Tutta quella storia era assurda, lo faceva completamente uscire di testa. Era tutta la vita che si sentiva inferiore, che lo facevano sentire sbagliato, tranne che sua madre, suo padre e suo nonno, alle volte anche sua sorella aveva quello sguardo superiore, lo stesso di sua nonna, per non parlare dello zio Invidia. Non aveva mai negato che tutti loro gli volessero bene, che avrebbero dato la vita per lui come lui avrebbe fatto per loro, ma era sbagliato. Parlare con Samael era la cosa che gli faceva più male, soprattutto se lui si comportava in quella maniera. Lo fissò diffidente, lasciandolo finire di parlare, bloccandolo solamente alla fine. ”Mio padre mi ha sempre e solamente amato, è stato un buon padre, non mi ha mai fatto sentire diverso ma io non sarò mai un mezzo demone come vorrebbero tutti. Mamma, papà ed i nonni John e Bobby non hanno mai preteso che io fossi diverso da quello che sono. Ma per tutta la mia vita è sempre arrivato qualcuno che mi ha detto che sono diverso, che sono inferiore. Tu non puoi capire, Samael, tu sei il fottutissimo principe dell'inferno!” Sbottò, sentendosi gli occhi innondarsi di lacrime, sembrava essere forte ma non era così. Lui era debole, lo era sempre stato ed aveva bisogno che lo capisse, che capisse che aveva davvero bisogno di suo padre. “Mio padre avrebbe capito, perchè per sedici anni è stato un demone a metà per colpa del marchio che mamma gli aveva messo. Ma tu sei tornato indietro, come puoi capire? Avevo tre anni quando Lilith è comparsa per la prima volta qua, la cosa più carina che ha detto riferendosi a me è stata potrebbe essere gustoso! io non sono mai stato arrabbiato con papà, non mi ha mai fatto mancare nulla, ma tu non puoi venirmi a dire che non sono diverso, ok?” Non riusciva più a tenere a freno la lingua. ”Quando ieri mi hai insultato, perchè si, mi piace un vampiro ed ho il suo odore addosso, mi sono sentito ancora peggio, perchè mio padre non lo avrebbe mai fatto, mai! Papà mi avrebbe chiesto chi fosse, magari avrebbe anche voluto conoscerlo, tu hai preferito avere vicino Lili. Io voglio bene a mia sorella, davvero, ma lei ha tutto, lei non ha il disprezzo di Lilith, non causa liti fra lei e mamma, io si, cazzo! Ed è per questo che mi faccio un culo durante gli allenamenti con nonno John, che voglio essere più bravo almeno lì, il motivo per cui ho imparato prima il latino di tutte le altre cose, facendomi dare del ritardato a scuola, io non voglio essere un cazzo di mezzo demone figlio di Samael, io voglio essere il figlio di Sam e Dean Winchester e farmi abbracciare da te, farti conoscere il vampiro che mi piace, non voglio sentirmi diverso e soprattutto non voglio che tu mi faccia sentire diverso! Ma la verità è che se tu fossi sempre stato così, se tu per pura sfiga mi avessi avuto mentre eri solamente Samael, io sarei stato un impiccio e me lo hai dimostrato! Io sarei un ottimo spuntino per quelli come te!” non riusciva a starsene zitto, avrebbe voluto andarsene, ma ormai aveva sciolto la lingua e tutto quello che aveva covato dentro fino a quel momento, quel cocente senso d'inferiorità che lo aveva soffocato per tutti quegli anni, quando non capiva che cosa ci fosse di sbagliato, quando vedeva i demoni di famiglia fissarlo preoccupato o con pietà, quando capiva che qualcova stonava, ecco, ora stava uscendo tutto e non riusciva a fermarlo. Perchè prima o poi si arriva al limite e non si può evitare, anche se si è dolci o si è pazienti. ”E so anche di stare facendo male al mio papà, che è dentro di te da qualche parte, ma non sono mai riuscito a mentirti, non ci riesco nemmeno adesso. Tu sei la persona da cui ho sempre e solo desiderato sentirmi accettato e ci sono sempre riuscito, riesci a capire che cosa provo se proprio tu mi dai le spalle? E lo hai fatto, cazzo! Perchè per me sei sempre il mio papà, il solo papà che ho sempre avuto e che è sempre stato il mio punto di riferimento, quello che aspettavo sveglio la sera per farmi dare il bacio della buonanotte. E so anche che Lilith avrebbe trovato il modo di fare una cosa simile lo stesso, per fare del male alla mamma, ma ha colpito me! Mamma non sa tenere la bocca chiusa quando si tratta di me, hanno litigato a causa mia, papà.” stava singhiozzando? Si, decisamente, non gli avrebbe permesso di avvicinarsi, poco ma sicuro, però stava piangendo come un cretino lì di fronte al principe degli inferi. Non sapeva se Samael avrebbe davvero capito una cosa simile, se gli sarebbe interessato. ”Perchè colpire me è semplice, a meno che non ci sia di mezzo la caccia, allora lì si può dire qualcosa di bene di me, io sono un peso, ok? E me lo hai fatto capire tu, ieri! Me lo hai sbattuto in faccia! Scusa, scusa se sono così, mi dispiace, ma ti sono andato bene fino adesso e scoprire che al vero te invece sarei sembrato quello che sembro a tua madre di solito è stato tremendo. Io voglio solo il mio papà, posso anche avere una sua sgridata, sono disposto anche a prendermi uno schiaffone da lui, ma voglio il mio papà che mi dica che va tutto bene. E non poterti aiutare in alcun modo mi fa male, tu mi hai sempre aiutato ma io non sono capace, scusa.” Si asciugò il viso, ricacciando indietro tutto quello che avrebbe voluto dirgli, tutto quello che gli era successo, tutto. Avrebbe voluto raccontargli che da piccolo Invidia lo prendeva in giro, scherzando ovvio, perchè non aveva poteri, che aveva sempre desiderato avere un quarto dell'intelligenza di sua sorella, la capacità che aveva Lili di essere sempre solare ed apprezzata, invece di essere così timido e riservato. Avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e restare lì, come faceva quando aveva paura del mostro sotto al letto, essergli completamente inutile faceva malissimo. ”Vado giù... dammi un po' di tempo, per favore. Prometto che dopo sarò più disposto a parlare.” Gli diede le spalle, scendendo velocemente le scale per infilarsi in camera di suo nonno, sorridendo a Raymond quando lo vide. ”pensavo che fossi passato ad Alien.” Mormorò, osservandolo, prima di farsi abbracciare e stringere da lui, avrebbe voluto essere più forte, avrebbe voluto avere un po' di palle come tutti nella sua famiglia avevano, invece era buono solamente a piangere. Come in quel momento. Si era abbarbicato sul vampiro, attaccandosi al suo collo e stringendosi forte contro di lui. Per lui era colpa sua, per lui era stata a causa sua che stava succedendo tutto quello, non riusciva a smettere di pensarlo. Si, Lilith si sarebbe attaccata a qualsiasi altra cosa se lui fosse stato diverso, ma non lo era ed era semplice che lui fosse la scintilla che finiva sulla benzina.
Sorrise alle parole di Sam, annuendo nonostante tutto. Si, Sam aveva sempre ascoltato le sue parole, avrebbe mosso mari e monti per vederlo sorridere, lui che alle volte era così lunatico, così imbecille, così permaloso era però riuscito a tenerselo accanto, forse anche Sam aveva sempre capito che si sarebbe ucciso piuttosto che ferirlo seriamente. ”Si, lo hai sempre fatto. Ti è sempre venuto naturale preoccuparti prima di me che di te stesso e da quando sono arrivati i ragazzi prima di noi che di te, non lo so. Se fosse solo per me ti direi di rimanere, non so sarebbe la cosa migliore per MaryLi ed Alien.” Era stato onesto come al solito, prima di andarsene in cucina, dove scoppiò a piangere, asciugandosi le lacrime quando lo sentì parlare con il ragazzino. Non aveva mai davvero capito cosa provasse suo figlio, il senso di inadeguatezza che si portava addosso, quella sensazione di non andare mai bene, di essere inferiore. Abbassò il capo, origliare non era la cosa che faceva più spesso ma in quella situazione si ritrovava con i sensi completamente all'erta, sentire le parole prima del principe dell'inferno, quello che aveva sempre e solo chiamato amore ma che ora non ricordava di esserlo e succesivamente quelle del figlio. Alien era troppo fragile, alle volte, ma covava tutte quelle sensazioni da sempre, nonostante avesse sempre cercato di proteggerlo. Gli veniva più facile che con Lili, lei sapeva cavarsela, non aveva paura quando usciva, Alien era ingenuo, dolce ed indifeso. E non era riuscito a proteggerlo da quello che stava succedendo, non ci sarebbe mai riuscito, lo sapeva perfettamente, il vero problema era che non sapeva cosa fare in quella situazione. E questo lo portava a fare solamente stronzate, come tagliarsi. Osservò il sangue, prima di sussultare quando la porta si chiuse, voltandosi. Lanciò uno sguardo a quello che era suo marito, prima di spostarlo sulla figlia, abbassando il capo colpevole. Non aveva riflettuto sul fatto che il suo sangue doveva essere una vera tentazione in quel momento. ”Scusa.” Sussurrò, forse rivolto a Lili, forse a nessuno, si sentiva schiacciato, annullato. Trasse un respiro, così non andava, per nulla. Era un cacciatore, doveva tornare ad essere se stesso e cercare di uscire da quella situazione, almeno per i propri ragazzi, ragazzi che si stavano dimostrando più in gamba di quanto avesse anche solamente sperato. Inclinò appena il viso, osservando la sua bambina, avvicinandosi a lei ed accarezzandole la guancia, prima di baciarle la fronte, un gesto che aveva smesso di fare da parecchio, avrebbe dovuto farlo più spesso. La verità era che faticava di più con quella ragazza, era più indipendente e quindi ci si trovava a scontrarsi più spesso che con suo fratello, ma la verità era che adorava Lili al pari di Alien, non gli importava nulla di quale fosse il migliore ed in cosa, erano i suoi figli ed erano stupendi e fantastici entrambi. ”Vai ad apparecchiare, ci penso io al taglio, eviterò certe stronzate, promesso.” Le mise in mano i piatti, spingendola verso la sala da pranzo, prima di mettersi a fasciare il dito, in maniera che l'odore del sangue non infiltrasse attreverso le garze, avrebbe evitato di stuzzicare appettiti decisamente pericolosi in Samael, doveva prestare attenzione. E soprattutto non sarebbe più crollato, non poteva permetterselo. Aspettò quando Invidia tornò dentro, prima di avvicinarsi alla porta e spingere fuori il demone, posandogli una mano sulla stomaco e tirandosi dietro la porta. Rimase un attimo in silenzio, osservandolo, si era difficile, almeno per lui, non doveva però dimenticarsi che aveva anche due figli di cui occuparsi. ”Ok, questa situazione è difficile, per entrambi immagino, visto che non deve essere facile per te ritrovarti con sensazioni che non senti tue, ma Sam, se sono sicuro di una cosa è che tu ti sei innamorato di me anche per la mia testa dura e forse perchè sono semplicemente così psicotico e tu hai serie tendenze masochiste che ora non ti ricordi, ma ti assicuro che ci sono!” Ecco un altro problema del gene dei Winchester, la capacità di sparare cazzate in ogni situazione, come quella, soprattutto quando stavano cercando di evitare di crollare a picco, o forse era solamente lui che le presentava. ”Ma il punto della questione non è questo, il punto è che ho bisogno di sapere realmente una cosa, da questa risposta io agirò di conseguenza. Tu vuoi davvero ricordare, Samael? Vuoi davvero tornare Sam oppure vuoi continuare per la tua strada e basta così, riprendere il tuo posto? Perchè se non sei sicuro tutto questa è una perdita di tempo ed una sofferenza inutile per tutti quanti.” ed era sicuro che avrebbe capito di non trovarsi davanti ne all'uomo distrutto di poco prima ne al suo compagno/moglie, si trovava davanti alla vecchia versione di se stesso, con un piccolo particolare: aveva due figli da proteggere e quei ragazzi stavano soffrendo. Se Sam non aveva realmente intenzione di ricordare allora era disposto a lasciarlo andare, perchè sarebbe stato solo un lento logorarsi dei suoi cuccioli e quello non poteva permetterlo, mentre era più sicuro che avrebbero saputo superare meglio il fatto che loro padre avesse preso quella decisione.
Era rientrato dalla porta di servizio, almeno avrebbe evitato di vedere suo figlio con quel cazzo di demone che giocava all'amnesia, non era mai stato un bravo padre ma non sopportava di vedere Dean in quello stato, soprattutto non sopportava di vedere i suoi nipoti soffrire. Scese in camera propria, inarcando un sopraciglio a quella scena. Alien era stretto ad un altro uomo e piangeva, il ragazzo alzò lo sguardo, per un attimo soltanto rivide Mary in suo nipote. Era la ragazza che portava il nome di sua moglie, ma era il ragazzo che era identico a lei. ”nonno...” ”Che succede?” Certo non si aspettava quella spiegazione! Aveva detto mille e più volte ai suoi nipoti di non giocare con formule magiche trovate nei libri che aveva in casa, invece ecco il risultato! Sospirò, passandosi una mano sugli occhi. Alien aveva spergiurato che il vampiro non fosse pericoloso, qualcosa che non era sicurissimo ma fece lo sforzo di riportare lo sguardo sulla creatura. ”Quindi tu sei il demone, chiamiamoti così al momento, del libro? E sei qua per esaudire il desiderio di Alien, consinderandolo il tuo master? Hai un legame di sudditanza con lui?” Era proprio cambiato! Un tempo lo avrebbe ucciso immediatamente ma per un paio di occhioni bagnati di lacrime che non riusciva a sopportare era disposto a parlare ed aiutare un vampiro a restare fuori da polverose pagine antiche.
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