelida che imperversava come un tornado alle quattro del mattino. Non si era nemmeno risistemata il trucco, ormai ridotto a due strisce di matita leggermente sbavata. La maglietta a maniche corte le ricadeva scompostamente addosso, sotto il giubbotto di pelle imbottito che aveva avuto il buon senso di indossare. Si frugò di nuovo in tasca: sigarette finite. "Merda!" imprecò a denti stretti, infilandosi in una viuzza laterale dove ricordava ci fosse un distributore automatico. Si bloccò a metà strada annusando l'aria come impazzita: odore di lupo mannaro. Un sorriso ferino le si dipinse sulle labbra, sorriso che si ingigantì quando scorse sulla sua sinistra un'esitante scala antincendio che portava sul tetto del palazzo che stava costeggiando. Perfetto! Avrebbe avuto un'ottima visuale del branco e avrebbe potuto decidere come agire. Salì la traballante struttura in metallo con passo felpato raggiungendo in breve tempo la cima dell'edificio. Non era uno dei più alti della zona e questo le consentiva una migliore panoramica di ciò che si svolgeva al di sotto. Lo spiazzo spoglio e privo di porte non era chiuso nemmeno da una balaustra di sicurezza, non c'era niente che le offrisse un buon nascondiglio qualora i lupi l'avessero scorta in tempo, ma non c'era neppure nulla che potesse favorire loro. Sorrise sdraiandosi e strisciando fino al bordo per osservare la scena ai suoi piedi. Erano solo cinque esemplari di lupi mannari, ma a quella distanza non avrebbe saputo dire molto altro al riguardo. Le parevano piuttosto grossi, ciò significava anche abbastanza in età... almeno alcuni di loro, altri erano decisamente più minuti sebbene comunque magnifici. Li osservò in silenzio rapita solo per una manciata di secondi, poi prese dalla borsa che si portava dietro la propria arma dotata di mirino di precisione e la caricò di proiettili d'argento. Suo nonno Jhon era sempre stato un bravo insegnante e lei un'allieva volenterosa ed attenta. Non aveva mai saltato una lezione e si era sempre applicata al massimo. Studiò meglio la propria visuale, poi sparò al branco ai suoi piedi. Almeno due dei lupi caddero a terra, ma non era certa di poter cantare vittoria troppo presto, nella caccia le sorti dei vinti e dei vincitori erano facilmente ribaltabili nell'arco di pochi colpi.

Edited by »Donnie - 3/4/2012, 22:58
 
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view post Posted on 20/11/2011, 16:54
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Se avesse dovuto trovare una sola parola per descrivere la sua vita avrebbe scelto decisamente particolare, Se invece avesse potuto scegliere più parole oppure avesse dovuto descrivere la sua nuova vita con parole sue avrebbe detto che non aveva mai immaginato di trovarsi così tanto nella merda, che avrebbe preferito tenersi il problema al cuore e che certamente non aveva mai nemmeno immaginato che certe cose esistessero davvero. Aveva avuto una vera passione per i film horror ma quello non significava che avrebbe voluto mai diventare uno dei protagonisti per di più interpretando il ruolo del mostro! Il mostro non faceva mai una bella fine... di solito veniva ucciso dall'eroe di turno che poi scappava con la bella e metteva su una famigliola perfetta che veniva stravolta nel sequel.
Ma lui ormai non guardava più film horror, la sua vita bastava ed avanzava. Odiava quando c'era il plenilunio, quando la bestia iniziava a stirare i muscoli ancora rinchiusa nel suo corpo sconvolgendo il suo modo di pensare ed agire e poi c'era la trasformazione vera e propria, allora urlava eccome se urlava quando tutto il suo corpo veniva scosso dalle ossa che si rompevano e dal nuovo corpo che emergeva straziando il vecchio.
Una volta, durante una pallosissima lezione a scuola, il professore aveva fatto notare come i licantropi venissero usati nei film per interpretare i cambiamenti durante l'adolescenza, una cazzata di merda a suo avviso! Allora aveva gia diciasette anni e ciò voleva dire che da un anno a quella parte aveva ormai capito che quella era una bella favoletta raccontata ai ragazzi, almeno dal suo punto di vista.
La maledizione era molto più che tutto quello, era una vera e propria agonia, un dolore interno ed esterno che lo aveva portato a chiudersi anche di più in se stesso, sempre di più fino a perdere di vista le poche conoscenze che aveva, ora quello che gli rimaneva era il branco.
Altri due ragazzi della scuola erano parte di esso, erano tre cuccioli e due adulti, non ricordava quasi nulla delle notti passate trasformato, peccato che ricordasse perfettamente quello che succedeva prima.
Proprio come quella notte, attaccato al lurido cesso di un pub squallido mentre di faceva scopare da un vecchio bavoso, doveva avere almeno 45 anni da quanto ricordava, la lingua che invadeva la sua bocca e lui che gli artigliava la schiena implorando di sfondarlo.
Come avrebbe potuto farsi una vita normale a quel punto? A meno che non si accoppiasse con un membro del branco logico, intanto la bestia si accontentava di continuare a farsi scopare da chiunque quando ne aveva voglia. Quando avevano finito aveva sorriso mordendo forte la giugolare del bastardo, strappandola, il sangue rendeva la trasformazione meno dolorosa e poi era avvenuto.
Quando gli altri avevano aperto la porta avevano trovato il tipo squartato con un lupo dal pelo chiaro che si fiondava fuori dal locale di corsa, nessuna traccia del ragazzino che l'altro aveva portato con se.
Si era unito agli altri salutando la madre luna mentre il doc lo fissava con aria severa, erano tutti legati, erano legati uno all'altro e questo gli piaceva da morire, era una delle poche cose che amava della sua nuova vita, l'appartenenza al branco. Sua madre, la sua madre umana non avrebbe mai potuto capire sebbene gli domandasse dove finiva per tre giorni al mese più di una volta, non poteva perdere il suo branco.
Eppure quella sera qualcosa andò storto, degli spari, il capo branco che ordinava di ritirarsi e poi il dolore, il dolore al fianco, quello se lo sarebbe ricordato per tutta la vita e poi vedere cadere accanto a sè Evie, la più piccolina, la cucciolotta di tutti e vedere con orrore che riprendeva forma umana.
Evie... uggiolò strisciando accanto a lei, leccandole il viso prima che il dolore si facesse più forte, respirava troppo velocemente, si stese accanto a lei uggiolando ancora.
Evie era morta, almeno gli altri erano salvi... perchè era successo tutto quello? Un odore strano gli arrivò alle narici, probabilmente era il possessore di quell'odore il responsabile... se mai fosse sopravissuto lo avrebbe ucciso.
 
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»Donnie
view post Posted on 20/11/2011, 23:34




Jordan3
Aveva appena colpito due esemplari quando il resto del branco si dette alla fuga. Cazzo! Sparò qualche altro colpo ai lupi che si allontanavano con rapide falcate, ferendone un altro solo superficialmente ad un fianco. Lo sentì guaire appena, ma la sua offensiva non fu tale da fermarlo e neppure lo convinse ad affrontarla. I sopravvissuti si erano diretti nella direzione opposta a quella in cui si trovava lei, probabilmente erano stati troppo occupati a salvarsi la pelle per fiutare il suo odore abbastanza a lungo da individuarla. Aveva l'abitudine di spalmarsi il corpo di una sostanza in grado di coprire totalmente il profumo della propria carne, ma il sesso di quella sera l'aveva reso percepibile almeno in parte, non era certo una gran consolazione visto che su cinque licantropi ne aveva abbattuti due. Sospirò mettendo via l'arma di precisione ed estraendo dalla borsa una beretta nera dotata di silenziatore. La caricò ad argento e tolse la sicura, poi tornò alla scala antincendio che scese con agilità. Non aveva più motivo di mantenere nascosta la sua presenza, aveva creato già abbastanza trambusto per prendersi persino la fatica di dosare la velocità dei suoi passi. Adesso doveva essere svelta, mancavano appena cinque minuti allo scadere dell'ora x, poi la sua freddezza di cacciatrice avrebbe iniziato a vacillare mostrando più umanità. Detestava quei sessanta minuti prima dell'alba: il suo intero carattere si modificava, rilevando quello della controparte maschile che dominava per la maggiore quella matrioska che, disgraziatamente per lei, era il suo corpo. Si avvicinò con aggraziata leggerezza ai due a terra: una ragazza ed un lupo dal pelo chiaro steso al suo fianco. Sbuffò. "Che schifo. Un lavoro svolto per un quinto" si lamentò osservando i tratti della giovane che aveva appena ucciso. Non c'era dispiacere nel suo sguardo, solo un'espressione seccata e infastidita. Su cinque bersagli ne aveva colpiti due, uccidendone solo uno. Era una scoffitta personale, un'onta che non avrebbe potuto lavare fino al prossimo plenilunio. Sospirò posando per la prima volta le iridi azzurre sul lupo, sbuffando. "Detesto riparare ai miei errori, significa solo che ne ho commessi" sentenziò calciandolo nello stomaco, non troppo distante dalla ferita aperta, col preciso intento di allontanarlo dal corpo. Scattò all'indietro rapidamente, sperando di evitare qualsiasi segno di rivolta dell'animale. Lo osservò con un interesse vivido, condito da appena una nota di disprezzo tuttavia verso sè stessa. Se c'era una cosa che odiava era proprio dover finire un lavoro, non le piaceva lasciare qualcosa incompleto preferiva liquidare ogni faccenda al primo colpo, non in più tempi. Il lupo, inoltre, sembrava troppo debole per poterla trasformare quindi le era assolutamente inutile. Sollevò la pistola nella sua direzione, puntandogliela dritta al cuore. Nulla di personale, solo non posso lasciarti vivo, pensò portando rapidamente l'indice al grilletto pronta a premerlo. Improvvisamente però le dita le tremarono visibilmente e i suoi occhi si fissarono rapidamente in quelli altrettanto chiari del lupo. "Merda!" mancava un'ora all'alba: erano iniziati gli squilibri psicologici ed emotivi. Respirò a fondo portando anche l'altra mano a stringersi attorno al calcio della pistola, sperando di poterla finalmente reggere meglio e quindi riuscire a sparare. L'arma traballava, colpire adesso non le avrebbe di certo garantito la mira perfetta a cui aspirava di solito e che normalmente raggiungeva, inoltre visto come ondeggiava c'era ben più di una possibilità che la pallottola si piantasse nel terreno o nel palazzo alle spalle del licantropo. Inoltre, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello del lupo ai suoi piedi e più lo fissava, più sentiva il desiderio di salvare la luce di quegli occhi chiari e permettergli di vivere. Quelli non erano pensieri da cacciatore! La mammoletta che era in lei doveva sempre mettersi in mezzo al momento sbagliato? Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo e ancora cazzo! Abbassò la pistola controvoglia, rimettendo la sicura ed infilandola poi nella borsa. Tutte le volte che usciva col chiaro intento di uccidere si portava sempre dietro il minimo indispensabile: una bottiglietta d'acqua santa, il libro degli esorcismi, un'agenda dove appuntare qualche anomalia o novità interessante, almeno un paio di pistole, un numero improponibile di munizioni, un coltello d'argento, un paletto di legno e un piccolo ma fornito kit di pronto soccorso. Aveva già dato le spalle al licantropo e mosso qualche passo verso casa, quando la consapevolezza di ciò che si portava appresso e il presentimento che l'altro sarebbe morto se non avesse fatto qualcosa la costrinsero a fare retromarcia. Tornò dai due corpi stesi a terra guardandoli a turno. Avrebbe anche dovuto dar fuoco al cadavere della ragazza, ma in quel momento non se la sentiva affatto. Sbuffò chinandosi di fronte al lupo, aprendo la borsa in modo tale da consentirgli di vedere il riflesso della luna sulla lama del coltello, un chiaro e tacito monito: fa delle sciocchezze e sei morto. Provare compassione per la creatura che lei stessa aveva cercato di uccidere era assurdo! Non si sarebbe mai abituata a quell'ora di confusione che precede le trasformazioni, MAI! "Stai fermo, voglio solo aiutarti" brontolò tirando fuori il kit di pronto soccorso infilando persino un paio di guanti per evitare di infettare il taglio che stava perdendo piuttosto sangue. Si stava odiando in quel momento, ma cercava di limitare il furore verso sè stessa ripetendosi che in fin dei conti quello era un cane, quindi dotato di un sentimento che lei ripugnava chiamato lealtà. Se adesso lei l'avesse salvato, magari la prossima volta che si fossero rivisti sarebbe riuscita a convincerlo a trasformarla, il che era davvero un bel vantaggio! Sospirò prendendo un paio di pinzette d'acciaio che infilò nello squarcio dopo averlo tastato delicatamente con una mano alla ricerca del proiettile. Con molta delicatezza lo estrasse dal fianco dell'animale, lasciandolo cadere a terra, poi si premurò di bloccare l'emorraggia e fasciarlo di modo che non si infettasse. Si tirò in piedi sfilandosi i guanti a cui diede fuoco con l'accendino e poi fece cadere lasciando che si consumassero sull'asfalto. "È la prima volta che salvo una delle mie prede, ritieniti fortunato per aver ricevuto questo trattamento di favore da me. Solitamente non sono tanto magnanima" asserì raccattando le proprie cose, muovendo infine qualche passo verso la ragazza stesa a terra. Sospirò chinandosi per accarezzarne il volto, chiudendole le palpebre. Per lei non c'era nessuna speranza fin dall'inizio, il colpo l'aveva raggiunta al cuore stroncando la sua vita in un battito d'ali. Si allontanò da lei mettendo via l'accendino. Normalmente non avrebbe esitato a carbonizzare il corpo, ma l'alba era ormai prossima e lei si sentiva sempre più incline ad opere di umana carità. Patetico! "Dalle la sepoltura che reputi più adeguata. Io qui ho finito. Ci vediamo, lupacchiotto" asserì allontanandosi mentre lo salutava con una mano e non lo degnava più di uno sguardo. Mancava circa un quarto d'ora alle sette del mattino quando si trasformò anche fisicamente in uomo, proprio sul portone di casa. Sospirò girando la chiave nella toppa. Adesso sua madre chi la sentiva?!?!

Edited by »Donnie - 3/4/2012, 22:58
 
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view post Posted on 21/11/2011, 00:22
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Quando vide quella ragazza scendere dalla scala ringhiò appena, troppo debole per muoversi, il respiro era affannato. Troppo debole per il momento, troppo debole per proteggere il suo branco, troppo debole per essere un bravo lupo. Strinse gli occhi guaendo forte per il calcio, tornando poi a ringhiare senza dare segno di volersi allontanare. Non abbandonava la piccola, non l'avrebbe mai abbandonata!
Ringhiò ancora per poi fissare i propri occhi sulla cacciatrice che gli stava puntando la pistola addosso, che sparasse pure, conosceva il suo odore, sarebbe stato meglio per tutti che lo uccidesse. Non era molto anziano ma avrebbe potuto benissimo ucciderla una volta che si fosse ripreso, era pur sempre un lupo cazzo!
Però quella pistola tremava, lei non riusciva a prendere la mira, meglio così, chiuse gli occhi respirando ancora velocemente, l'argento bruciava, bruciava da morire se non gli avessero tolto il proiettile sarebbe morto anche lui, stava morendo avvelenato.
Di nuovo qualcuno lo toccò e spalancò gli occhi, mostrando semplicemente i denti, troppo debole perfino per ringhiare come si doveva, uggiolando così piano che probabilmente non lo sentì quando gli tolse il proiettile, solo allora il fattore di guarigione si mise in moto, andando a curare la ferita, i suoi occhi si puntarono sulla cacciatrice in un tacito giuramento la prossima volta ti ucciderò che avrebbe portato a termine a tutti i costi, strappandole la vita come lei aveva fatto con la piccola.
La cacciatrice se ne andò ed appena sorse l'alba la metamorfosi seguì il ciclo inverso, riportandolo alle sue sembiaqnze umane, era anche peggio che trasformarsi in lupo... fu questione di attimi e si ritrovò nudo accanto al cadavere della ragazza, una coperta lo coprì mentre lui alzava lo sguardo. il dottore lo guardava preuccupato, forse gli chiese anche come stava ma lui gli gettò le braccia al collo, scoppiando poi a piangere... ricordava ogni minimo particolare di quegli ultimi momenti, soprattutto ricordava il lieve odore della cacciatrice che aveva ucciso la cucciola.
Due giorni dopo si tennero i funerali, la versione reale era che Evangeline Scottrain era stata aggredita da un pazzo maniaco mentre tornava a casa da una festa dove era stata con degli amici, la ragazza era morta con un proiettile d'argento conficcato proprio in mezzo al cuore, un colpo da maestro, un vero omicidio a sangue freddo, un rituale probabilmente. Solo altre quattro persone sapevano come era andata realmente, cosa era successo. Quella mattina aveva pianto per tanto tempo attaccato al collo del Doc che lo consolava... la verità era che si era sentito così inutile che non ricordava di avere mai provato un simile sentimento, mai in tutta la sua vita. Anche al funerale aveva gli occhi che si riempivano di lacrime, non riusciva a trattenerle... era colpa sua, solo colpa sua. Evie doveva badarla lui e non era riuscito a proteggerla.
"Va tutto bene, Alec."
Gli mormorò Doc all'orecchio mentre lui scuoteva la testa velocemente.
"non va bene proprio nulla... prometto che la troverò!"
Aveva appena fatto una promessa solenne, una di quelle che avrebbe rispettato per tutta la sua schifosissima vita. Quella puttana l'avrebbe pagata. Si avvicinò alla fossa facendo cadere una rosa bianca sul coperchio scuro della bara allontanandosi in fretta. Non lo sopportava... non poteva sopportarlo.

Era passata una settimana dalla morte della piccola, la vita scorreva come al solito anche se il dolore era palpabile, così intenso, soprattutto con Jack, l'altro cucciolo del branco. Avrebbe volentieri evitato la gita al giardino zoologico ma era obbligatoria e lui non poteva certamente perdere un altro anno, non questa volta.
Si era fermato davanti ai lupi con Jake, leggendo la spiegazione, quel giorno c'erano un mucchio di ragazzi, il posto era aperto alle scuole.
"Secondo te hanno le pulci?"
Alec sorrise sentendo le parole del moro, voltandosi ad occhieggiarlo divertito.
"paura che saltino tutte addosso a te? I lupi sono pieni di pulci e zecche, io mi controllerei se fossi in te."
Scherzò vedendosi fare una linguaccia.
 
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»Donnie
view post Posted on 21/11/2011, 01:55




Jordan3
La caccia era stata uno schifo. Se ne sentiva ancora l'odore addosso mentre apriva la porta di casa e si trovava davanti suo padre, in completo da lavoro, che lo fissava prima confuso e poi con severità. Nessuno di quegli sguardi carichi di ammonizione paterna assomigliava neanche vagamente a quello che gli aveva rivolto il lupo: quella silenziosa minaccia di morte che lo accompagnava come un'ombra dalla sera prima. "Dove sei stato?" la voce del genitore lo riscosse, facendogli riportare l'attenzione nuovamente verso il suo volto fiero e fermo. Robin sospirò. Tanto valeva togliersi il dente! "A caccia..." rispose abbassando nuovamente lo sguardo. La prevaricazione dell'istinto sulla ragione nelle notti di luna piena era una cosa che lo riempiva sempre di vergogna, ma adesso era soprattutto preda dei sensi di colpa. Rivedeva come in un flashback il cadavere della ragazzina, sembrava così piccola... molto più di lui, e soprattutto gli occhi di ghiaccio del suo compagno di branco. Si era fermato appena in tempo, se li avesse trovati prima adesso avrebbe avuto ben due licantropi sulla coscienza. Samael stava parlando, probabilmente era un breve rimprovero sulla fuga della scorsa notte, ma non lo stava ascoltando con la dovuta attenzione cosa che il padre sembrò comunque capire. Lo sentì sospirare ed ammorbidirsi. "Ne parleremo dopo allora... Robin stai bene?" chiese arcuando un sopracciglio. Nonostante fosse stato serio fino a quel momento era evidente che era anche preoccupato. Il figlio scosse lentamente la testa sorridendo, un sorriso triste ed incerto che si sarebbe presto afflosciato sotto anche il peso delle lacrime. Si sentiva così male per quello che aveva fatto! Superò di corsa la figura del demone inforcando le scale ed infilandosi nella propria camera, una volta appartenuta a MaryLi, chiudendosi la porta alle spalle mentre si gettava sul letto ed abbracciava il cuscino dando sfogo a tutto il suo risentimento.

Gli occhi del lupo lo fissavano nei suoi, vi si poteva leggere chiaramente l'aria di sfida come se volesse a sua volta incolparlo di ciò che per sette giorni l'aveva accompagnato come una seconda pelle: il senso di colpo per aver ucciso una ragazza innocente. I telegiornali avevano diramato la notizia della sua morte e del funerale ad ogni ora del giorno e della notte e proprio durante uno di questi era scoppiato raccontando tutto ai suoi genitori e ai nonni. Alcuni avevano cercato invano di consolarlo, persino Jhon sebbene si percepisse nella sua voce un vago sentore di orgoglio verso il nipote, cosa che lo fece stare ancora più male. Non voleva essere il cacciatore spavaldo e freddo che sognava, detestava uccidere delle vite si trovava molto più a suo agio con gli esorcismi! Inoltre, avrebbe voluto recarsi alla celebrazione per la morte della piccola, ma non era sicuro fosse una buona idea. Il suo odore probabilmente era stato fiutato e sicuramente il branco sarebbe stato presente, senza contare che la cerimonia era privata e non pubblica e avrebbe dovuto dare non poche spiegazioni ai genitori della ragazza. Riluttante, aveva lasciato passare i giorni crociolandosi nel dolore che provava. Non era la prima volta che uccideva in veste di donna, ma prima aveva sempre e solo eliminato esemplari adulti e che soprattutto aveva sorpreso in atti mostruosi... quel branco non stava facendo nulla di male e lui aveva aperto il fuoco. Sentiva avvicinarsi sempre di più la resa dei conti ed in un certo senso l'aspettava persino. Era giusto che tutto quello finisse con la sua morte, non avrebbe più fatto del male a nessuno e il suo demone interiore sarebbe sparito con lui. Questo era ciò a cui pensava mentre fissa gli occhi chiari del lupo imbalsamato dietro una teca di vetro. La sua classe, assieme a molte altre delle varie scuole della zona, era andata in visita in quello stupido museo per una ricerca di scienze e, appena gli era stato possibile, si era allontanato dai suoi compagni di classe per attardarsi nella sezione dedicata ai canidi. Aveva osservato ogni esemplare con sguardo vitreo fino a fermarsi davanti a quello che gli ricordava il suo futuro carneficie: il licantropo dal pelo grigio e gli occhi azzurri. Era così intento a leggere qualcosa nel suo sguardo sperando che ciò cancellasse almeno momentaneamente i suoi sensi di colpa che non si era nemmeno accorto di non essere solo. Altri due ragazzi erano interessati alla stessa razza animale e la commentavano stupidamente e senza alcun rispetto per l'utenza del museo. I loro toni di voce erano alti e, sebbene i due dovessero avere qualche anno più di lui, terribilmente puerili.

CITAZIONE
"Secondo te hanno le pulci?"
"paura che saltino tutte addosso a te? I lupi sono pieni di pulci e zecche, io mi controllerei se fossi in te."

Sbuffò sonoramente, stringendo a pugno le mani nelle tasche. Quei due non avevano la minima idea di quanto li stesse odiando in quel frangente. Vedeva le loro battute come una personale offesa al suo dolore e desiderava soltanto che sparissero e lo lasciassero da solo. "I lupi sono animali molto più puliti e rispettosi di quanto voi sarate mai" affermò senza però rivolgere loro lo sguardo. L'atteggiamento privo di considerazione con cui si erano rivolti agli animali impagliati meritava la stessa scarsa attenzione ed era ben deciso a rendergli pan per focaccia fino all'ultimo.

Edited by »Donnie - 1/2/2012, 01:01
 
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view post Posted on 21/11/2011, 18:43
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Sobbalzò sentendo quella voce, incontrando lo sguardo altrettanto stupito di Jack prima di riportare il suo sul ragazzo di cui nessuno dei due si era accorto. Jack strose un sopraciglio scuotendo la testa.
"Stavamo solo scherzando... nessuno ti ha mai insegnato a farti gli affaracci tuoi?"
Alec tossicchiò.
"jack, piantala."
Lo rimproverò. Quel ragazzino doveva essere un pò più piccolo di loro ma sembrava che avesse preso l'affronto sul personale ed era strano... insomma se non lo facevano loro che in fondo erano lupi perchè doveva reagire in quel modo un perfetto sconosciuto?
però non gli piaceva attaccare briga, non dopo quello che era successo. Riportò lo sguardo sull'amico bloccando un eventuale protesta, prima di voltarsi di nuovo verso il piccolino.
"Scusaci, siamo dei cretini. Sappiamo entrambi che i lupi sono degli animali del tutto rispettabili, questo è un europeo... è più piccolo degli altri, quelli che abbiamo qua sono più grandi."
E guardandolo bene poteva riconoscere qualche somiglianza con la sua forma nelle notti di luna piena, era solo un pò più piccolo, più piccolo come era stata Evie.. la sua piccolina. Ingoio a vuoto riportando lo sguardo sul ragazzino che lo aveva bloccato mentre scherzava con il suo amico quando l'odore lo colpì... così simile, così odiato.
Lo squadrò a lungo senza visualizzare alcuna somiglianza con la cacciatrice a causa di questo dolore ma era comunque imparentato con lei, probabilmente un fratello o un cugino.
"Comunque io sono Alec, tu? Visto che ci hai sgridati potrei almeno sapere il tuo nome?"
Domandò con fare tranquillo sebbene al suo interno ci fosse un terremoto di emozioni. Esaltazione per essere arrivato così vicino, paura di avere sbagliato persona, rabbia verso qualcuno di cui non conosceva nemmeno il nome ed infine altro terrificante dolore, dolore terribilmente forte che pensava sarebbe scoppiato nuovamente a piangere, senza una ragione precisa.
Aveva paura di commettere un errore ad avvicinarsi a quel ragazzino per una sua teoria e basta ed invece dall'altra parte era spinto a farlo perchè quell'odore era così orribilmente famigliare da fargli passare un brivido freddo lungo la spina dorsale e risvegliare la bestia racchiusa in lui prima del tempo.
La bestia chiamava sangue... sangue da versare in cambio di quello di un loro membro. Una vita chiama un altra vita, ecco l'unica legge che quella bestia che stava aprendo gli occhi prematuramente riconosceva e se quel ragazzo conosceva la puttana che aveva ucciso la cucciola valeva la pena avvicinarlo, sfruttarlo.
Jack fissò l'amico e poi il moccioso insolente, qualcosa non andava in Alec, poteva percepirlo, fiurarlo dal suo odore... sta a vedere che il piccoletto conosceva la cacciatrice che li aveva attaccati? Ma da viso del lupo non vide riflesso nulla se non un sorriso cordiale e leggermente imbarazzato.
Sbuffò... no probabilmente Alec aveva preso un colpo in testa e per qualche strana ragione era attratto dal coglioncello! Comunque non lo avrebbe lasciato solo, proprio no! Che il moccioso si mettesse in fila e prendesse il numerino, c'era prima lui a volersi infilare nei pantaloni dell'altro!
 
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»Donnie
view post Posted on 21/11/2011, 22:58




jordanTRS
Provare fastidio e soprattutto renderlo palese era una cosa che gli capitava di rado, ma ai commenti dei due ragazzi non era davvero riuscito a trattenersi. I sensi di colpa lo torturavano da giorni al punto che mangiava persino a stento, aveva già perso almeno due kg e nessuno in famiglia ne era contento. L'uccisione della ragazzina l'aveva scosso fin troppo; non era normale per un cacciatore sentirsi tanto in pena per la morte di un licantropo. Erano creature pericolose dominate dagli istinti e dall'influenza del disco d'argento... proprio come lui. In fin dei conti qual'era la differenza fra loro? Bastava che la luna si mostrasse nella sua interezza per mandarli giù di testa, facendogli perdere ogni tipo di controllo su loro stessi generando un mostro. Era così che si sentiva. Nulla più, nulla meno. Un essere più abietto e meschino di quello a cui aveva tolto la vita una settimana prima.

CITAZIONE
"Stavamo solo scherzando... nessuno ti ha mai insegnato a farti gli affaracci tuoi?"

Sorrise beffardo, continuando a non degnarli di una sola occhiata. "No e a te nessuno ha insegnato il senso della misura? Non mi sembra, altrimenti avresti già capito che sei pregato di tenere la bocca chiusa evitandole di dar corpo a pensieri degni di un bambino di tre anni" asserì tagliente sempre perso nelle profondità degli occhi di ghiaccio dell'animale imbalsamato. La voce dell'altro ragazzo gli arrivò dapprima attutita alle orecchie, poi si fece più stentorea e chiara.

CITAZIONE
"Scusaci, siamo dei cretini. Sappiamo entrambi che i lupi sono degli animali del tutto rispettabili, questo è un europeo... è più piccolo degli altri, quelli che abbiamo qua sono più grandi."

Si voltò verso il giovane studiandolo con curiosità. Cazzo! Un tale figo non se lo aspettava! Non era la classica bellezza scultorea ammirata anche da lontano grazie all'utilizzo di un apposito cannocchiale, era più il tipo di ragazzo discreto ma affascinante che l'aveva sempre conquistato. Era un vero peccato, quindi, che prima di quell'interessante sfoggio di cultura si fosse profuso in commenti degni di comparire nelle frasi ad effetto di un qualsiasi dizionario per idioti. Gli sorrise, una smorfia che lasciava intendere che ne sapeva altrettanto sull'argomento, forse persino di più ma che comunque apprezzava e lodava il suo intervento. "Sembri saperne molto sui lupi" disse infatti, visibilmente incuriosito. "Anche se non credo tu sappia tutto al riguardo" riprese allusivo sorridendo, scoprendo una fila di denti bianchi e splendendi. Dubitava che quei due fossero al corrente di quali altre specie di canidi fossero presenti sul territorio americano, ma lui di certo non si sarebbe preso la briga di informarli... certe conoscenze non erano di certo una manna! Lui lo sapeva fin troppo bene. Si sentì tuttavia osservato a lungo, come se mettesse in discussione le sue parole, prima che si presentasse.

CITAZIONE
"Comunque io sono Alec, tu? Visto che ci hai sgridati potrei almeno sapere il tuo nome?"

Lo guardò un momento prima di ridacchiare divertito. "Bell'approccio per rimorchiare" asserì continuando a scherzare. Il suo umore si era di poco alleggerito, più per evitare che degli sconosciuti facessero domande inopportune al riguardo che per un vero e proprio miglioramento. "Sono Robin, comunque... o forse dovrei dire terzo incomodo visto le occhiate d'odio che il tuo amico mi sta lanciando" affermò sicuro indicando con la testa l'altro ragazzo, quello con cui si era già accapigliato. Alec, invece, sembrava stranamente in imbarazzo... come se si vergognasse ad esser stato rimproverato da un moccioso a causa di qualche battuta decisamente infantile. C'era qualcosa in lui, però, che attirava Robin come una calamità. Probabilmente erano gli occhi, più profondi e vividi di quelli dell'animale impagliato... molto più simili a quelli del... "Rob! Ti vuoi muovere? Stiamo andando tutti a mangiare al Mac qua di fronte!" Alle spalle del suo interlocutore era comparso un ragazzino castano dall'espressione insolente. Erik, uno dei suoi migliori amici... nonchè suo ex. "Arrivo, voi intanto avviatevi mica mi perdo!" rispose agitando la mano, avvalorando con quel gesto le sue parole. L'altro alzò gli occhi al cielo borbottando qualcosa sul fatto che doveva smetterla di provarci con qualsiasi ragazzo incontrasse ed inforcò le scale raggiungendo gli altri.
 
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view post Posted on 21/11/2011, 23:42
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Bloccò jack prima che si fiondasse di nuovo sul ragazzo con un altra frecciatina poco carina con un occhiataccia, tornando poi a squadrare quello che aveva appena puntato come preda. Se aveva addosso quell'odore conosceva probabilmente la cacciatrice che stava cercando. Come un lupo teneva gli occhi incollati sul ragazzino... carino, molto carino. Aveva un visetto adorabile e sembrava tranquillo nonostante il battibecco appena avuto.
Quando gli disse che probabilmente non sapeva tutto sui lupi si lasciò scappare una mezza risata.
"Scusa ma penso che io ne sappia abbastanza."
Asserì sorridendo a sua volta in maniera enigmatica.
"Diciamo che sono un appasionato... ecco."
Scherzò sentendo sbuffare Jack continuando ad osservare il ragazzino. Ne conosceva fin troppo per i suoi gusti, lui stesso era un lupo, ne portava uno all'interno e conosceva bene la specie più grande e pericolosa di canide sparsa per il pianeta, ne era un quasi fiero rappresentante.
Tuttavia non potè fare a meno di arrossire quando gli fece notare che sembrava una frase da rimorchio.
"Eh? Ah... io non stavo cercando di rimorchiarti..."
Balbettò in imbarazzo sentendo quel bastardo di Jack ridacchiare ed annuire mentre gli avvolgeva le spalle con un braccio dopo la presentazione del piccolo.
"Proprio così, quindi levati dalle palle e vai con i tuoi amichetti che noi torniamo a pomiciare in pace!"
Si sarebbe sotterrato! In quel momento provò l'impellente desiderio che la terra si squarciasse e lo inghiottisse, sentendosi arrossire anche di più.
"Piantala, idiota!"
Mugugnò liberandosi del braccio. Scosse poi la testa vedendo l'amico sorridere divertito, adorava metterlo in imbarazzo! Tossicchiò scuotendo di nuovo la testa.
"Non stiamo insieme, non ascoltare questo idiota... comunque. Ti interessano i lupi? Strano che un pettirosso si interessi di un carnivoro simile."
Scherzò cercando di evitare altre scene imbarazzanti e poco gradite.
Se davvero quel Robin conosceva la ragazza che stava cercando probabilmente anche lui era un cacciatore ma aveva un odore particolare, c'era qualcosa che lo disturbava incredibilmente lo aveva avvertito soprattutto quando era vicino ad un covo di demoni, zolfo mischiato a qualcosa di più piacevole ed assuefacente... si aveva un odore che gli piaceva sebbene gli ricordasse quella là. E poi era carino e lui non ci stava provando proprio per niente. Chissà perchè tutti pensavano che ci provasse quando cercava di iniziare un discorso con qualcuno, forse perchè di solito non era un gran chiaccherone come gli faceva notare sempre Doc. Riportò la sua attenzione sul lupo impagliato, studiandolo ancora... si, si assomigliavano fin troppo. Si chiese se anche quell'esemplare avesse avuto gli occhi azzurri quando era in vita proprio come lui.
 
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»Donnie
view post Posted on 22/11/2011, 00:51




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Lo sentì ridere quando lo ammonì circa le sue conoscenze in materia.

CITAZIONE
"Scusa ma penso che io ne sappia abbastanza. Diciamo che sono un appasionato... ecco."

Sorrise cordiale, attento a non lasciar trapelare troppo i suoi pensieri. Alla fine gli stava dando prova di essere uno dei soliti montati che si intestardivano su un argomento e pretendevano di conoscerne ogni dettaglio, compresi quelli noti solo ai cacciatori e alle creature delle tenebre. "Sembri davvero molto sicuro di te, probabilmente dovrei chiamarti nel caso me ne trovassi uno davanti. Chissà che tu non sappia anche come allontanarlo senza fargli del male" il suo volto era calmo, pacifico e solare ma dentro stava morendo. Quel ragazzo non gli sarebbe servito a niente davanti ad un licantropo: non ci sarebbe stato modo per lui di fermare la bestia. Forse avrebbe avuto più fortuna col lupo mannaro. Bloccò sul nascere una risata amara a quel pensiero. Probabilmente Alec considerava proprio loro come i predatori più feroci esistenti, come si vedeva che non l'aveva mai incontrato quando si ritrovava appartenente alla categoria "portatrici sane di patata nel mondo". Almeno quella troia aveva il buon senso di usare il preservativo! Una piccola accortezza che lo tranquillizzava un minimo. Si riscosse dai suoi pensieri solo per scherzare ancora con Alec, vedendolo arrossire e sentendolo balbettare subito dopo. Ma che cosa carina! Era bastato orientare appena l'argomento su "frasi d'abbordaggio di recente fattura, ma fallimentari" che quello si era subito imbarazzato. Con uno così ci sarebbe andato a nozze! Peccato che l'altro pensò bene di interromperli, suggerendogli di andare a giocare da un'altra parte e lasciargli in pace. A giudicare da come Alec stava cercando di toglierselo di dosso, però, quell'infatuazione era sicuramente a senso unico. Sorrise divertito scuotendo la testa. "Sai, penso che anche se me ne andassi le cose per te non cambierebbero molto... da quant'è che vivi con una belva perennemente insoddisfatta nei pantaloni?" chiese rivolto allo sconosciuto riportando poi la sua attenzione sull'altro che, ad un primo acchito, sembrava persino più anziano del suo amico. "Tu invece sei adorabile!" trillò ridacchiando divertito. In quel momento, però, arrivo Erik ma riuscì a liquidarlo abbastanza in fretta. Ecco un altro che non si arrendeva davanti a un "no". Dopo che la loro breve storia aveva raggiunto il capolinea, si era fatto in quattro per fargli cambiare idea senza ottenere alcun risultato e ora si limitava a riservare occhiate acide e battute al vetriolo verso chiunque a cui Robin mostrasse un accenno di interesse.

CITAZIONE
"Non stiamo insieme, non ascoltare questo idiota... comunque. Ti interessano i lupi? Strano che un pettirosso si interessi di un carnivoro simile."

Tornò a concentrare la sua attenzione su Alec, fissandolo negli occhi senza ostilità. "È interessante vedere come ti dia pena per rassicurarmi sul fatto di non stare con lui per essere uno che non ci stava provando" disse trovando tuttavia ancora più divertente la sua ultima affermazione. "Pettirosso? Questa non me l'avevano mai affibiata" confessò scuotendo la testa. Fra tutti gli animali esistenti aveva scelto proprio quello meno adatto a descriverlo. Spostò ancora una volta lo sguardo sul lupo impagliato, infine lo volse nuovamente ad Alec. "Diciamo che sono un appassionato" replicò con un sorrisetto sardonico che mal si sposava col suo umore nero. Aveva ucciso una ragazza poco più che bambina e adesso ci scherzava velatamente sopra solo per evitare domande invadenti. Si sentiva veramente un mostro, la feccia della feccia. "Comunque trovo che siano perseguitati ingiustamente, i lupi intendo..." disse ancora spostando subitaneamente lo sguardo, seguendo l'esempio di Alec. Ciò che aveva appena detto era probabilmente la più grande eresia detta da un cacciatore. Uno come lui non poteva giustificare certe creature col movente de " la catena alimentare, amico" eppure lui lo stava facendo... dopotutto lui aveva ucciso per puro sadismo personale, ma se Evangeline l'aveva fatto il suo gesto era stato motivato da puro impulso... da semplice istinto. Se suo nonno avesse saputo che non biasimava certe creature come minimo l'avrebbe appeso al muro o rinchiuso nella panic room!

Edited by »Donnie - 22/11/2011, 16:49
 
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view post Posted on 22/11/2011, 13:09
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Sorrise ancora di più a quelle parole.
"Dubito che riuscirei a fare qualcosa."
Perchè molto probabilmente se il ragazzo si fosse trovato davanti un lupo quasi sicuramente sarebbe stato proprio lui, come avrebbe fatto a fermare se stesso? in quei momenti era proprio una bestia, una bestia che soddisfava i propri bisogni e la cui sola legge era quella del branco... il branco...Evie...
Per fortuna la sua attenzione fu ricapultata sui ragazzi, facendolo morire di vergogna soprattutto quando gli disse che era adorabile! Abbassò lo sguardo tossicchiando, voltando il viso verso Jack che almeno questa volta non era caduto nella provocazione. L'amico sembrava condividere in pieno l'osservazione su di lui.. lui non era adorabile! Era solo in imbarazzo.
Balbettò qualcosa a voce bassa sentendo Jack scoppiare a ridere.
"Purtroppo non lo becco mai quando è disponibile altrimenti non sarei così frustrato!"
Questa volta però si beccò una gomitata nello stomaco che lo fece mugugnare di dolore.
Scosse la testa di nuovo alle sue parole, stavolta sorridendo.
"Meglio mettere in chiaro le cose anche se non ci sto davvero provando e poi... tu ti chiami pettirosso o sbaglio?"
In fin dei conti era per quello che lo aveva chiamato in quel modo, solo che poi toccò un tasto doloroso. Vide anche Jack smettere di sorridere studiando il ragazzino mentre lui continuava a guardare il lupo.
"Si... è colpa dei cacciatori. I lupi alla fin fine seguono il loro istinti, cacciano le prede solo per fame, non uccidono per divertimento... loro vivono liberi e tali vogliono restare, esiste solo il branco per loro ed i cacciatori li ammazzano perchè li reputano pericolosi! Ma per chi? Loro non hanno colpa se l'istinto è più forte, se non riescono a controllarlo perchè alla fin fine sono bestie, non possono farci nulla ma quando perdono un membro del branco il dolore è di tutti. Si sentono impotenti ed allora si che diventano pericolosi! Non prima! Prima vivono semplicemente le loro esistenze... che altro dovrebbero fare? I cacciatori sono peggio, sono molto peggio!"
Non si era nemmeno reso conto di stare parlando fin troppo, se quel moccioso fosse stato un vero cacciatore probabilmente avrebbe intuito che lui ne sapeva davvero troppo sui lupi. Ma non era riuscito a trattenersi, non ce l'aveva proprio fatta. Il solo argomento lo faceva infuriare, lo rendeva elettrico e nervoso, aveva fatto uccidere Evie, era stata solamente colpa sua per non essere riuscito ad avvertire il pericolo in tempo. Era lui la causa della sua morte e non aveva mentito quando aveva detto che il dolore era di tutti perchè ogni singolo membro del suo branco soffriva la perdita, ognuno di loro si sentiva colpevole, lui più di tutti.
Si voltò sorridendo appena a Robin.
"Non dovresti andare dai tuoi amici?"
Chiese senza dare una precisa intonazione alla voce, quello era un brutto momento e se ne stava finalmente rendendo conto, aveva mostrato troppo le sue carte, le aveva posate sul tavolo come in una brutta mano di poker.
 
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»Donnie
view post Posted on 22/11/2011, 17:43




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Buffo come da un'iniziale irritazione quell'incontro coi due ragazzi si fosse trasformato in un divertente diversivo per il suo animo distrutto. In quei sette giorni era stato talmente occupato a farsi lacerare dai sensi di colpa, senza accorgersi che il rimedio adatto a tirare un momentano sospiro di sollievo era proprio lasciarsi andare a delle battute casuali con qualcuno. Forse avrebbe dovuto ringraziarli, sì tutti e due! compreso il frustrato sessuale senza un minimo di fortuna, anche se non avrebbero capito il motivo di tanta riconoscenza e lui non avrebbe fatto nulla per spiegargliela, d'altronde si era già sbilanciato troppo sebbene fosse convinto che non avessero davvero inteso la sua natura, nè quella reale nè quella di convenienza. Infatti, Alec ci tenne subito a precisare che in un ipotetico incontro ravvicinato con un lupo -anche se Robin si era riferito implicitamente ad un parente del fiero animale- non avrebbe potuto fare molto. Sorrise annuendo appena una sola volta. "Naturale" commentò lievemente senza alcuna intenzione di proseguire il discorso in quella direzione. Cosa in cui fu aiutato prima dalla cotta, non solo non ricambiata ma persino non capita, di Jack, almeno così credeva si chiamasse visto che era in quel modo che l'altro l'aveva appellato, e poi da Erik passato a ricordargli che lo gradiva di sotto e non a parlare con altri uomini.

CITAZIONE
"Purtroppo non lo becco mai quando è disponibile altrimenti non sarei così frustrato!"

Rise ancora incentivato anche dalla reazione di Alec. Certo che era davvero carino... inoltre non sembrava nemmeno stupido e questi erano due requisiti fondamentali per una storia seria... ma alla fine era quello che voleva? Una relazione? Tutti i suoi precedenti tentativi di imbastirne una erano andati a puttane a causa della sua doppia natura e alla fine aveva deciso di lasciar perdere concentrandosi solo sul sesso, c'era qualcosa però in quel ragazzo appena conosciuto che gli faceva presumere che non fosse disposto ad accettare un certo tipo di compromesso... e poi che razza di pensieri faceva? Lo conosceva da sì e no una decina di minuti!

CITAZIONE
"Meglio mettere in chiaro le cose anche se non ci sto davvero provando e poi... tu ti chiami pettirosso o sbaglio?"

Era divertente vederlo negare con tanta insistenza, lo convinceva solo del contrario. Sorrise scuotendo la testa. "Non che la cosa mi darebbe poi così tanto fastidio" confessò ammiccando lievemente, ma la sua espressione diventò ancora più maliziosa e ambigua un secondo dopo. "Solo perchè mi chiamo così, non significa che lo sia realmente... no, direi che come definizione non mi calza affatto" asserì subito dopo con una sorta di leggerezza nella voce. Malgrado tutto, però, il suo animo si rabbuiò ancora. No, quell'appellativo non si sarebbe potuto rivolgere a lui nemmeno con un po' di fantasia. Di riflesso spostò il suo sguardo sul lupo impagliato addossandosi ancora una volta la colpa dell'uccisione della piccola senza tuttavia rivelarne indizi nelle sue parole. La reazione di Alec però lo stupì. Si stava accalorando fin troppo per essere solo un appassionato.

CITAZIONE
"Si... è colpa dei cacciatori. I lupi alla fin fine seguono il loro istinti, cacciano le prede solo per fame, non uccidono per divertimento... loro vivono liberi e tali vogliono restare, esiste solo il branco per loro ed i cacciatori li ammazzano perchè li reputano pericolosi! Ma per chi? Loro non hanno colpa se l'istinto è più forte, se non riescono a controllarlo perchè alla fin fine sono bestie, non possono farci nulla ma quando perdono un membro del branco il dolore è di tutti. Si sentono impotenti ed allora si che diventano pericolosi! Non prima! Prima vivono semplicemente le loro esistenze... che altro dovrebbero fare? I cacciatori sono peggio, sono molto peggio!"

Lo guardò un momento in silenzio. I suoi occhi erano calmi e riflessivi, dentro stava urlando. Non. Poteva. Essere. Possibile. Aveva riportato l'attenzione su di lui lentamente, in un gesti riassociabile a quelli compiuti dagli automi, ma nonostante tutta la sua apparenza fredda e misurata si sentiva animato da un fuoco di paura ed incredulità. Fissò le proprie iridi in quele di Alec ed ancora tornò quel presentimento, quella somiglianza che aveva già considerato ma che ora si dimostrava reale. Lui era il licantropo a cui aveva salvato la vita durante l'ultimo plenilunio. "Penso di averti sottovalutato... ne sai molto di più di quanto pensassi" mormorò infine, abbassando lo sguardo. Non era sicuro l'avesse sentito, ma le sue orecchie erano state raggiunto dal suo invito ad andarsene. Rialzò gli occhi su di lui, sondando il suo viso: sorrideva, ma in un qualche modo era chiaro fosse solo una maschera. "Sì... penso sia meglio. Vi ho fatto perdere già abbastanza tempo" disse sorridendo a sua volta, sorpassandoli ed avviandosi giù per le scale. "Ci vediamo!" gridò agitando una mano in segno di saluto, senza tuttavia voltarsi. Quella non era la fine che aveva previsto per quell'incontro che inizialmente si era dimostrato un aiuto psicologico, ma che aveva finito con l'abbatterlo ancora di più.

Edited by »Donnie - 22/11/2011, 19:21
 
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view post Posted on 22/11/2011, 18:22
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Aveva parlato senza pensare, aveva dato sfogo al suo dolore e quando aveva incrociato di nuovo le iridi del ragazzo aveva capito... Lui sapeva tutto. Ecco a cosa si riferiva prima.
"Si... mi hai sottovalutato."
Asserì senza dare voce alle altre mille domande che gli si affolavano nella testa, aveva voglia di bloccarlo al muro e chiedergli perchè si sentisse così male se era davvero un cacciatore perchè lo aveva sentito, aveva sentito la tristezza nel suo odore, si sentiva male.
Lo puntò mentre se ne andava mentre Jack incrociava le braccia al petto.
"mi sono perso qualche passo, potresti spiegarmi?"
Gli domandò con voce ferma mentre riportava lo sguardo su Alec che non aveva smesso di fissare Robin fino a che non fu scomparso, riportando le iridi azzurre sull'amico.
"Ha quasi lo stesso odore... deve conoscere la cacciatrice e credo che anche lui sia un cacciatore."
Spiegò vedendo l'altro annuire ma prima che l'altro potesse dire o fare qualcosa si ritrovò a scendere le scale di corsa, bloccando Robin per un braccio.
"Sei un cacciatore vero?"
Domandò di getto tenendo gli occhi nei suoi, non era scemo e sperava che anche l'altro non facesse la solita scenetta del non so di cosa parli, secondo me sei fuori.
"era a quello che alludevi quando mi hai beccato sui lupi e sulle mie conoscenze e stai male per la morte di Evangeline!"
Erano tutte sue congetture del momento ma ne era quasi sicuro, anzi totalmente sicuro. Il suo modo di fare era strano, tutto in lui era strano, perfino le occhiate che gli aveva lanciato. Si potevano nascondere i sentimenti i molti modi ma due erano i veri specchi dell'anima: gli occhi e l'odore. ogni sentimento forte, ogni senzazione forte veniva espressa dal fisico sotto forma di un odore diverso, quello della tristezza, come quello della paura avevano un sentore acidulo, non era cattivo ma era fastidioso e quel ragazzo sapeva di entrambi fin troppo per i suoi gusti.
Lasciò solo in quel momento il suo braccio accorgendosi in quel momento di sembrare davvero fuori di testa, mordendosi il labbro a disagio.
"Scusa... ho appena perso un amica e sono un pò fuori, non ci fare caso, ok? Non... non volevo aggredirti in questa maniera."
Mormorò abbassando lo sguardo.
Erano sue paranoie... Da quando Evie era morta vedeva cacciatori daperttutto, vedeva quella cacciatrice soprattutto, nei suoi incubi. Gli occhi azzurri, il calcio nello stomaco, tutto si ripeteva nelle sue visioni oniriche come una pellicola mal riuscita.
Si passò una mano fra i capelli, doveva calmarsi, doveva stare tranquillo.
"Scusa.. ci.. ci vediamo."
Sussurrò girando le spalle ed allontanandosi.

Edited by Frank The Bunny - 22/11/2011, 21:18
 
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»Donnie
view post Posted on 22/11/2011, 20:05




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La testa gli girava da morire. Si era sentito così nauseato solo alla festa di compleanno di Laureen, una cheerleader con cui era uscito per un po' di tempo prima di capire che la patata non faceva per lui. Quella sera aveva bevuto tanto da perdere completamente la ragione, era finito a letto col padre della sua ragazza e quando erano stati beccati aveva vomitato sulle lenzuola sporche di quell'odore penetrante e maschile che tanto gli piaceva, ma che in quel momento gli dava solo alla testa. Come allora, anche adesso non desiderava altro che andarsene, fuggire il più lontano da lì e rompere i contatti con quei due giovani. Specialmente dopo che Alec, quello su cui aveva già puntato gli occhi, gli aveva in pratica confermato la sua natura di licantropo. Era troppo... doveva andarsene. Inforcò le scale lentamente, ma appena fu sicuro di non essere più visto cominciò a correre col cuore che gli batteva all'impazzata nel petto. Sentiva un groppo alla gola spingere per risalire e sfogarsi, ma testardamente si sforzava di ricacciarlo giù, di mantenersi forte... ma come poteva farlo adesso che aveva conosciuto il lupo della sera precedente? Aspettarsi che riuscisse a calmarsi, era pura e semplice utopia. Voleva solo andarsene dal museo, riempirsi delle chiacchiere vuote e scontate dei suoi compagni di classe mentre sorseggiava una coca cola e si gustava un maxi cheeseburger al McDonald's. Aveva appena messo un piede sull'ultimo scalino quando una mano lo bloccò per un braccio, costringendolo a fermarsi per evitare di finire lungo disteso per terra. Mentre correva a perdifiato gli era parso di sentire altri passi, ma aveva pensato fosse un'allucinazione oppure l'eco del suo cuore impazzito che rimbalzava contro le pareti. Si voltò verso chi aveva arrestato la sua fuga, pur immaginando ci potesse essere. Ancora una volta i suoi occhi si specchiarono in quelli del lupo che gli aveva giurato vendetta con un solo sguardo.

CITAZIONE
"Sei un cacciatore vero?"

Lo fissò negli occhi con un cipiglio sicuro che neppure sapeva come facesse a mostrare in quella situazione. Probabilmente gli insegnamenti di nonno Jhon su come dovesse essere un cacciatore avevano fatto presa anche su di lui e non solo sulla sua psiche malata. Sgombrò la mente da qualsiasi pensiero, recuperando quel tanto di freddezza ed impassibilità necessarie a calmare i tormenti del suo animo. "E tu sei un licantropo" nessuna inflessione interrogativa, niente che catalogasse quella sua frase come una domanda. Era un'affermazione. Non c'era più motivo di fingere da ambo le parti, l'avevano fatto fin troppo.

CITAZIONE
"era a quello che alludevi quando mi hai beccato sui lupi e sulle mie conoscenze e stai male per la morte di Evangeline!"

Un sorriso amaro gli sfuggì dalle labbra. Alludeva a molto di più, ma non era sicuro che Alec l'avesse capito. "Sai che dovrei ucciderti, vero?" domandò secco senza smettere di sorridere. "È la mia natura, come la tua è quella di rimanere vittima dell'istinto ad ogni plenilunio... però io posso ancora controllarmi" Non c'era dubbio che l'altro avrebbe inteso tutto come un riferimento alla sua presunta natura umana, ma non era esattamente ciò di cui Robin stava parlando. "Non voglio ucciderti" riprese fissandolo negli occhi, addolcendo lo sguardo. Era sincero Sebbene sapesse che presto o tardi si sarebbero reincontrati nelle loro forme alterate e sarebbe stata guerra, lui voleva salvarlo... salvaro da quel demone che già gli aveva ucciso l'amica di cui aveva appena rivelato il nome. Lo sentì scusarsi imbarazzato, distogliendo lo sguardo... probabilmente non l'aveva riconosciuto e quello, almeno per il momento, era un punto a suo vantaggio sebbene non fosse certo di esserne contento. Una parte di lui voleva essere uccisa, voleva aiutare Alec nella sua vendetta a qualsiasi prezzo... soprattutto se per lui rappresentava un traguardo allettante: la fine del senso di colpa, la giusta redenzione per quel peccato che non lo faceva dormire nè mangiare decentemente. Rimase in silenzio un momento, soppesando dentro di sè le parole, cercando quelle più adatte. Tutte le sue congetture però se ne andarono a fanculo quando l'altro ragazzo girò sui tacchi, salutandolo ed allontanandosi di nuovo. Non poteva lasciarlo andare così! C'era qualcosa in lui che si opponeva con forza a quella fine. Se gli avesse permesso di scomparire a quel modo non ci sarebbe stato modo per salvarlo quando si sarebbero reincontrati, nè per salvare quella parte di sè stesso che ancora voleva vivere. "Fermo!" gridò afferrandogli a sua volta il braccio, tirandolo per far sì che si girasse a guardarlo. Salì i pochi gradini che li separavano, trovandosi di fronte a lui... i petti che combaciavano quasi perfettamente visto che Robin era più alto di lui di una buona decina di centimetri. "Durante il prossimo plenilunio se senti un odore simile al mio, scappa... soprattutto se sei solo. Fuggi, non seguire il profumo e tieni sempre gli occhi aperti" Lo abbracciò d'istinto, reclinando il capo esponendogli il collo. "Annusami. Imprimiti a fuoco il profumo del mio sangue nel cervello e appena ti sembra di percepirlo nell'aria scappa. Per favore" Quello non era l'atteggiamento di un cacciatore. Lo sapeva, lo sapeva bene... se suo nonno l'avesse visto in quel momento l'avrebbe ammazzato prima che potesse farlo Alec o un altro del suo branco, ma non poteva fare a meno di salvare la vita a quel licantropo ancora una volta. Strinse le mani attorno alla sua maglietta per evitare di cadere, sperando che gli obbedisse e che si riempisse le narici della più grande traccia che fosse in grado di dargli senza esporsi direttamente. "Ti prego..." mormorò ancora sentendo nuovamente i sensi di colpa invaderlo e attanagliargli le viscere. Se non fossero stati Jhon o Alec a finirlo, quell'onore sarebbe spettato al rimorso... in quel momento stava solo scegliendo di quale morte fosse meglio morire.
 
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view post Posted on 22/11/2011, 21:17
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Aveva pensato che gli dicesse qualcosa di diverso, che cercasse di negare l'evidenza invece aveva scoperto le carte a sua volta, dicendogli chiaramente che avrebbe dovuto ucciderlo, non se lo aspettava per questo spalancò gli occhi ma poi l'altro lo sorprese di nuovo dicendogli che non voleva ucciderlo... che casino!
"Però è vero... tu dovresti farmi fuori, c'è poco da dire."
mormorò prima di cercare di allontanarsi da lui, venendo fermato subito dopo.
Si girò cercando di evitare di cadergli addosso visto che lo aveva tirato, osservandolo perplesso e senza capire, arrossendo addirittura ora che era così vicino.
"Tu la conosci allora! Tu conosci quella che ha ucciso Evie!"
Affermò osservandolo e scacciando l'imbarazzo.. almeno prima che l'altro se lo tirasse addosso in quel modo, posò istintivamente le mani sul suo petto percependo i muscoli tesi sotto la stoffa prima di posare il naso sul suo collo annusandolo.
Non si era sbagliato, l'odore era così simile, così maledettamente simile che gli veniva da piangere ancora. Strusciò il viso sopra la sua pelle lasciando che l'istinto lo guidasse mentre la lingua scivolava leggermente fuori dalle labbra, assaporando il gusto della pelle. Non c'era nulla di malizioso in quello che stava facendo, semplicemente cercava di immaganizzare più informazioni possibili per lui odore e gusto andavano di pari passo. Non si poteva conoscere bene l'odore della preda se non l'assaggiavi, gli odori erano importanti ma così otteneva più informazioni. Si staccò qualche secondo dopo riportando gli occhi in quelli di Robin, i suoi avevano ben poco di umano in quel momento, non che cambiassero molto. Il colore rimaneva quello del cielo più limpido esistente ma era la luce che li animava ad essere diversa, quella non aveva nulla del ragazzo timido ed insicuro che gli altri conoscevano, quelli erano quelli del predatore che si muoveva nelle notti di luna piena e senza ombra di dubbio pericoloso sebbene giovane.
"Alec!"
La voce di Jack gli fece alzare il viso all'inizio delle scale, gli occhi scuri dell'amico erano fissi sulla scena e si erano induriti, non capiva bene che cosa stesse succedendo ma la cosa non gli piaceva per nulla.
Girò di nuovo il viso verso Robin, staccando le mani dal suo petto, riprendendo del tutto la sua vera essenza.
"Grazie."
Sussurrò tenendo gli occhi nei suoi. Era logico che non si sarebbe tenuto lontano ma non glielo doveva dire per forza.
Si girò staccandosi da lui prima di fermarsi di nuovo e rigirandosi.
"Robin... non è colpa tua. Non so perchè stai così male ma non sei stato tu a premere quel grilletto, non fartene una colpa. Sono stato io che non sono riuscito a proteggerla, era compito mio ma ero esagitato quella notte, avevo percepito qualcosa di strano ma non mi sono presa la briga di avvertire la cucciola. Tu non centri nulla, smettila di martoriarti, ok?"
Stava cercando di rassicurare il cacciatore? Si, era stupido ma si. Quel ragazzo si stava facendo male per qualcosa che non aveva commesso e non capiva il perchè, doveva smetterla però, non aveva senso.
Jack assottigliò gli occhi sbuffando e scendendo di un gradino, prendendo il biondo per il colletto della giacca, tirandolo in su. Fulminò l'altro con uno sguardo minaccioso, sapeva che quello era un tasto dolente per Alec e soprattutto non gli gustava per nulla la scena a cui aveva appena assistito.
"Stai lontano da lui, cacciatore."
Gli sibilò spingendo Alec su per le scale... ora che cavolo stava succedendo? Avrebbe dovuto a riferire a Doc che il biondo aveva annusato un cacciatore mettendo in pericolo l'intero branco? Fantastico! Immaginava quanto il capo branco sarebbe stato felice della cosa!

Edited by Frank The Bunny - 22/11/2011, 22:05
 
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»Donnie
view post Posted on 22/11/2011, 23:32




CITAZIONE
"Però è vero... tu dovresti farmi fuori, c'è poco da dire."

Un nuovo mesto sorriso gli increspò le labbra. Non c'era bisogno che glielo ricordasse anche lui, lo sapeva benissimo... le parole di suo nonno gli rimbalzavano continuamente in testa come un mantra. Gli era stato insegnato ad essere freddo e spietato, a non concedere mai la grazia con troppa leggerezza e lui lo stava facendo senza pensarci su due volte. Sapeva che Alec aveva già ucciso e lo avrebbe fatto ancora... il giorno seguente il plenilunio i telegiornali avevano parlato anche della morte di un uomo nel bagno di un pub non distante da dove aveva ucciso Evangeline... ovviamente non era sicuro che fosse stato proprio lui, ma non c'erano dubbio sul fatto che il responsabile fosse un licantropo, ma questo bastava ad escluderlo dai destinati al purgatorio, inteso come salvezza da Jhon Winchester. Sospirò sentendo il ragazzo riferirsi alla sua controparte femminile... non solo non stava uccidendo un lupo mannaro, ma aveva persino l'intenzione di metterlo sulle sue tracce. "Devi stare attento a lei... non è come me, non conosce la pietà" disse prima di abbracciarlo, offrendogli il collo e pregandolo di stamparsi bene nella memoria il suo odore, lo stesso della cacciatrice che Alec stava cercando sebbene quest'ultimo fosse all'oscuro della doppia identità del ragazzino a cui stava tastando i muscoli. Era già la seconda volta che tentava di salvare la vita allo stesso licantropo... ma questa volta non avrebbe fiatato con anima viva. Non era così stupido da commettere un tale sbaglio e poi andarlo pure a sventolare ai quattro venti! Si aggrappò alla sua maglietta pregando di assecondarlo quando sentì la sua lingua leccarlo, assaporando anche il gusto della sua pelle. Fremette appena a quel contatto. Non ci sarà certo stata malizia da parte di Alec, ma restava il fatto che era un uomo e pure omosessuale! Non poteva certo aspettarsi che stesse buono buono senza apprezzare! L'altro però si staccò prima che potesse eccitarsi sul serio, tornando a fissarlo in volto. Strano come quel semplice contatto visivo ebbe il potere di calmare del tutto Robin, di infondergli l'equilibrio emotivo di cui tanto aveva bisogno. Gli occhi non erano più umani, erano gli stessi che aveva fissato a lungo quella famosa notte: gli occhi del lupo. Stava per aprir bocca, quando una voce improvvisa lo fece sussultare rompendo la sua calma interiore.

CITAZIONE
"Alec!"

Alzò a sua volta lo sguardo in direzione dell'altro ragazzo che non sembrava affatto contento di vederli in quella situazione. Effettivamente chiunque avrebbe potuto equivocare: erano stretti l'uno all'altro e Alec gli aveva appena leccato il collo. Si staccò da lui nello stesso momento in cui l'abbraccio si sciolse, poi indietreggio di un gradino come a voler prendere le distanze da una realtà che gli era crollata sulla testa come una spada di Damocle improvvisa. Rimase a fissarlo in silenzio, sentendosi ringraziare senza però sapere cosa ribattere. Non si era comportato secondo la logica dei cacciatori, ma aveva lasciato che i suoi sentimenti dominassero la ragione mettendosi spontaneamente nei guai... la cosa buffa è che non se ne pentiva nemmeno un po'. Cominciò a scendere le scale, avvicinandosi alla porta di uscita di cui afferrò la maniglia, tirandola verso di sè.

CITAZIONE
"Robin... non è colpa tua. Non so perchè stai così male ma non sei stato tu a premere quel grilletto, non fartene una colpa. Sono stato io che non sono riuscito a proteggerla, era compito mio ma ero esagitato quella notte, avevo percepito qualcosa di strano ma non mi sono presa la briga di avvertire la cucciola. Tu non centri nulla, smettila di martoriarti, ok?"

Si voltò di nuovo verso Alec esibendo un sorriso triste e ferito. Quel grilletto era stato lui a premerlo, ma al contempo non era stato lui... anche se era convinto che se avesse spiegato le cose al branco l'avrebbero ritenuto colpevole tanto quanto faceva lui stesso. "È come se fossi stato io..." disse infine sostenendo il suo sguardo. Era come un'ammissione di reato, ma era stranamente tranquillo e calmo... a parte per il senso di oppressione e rimorso che provava da quella sera. "Sbagli a darmi del pettirosso, Alec" concluse muovendo un passo verso l'uscita appena prima che una nuova voce lo costringesse a fermarsi.

CITAZIONE
"Stai lontano da lui, cacciatore."

Sempre lo stesso dispiaciuto sorriso sulle labbra. "Vorrei, ma non posso prometterlo. Voi però fareste meglio a stare alla larga da me" sentenziò infine uscendo dal museo, dirigendosi senza alcuna fretta al MCDonald's dove venne accolto da risate, urla e un sacco di "Quanto cazzo ci hai messo?" e anche da un sussurrato "Di la verità... te li sei scopati entrambi o solo quello biondo?" Rise anche se la gioia non c'era in lui. Erik non sarebbe cambiato mai.
 
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51 replies since 19/11/2011, 18:12   391 views
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